Studi Sociali - X - n. 13 serie II - 2 maggio 1939

ANNO X MONTEVIDEO, 2 MAGGIO 1939 SERIE Il. N.• 13 • • • I Rl\'ISTA DI llBl:RO [SAMI: ABBONAMENTI: Per ventiquattro numeri Per dodici numeri $ 2.– "' 1.2.s (All'estero lo stesso •prezzo, equivalente in mone– ta degli Stati Uniti a due dollari per 24 numeri ed un dollaro e 25 cent, per 12 numeri.) SOMMARIO La mo1·te cl'una grande! speranza (LA Jl.EDA– ZIONE). Primo bilancio d'una sconfitta ('L1:cE F'ABB1u). 1Joc11menli. - ()1tadro della sii uazione 1:tolù111ci (UN TTALIANO). Prime risposte a iin'ind1icsi([. (VARI). Pm le spire della reazione (Nrno NAPOI,lTANO). Ji'ronte del centro ( G101w10 'l'1,STrèKA). Tra le riviste e i giornali (Lux). Per una q1testion,e persona/e (Lr0E F'Ammr). Primo bilancio d'una sconfitta La rivoluzione e l::!. guerra cli Spagna ap– partengono gia al!a storia, mentre a1_1cora i corpi dei caduti non si sono confusi con la terra, mentre ancora i combattenti su– perstiti maledicon0 la vita nei recinti di ferro spinato che ha riservato loro l'ospi– talita d'un popolo 11mico. Siamo ad una svolta: importante nel suc– cedersi egli avvenfmenti europc1. i!:' l,op– po presto per misurare l'ampiezza della curva. Solo la Storia con iniziale maiu– sèola potra un giorno darci la grafica di questa discesa: nel gorgo, cosi rapida da to– gliere il respiro. Pero si pu6 -anzi é ne– cessario- cercar di precisare le linee prin– cipaìi dell'intricato panorama che abbiamo intorno, per fissare la nostra posizione e tracciare la nostra condotta:. Queste linee si possono schematizzare in poche affermazioni basiche. La SJ)agna rivoluzfouaria. é mo1-ta; i go– verni d'Jforopa possono spll!ln.nciu•ele 1iorte alla guena. Prima della resa dei repubbli– cani la guerra faceva paura. Era troppo grande il rischio che prendesse l'as·petto d'una guen-a antifascista. E la sconfitta cli Hitler e Mussolini, se tra i loro avversari si fosse trovata la Spagna, ancora, malgra– do tutto, rivoluzionaria, avrebbe travolto forse anche le classi dirigenti dei paesi vin– citori, in uno sforzo supremo dei popoli per uscire dalla: tragica contraddizione in cui lo Stato e il capitale avvolgono il mondo, per sottrarlo alle nuove possibilita di li– berta e d'abbondanza che offre oggi all'uo– mo il progresso tecnico. Su questo pericolo s'é basato finora il ricatto dei due dittatori fascisti. Ora l'eccezione luminosa é sparita; la Spagna é stata ricacciata nella grigia u– niformita europea: uniformita della paura ipocrita, uniformita dell'obbedienza. Il pro– letariato mondiale é schiacciato dal dop– pio peso della sua delusione sul conto della democrazia in cui gli avevano fatto credere e della sua involontaria, ma reale compii– cita con gli assassini clel·la Spagna (l'iner– zia: é la forma piu vile di complicita). Ora la guerra pu6 venire; il popolo non fa piu paura che a meta. E Chamberlain non va pii'1 a Monaco. Conta le immense ricchezze dell'Impero, vede la Francia suf– ficentemente sottomessa (anche contro di Per la redazione e l'Amministrazione ri– volgersi a: LUCE FABBRI, rivista "Studi Sociali" Casilla de Correo 141 MONTEVIDEO (Uruguay) w-.•.r•••••••---•••w-•.,,,.._,._,._- ••• -.-.•....,._..w...,._._,._._._._._. Redactor responsable J. B. GOMENSORO Treinta y Tres 1494 Montevideo RIVENDITA: Per ogni copia $ 0.05 (Negli altri paesi lo stesso prezzo, equivalente a cent. 5 di dollaro. - Sconto d'uso ai rivenditori.) Imp. CLARIDAD - Plaza Libertad 1137 La morte d'una grande speranza Tre anni fa ci tremava la penna d'emozione, scri– vendo le prime righe affrettate sui meravigliosi av– venimenti della penisola iberica; noi, i vinti, schiac– ciati Oal pessimismo di tante battaglie perse per non essere state combattute, ric1u,perammo in poche ore la nostra fiducia nell'uomo. C'era un ipopolo che non s'era lasciato avvelenare dalla disciplina di par– tito, un popolo vivo che aveva risposto allo schiaffo coi suoi pugni forti, senza aspettare ordini. ,E il fa– s.;ismo, per la pri.ma volta era stato sconfitto per– ché, per la prima volta, s'era trovato di fronte degli uomini e non dei soldati, né degli elettori. Le molte esperienze ,della recente storia italiana e del nostro nomade esilio ci vietavano l'ottimismo. Pure il miracolo della resistenza e delle prime vit– torie era cosi inaspettato, che non potemmo sot– trarci all'ebbrezza d'un'immensa speranza. E non lo rimpiangiamo. Quel pri.mo anno di rivoluzione é sta– to -per quelli di noi che vi hanno partecipato e per quelli che l'han vissuto di lontano- il periodo piu bello della nostra vita di militanti. E in un'Europa demoralizzata che prepara febbril– m_e~\•-" · rer il_ suo..,_smci.diJ,,-.1.a_loit,, ~r!. if-S,ac,ri– ficio del !a Spagna scino stati u11a suprema afferma- lei, contro una possibile sopravvivenza dei germi rivoluziònari dell'89 e delle ambizioni imperialiste cli