Studi Sociali - anno V - n. 36 - 10 dicembre 1934

dai lineamcnli animati, di corpo grande ma non ben formato, 1>iangeva sNenziosamentc e umana– mente a uuo spetta,colo tanto atroce, di fronte a simile delitto. Il "caudillo" che lo vide piangere gli :-:i avvicin6, e battendogli la .s'Palla disse: ''Caspita com',é floscio H ragazzo!" Il giovano cui la rea1t~l, cruda <.ome sempre, a,·eva ferito, come !a luce agli occhi al risveglio da un sogno romantico, slrappauùogli copiose lacrin1e di t·omrniserazioue pC'i nrmici clella vigilia, Cl'a Flo– rrncio Sanc·hez. ANATEMA AL "CAUDILLISMO" DELL'AMERICA LATINA Questo sistema, il "caudillismo". delle fazioni che seguono non un programma. ma la persona de, capo, era come una istituzione nazionale nei paesi del Rio de la Plata. T presidenti, quando non erano ~!:!Hi stessi dei ''caudillos'', cercavano l'appoggio di questi per trionfare nelle elezioni, più o meno come oggi, iin cui il cavallo del commissario é quello che vince la corsa (1). 1 "caudillos•· in America s-0110 ("Omo i cacicchi in Spagna, clei quali hanno le pretensioni, e come i concloLtieri dei quali hanno l'ardore bellico. J uan Baulisla. Alberùi. uomo politico argentino clel tempo dell"Jntlipendenza, considerava questo sistema eome nna. manifestazione di rivoluzionarismo, defi– nendolo come la 0 ctemocrazia male organizzata 01 • "FY il capo delle ni,1ss,,, eletto direttame11te da loro. ~enza ingeren7.c del Potere ufficiale, in virtll della sovranità di cui la RivO'luzione ha investilo tutto il po1,olo, colto e incolto; é l'organo e il braccio immediato del popolo; in una parola, il favorito della, democrazia''. Il che non ha impedito, aggiun– ~lamo noi, che in virtù cli tale favoritismo, quei caporioni si convertissero in padroni e signori delle vite o degli averi. J,'Alberdi, che parteci,p6 alle gesta dell'Inclivon– denza., che fu la liberaziono dei terrateueuti creoli dalla. dominazione ùella metropoli spagnuola, agginn• gcva che il «"caudillismo'' apparso in America con \a dc-mocrazia non pu6 essere deni-grato da coloro ,ihe si dicono partigiani della democrazia senza il viii stupido controsenso. Basti c\lro che furono gli s1"m"fiiuò rea 1s i -che dettel"o tu:le nome ai Boli"\!:'·• a.i Carrera, Giiemes, Araoz, ecc. Secondo gli spa– gnuoli, il "caudillismo'' americano era il patriotti• .:-:;moi~-ra1noricpnismo, la rivoluzione dell'Jndipeu• denz~,. Per6, passato H periodo dell'iudipe11c\enza, i ·•caudillos'' litigarono fra loro per la ripartizione e per il predominio, ed attorno a. loro si raggruppa• ro!lo i figli del popolo. Questo periodo embriona1io della. democrazia rioplatense, Sarmiento la chiam6 ··gauchoc.Tazia". Florenclo Sanchez che come tutti del suo tempo parteeip6 alle guerr~ civili, a cui fu spinto dal suo disinteressato idealismo patriottico, 'Studiando la realta da vicino vide come i ·•caudillos" si batte– \·ano per disputarsi H pane ca·cluto dalìa mensa, al ..;rido di "aire libro y ca1,ne gorda" (aria libera o carne grassa). Osserv6 che la patria loro non er<1 che un mucchio di sudicio danaro, e che per il popolo non si traduceva che in mi-seria e dolore senza palliativi. Nel 1899 egli pubblicò le "Cartas de un flojo'' a ricordo appunto clell"episodio suaccennato della guer~ ra del 1897. «Discendenti d:i vagabondi e "char– ruas•· (2) - egli diceva - ci resta ·delle madri indiane un residuo di ribe'llione indomita, cli bravura, d'istinto guerresco, <li tenacia e cli resistenza, e dei creoli elle le fecondarono l'amore al ballo tradizio– nale- (il ''tandango·•). la sfacciataggine, la fanfara· neria e la vcrbositù. pettegola, elementi gli uni P. gli altri più cho ~rnfficienti a generare i vizi e di~ felli di questa r:n~za. che. la nostra megalomanh\. chiama la Razza dei Trentat1,é> (3). «)J'ulla spero da voi, - dice in un altro punto .. da che vedo cotesta ,giovane intellettualità