Studi Sociali - anno V - n. 36 - 10 dicembre 1934

-a roudo delia tJtiestionc, si <li·verlc- un poco allo scan– dalo. e poi -:-;i allontana pensando che forse Tizio ,. (':1io sono farabutti tutti e due? ~:::d é il 1rnbblic.o dH· noi vorl'emmo ,e ,si dovrebbe convertire! \'e·rnrnente, quando i giornali nostri diventano sfl)• ~atoi di odl personali. ,(:.é da rallegrarsi ch'e,3:-,i r;ono poc-o lùlli fuori del nostro campo e dn. augurarsi dn• lo siano anche meno. lo vonei clnnque che si troncasse ogni polemica 1wrf--011alP: P ~e qualcuno continuasse non gli si ri– -iJlOndc,;:,c.... sah·o, ove t'osse il caso, a smentire con c·1il11rn p co11 lingunggio decente. gli errori di fatti -<· lf' 11osr;ihili c·alu11nie. '('h" 8~ poi. a<:c-ec.:ati dalla pa~;~;ione, alcuni voles– ~Pro ton1in11are. spetta •ai compagni imporre il br:– _-,t;1. Dop-oLUtto f.:ono i compa.gni che mantengono i gioi'· nali. J~..:~i li mante.ngono per far ln 11ropaganda e Hon ~i;i per f-Odcli3fare gli oc.Lii,le gelosie e le nt· 11i1;i cJj qne~no o di quello. Pl'Piend~uo· riu11que che ~i faè.cia la propaganda. P niente altro che la propaganda. ~e hanno il d:– l'it to C1/lil mezzo. ERRICO MALATESTA. (Dal n. 13 de 11 La .Pagina in Lingua Italiana" del quotidiano LA PROTESTA di Buenos Aires, del 19 ge11naio 1930.) SPUNTI CRITICI E POLEMI CI INTERPETRAZIONE (O FALSIFICAZIONE) MAR– XISTA DELLA STORIA. - Il noto scrittore mnr– xiRta rrancesc C. Rappoport, in occasione dell'a.nni- 1 vorsn.rio della [01Hlazione della. l ." Internazionale, ripete nella rivista Monde di Parigi del 5 ottobre 11. s. i ralsi e le. sciocchezze con cui Marx e i (-rnoi ::;cg-na<·i riuscirono per molto tempo a s-fignrare o diffamare l'opera svolta in seno a.Ha grande Assù• <·iazio11c da Bak•min e dagli a,ltri socialisti, non sol- tn nto ana.rcllici, in contrasto con .lui ecl il s-uo gruppo. Da mollo tempo la Yerità é stata ristabilila iu i,rnpoHito nel modo più comtlleto 8UI terre-no storico d:1 pili di 25 anni. - basti citare la monumentah~ Htori:-1 dell'Internazionale cli .J. Guillanme, - e au~ tori e scrittori aocialisti come Jau res. Bernstein. .\rl. Labriola, Michele, (-ct· anteguer.ra) ed altri l'ico– uob-bero le buone ragioni di Balrnnin e il grave torto dei s·uoi detrattori. l\la i marxi3ti non tengono conto di nulla; per essi g.li antichi rancori <li Marx fa.nnù aempre testo, e c ontiuuano a. presentare la menzo. ~ua l)CI' veritù., e viceversa. Co:;i anche Rappoport. Egli attribuisce a Bakunin il contrario di quel cl1e furono le sue idee· o-li af– fibbia i metodi <li Netchaieff, a causa dei ;,u;li in· vece Bakuuin la ruPpe quasi subito con lui; 11c 1wese11ta l'idea dell'insurrezione po11olure come qual• cosa di simile agli odierni "putsclles' 1 dei reazio– nuri: gli attribuisce l'intenzione di mutare l'luter– nuz·ionale in società segreta, cosa c01ù·pletamentc t'antastica, ecc. ecc. :Ma a mostrare la mancanza cl'ogui seriet,t ò.el Happoport basta dire ch'egli nel suo articolo cli~ mezza addii-ittura la storia dell'Internazionale fa~ eedonla finire dopo la ·Comune (1871), limitandone la dta ad appena sette