Studi Sociali - VIII - n. 7 serie II - 31 ottobre 1937

STUDI SOCIALI 5 ----------------------------- -------------------------------- gli uomini non sono ancora maturi per l'autogover– no integral2, la tua opera dovrebbe CE130l'B sopra– tutto di critica e di educazione. Se la società nella quale vivi non ti vieta né l'una né l'altra. o l)er lo meno te lo con,::::e:lc in grado sufficiente e anzi progressivo, tu 11011 puoi, pro])rio in vi!'l(1 dc:::l tuo })rincipio di lib2-rt{1, usnrc mezzi violenti. perché cotesti mezzi sono per lor:> natura autoritari. Una. norma giuri•lica, risponJente n Ila Yolonta de ila maggioranza, che il gen:larmo f'l risp&llare é pur sempre autoritai-ia nei suoi effetti rispetto al singolo dis.senziente; ma quanto più au– toritaria nelle sue sorgenti la scheggia <li bomba o la pallottola di fucile del libertario. dell'individu:t• lista c110 obbedendo all'imperativo della sua coscien– za si rivolta contro ]a maggioranza. Ricorrendo in quel caso alla via1enza tu rinneghi i tuoi principi. ca1pesti la libertà. e autorizzi l'av– ,·e.1sario a se.~uil'ti sul tuo nuovo tel'ren,J. o -per .flccettare l'hnpo.stazione anarchica- ad installarsi ~;e111,:repiù ferocem2nte sul suo. lvla é poi vel'o che anarchici come FalJbri rifiu– tano a priori la loro parte di corresp::rnsabiliti't nella <Jrganizzazione clel governo sociale? Proprio Y~r::>chJ essi a priori neghino la possibilitfl. <li collnbornl'C .ad una grande opera cli educazione civica e di ri– costruzione sociale dei nostro paese? Io non rier.cn a crederlo. lo penso che uomini come Fahbri do– vrebbero sforzarsi di affermare una concezio11~ più immediatamente positiva della vita e della lotta so– < iale, e portare in e~•~a la loro sacrosanta religione di libertfl. e di amor~ all'umanitll. Ma questo discono mi porterebbe troppo lont,:n1~. Mi basta per oggi averlo avviato csponenJo in for– ma moHo rapi(ìa e approssimativa r.m1l:::he mio dnh liio e prohlema. Pl'ima di chiudere vrrrei dirle che la sua critie1 per non aver io fatto quasi ne~.snn cenno nl C'J.l l ributo degli anarchici alle discussioni nrnrxist~. é g:iu~ta. Cercher6 di rjparare in altr'1 occ· 1 siJn A– ' rei una gran voglia di ripr,311clere il mi libro. o meglio le idea centrali del mio lihro J).:'r tentarne l'applicazione a c1ualcuno dei problemi fondamentali deli'epoca nostra. Ma mi manca il rac~o~limento ne– -eessario. Attendo ora la sua risposta a11a inchiesta de-i QuÉ– derni e. pc,'3Sibilrnente. una sua lettera. Mi ricordi a11a sua figliola e riceva il mlo s~,lnto frale:·no. CARLO ROS ELLI. P. S. -· Mi é piaciuto mollissimo l'artico{:> di 1a- 1atesta "La Tragedia ù! l\lonza·• che conclude ei.:;pri– menclo idee che tutti accettiamo. - Ottimo puro il numero per Oatleani che cono"ubi a Lipari. !__ Costa– to poi che siamo d'accordo sul problema ~grario a un punto che non supponevo. La questione dell'in– dennita limitata, nel senso che é ,stato spiegalo sul 4. 0 Quaderno é di tatlic::t, non di prinp1p10. - Infine anche sulla interpretazione del fascismo ( , 16). concordiamo. 1 E allora? E allora, caro Fabbri, siamo un 1 po' trop- po concordi per ... discordare. Un ultimo 1>unlo che tengo a prccLsaro: fui nel Partito Socialista ùal 1924 in poi. Ma qui p. Parigi 11011 mt sono riiscritto. Quindi non consideratemi senz'altro come- socialista tesseralo. Di nuovo ROSSELLI. Nota. -- Non cr.Jdo sia un'in:li.serezione pubblicare questa leltera di discussione serena, giacché i pochi accenni a cose e ps:-rsone sono di carattere gc.:.rnralo e si riferiscono a nn 111omento !