Studi Sociali - VIII - n. 7 serie II - 31 ottobre 1937

4 STU:::.D.:.I....:S:.._O_:C:__I_A_L_I ___ __ _ ________ _ lTno degli elementi più fecondi della personalita che provo considerando l'insieme di que-sta vita che, j dividualista e ha i1 rncrito di aver tenuta viva una di Rosselli 6 l'a1.;senza più a,ssoluta di "fjlisleismo''. finita tragicamente, fu pur cosi fortunata: l'espe- ! cosi hella tradizione di cultura sp::mtanea. libera, La realta era tutto per Ini; la forma nienta. Uno rienza della guerra, Jo ,studio e rinsegnament::>, le iu una partfl: delb classe opsraia. degli clementi della sua fo1•zJ. é stato l'e3sere libero dai legami d"un partilo tradizionale. La prontezza <lel suo intervento in Spagna lo dimostra. Non vo– gliamo sopravalutare la funzione dell'individuo nei complicati avvenimenti che ci aspettano, ma certo la personalità di Rosselli sarebbe stata, nella sua sfera d'azione. una garanzia contro la -degenel'azione prime contribuzioni all'elaborazione co113lliYa <l2ll3 idee che gli erano care. la cospirazione, la fuga di Turati -prima avventura attraverso il Mediterra– neo-, il pro~esso. l'isola. l'intermezzo di mzditazione da cui e.sce ''Socialisme Iibéral", la fuga romanze– sca, l'urto vittorioso colle beghe de1l'esilio. la nasci– ta -di "Giustizia e Liberté. 11 , il progres.sivo sviluppn Ma noi non siamo dei democrali:::i borghesi t~ tanto meno dei sociali,sti rifonnisti. Pu6 dar.si , anzi é certo, che anche dei democratici (non borghesi!) siano tra noi e che molti riformisti siano rimasti tra i socialisti che collaborano con noi. l\Ta lo spi– rito del movimento é hen altro e chi cerca di farci 1:assaro per tali (J)erché in questo senso fu la cam• burocratica e quindi dittatoriale, della futura rivo- del suo pan.siero, il progressivo intensificarsi <lella pagna di certi concentrati sconcenlrati.. sconcel'ta- )uzione italiana. E questo non solo per le sue id~c. ma anche semplicemente per la sua forza vitale, per la sua funzione naturale di risveglialore di co– •scienze e d'attìvil~L B il fascismo ha più paura di queste forze feconde che introducono nella lotta la magia de11a loro originalità e dell'imprevisto che delle mastodontiche organizzazioni che ubbijis-'.!-ono a parole d'ordine imposte e vuote <l'ogni contenuto spirituale. Sarebbe necessario che si scrivesse, con cuore puro, una vita di Rosse11i. Non c'é bisogno di farne una "vita esemplare". uno strumento di propaganda. Da tutta la sua personalità, di cui, ora ch'é scom– parsa, sembra d'avere una visione più unitaria. si sprigiona una forza d'esparnsione che farebbe .j'un simile libro i1 veicolo d'una va,sta semina ·spirituale. Il suo spirito d'avventura, purificato dalla passione di libertft e dal fine disinteressato, il suo coragk!o maturato nella meditazione, ne fecero un maestro di giovani. Tale deve continuare ad essere, non at– traverso un'agiografia leggendaria, ma attraverso la realta del1a sua esiatenza, cosi variata e cosi ricca d'espérienze in profonditfl. Non star6 a parlar qui cli ci6 che tanti altri conoscono meglio di me e cli cui s'é gifl. tanto scritto. Pure non posso fa11e a meno di dire l'impressione d'armonia e di bell 1 ezza sua azione in senso in~Jivi;Jua.le e collettivo, i rap– porti segreti coll'Italia. la i:,ficìa continua al ,nostro in agguato, i roli. Poi l'ultimo allo: la Spagna, l'esperienza d'una seconda guerra, il primo contatto colla rivoluzione tanto tempo voluta e sogt1ata, Mon– te Pelato. di nuovo il lavoro in Italia. Bagnoles, h