anni, mentre clur6 altri otto, fino al 1879, ed in alcuni paesi ancho <li più. J~· bensf vero che )j:\farx e il tmo gruppo con la disonesta manovra del Congresso del!' Aia (1872) -– dove da una maggioranza fittizia fecero er;pellere Hakunin e i suoi amici, - riuscirono a tagliar fuol'i xe stessi dalie file dell'Internazionale e a dare a uue,3ta un grave colpo. Nonos-ta·nte, anche· senza ""varx, l'Internazionale còntinu6 a vivere, con l'ade– sione di tutte le sezioni e federazioni nazionali (me· no la tecle3ca). r:011 esclusi elementi assai vicini a Marx, come quelli della sezione inglese, con i suoi congressi internazionali e nazionali, i suoi giornali, ecc:. I nomi.· più illustri -del socialismo di tutte le ten– denz.e (alcuni attivissimi) continuarono a figuraro nelle file dell'Internazionale anche dopo il 1872: B. Malon. J. Guer;de, P. BroUJJf:, E. Jungg, C. Do J,aepc, A. Kuliscioff. E. :Signani, A. Costa, ecc. t,:;enza contare Bakunin e i più conosduti anche oggi C'Ome anarchici e re:.>t:lli tali. * * E' AUG\JRABILE UN "PERIODUCCIO" DI DIT– TATURA PROLETABIA? - Nel quaderno 25-Zli (setLemùre di q11f'sl°anno) dei Problemi della Rivo~ luzione Italiana di Marsiglia, che abbiamo riveduta ora clopo tanto tempo che più non ci arrivava, tro– viHmo riprodotta una lettera polemica snl movimento antitascista italiano e i rapporti fra "Socialismo e L,iherUi'. di Fausto )J'itti, molt(,) intt,rrssante. 1,;gli dice c!1e la rivoluzione, Halia.ua Gara sociale o non sani. é d'accordo per le espropriazioni sulla più larga scalc1 1 v•uole le autonomie del cittadi1io, ciel sinck1cato, delle collettività. economiche, ecc. ma, molto giustamente. non vede "come il marxismo, tutto il marxismo. poJ:ja concìliarsi con queste au– tonomie". Per <nianto dagli s-:.ritti di Marx si 11otrebbero trarrJ non poche citazioni a favore del princi·pio auto11omkna. - per esempio, nel s·uo scritto sulla Conn111e. a favore delle autonomie comunali, - é c111che vel'o che col tempo il marxismo. in Marx e più nnrora nei suoi intenletri e più di tntto nei bolstcvic:hi. accentuò sempre più il suo autoritari– liUlin centralizzatore e dittatoriale, con cmi ogni pra– tit:a. di autonomia é inconciliabile. Quin<li il timore qc1 Nitti cli vederne sacrificata In. causa della. li– bert(1 non é punto ingiustificato. STUDI SOCIALI .Eppure ancbe lui non resiste alla tentazione di voler concilia1·e rinconciliabile! Egli dice a un certo }lunto: ''S'é ncces!;ario un perioduccio cli clittatnrn 1n-oletari:.1, ben venga!·• Come non s·a.ccorg-e H Nitti che quoota sua. semplice ammissione ammazza in germe le ·suo autonomie? Anch'egli casca .S'lll ponto cleil'asino in cui ca:,cano tanti rivoluzionari sinceri (non esch180 -<1ualcho anarchico), che ricorrerebbero alla dittatura proprio in quel primo periodo rivo– luzionario iu cui meglio potrebbero sorgere e s,vj. lupparc. i loro organismi tutte lo autonomie popo– lari e proletario, che invece qualsiasi diltatnra o;,ta– colereblJe e soHochcrehbe pol suo naturale spirito cli conoorvazionr. Sarebbe co;,;a provvisoria, un '·perioduccio", esr-;i dicono. dopo di cui