Studi Sociali - anno IX - n. 9 serie II - 2 marzo 1938

ANNO IX MONTEVIDEO 2 MARZO 1938 SERIE II. N• 9 • • • RIVISTA DI llB[RO [SAMI: ABBONAMENTI: Per ventiquattro numeri Per dodici numeri $ 2.– ,, 1.26 (All'estero lo stesso prezzo, equivalente in mone– ta degli Stati Uniti a due dollari per 24 numeri cd un dollaro e 25 cent. per 12 numeri.) SOMMARIO Nazionalismo ecl imperialismo (LUCIA FEl!RARI). La Spagn(i cci il ca.pitalismo inteniazionnle (Jo– ::;É B. Go~rnKsono). Sui diver~,i fronfi-I.Àbero Battistelli (LucE FAu- BRI). Fra, le 1·ivi~fe e i gionwli (Lux). Bibliograf'ia (I. f.). Mentre la strage dura (E. :\[.\LATES'rA). Nazionalismo ed Imperialismo Sembrava che la guerra del '14-'18 avesse urciso lo spirito nazionalista nei popoli. :Ma il nazionalismo non era morto; era solo narcotizzato e lo vediamo oggi risorgere, più forte e più vuoto che mai -cosi forte perché cosi vuoto- nelle masse che se– guono il Fronte popolare francese e in quelle eh , ln Germania, fremono sotto l'onta del trattato cli Versailles; nel popolo spagnolo, pur cosi impregnato d'umanesi– mo internazionalista, perché vede i valori più profondi della sua vita minacciati dal– l'invasione straniera e nel popolo italiano, pur cosi avverso. per esperienza diretta, al fascismo, perché attribuisce la sua fame alla pesante ed rgoista digestione delle na– zioni ricche. In Russia non si parla più di rivoluzione mondiale, ma di difesa nazio– nale; innumerevoli vite si gettano in Cina nel cratere ardente dell'indipendenza della patria. Dove si é o si sembra più lontani dai fuochi della guerra, in quest'America ciel Sud semi-coloniale, la casta dominante al servizio cli questo o cli quel capitalismo straniero, riesce a svegliare in una parte di popolo l'avversione contro l'immigrante, in nome della patria, della razza latina r degl'interessi del paese. · Il nazionalismo dei diseredati, quello che in realta rende possibili le guerre, risorge dunque, come risorge (da anni si va con-• statando il fenomeno) il sentimento reli– gioso. Le cause sono molte e complicate; ma, riducendo a schema, si possono rias– sumere in due, l'una irrazionale ed istin– tiva, artificiale e demagogica l'altra. La fame non é mai stata buona consigliera; non ha mai aiutato a veder chiaro ed a camminar diritto. Ci si rifugia nell'orgo– ~lio nazionale, come ci si rifugia in Dio, per avere un sostegno, mentre la terra tre– ma. Nelle grandi crisi, non la logica do– mina, ma l'assurdo, non l'azione cosciente, ma l'avventura. Queste forze irrazionali scatenate dalla passata guerra mondiale, sembrava doves– sero sboccare in una rivoluzione. Ma quan– do Luigi Fabbri le vedeva dominare le stra– de, scuoteva tristemente la testa, perché, a quell'impulso, che poteva essere fecondo, mancava, secondo lui, lo slancio creatore, soffocato fin dalle origini dal aarattere di cieca e ciarliera rivolta che la guerra a– veva impresso al movimento e, assai più, dalla sterilita conservatrice delle menti che Per la redazione e l'Amministrazione ri– volgersi a: LUCE FABBRI, rivista "Studi Sociali" Casilla de Correo Hl MONTEVIDEO (Uruguay) Ejido 1412 Redactor responsable HOM ERO AMOROSO Montevideo cercavano di dirigere a profitto di mino– ranze privilegiate la marea informe che saliva. E qui sta la seconda causa, il secondo fattore cli questa trasformazione -che in parte é ancora più un pericolo che una realta- dello spirito creatore della rivo– luzione in un nazionalismo forse transito– rio, ma che aiuterebbe a far confluire fa– scismo, democrazia, socialdemocrazia e sta– linismo in 1111 capitalismo di Stato, che rappresenta per la classe dominante, in tutto il mondo, l'unica probabilita di sfug– gire al socialismo. Questa seconda causa bisogna cercarla nel cuore stesso del movimento proletario. Non son certamente cose nuove quelle che sto dicendo. Dopo la tragica esperienza del 1914 non c'é da meravigliarsi se i dirigenti operai consegnano le masse, una volta rli più, al Moloch della guerra. Una logica li– neare unisce i fatti dell'immediato post– guerra (arcentramento autoritario della ri– voluzione russa, soffocamento socialdemo– cratico della rivoluzione tedesca, gli errori tragici rii Bela Kun in Ungheria, l'abban– dono delle fabbriche c, più tardi, l'Aventino in Italia) con la politica odierna di Fronte popolai e. Quest'ultimo non é, come sem– b1a, la correzione, ma la continuazione del vecchio metodo, figlio d'una vecchia paura. La paura della rivoluzione: sotto questo segno si svolge tutta la nostra storia più o meno recente, anche la storia delle rivo– luzioni che la guerra ha fatto nascere, bol– landole a fuoco col suo marchio autori– tario. In realta in quasi tutti i paesi sono av– venute o si stanno provocando, delle