morte. In rnezzo a tante vì-..:en<le,1ton mia sto11at11ra. Anche la tragica fine. i11 ~,ue.3t'epo:.!a. in cui i1 pati– bolo -degli eroi e dei martil'i é spesso sostituito dal pugnale che abhatte a trad11nanto in un qualunque angolo oscuro. é la conclusione degna e logica. J)er quanto dolorosament3 prematura. di que1la sua vita. Gli uomini CJme H.ossclli. non sono di qne1li che i regimi della. caserma pos.s-0110las.Jiare in vita. La mitraglia. della guerra aperta •!iembra essere guidata dalla stessa micidiale intellig:rnza che dirige il pugnale o la rivoltella. dell'assassino. In quest'ul– tirno anno tultn. l'emigrazio!1e italiana antifascista s'é ,'3tl'RJrdinariamente e-d eroicamente impoverita.. Da H.nsa, Rosse11i. Bel'neri.. Snno perdite che non si compen,3ano. Sono scomparsi quelli di noi cb'eran 11iù vivi. Restano le loro vite come esempi, come semi rneravigliosi che bisogna spargere e far frut– tificar~ in Ilalia e nel mondo. LUCE FABBRI. ti) é clostinat-o a riccwere ogni gio1·no cli più fiero smentite. E' :llJJH1nt,o perché noi siamo cosi skuri di noi e della forza intrinseca delle idee e del mo– vimento cni ci dedichiamo interi, che non ci per– -diamo in llOlemiche, limitandoci una volta l'anno -n!:>n più- a qualch2 precisazione! Voilà tout. Il no:,trv schema di pr-0gramrna é sembrato a mo]. li un Cnore; a me sembra nn errore 1wczioso, in– uispensabilP, 1111 erl'ore che rifarei tale e quale s2 potessi tornare- indietro. Perché é quPll'errore rl!e Ila eo.3tretlo molti. che non pensavano S3 non pe1 formule vaghe e rPloriche e che erano inc'.lpaci di darsi una funziono positiva, costruttiva. nei confron• ti del fascismo, a definirsi, a pren-der posizione. arJ abituarsi a pensar-2 in funzione di avvenir2-. Com– pito innanzi tutto pedagogico, educativo. essenziale per pehetral'e con .snccesS:o tra i giovani, i quali sono ultra stufi cli un antifa6Cismo negativo chr P. res~ato alla cronaca della marcia su Roma e d1•gli Btupri parlamentari. Lettera a LuiSi fabbri Sempr3 in riue1l'articol-0, a cui sto facen:lo glosse: tanto impetuose, ella rid·uce le correnti anlifasGisto a tl'"J: la dem-ocratica (in tutte le ->(lC sfumature). la comu 1 n!sta dittatoria:e e la anar;:!hica. E le dichia– ra inconciliabili. Oggi. ha ragione. Domani. non .c.:o. li nuovo mJvimento socialii3ta italiano -parlo d-c1Ja .sostanza, non dei nomi- san\ invece se-::!-ondo me il iit-altato di una fusione tra gli clementi più YiYi e mat.n\.i delle tre con-enti, che andranno S.:!O!>rcnJQ che ci6 che li unisc3 é vital o degno di s::>pravvi– ,·ere; mentre ci6 che li divide é condannato, eredit(t cli nn passato morto, ramo secco. I democratici sul serio rinunzieranno al formalismo per ac-::!etlare la sostanza della democrazia, cioé l',.miancipaziona del– le fnas~c ;ssérvile;..,..'i comunisti, cui riesc2 cosi do– lorosa l'es-perienza. della dittatura interna, porte– r211110 u,1\n coscien7,a fresca, pul'ificata. del valore $opratn1J'; rnorale della libarla; gli anarchici accet• teranno le necessita tecniche insopprimibili dell'or– ganizzaz.)one, della disciplina associata, proponendo– i:.i di niegarla al fine supremo, l'uomo. Rimarranno troncon( delle tre correnti; la comunista avra ma– gari c 1 n~lcbe fortuna inizialo; ma é solo su una JX)siziono di nvoluzionaris:no costruttivo, repuhb1i• can•J. atitonomista, liberale (nel senso con cui io impieg-o '1a parola) sn una posizione in cui larghis• simo pc.~lo sia fatto all'iniziativa e alla esperienza, che J'a1{lifascismo lrion[eni. stori::amente. Parigi. 