Napoleone, egli era andato a: Monaco), esamina la distribuzione dei pozzi petroliferi sul planisfero e fo tensifica gli armamenti. Una guerra certamente pu6 contribuire a risolvere per ora il problema della rliscccupazione senza intaccare l'or– dine costituito. Certo, c'é il pericolo che una sconfitta cleJ totalitarismo italo - tede– sco faccia risorgere lo spettro che le bombe d'aria liquida dei Caproni italiani hanno dissipato in Spagna. Ma allora si vedra e si provveclera. Una rivoluzione nata dalla guerra é sempre piu sanguinosa e meno pericolosa delle altre, per esempio di quel– la a cui ci portano fatalmente gli sviluppi della crisi economica. La Russia ha mano– vrato eccellentemente in S'pagna per ren– dere inoffensiva la rivoluzione e potrebbe benissimo tornare a rendere lo stesso ser– vizio. E, alla più disperata:, si lascerebbe via libera a Mussolini e ad Hitler. Ci si pu6 quindi anche arrischiare a con– cedere garanzie alla Polonia, alla Grecia, a:lla Rumenia, salvo a cedere di nuovo al ricatto, se rispunta il pericolo. In tutto que– sto la Nazione c'entra poco o niente. In ogni modo si pu6 essere sicuri che, di fronte ad una nuova Comune, i versagliesi non esiterebbero a chiedere l'appoggio dei prus– siani. Il capitalismo privato e liberista (che d'altra parte non é piu né molto privato, né molto libero) tentera di resistere al ca– pitalismo statale, solo fino a quando non gli apparira chiaro che questo apre l'unica via praticabile (almeno durante un certo tempo) per sfuggire al socialismo. Una parte del'la clase dirigente dei paesi demo– plutocratici é gia arrivata a: questa con– clusione; Chamberlain, che appartiene a quell'Internazionale fascista che non ha bisogno di distribuire tessere, né di tenere congressi -i suoi membri si riconoscono zione di fede che riscattera questo momento storico agli occhi delle generazioni future. Da tempo -per noi- l'ebbrezza é pass~ 1.ta. Oggi, nel registrare questa nuova sconfitta -la pili amara di tutte- la nostra ,penna non trema iµiU. A,bbiamo ricevuta una lezione di pessi1mis .mo, ohe é anche una lezione di fermez~a. La lotta si fa ,sempre ,pili dura e i caduti son sempre pili numerosi. Intorno a noi' fa sempre piU freddo e piU buio. L'eredita che ci /asciano i fratelli falciati dalla mitra-glia fascista non é di lacrime, né di facili entusiasmi. Mauro Ba– jatierra che, pur veden•do tutto penduto, si chiude in casa e rifiuta d'arrendersi, assurge a valore di simbolo, non per il gesto in sé, ma per il suo signi– ficato: non guardarsi intorno a contare gli amici, co·mbattere fino all'ultimo, con la fredda decisione delle necessita supreme. Se l'u.manita sopravvivera alla crisi, lo dovra a questa disperata e serena volonta di lotta. Se so~ pravvivera, vorra dire che avremo vinto. La Spagna nella sua superba agonia, ci ha fQtto,. fra i tanti altri, questo immenso dono: ci ha inse– snrt~ che cos.: si rrn6 ancora -malgrado tanti or– ror1.L.. sperare c!all"uomo. dai loro atti come le piante dai loro frut– ti-- é spinto alla sua ancora timida politica cli resistenza piuttosto dalla pressione del– l'ambiente che dal suo impulso personale. E chissa se al momento buono non si sen– tira disposto a tradire i suoi attuali parti– giani e gli interessi della nazione inglese, per meglio servire gli interessi della sua casta. Le sue vacillazioni ultime rendono assai probabile quest'ultima ipotesi. II na– zionalismo delle classi dirigenti risorgera solo se il fascismo si estendera a tutto il mondo, con un processo che, d'altra parte, s'é gia iniziato da tempo sotto il manto democratico, antifascista o bolscevico. Mussolini potrebbe parlare domani di comunismo; chissa che un giorno o l'altro non lo faccia. La parola non cambiereb•be niente alla sostanza. Non si tratta tanto d'un problema economico, quanto d'un pro– blema d'autorita; si tratta di difendere lo Stato, la gerarchia, la casta; il modo di po'Ssessione degli strumenti di dominio - tra cui uno dei principali é la ricchezza - ha in fondo un'importanza secondaria. Le classi dirigenti cli tutto il mondo sen– tono confusamente tutto questo, per quanto il loro desiderio nostalgico si rivolga verso il mondo idillico, di pace e di lauti gua– dagni, sparito nell'abisso di quattro anni di guerra. La crisi economica, conseguenza fatale di quel sistema che faceva godere in pace co•sf lauti guadagni, si drizza ora come una barriera inesorabile fra quel pa– radiso perduto della borghesia capitalista e la realta attuale. Ecco perché Mussolini ed Hitler, senza basi solide nei loro paesi, senza la possi– bilita di procurarsi le riserve necessarie dicono -e forse credono- d'essere forti'. II loro migliore alleato sorgera alla retro– guardia, se non addirittura ai posti cli co– mando degli eserciti nemici. Solo di fronte· a un paese in franca rivoluzione, che aves-

RkJQdWJsaXNoZXIy