La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 3 - aprile-maggio 1995

lità di. t.ina risposta, un altro è assolutizzare e finalizzare l'azione solò al contenimento; · 4) la co~nessione integrata di questi interventi sul territorio con l'insieme delle risorse e degli interventi propriamente terap~utici, compito che non può che essere di pertmenza della struttura pubblica; · · . • · 5) le strategie per la definizione, il monitoraggio e la valutazione (su basi scientifiche) del fenomeno e degli interventi su di esso. Ma ciò che va sottolineato con forza è che solo la connessione integrata e strategica di tutt:iquesti interventi in un ben precis? e organizzato sistema d'intervento garantisce e rende possibile il passaggio da un livello d'intervento all'altro a seconda dei bisogni, del momento e delle risorse che è possibile attivare e sollecitare nella persona, nei sùoi familiari, nella sua rete sociafe e negli altri operatori stessi. Tale sistema d'intervento deve essere fatto proprio e monitorat~ da par~e degli op_eratori del ~ervizio pubblico che s1 fanno èanco COfD:pless1:7a~en~ te dell'_intero problema su tutto 11terntono e in tutti' i suoi aspetti e forme, controllando l'intera rete su ·cui si distribuisce il fenomeno a· cui è possibile opporre la rete terapeutica. Questo distingue le strategie di rdd da meri int~rve_ntiscollegati e di semplice controllo routmano. È ~vidente dunque che il percorso qui pro- . posto parte dalla.definizione per livelli d~i da~- ni e dei rischi connessi ai comportamenti toss1comanici, per ipotizzare gli obiettivi di tutela dell9-salute personale e della sicurezza sociale, ·messi in crisi dai danni. stessi, obiettivi distribuiti per livelli, su cui è possibile collocare i vari interventi di tutela. Ma è possibile ipotizzare una metastrategia, che guida l'insieme delle . singole classi di interventi e che definisce gli obiettivi sia terapeutici sia sociali; solo all'interno di questa assunzione di responsabilità metastrategicà trova la giusta collocazione• una strat~gia di rdd, se non vuole essere mera sedazione sociale e occultamento del fenom:eno, a tutto danno di persone ridotte al silenzio grazie alla somministrazione incontrollata di una droga legale; che non vedono così tutelato il loro diritto alla cura della propria sofferenza, a monte e a valle della tossicomania. Tali obbiettivi di livello più alto si po_ssono così ·progressivamente articolar.e: · ....r,.iduzione dei risçhi di trasmissione dell'infezione Hiv e.delle epatiti; · . - riduzione delle morti per overdose; - aumento dei soggetti in tratta.mento; - diminuzione déi tossicomani in carcere; · - riduzione dell'area del "sommerso\ · · - riduzione del numero complessivo· dei consumatori e dei consumatori spacciatori; - riduzione della microcriminalità diffusa sul territorio, che colpisce· soprattutto ahri soggetti deboli, aumentando l'allarme e la sofferenza sociale; . .· · . ·..:.r.i.duzione della durata e della gravità delle.· ricadute e dunque aumento delle possibilità e della forza della presa in carico e della cura; · - riduzione dei circuiti tossicomanici che inchiodano la persona in spirali improduttive e ' confusive, aggravàndo la sofferenza su cui si è impiantata la tossicomania; . . - aumento in termini quantitativi e qualitativi dei dati epidemiologici;· · - aumento delle capacità da parte dei citta- · dini di darsi risorse di autointervento nei confronti dei ·tossicomani, vissuti non come nemiBibliotecaGinoBianco. . ' UNITA' ·01STRADA: UNA TESTIM.ONIANZA a cura del Parsec Parsec, un istituto di ricerca e i~tervent~ sociale, •è nato nel 1986 dall'incontro di operatori sociali e ri- . -cercatori interessati ai problemi della marginalità sociale e economica. La sede è in Piazza Orazio Marucchi 5, 00162, Roma. ♦ · · Ho sentito parlare di "riduzione del danno" la prima volta in tempi relativamente recenti. Ne ho sentito parlare da un amico, un carissimo amico scomparso da poco quando an-: dai a trovarlo allo Spallanzani ove era stato ri"' coverato per quella malattia che ora è il centro del mio lavoro all'Unità di Strada Parsec, l'Aids. Sapevo che era malato. Lo sapevo · dal/'88. Egli stesso lo aveva saputo qualche giorno primt1/durante la sua breve permanenza a San Patrignano ove si era.sottoposto al test di controllo. Gli dissé~o che era sieropositivo dandogli una pacca sulle spalle. Me lo ricordo come fosse . ieri. "Capisci, mi d?ss_eb, i~ogna fare qu_alcosa. Una persona non puo venirlo a sapere zn questo modo, come se avesse perso il lavoro". Il controllo era dovuto. Tutti e due lo avevamo ' fatto.per ii comportamento a rischio durante la nostra permanenza nel carcere di Lardya, a Bangkok, mentre stavamo scontan~p la n?stra sentenza. Perché è lì che ho conosciuto Pietro, ed è lì che è nata la nostra salda e 'prof onda amicizia ed è lì che, insieme, io un po' prima di lui, abbiamo iniziato il lungo percorso chè ci ha portato fuori dalla tossicodipendenza. . Pietro non è stato fortunato quanto me. Lì si è contagiato, ed io, per qualche strana coincidenza e alchimia del destino, no. Per noi, la riduzione del Danno antelitteram è iniziata in Thailandia. L 'Aids per noi· era lontano anni luce. Sì, era morto, in circostanze misteriose agli inizi degli anni Ottanta, un prigioniero italiano. Di cosa?Non siamo mai riusciti a saperlo. · Un altro,. americano, che era nella mia stessa sezione, ·era stato colpito da unq, strana ·infezione, "forse un: herpes", diceva che gli . avevano detto i dottori dell'ospedale del carcere. L'infezione gli aveva fatto diventare la testa gro'ssacome un pallone da football. . Tutto questo noi lo subivamo con una for~~ do.se di fatalismo attribuendolò alle terribili co-ndiz.ioniclimatiche e igieniche nelle quali vi- . vevamo. Una sorta di oscuro male tropicale. Sapevamo naturalmente dell'esistenza dell'Aids ma non osavamo fare nessuna congettur~ o ipotesi né stabilivam:o nessi fra le _coseche ci capitavano e la malattia. Credo per ignoranza ma soprattutto per paura. Tutto ciò era un ulteriore motivo per uscire al più presto da lì, possibilmente in buona salute ..A vev_o viss~t? tutto questo con Pietro e ora luz era sieroposztiSALUTE° E MALATflA

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