21 dicembre 1932. Caro Fabbri, _H~u~_gradito moltiesimo la sua lettera del 28 novembr~. Ieri poi rice~ettii~u~;,St; di Sociali"' e il libro di versi di sua figlia. Le scrivo dopo l'impressione di una prima rapida lettura. Dtco prima perché sinora. all'in[uori -del numero di ;'Stu• di Sociali" .su Malatesta indirizzato a Piace clu Pan– théon non avevo mai visto la sua rivista. Alla Con• centrazione vado di rado e i giornali avviati li fini– scono nelle mani cli lutti, fuorché dell'interessato. Eccole spiegata la mia nltrimenti ins1)iegabile igno– ranza, e il mio silenzio anche a prop.asilo 'd·~lla sua simpatica recensione al "Socialisme Lib2r,1l''. Provvedo a farle spedire una collezione semicom– pleta delle pubbiicazioni di "C. e L." e per l'avve– nire provveder6 perché il suo nome figuri nell"er t'nco delle persone cui mandiamo tutti i nostri stam– pati. $'pero anche di poter presto disporre di una copia del volume che mio fratello ha recentemente pubbli· cato su Pisacane (Ed. Bocca). Se l'amor fraterno non mi acceca, mi pare proprio un bel libro, pieno di fatti, ma anche pieno di fuoco, che conlribuirfl. a tener viva qualche fiammella in mezzo al de.serto di cenere. !C'é un capitolo su ''Piemonte Socialista" tra il '40 e il '50 che apre qualche nuovo orizzoule a1la storiografia del Risorgimento. Lasci ora che le dica con quauto piacere abbia letto il suo giornale. Finalmente •uno spirit-0 se1·e1w, superiore, cho non si lascia trascinare dalla pas– sione cli parte o deviare dallo spirito polemico. che non rinuncia a que1Ia coscienza critica che é il vero attributo de11'uomo libero. Pare impossihile come siano rari tra gli italiani, anche tra i combattenti migliori, i liberali o libertari conseguenti capaci <li applicare a sé, prima che agli altri, i propri prin– cipi. e ricor-da a tulti il <lovere fondamentale. CI{e l'& pubblicani abbiano commesso nua grossa bestialiti abbandonando la Concentrazione proprio quando noi r!_cJlil·avaJJlO la ha CJ-1.Pi.t b~niJHii1110, ~ou,,~o -$~ ha notato che il nostro schema di programma, -e non programma tout court, venne pubblicato proprio nn mes0 dopo il nostro ingl'e,s:so in Concentrazione (con parecchio dispetto di parecchi conservatori. 1 rave-stili); e come. per le nostre insi.stenz-3 sopra– tnllo, che trovarono per Ja verità non molti o-stacoli, 1a Concentrazione é ginuta a darsi nn programma eh~ é un 116 più seriamente rivoluzionario di quel clrn non avesse, sinora. rrutto ci6- non per spirito rJlcmico, non ll3r ripicca. ma per logico iJvilup1K> della nostra posizione. Noi aderiamo con po~o entu– siasmo alla Concentrazione, spinti :la nn .senso su– periore, -di unita; ma vi ci decidenuno solo dopo c-s– SEi'Ci })romessi di affannare subito alcuna idee pro– grammatiche seriamente rivoluzionarie in sede 120- ciale. che avrebber-0 dovuto essere inc-orporate noi programma concenlrazionista. Davvero lei si é reso snbito conto del "carattere democl'atico borghese. appena verniciato di un p6 dii socialismo riformista" del nostro rnovimznto? Davvero? I-::> temo che lei abbia dato quel giujizio sulla base di enale informazioni. Infatti due righe dopo ella scrive: "Il fatto i.Stesso di aver fin dall'i– nizio avuto taùta fretta di dichiarare esclusi dalle sue file gli anarchici e i comunisti rivelava tale ca– ratlero intenzionalmente poco rivoluzionario". Orbene. questa circostanza non esiste. Per quanto concerne i comunisti é vero che noi abbiamo affer– mato la nostra opposizione a qualmque