>torico gift. pienamen– te superato. Intere~:::ante invoce é la parto teori(!a. Luigi Fabbri rispcaè a suo LempJ a questa I-altera, e credo l'abbia disl'11$Sa pnnlo lLT l)Unt Sarebbe troppo lungo. ora. ri~ponderP, di nuovo, per i let– tori. Solo é necessario dire che, quando Luigi Fab– bri poneva il nroblema dei rappol'li fra le diverse forze antifascisto -cho fu il J>roblrma <"entrale dei suoi ultimi anni-- c.:ercava di risolverlo prima in ~eno alla corrente in cni militava p poi no chiedeva 1a soluzione alle altre te-ndenze. In realtà. alla do– manda che Rosselli si rifiu•.a di fargli: quale il contegno delle minoranze di fronle alla. maggioran– z:l ?. egli aveva già risposto esaurirntemente in p:.i– rf'eehi arlicoli e in particolare in uno, 1rnbblicalo nel n." 14 di "Studi Sociali" che meriterebbe pro– prio d'essere riletto e meditato ora, alh lucr degli ;I\ vcmimenti spagnoli. S'intitofa ''Gli an!lrchi::i e ln }~ocial-demorrazia". 111 quell'a1 ticolo n.osJelli arreb– lJ,-. trovato che la funzione della minoranza <lllJl"·~hi– ca (che aspira a impregnare progrcssivtimenle delle sno icleo p dei suoi 111etodi la m,ggioranza) non é l.1lG da Contenta1\si d?l diritto di crilica e di edu– ra2ion€'. ma deve esplicarsi necessariamente in un'o– lHTa crPalivn autonoma. se pure concorde o coorcli– unta con tnlto l'orp;anismo sociale. Alla difesa di <,ucsto ùiritlo per se stessi e per quanti Io rach mino nella linea rivoluzionaria. si limiter':'bbe la 1olta degli anarchici. violenta o no, se ondJ le cir costanze, in nna Gocicta. il cui regime fosse r2~ll mente l'espressione della volont{t delle maggioranze. A questa, come aù allre domande di Rosselli, ha ri• sposto esaurientemente la 8,pagna, colla dimoatra– zione che. anche senza arrivare di colpo alJ'auto– gover110, é possibile organizzare la vita dalla base. in un'autonomia coordinata, fuori dello Stato. Il eh.:.! non é che la conseguenza. logica e pratica nello ,3tesso tempo. delle J)reme.sse che Rosselli s~:?sso FV ne. La quantità enorme cli forze che si sono coll..:– gate contro quest'esperienza forrnidabile, 110 dimo stra la vitalità. anch~ sP-, com'é possibile. le forze ùella reazione di cle.;tl'a o di sinistra rius:::iranno a prevalere. E nello stesso tempo la storia di que,3ti ultimi due anni risolve il problema inverso a quello posto nella !attera: quello <lei contegno degli anar– chici, quan-do effettivarnente sono maggioranza, v2-r• so le minoranze dissenzienti ed ostili. Contegno in– genuo? Pu6 darsi. M.a le parole da Rosselli pronun– ciate e scritte Gul movimento spag11olo dimostrano ch'egli non disapprovava uest'ingenuitfl. che dkonn suicida e che sara. feconda, perché introduce un me– tolo nuovo. tult'altl'o cho cli violenza, uei rapporti politici tra le forze. Del resto il destino degli anar– chici é stato sempre quello cli sacrificare il proprio movimento alle proprie idee ed alle necessità gene– rali. E' questa la loro vittoria. Lo dice Luigi Fab– bri nei frammenti suoi che escono in questo numero e che sembrano formare. con questa lettera. un dia– logo postumo. elevato e sereno. ,. f. .. _._._______._._._._._._..._._._._._,._._._._._._._._._._._,,._._._._._._._._ Tra leriviste i giornali r~· arrivato in qnesti giorni il