rovi• uarsi gli occhi su ingialliti scartaraggi per estrarre insegnamenti dall'epopea della nostra rachitica e~i– stenza americana, invece di occuparsi degli interes• santi problemi scienti[ici che agitano lù mentalità 'contemporanee; e correr dietro alle tibie scarnite del primo ''gaucho" classico che sembri loro un (1) ~[odo di dire isud-americaryo, 1>er ~ignlficarc 1~ cor– ruzione -elettorale, preso dal hnguagg10 delle coise _di 1•avalli, nelle quali si dlcev~l che '"Il cavaJ~o del comm1s– :--ario"", cioé dell'autoritfl, non pen.le, ·rl mai. - La Reda- 7,io111~. (2) l "<.:harruas'· erano una trlbll di ~borigeni del tn1·itorio uruguayano :1.l tempo <lella conquista spagnuo– ht. - l,:t Redazione. (!O La SJ>C'dizione dei 'frentalré fu un episodio eroico 1"lell'eman{'ipa:done nazionale dell't:rugua:v (1825). - La Hf'dazione. STUDI SOCIALI eroe. inalberate come idea-le, o alle carcasse vh'e rli qualsiasi p8cudo "caudillo .., mandriano di appe– ·uu, invece di stare con coloro che fin d'ora indi• cano le vie <lell"av\'enire ... Non credo in voi, pa– triotti spacconi e politicanti». E, 11auseato del pa– triottismo inculcato nelle scuole, esclamava: eSiate meno patl'iotti e sarete più uomini. La terra si é rormata per tutti col suo ossigeno e col suo sole». Disgustato dei "caudillos.'' ed in contatto con gli anarcbici che frequentavano il "Centro Jnternacio– nal", •Florencio fece professione di fede libertaria. ~el 190G, con le tasche vuote ma H cuore rigurgi– tante di Sl)eranze, dopo essere stato in J\1outevideo segretario cli Pietro Cori e aver sviluppato in que– sta. citta un notevole lavoro cli 1>ropaganda, si rec6 a Buenos ·Aii'es, dove conobbe Inge11ieros, Glliralclo. l.ugones. ecc. Quivi entr6 a far parte della reda– zione del quotidiano anarchico '·La Protesta··. ( 11 seguito al prossimo numero,) FEDERICO G. RUFFINELLI. ~a-Miseria in America Il. ,All"infuori dei grandi possedimenti personali, vi sono in Awerica estensioni di territorio immense, elle sono <li proprieta. statale. iDi esse, i governi di questo continente (1) usano rilasciare a grandi compagnie industriali concessioni enormi, che ·fanno di tali com1,agnie le padrone as– solute di provincie intere. Per 03e1npio, di recente, al tempo del dittatore '5ilas, in Bolivia, [u elargita alla "Standard Oil" una co1tcessione di 3 milioni e 145 ettari delle regioni petrolifere, in <:ambio del sostegno che la compagnia assicurava al dittatore. ~ man mano che si scoprono n,uove ricchezze neì vari territori, gli avoltoi stranieri vi si lanciano sopra, col beneplacito <lei govel'llanli; e ·questi e q·uelli si arricchiscono cosi in poco tempo enorme• mente, dissanguando i paesi e impoverendone .sem• pre più Je popolazioni. Nel Chile, qual'qhe anno ra, sotto le presriioni no1•d-americane, l'allora Qittatore Generale Ibaiiez cre6 una compagnia salnitrlera che chiam6 11 Com– pafifa •Salitrera Nacional"' (Co. Sa. Na.), che 1·ag– gruppava e -concentrava la produzione di cinque grandi mine: co1npagnia che, nazionale solo I!Q.rchO s-ostenuta dal governo, .non era altro in realta che la. propri-eta del signor Guggenheim. nor-cl-americano (come abbiam detto), chiamato il "re del sa,lnitro". Egli. fino al dicembre del 1929. dava lavoro a go mila operai; ma in seguito 1 a causa ·della e.Tisi, ue mise meta. sulla strada. La situazione dell'America centrale non differisce molto da quella del Sue\; assai spesso é peggiore. Una compagnia. che vi ha stes-0 una rete poderosa e onnipotente di interessi é la "United Fruit Com– pany·•, la -~uale spadroneggia In Columbia e in quasi tutte le regioni centrali, ed ottiene benefici e di– stribuisce divldencli perfino maggiori delle entrate stesse ~he ha negli -Stati in cui ha delle proprietà sue proprie. Una delle peggiori conseguenze dello spadroneg– giare economico di queste imprese capitalistiche é la loro diretta intromissione, appena