dittatura, e implicitamente la nostra opposizione al Partito Co– munista. Ma per r1uanlo concerne gli anarchici noi non ci siam-o mai iSognali di pronunciare esclusive sci:Jcche e conirai-ie a quanto pensiamo sul movi– mento anarchico. Fu !"'Adunala dei Refratta1•i'' o allro giornale anarchico a scriverlo. non ricordo be- Qui sOrge la questione. certo importante, che lei solleva nella ,sua lettera, Quale il contegno di fronte alle minorauze rivoluzionarie dissenzienli? Potrei, secondo la logica democratica, rovesciare la domanda: quale il contegno dell~ minoranze <li fronte àd •una maggiora11za che le dia il modo di diventare a sua volta maggioranza? Ma risponclen– clo cosi sento di rwtare estraneo alla sua vera pre• occupazione. Lei non pone il problema cli una mino– ranza che accetta la logica libarale e giuridica del– la maggioranza. e vuole diventare maggioranza, con lutti i diritti e i dov~ri, spesso tristi che ue deri• ,-ano. No. Lei pone il problema di una minoranza che eaiste come tale, quasi come categoria dello ~pirito; di una minoranza ·-l'anarchica- che non vuole ,diventare maggioranza, perché in questa al• terna.tiva, in questa divisione dei compiti vede gici 1111 gel'me di soggezione, di subordi1rnzione. di schia- 1 ilù; di una minoranza che Gi n.•utoelegge a mino– ranza e condanna a priori tutte le magioranze, ap– pnnlo perché tali, appunto perché pel' loro funzione, In questo senso la lontananza dal fronte. pale- ne; noi smentimmo subito; ma pui-tl'oppo le amen- per loro essenza, oppl'essiv•z. mico giova. Qui più difficilmente potrebbe sottrarsi al ricatto dell'ambiente e alle solidarieta itdispen– sabili. Dall'Uruguay invece il !SUO consiglio ap1)are a priori disinteressato, in nessun modo sospettabile per spirito di partigianeria, e riesce efficacissimo. Sopralntto mi é piaciuto il su-o articolo ~•.111::t "Crisi dell'Antifasci-ano''. nouostantc- ~ontcnga qual– che inesattezza sul nostro movimento cl-o, ula ni .S·:>· liti informatori benevoli. Mì é piaciuto per2hé serba il senso delle proporzioni, non ])81' la distruzione a priori -di se ci6 che esiste non é tSulla mobilita l'anarchismo ci6 che esiste, a11che I linea de1l'anarchismo, tite, .su certi giornali. .. amici lasciano il tempo che trovano. Quale sia il nostro pensierv sugli anar-::!hici é dimostrato non solo dall3 pubblicazioni 13ll Schinu, l'articolo su Malatesta, l'ac~enno uello scritto com• memorativo su Tnrati. ma nella collaborazione cli anarchici italiani con alcuni nostri gruppi in Ita– lia. ~ corne potrebbe essere diversamente'! Bisogno- g11, caro li'abbri. a questo problem.1 é difficilo dare nna soluzione concrela. politica. E' CJU33tione di c-duca:.donE.•,di civiltà, e della minoranza e della ma_çgioranza: é il problema chiave. della. for:nazionc di una umanità meno bestiale. Bisogna che ogni nomo si faccia libero entro sé medesimo, perché tuUa la societa sia libera. E finché esistera un 13::>l rebbe appunto essere dei "democratici b:Jl'ghesi con nomo non libero. la societa non sara libera. qualche tinta socialista rifornùsla" 1)81' avere sull'a· Ad -un anarchico consapevole. come Fabbri. io ri- na2 chism.o i pragiudizi dei procuratori del re o del- S})Onderei cosi: dappoiché tu non accetti in nome le. repubbliche. almen:> su quella parte dell'anar- Gei tuoi principi di partecipare in forma positiva chism-o elle rifiuta l'identificazione con la scuola in- 1 al governo sociale e al tempo stesso ammetti che

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