La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 3 - aprile-maggio 1995

più pressante. Negli anni Ottanta, la spinta dei nazionalisti berberi da un parte, e degli arabofoni dall'altra, si è sensibilmente accentuata. Ma l'assenza di mediazioni ha soffocato la libera espressione· di_queste esigenze. · . Nei _gruppi dirigenti è nata cosi la sensazione che fosse necessaria una nuova ideologia per ridare vita all'intero sistema. Ci si è accorti che la ve_cchi;,"1ideologia " non rispondeva più alla realtà dei rapporti sociali e al vissuto degli uomini. Nutrita di grandi astrazioni accom- . pagnate dall'esaltazione lirica e ripetitiva di un "mòdello algerino" presèntato come esempio per tutte le nàzioni del mondo ma capace di proporre · soltanto .un identità negativa, basata sul1'esclusione dei nemici del popolo; dei borghesi e degli altri agenti dell'impe- · rialism6, l'ideologia socialista era ormai finita. Divenne così evidente che il discorso statuale era sovrapposto al corpo sociale e che, al · • di sotto della sua superficie .liscia e uniforme, la società reale viveva effettivamente in un altro mondo. C'era ormai una differenza patologica tra il linguaggio codificato della burocrazia - che ·cerca di dare un'immagine di razion_alitàe·di modernità ai piani e ai progetti del potere - è quest'altra lingua, ancora non enunciata o non capita ma radicata neg_liaspetti più profondi della person~lità algenna. L'Islam come nuovo credo .La constatazione di questo· scacco non ha · comportato da parte della classe dirigente nessuna riflessione seria sulle -sue ragioni: ma i limiti della situazione erano molto chiari: una. visione esclusivamente tecnicista dello svilup- · po, priva di complementi simbolici ed educativi capaci di generare un nuovo tipo di cittadi- . nanza, ·e una palese contraddizione tra le "prediche" socialiste e l'arroganza di una nòmenklatura senza radici, arrivista, irri_mediabilmente segnata dall'affarismo politico e da pratiche di tipo mafioso. · Si capisce, su queste basi, per quale motivo il potere abbia individuato nell'Islam un nuovo credo e abbia pensato di poterlo utilizzare come strumento utile per autoperpefrarsi. La svolta si è verificata dopo un primo tentativo di r~pressione ~ tra il 1980 e il 1982 - di un mo- _vimento islamista sempre più forte e dopo lo s·contro con i primi gruppi armati e l'affermazione dell'islamismo .nèlle università. Da quel. momento in poi si è cercato di strumentalizzare l'Islam e di contrapporlo ai culturalisti berberi e agli altri gruppi laici esclusi dal potere. Per comprendere bene questa evoluzione . bis·ogna ricordare che già nel 1962 si era costituita un'opposizione· islamista, che vqleva impedire agli Oulemas di organizzarsi _autonomamente dallo Stato. A questa opposizione si. sono uniti, col tempo, tutti gli individui e i gruppi· contrari alle trasformazioni economiBibliotecaGinoBianco · che che minacciavano la proprietà privata. Si è assistito così alla nascita e allo sviluppo di un Islam parallelo. La trasformazione del sistema educativo gli avrebbe poi messo a disposizione delle truppe agguerrite, pr!)venienti sia. dalle classi popolari, sia dalle élites arabofone, desiderose di risalire la scala sociale e di rimpiazzare le élite al potere, prevalentemente francofone. ·L'entourage del presidente Ghadli Bendjedid sostituì così al nemico di una volta un nuovo avversario - gli statalisti nazionalisti o marxisti - e preparò_ l'esercito alla svolta poli~ tica. La nuova mobilitazione morale contro il "socialismo alla Boumedìen" · è stata garantita dai generali Elhachemi Hadjeres, Mohammed Alleg e Larbi Lahcéne che, già nel 19~6, avevano precomzzato la proclamazione di uno stato islamico. Tra le eminenze_ g·rigie di questo onentamento figurava anche Ali Djeddi, oggi uno dei principali esponenti del-Fis. Nell'ottobre del 1988, con le prime manifestazioni. di piazza a favore del movimento islamista, il potere ha cominciato a raccogliere gli amari frutti delle sue ìndecìsioni e dei suoi tentativi di manipolazione. Ha cercato così di presentarsi come il protettore delle classi medie urbane, che' si sentivano minacciate da questo genere di movimento popolare. Tuttavia, ci sarebbero volute l'affermazione del Fis, la sua vittoria alle elezioni amministrative del giugno 1990 e subito· dopo quelle delle "politiche" del dicembre 1991, per fa~ ~ì che le classi medi~, be,?eficiarie della loro v1cmanza allo stato, s1 schierassero incondizionatamente dalla sua parte. Con l'annullamento delle elezioni, la guerra civile è cominciata a sembrare inevitabile; tutti hanno iniziato a prepararsi a questa eventualità, cercando ciascuno di apparire agli occhi dell'opinione pubblica non come gli inziatori del conflitto ma come le vittime della tr_agedia_ch~stava p_erscòpp·iar~.?ulla scena_al-· gennà, 11lmguagg10 della politica ha ceduto progressivamente il posto a quello delle armi. La società si è semplificata: due forze - gli islamisti e l'esercito - si sono contrapposte in una lotta che la divide profondamente. Un'opposizione che vedeva nel ricorso alla forza la sua arma principale si era già manifestata nella regione _diMitdja, nel 1976, quando il colonnello Boumedien, nel suo momento di massima influènza, sottopose al ·plebiscito popolare una "carta nazionale". L'opposizione armata riprende forma negli anni Ottanta; con l'apparizione del gruppo di Mustapha Bouyali, di Mansouri Melani (giustiziato di recente) e di Abdelkader Chebou ti, che, seguendo l' esempio del vecchio Partito del Popolo Algerino (Ppa), aveva organizzato una sua organizzazione. paramilitare. Il ricorso alla forza, che -si esprimerà immediatamente con attentati · contro le forze dell'ordine, ma anche contro PIANETA TERRA

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==