Rol1ettino d'Infor– masione della C.N.T. e della F.A.I. del 20 settemhrc I!J::7 con un appell-o di quest'ultima organizzazione ai !lbertari del mondo. Non possiamo iniziare oggi. ~ u questa rubrica. l'esame delle vari2 opinioni e– mcE•.3e nel campo nostro stigli angosciosi pl'oblemi spagnoli. senza tradurre i passi principali di questo dJcumento. voco appassionata di centinaia di mi– gliaia di compagni, alle prese con i1 nemico di tut– ti. é,ll3 prese con la morte. '·l\Ialgrado l'eroismo del popolo e dei combattenti. malgrado gli :3f-Orzi sovrumani realizzati. l'aggres– si-ono dei paesi fascisti contro la Spagna, tollerata ed apprnvata per viltà e per interesse :!alle demo– Grazie europee, compromettono seriamente la nJ– ;;;tra causa. Aggiungiamo a questo il gioco maldestro dc·i Eocialisti e det comunisti e 11 siluramento sordo della rivoluzione da parte del repubblicani -borghe– si fino alle ossa- che difan::lono i loro interessi di <.lasse. e ci faremo un'idea approssimativa della c::mple.ssità deile cause che han portato la Spagna antifascista all'attuale grave situazione. Non dicia– mo didperata, perché conosciamo le energie infinite del nostro popolo. . . che permettono che oggi stea– so, nel cuor2 della Spagna fascista. i minatori di Rfo Tinto e i pescatori della Galizia lottino in bande armitte contro il nemico. giocandosi la vita mille volte al giorno. Per6 sappiamo che, se :1 proleta– riato di tutto il mondo, comprese tutte le tendenze socialiste, non ti rende conto che la causa della Spagna s'identifica, in modo netto e decisivo, con la causa della liberta, del progresso, del migliora– mento delle condizioni umane in tutti i paesi, sare– mo probabilmente vinti. Per questo, una volta di più, la nostra voce si dirige a tutti i compagni di tutti i paesi. agli anarchici e semplicemente a tutti , gli uomini cli coscienza libera, chiedendo Jorn che Cerchino con tutti i mezzi d'otlénere la mobilitazio– ne degli spiriti, il .sollevarsi collet1 ivo della mairnc operaie che forzi i paesi sedicenti democratici a far fronte all'imperialismo dell'Italia e della Germania. (Qui i nostri compagni sembrano :...spettare da una g·uerra quel che solo la rivoluzione 1rn6 dare. E ee soHevazione vi fosse non LSilimiterel>be certo ad e– sigere dai governi pseudodemocrati~i un contegno energico. N. di R.). "A rruanti commenti. a quante critiche s'é prestata la posizjone degli anarchici spagnoli a partire dal 19 luglio! ... N.::m pr,:siamo qui dar parti::!olari sulle cause e gli effetti dei nostri atteggiamenti. Voglia– mo solo fare un'affermazione categori:!a: l'angrchi– srno spagnolo n::m ha rettificato un at01no delle sue dottrine e<I ba accettato di passare pe:· ii PJtere, c01ne una fat-alitA determinata, non dalla rivoluzio– ne che fannn .le maESe opJraie, ma dalla guerr1 e dalla necessita di mantenere il blocco an tifaseist:i. · L'abbiamo acce·ltato perché solo il n::!:~ ,trodin9.mi– m::>. la nostra fe:1e nel popolo e la fidu:! ia che in noi hanno 13 ma.'3se. potevano jnfon:lere l'entusia– smo necessario ai combattenti male armati, pote– vano ,affrontare• situazioni ùifficili in cui gli altri settori si scoraggiavano e minac-:!iavano abbandona– re la l::>tta. potevano garantire ai nostri com.pagai una sicurezza d'r'3~-!teuza e di sop1~avvivenza una volta che la guerra finisca e ci -si tr-0vass2 di nuovo a dover ri.'3o1vere i problemi fondamentali :!ella ri– voluzione.. I responsabili ùel movimento di mag– gio -Esquerra repubblicana e P. S. U. C. (ajer~ntc all'Internazionale Comunista)- s eppero manovrare in modo che i nostri compagni, pr2.si fra due fuo– chi. corressero pericolo d'&.sere decim ati. o ùalle forze che per reprimere l'insurrezione mandasse il Governo di Valenza. o dai fascisti che invadessero la -Catalogna. al rompersi il fronte d'Aragona per !'