velata da ma– scherature puerili, ma spesso cinicamente sfacciata. nella vita pubblica dei vari paesi, di cui si credono veramente le padrone. Per garantirsi con minore o nessuno sforzo piti lauti guadagni esse non si veri• tano a scatenare qualche guerra fratricida fra due pa-0si germani (come quella ciel Chaco), oppure a far schiacciare sotto il tallone di un dittatore al loro servizio tutto un popolo, per strangolarne ogni aspirazione cli libertà e di in'dipendenza. Molle delle dittature larvate o pale~i che opprimono !',America del Centro e del Sue\ sono una creazione artificiale di cotali imprese, che pagano profumatamente i ''cauclillos'' militari o civili organizzatori dei vari colpi di mano chiamati, a maggiore scherno dei nopoli. "rivoluzioni1'. Insomma. dovunque noi posiamo lo sguardo, sulle alte montagne della Bolivia come 'I)er le immense pian uro del Paraguay o dell'Argentina, nelle selve ciel Brasile o in quelle della Columbia, a •Cuba o nel Venezuela, la dominazione di pochi -satrapi in• rligeni o stranieri ha sempre per conseguenza una oppressione feroce ed una miseria terribile per le masse lavoratrici. La quale miseria forse si vede poco nelle pochissime grandi cltta, ma appare su– bito evidente nei suol più negri colori appena ·si esce nel "campo", dove l'uomo é qualcosa di meno valore delle bestie, e tratta;to spesso peggio di qneste, come abbiamo gia <letto. Il contra;;to fra i due poli - 1·lcchezza e miseria - é tale che pu6 essere paragonato solo a quello che si racconta della Cina e delle Indie. Le 1iiù favolose rlccllezze di pochi sl formano solo a spese dei miseri popoli lavoratori che le creano o le valorizzano col sudore della loro estenuante ofat!ca (1) Que~lo lavoro sulla mi~erln in Ameril"n c·I fu la– .sciato dal compagno Tiugo Treni. per la pubblic-nzione ln "Stucli Sociali" quando nel dicembre scorso fu co– ~lretlo. c·ome i nm;lri lettori sanno, ad :tbbandonnrc al– l"impron•ii:-o J"l'ruguay. (La Redazione). 7 ed au-cllo col loro sangue. 1J lavoro di milioni di esseri umani, senza di cui Lutto il ~uolo e il sottosuolo americano non var– rebbe nulla, é sfruttato ne1 modo più ignominioso. Più ùi tutti. sono veramente torchiati gli indiani, che vivono ancora numerosi sugli altipiani; il cui lavoro si pu6 dire non pagato affatto, ed ai quali si fanno vere condizioni 'di schiavitù. Ma non ,stanno molto meglio neppure gli altri lavoratori, appena un p6 fuori delle .grandi citta, - mentre quelli di citt,, sono costretti alla lame so1,ratutto dalla di• soccupazioue, ed i salari cli quelli che lavorano, non certo lauti, ·sono resi irriaori dagli alti prezzi dei generi di prima Jtecossitfl. e delle abitazioni. Le varie polizie dittatoriali pensano, infine, con la loro violenza arbitraria e incontrollata a soffocare nel modo più feroce ogni tentativo degli operai di -ele• varsi ad una vita migliore e di sbarazzarsi di uu dominio impoveritore e -dissanguatore. Conclusione: la fortuna incalcolabile cli un cosi vasto continente, monopolizzata dai pochi::1simi che ne dirigono a proprio eGclusivo interesse tutta la Yita politica ed economica, é proprio quella che in• ehioda sempre più nella povert(L peggiore gli operai delle citt;i e dei campi, tanti i 11ath·i di questi paesi, quanto i numerosi imllligrati che vi sono accorsi sotto lo stimolo della neces-slt.ù e per l'abbaglio del– la tradizionale riccheiza americana, che, pur es· senllo una. reaIUi materiale, si traduce per loro in miseria e morte. * * * Dala 1:t terribile concentrazione delle forze eco– nomiche e finanziarie che ,gpadroueggiano iu questi paosi, l' poiché queste forze sono nella maggioranza ùei c1:-li straniere, esse si disinteressano completa– mente dell'utile e dei progressi dei paesi che sfrul– tano e dei popoli che vi abitano. Non si preoccupano che di intensificare -sempre più i loTo guadagni e a questo scopo subordinano tutto. I governi sono ,di fatto incatenati ai voleri, talora ai semplici desi– deri o capricci, del gruppetto di uomini che qui ralp– presentano quelle forze e sono più potenti di quel•li. Essi riescono quasi sempre a iml)orre a ciascuno S-tato tutti quei provvedimenti di privilegio, sia poli– tici che finanziari, che possono favorire i loro gua– dagni ma impoveriscono sempre più i vari paesi. Il favoritismo diventa cosi li pernio della vita politica ed economica. 