la dittatura venehbe licenziata l.. si lasterebbe il pas::10 libero ulJe autonomie, - <· magari all'anarchia. Si ll.imenlica uua circo::;tanza i3emplicissima: che la dittatura, una. ,,olla fol'mata e creatasi una polizia ccl un esercito, piglierà gusto al potere e contiHuen\ a credersi indisponsahH~ sempre pi(1. rimandando nlle calende greche ln. finl' del suo pe1 iodo provvisorio; finché, cessata l'otfcl'– vescenza. rivohtzionaria nel popolo, rafforzatasi la dittatura e formatasi attorno a quoota una specie• cE nuova cJ~:;ta dil'igente, essa da. provvisoria diven– tera permanente·, lutt'ul più camhianclo a un cert,, lJUJltO di nome-. La. dittat nra avr(1 :.tllora uccisa la. rivoluzione. neutra.lizzantlo11e in gran parte gli effetti libera.tori. 1•1 coloro che, il Nitti eompreso, volessero tentare t· oi t atti di rncttcr tcrmit1é' a.l suo potere e liccn– ;. ia.la, 11011 ne nvrn11 pili la [orza; e probabilmente [iniranno di uuovo in galera. al confino o in esilio, se non fucilati addirittura. - sia 11m·e (magl'a co11- solaziono!) nel uoaie della rivol·uzione e del prole· tariato! UN'ALTRA SFURIATA POLEMICA CHE FA TORTO Al SUOI AUTORI. - Hcnctendo meritato omaggio al comJHt-gno Berneri per la e-ma fierezza in tribunale, dovo [n condaifiiato a i mesi cli pri– gione per inrrazionc all'espulsione, - e noi a:rno– cìamo a.Ila protesta. per la con,clannn. tutta la nostra solidarietà con :a vittima, - L'Adunata dei ~e– frattari d·i :\'ew York, u. 40 del 13 ottobre u. s., crede cli far risaltare meglio i meriti clel condan– nato con tutta -una sfuriata denigratoria contro l'am– biente dell'anarchismo italiano emigrato a Parigi. Vi si pa1·la, a proposito delle di·fe,3e prese in varie circostanze dalla Lega dei Diritti <lell'Uomo e del Cittadino a favore di compagni nor-3tri, niente meno che cli strisciamenti, mendicamonti_. trans-azioni, i· pocrisic. rammollimentl. e chi più ne ha più Jle metta! Linguaggio poco serio, che ci ha addolorato -perché ferisce anche i compagni estranei alla 110Ic– mica di cui evidentemente questa sfuriata e uno s-tras-dco (noi vi accennammo nei numeri .:-:;corsi deplorando 1111 insensalo attacco all"'Adun.ata"): provoca. gl'interessat.i a più aspre repliche e nel medesimo tempo, cagiona maggior danno a ch 1 i ra~ ,dopi-a col regalare inabilmente agli altri un'appa– rente giustificazione che prima questi non avevano. Ecco dovo mena il sistema delle ritorsioni polc· miche! Si crede sanare un'ingiustizia ·con una in· giustizia in senso opposto. che invece accredita la prima. F. che si tratti di un'altra in.giustizia noi pos•siamo dirlo, poiché conosciamo l'ambiente nostro cE Parigi, ci abbiamo vissuto dentro, siamo tuttora in rapport i d'amicizia. con dei suoi elementi (come Io sia.mo con "L"Adunata"), abbiamo conosciuto u– na q1 uanlità {li compagni difesi dalla Lega dei Diritti dell'Uomo e ne fummo difesi una volta anche noi. Sappiamo per e-31rnrienza, fra l'altro, che la Lega difende nei limiti del possibile. nei ca:,i messi a sua cognizione, ogni perseguitato clie si trovi nelle Condiiioni volulc dai suoi statuti, senza chieder