·abbandono dei militi della C.N.T. e della F.A.l. de– siderosi di difendere i loro fratelli assassinati uella retroguardia. Ret,ponsabilitA tremerr(la •:!ha la stor:~ esigerà un giorno! ... Se vo!esslmo parlare potrém• mo dire molte cose e molto gravi._. Abbiamo ta– ciuto di fronte al tentativo di distruzione delle col– ltttlvitfl. agrarie. fatto per ispirazione dei comuni– ·3ti. Si sono fermati in tempo, comprendendo che il lol'o atteggiamento era un suicidio e che non era– vamo una forza facilmente distruttibile. Abbl::tmo ta– ciuto cli fronte alla perdaa di Bilbao, frullo tlei più neri tradimenti, e di fronte alla caduta di Santan– der, durantr la quale solo lottarono e morirono due compagnie della C.N.T. - F.A.I.. menlrn gli altri fug• gtvano o offrivano la resa. Taciamo ancora, ma non possiamo che declinare ogni responsabilit3. in que– ste sconfitte, ayvenute simultaneamente con l'assur– do attacco contro le conquiste rivoluzl-onarle del po– r}()]o che, ora più che mai, ripone in noi tutte Io speranze di salvezza ... ". Pro,3eg11e il documento affermando che se la rivo– lm.!one non sarà distrutta alle radici da! fascis1no, sc-guir:"t con fermezza il suo corso. "Per n i, come deve es.sere per gli anarchici del mondo inlero, la cosa più jmpartante, che é questione di vita o di mo1·te per la causa della liberta nel mondo, é che il fascismo non trionfi, che l'unica finestra aperta in J:Duropa alla speranza, Ja Spagna, non Gi chiuda ... Chiediamo, ancora una volta. ci6 che tante volte abbiam chiesto: comprensione cle1 nostro dramma. dc\ia nostra lotta, del nostro s[orzo. Su cli noi si alza lutto i'edincio della resistenza contro ii fasci– smo. G razie a noi, che abbiamo sopportato molte offt.se. molte ingiustizie e perfino rivoltanti perse– cn~ion i dai no:3tri avversari politici.. clrn preferi– scono comprometlere il risultalo della guerra, piut– tosto c:ha consentire che ranarchismo continui ad essere la maggior forza numerica della Spagna, gra– zio a noi. rip""liamo, -si sostiene il blocco antifasci– sta... Siamo noi, inoltre, l'unico movimento unito, che forma 11n solo tronco con tre rami: F. A. I., C. N. T _ e Gioventù libertarie. men ire i settori mar– xisti si divorano mutuamente. Chiediamo com– pre11.t3ione per r1uasta nostra attitudine. Chiediamo ristl€tlo per i nostri accordi. presi dopo discussioni ]ibere ed appassionate.. na cosa abbiamo diritto di dire agli operai di tutto il mondo. Siamo 1::>ro riconoscenti per l'appoggio prestatoci. per l'impulso romantico che ha portalo tanti proletari ciel musco– lo o del cervello a lottare sul nostro suolo ... P~r6 l'azione diretta contro il fa·scismo all'eslnro sarebbe stata più efficace che il dono personale delh pro– pria esistenza. Questo lavoro. metodico e fred(b, conVerlito in c.spansione rivoluzionaria capace cli ferire il nemico ai fianchi e alle spalle. avrebbe im– pedito, in buona parte. l'armamento dell'esercito fa– scJ:ila di Franco. Sappiamo che il mon:lo é