11 capitalIBmo straniero si procura la clientela del ''caudillo" locale pili in– fluente, talora di più d'uno, pagan,clolo profumata– mente sotto le piit varie forme (rapp.resentanze commerciali, consulenze legali. spese <li pubblicità, partecipazione agli •utili, percentuali su_prest!ti, ecc.) rirrt11é riesce a farne uno strumento cieco che non pu6 più rmutar niente. Dn un lato il grande ca,pi– talismo estero aiuta il "caudillo" arrivista coi suoi mezzi fina.nziari ad arrivare e mantenersi al potere con la. corruzione ·elettorale o colpi di mano; dal– l'altro lnto sar:1 il "caudillo" che, una volta al potere, rimborserà i capitalisti al 100 per uno a spese del paese, contraendo prestiti ,;tatali usurari. concedendo monopoli cli sen·izi pubblici, rilasciando concessioni di terre o del sottosuolo, esentandone da im'post le importazioni - mettendo insomma nelle loro mani ~utta l'economln del paese. Inutile dire che l'arrivista poliUco, o il "caudillo'', unisce cosi l'utile al dilettevole. Sazia la sua am– bizione come deputato, ministro, presidente o dit· tatore, proprietario di grandi giornali, "salvatore della patria", ccc. e nel me'desimo tempo si forma una fortuna economica. Il capitaHsmo straniero fa semnre un mag•nifico a[fare. Fa diventare miliona– ria qualche persona isolata, ma sottra.e al paese ricchezze favolose, a miliardi; lascia ai politicanti e "caudillos" indigeni gli onori e l'ambizione delle più alte cariche, dei galloni, dei posti di responsa– bilità, ma poi é lui cbe comanda di fatto da dietro le quinte, senza dover rispondere di nulla, senza comparire affatto, potendo al momento opportuno, alla prima tempesta, lavarsi le mani di tutto. Degli stra-nieri, semplici incaricati o impiegati, gerenti di compagnie, direttori di banche, capi di trust industriali o rommerciali, ecc. s-ono spesso di ratto più potenti cli un presidente di repubblica o cl'un dittatore militare, poiché possono da un .giorno o l'altro tagliare i viveri allo Stato. Ma mentre delle rivoluzioni o colpi di mano rivali, - spessis– simo provocati anch'essi dal capitalismo straniero, sia che questo trovi maggior interesse a cambiare i suoi clienti. sia che un trust straniero riesca a soppiantarne ttn altro, - possono all'improvviso .spodestare un governante e fargli passare un brutto quarto d'ora, il capitalL;mo straniero non rischia nulla o q·uasi. Anche se succecle il finimon-do, i capitali stanno al sicuro a New York, Lonilra-;- Bru– xelles o Parigi; e un semplice cambio d'impiegati, clel resto quasi mai necessario, fa .scomparire ogni poss-ibile bersaglio cli rnsponsabillta. La stampa piu asservita o controllata dal capi– talismo straniero attribuisce a questo il merito di valorizzare le ricchezze indigene, di sviluppare la vita clei paesi americani, di crearvi e allargarvi in• dustrie e commerci, di elevarvi le condizioni gene– rali della popolazione. Se cosi fosse, pazienza! Ma. non é atlfatto cosi. Non lo é, per lo meno, altro che in minima parte. e soltanto per ci6 che riguarda qualche cltt,, prin– cipale, ca1iitali, centri del litorale o dell'interno, che• sono come i punti indispensabili da cui il capitalismo straniero pompa le ri'sor,se clei territori, per incanalarle oltre mare . rCerto, questi centri as-sorbono una percentuale delle ricchezze che vi affluiscono per emigrare. La

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