false o delle mezze rivoluzioni. Alcune -le fasci– ste- sono state fatte dalla classe al potere per rimanere al potere; altre -a origine socialista- han prodotto un cambiamento parziale o totale della élite dirigente. Al– cune, come la russa, han cambiato rapida– mente la struttura economica; altre, come l'italiana e la tedesca, la cambiano lenta– mente sotto la spinta inesorabile della real– ta; nessuna ha abolito lo sfruttamento, né ha segnato un progresso in questo senso. La stessa paura unisce i capi del proleta– riato e le grandi fo1·ze del privilegio poli-• tico ed economico: la paura della rivolta feconda e creatrice degli sfruttati e degli oppressi contro ogni forma di sfruttamento contro ogni forma di potere. ' L'ideale di Bakunin ha dietro di sé un ancor piccolo esercito di militi coscienti· ma fermenta e matura in mezzo alle gran~ di masse, aiutato dall'elevazione del livello culturale medio, e dai progressi tecnici che son destinati ad attenuare la condanna bi– blica del lavoro e ad aumentare quell'ab– bondanza di ricchezze che la nostra stessa miseria presente ci preannuncia. L'id~ale di una societa senza capitalismo e senza stato sara la realta di domani. Di questa rivoluzione gli uni e gli altri, a si– nistra e a destra, nelle banche, nei governi, negli uffici delle grandi organizzazioni o– peraie, hanno paura. Ebert e Noske, Stalin e Mussolini, Blurn e Pio XI, Mac Donale] e Azafia, sono stati, senza dirlo mai, domi- RIVENDITA: Per ogni copia $ 0.06 (Negli altri paesi lo stesso prezzo, equivalente a cent. 5 di d:ollaro. - Sconto d'uso ai rivenditori.) Imp. CLARIDAD - Plaza Libertacl 1137 nati da questo spettro gigantesco, cui gli avvenimenti spagnoli del '36 han dato con– sistenza corporea. Si diceva: ordine, disciplina; s'intende– va: potere, privilegio. Quando s'é compreso che nel socialismo spariva lo Stato e che la rivoluzione ora tende non al trasferimento ma all'aboli– zione del potere, i partiti di sinistra han lavorato ad uccidere il socialismo ed a fre– nare la rivoluzione, propugnando quelle stesse riforme di struttura a cui i partiti di destra si rassegnano digrignando i denti e cercando gelosamente cli conservare il coltello per il manico. Per uccidere il socialismo e frenare la rivoluzione, pur continuando a lottare con– tro il capitalismo tradizionale per il pos~ sesso di quel famoso manico di •coltello, bisognava abbandonare quelle parole d'or– dine che, dopo aver servito a raggruppare le masse intorno ad un nucleo di capi, mi– nacciavano d'oltrepassare i capi per creare nuove strade secondo la logica delle pre– messe e la realta delle circostanze. Cosi la mistica della rivoluzione fu sosti– tuita ancora una volta da quella della pa– tria e dell'unita nazionale cli fronte al ne– mico. E; questa, indubbiamente, la più grande vittoria del fascismo, che vede ora negato nel campo nemico quell'antagoni– smo di classe che invano ha cercato di sof– focare nel suo. Per paura della rivoluzione i vari "pa– stori di popoli", vanno incontro alla guer– ra, che sara terribile, ma, come tutte le guerre, rafforzera il principio d'autorita e limitera l'evoluzione culturale e tecnica che tende a emancipare l'individuo dalle tutele statali e ad abolire il profitto economico. L'antimilitarismo rivoluzionario, che so– lo pu6 evitare la guerra e sarebbe onni– potente se i milioni e milioni d'operai or– ganizzati ne seguissero le norme, é perse– guitato, non solo in Italia, in Germania e in Russia, ma nella Francia del Front Popolare e in quella Spagna che pur sta combattendo contro il militarismo la lotta. più grandiosa che conosca la storia. All'an– tagonismo orizzontale fra tutti i popoli uniti da una comunita d'aspirazioni e d'in– teressi, e tutti i loro governi, si cerca di sostituire -il gioco sembra nuovo ed é lo stesso di sempre- l'antagonismo verticale fra un popolo e l'altro, saldando artificial– mente sfruttati e sfruttatori, oppressi e go– vernanti, contro il nemico di fuori, consi– derato pure globalmente e odiato in massa. Quando si vuol parlare del fascismo te– desco, si dice: la Germania; e non é pei– brevita. Quando si gettano anatemi contro la casta militare che, resi schiavi i giap– ponesi, conduce la guerra alla Cina, si dice: il Giappone; e cosi via. E non •c'é modo di dire più falso e più pericoloso .. Su quel modo cli dire si basa il fascismo_ A quel modo cli dire cosi comodo per chi generalizza i propri interessi personali fi– no ad erigerli a int~ressi supremi della pa– tria, si ricollega la politica d'unione sacra dei partiti di sinistra, che cerca d'opporre nazioni democratiche a nazioni totalitarie (i fascisti dicono nazioni sazie e nazioni

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