in letargo, che il vecchio cuore {1eil'Europa non batte né si commuove. Per6 noi ci dirigiamo agli anar– chici, cavalirri cli tutte le cause giuste, combattenli cte1'ni per la Jiberta e la giuslizl::t. Le Asturie non ])OSsono per!l'e, perché le Aslurie son la rivoluzione, sono il simbolo vivo cle11a nostra lolla, il cruogiolo in cui si noté preparare )a resistenza contro il fa– scismo. lmJ)regnata del sangue di tutti i martiri cl'ottohre! ... Se l0 democrazie ci abbandonano, ee l'U .R.S.S. e il comunismo e il socialismo interna– zionali non sanno aiularci con la dovuta efficacia, Hli anarchici devono supplire questa insufficenza, non abhanclonanclosi alla critica sterile e 11u111cante degli el menti necessari 11sr pronunciare un giudizio esatto, ma dedicandosi a un lavoro costruttivo, ge– n ro,so, fecondo, che pu6 salvare le A•3turie, mille volto eroiche, la Spagna e l'Europa. Compagni di tutto il mondo! Aiutate le Asturie! Muovete la mac– china arrugginita delle organizzazioni .sindacali, ro– vinato dal riformi.:;mo!.. Questa é la prima cosa da fare, la più urgente. Se cadranno le Asturie nelle mani del fascismo il massacro non avrebb2 para– gone. Morirebbero gli uomini a migliaia; non ci sa– rebbe clemenza, né speranza n2r loro. J..3 Asturie sono ottobre, e ottobre é la rivoluzione, l'nn!tà anti– fa,3cista, la resistenza tenace contro il fascismo. Jn voi, compagni di tntti i paesi, confidano gli operai, i lottatori del fronte e della retroguardia della Spa– gna ... Se trionferemo, compagni anarchici d,el mon• do, con noi, malgrado lutto. si salva e si estendo Ja zona d'influenza dell'anarchismo universale. Se saremo vinti, tutto sprofon<lerà con noi. si sommer– ger.i l'Euro1rn in una •notte di schiavitù. <li miseria, di ritorno a fJrmule primitive d'organizzazione so– ciale. o gli operai rimarranno saldali alla macchina mostruo·3a dello Stato e ne saranno i più docili stru– menti. Salviamoci insieme. lottiamo insieme per sal– varci. e 1omani discuteremo i nostri errori, se ne abbiamo commessi. e il vostro sUaglio. se siamo sulla lrnona strada." . La ca<luta di Gij6n. quasi +:;hnullnnea all'arrivo in America di questo bollettino. da un caratte!'e di lrag-ica grandezza a quest'appello clisnerato, lanciato al mondo dai nostri compagni s1,agnoli. Veramente, mentre si muore. mentre i fratelli nostri sono ma!• sacrali, il nostro dovere più imperioso é quello di da,·ci tutti all'opera d'aiuto. E le discussioni fra le diverse frazioni dell'A. I. T. su questioni abbastanza burocratiche, le recriminazioni, da centinaia e 1ni– gliaia di chilometri di distanza su quel che i com– battenti dovevano fare e non han fatto, i'attarda1·si sulla critica dei particolari, sull'episodio, perdendo di visla la grandezza e la complicazione dell'insie– me, le accuse personali, tutle queste cause di dis– senso che sembrano ignorare il pericolo upremo, il fascismo, ci ricordano le discussioni degli eruditi bizantini nella Costantinopoli assediata dai Turchi. E se l'esasperazione ha condotto Ma:·i:111'.'lY:iz 1uez a scrivere nel numero del 6 lugli::> di S:,J:cJariC:ad Obrera (Barcellona) u11 articob violeuto e tp::,~E., ingiusto. in 1 is!}-asta a questi att:1:!:!hi. :i6 si r.p!eg-:-t. Si nota in queste polemich:s: un f21nP1en) apr,a– i·zntemente strano: gli anarco-sin:la--aP<;ti. ~-P"·"· 1!– m::mte francesi o suda:nericani, l~J~ti rfla C.);. T.

RkJQdWJsaXNoZXIy