nulla e senza neppur bisogno di conoscere di per- 6l1na il difeso. Oli slri~;ciamenli, anche ammesso che vi siano dei dis•posti a farne, sarebbero rrnper– fluì; e le tran sazioni mancherebbero cli qualsiasi oggetto su c.ui transigere. ~on insistiamo, ché non é necessario. In realtà fra gli anarchici d'ogni dove vi sono bensi diffe– renze d'idee e metodi, ma essi sono poi tutti della stessa pasta. um~rna. L'ambiente degli emigrati no• stri a Parigi valP q1uanto quello di New York o 1\Ioutevideo. e gli uni non sono minimamente se– condi agli altri in onesta civile ed in fierezza anar– chica, pur parlecipando più o meno degli stessi di– fetti eomuni ai mortali, non ultimo quello di non 1..~aper frenare i nervi quando hanno la penna in mano. Difetto anche nostro, cui p•ur s-i deve l'errore (co ne accorgiamo troppo tardi) di aver voluto fic– cJre i1 naso in f)uesla specie di polemica che non vuol più finire. * * * ABOLIZIONE DELLE ,CLASSI, E NON P,REDO– MINIO DI CLASSE. -- In un articolo de L'Avan– guardia di Z'llrigo, "repubblicana-socialista", 11. 3 del 15 ottobre u. s. si commentano i ris111ltati di un c01nregno repubblicano ad Annernasse precisando "I nuovi orientamenti programmatici" del gruJlPO c:he fa capo al periodico suddetto anche come un "me– todo dei piani di col1ettivizzazione precedenti e- af"– compagnati dal saldo possesso del potere politico con o senza il parlamento". Con ci6 "L'Avang·uarN dia·· inten,cle superare radicalmente la democrazia politica. dimostratasi insufficiente ai COII!Piti della ascensione e liberazione proletaria. Siamo ben lungi dal misconoscere il progrer;3o evidente che segna un repubhlicanismo che rico- 1 lit. 5 nosce. l'autonomia ciel proletariato e la. lotta di clah· se 11er la socializza:d01'ie della. propricta; p-nre l'af– fermazione sopra. riprodotla ci par celi un equivoco. J...a s.uperazione della democrazia é un progresso; ma (tuel "saldo possesso del polero" lo annulla. Se H potere politico é tenuto col parlamento, é demo– crazia: senza parlamento é dittatura.. I re,pubblicani cadrebbero dalla padelìa democralica, - r;ia pure tiOCial-clemocrati'ca, - nella. brage autocratica.. - sin pure social-bolscevica. Ma fot'8C la causa dell'Oq,uivoco si rivela in un'al– tra affermazione dell'articolo. dove si dice ,che "quando si arriva al punto essenziale il problema. é di pre•dominio di clas-3e: il proletariato deve as~ sicurare il suo predominio sulla borghe8ia, a fini cli progresso generale''. La ·ciamo da parte il ';progres;50 ,generale'', ch·ù nel programma <li tutti i voteri politici. anche peg– giori. Ma. c:he avrebbe di ::;ocialistico nna rivolu– zjone l'h lasc:ias~,e t:rns-si8tere le due Glassi comt: tali. e solo sostituisse il predominio dell'una :i quello dell'altra? E un vero predominio proletario sarebb possibile. se il proletariato restas~;e tale, cioé sfn1ttato. e altrettanto la borghesia. cioé sfrut– tatrice? Ji} sopratutto ciò potrehbe soltanto cs:;err– tcntatu. sem:a un poterf' politico il più tiraunico p Lotalitarfo tlle, lttrngì dal eu 1 11O1·nro la. democrazia. segnerel>he. 1111 regres~m su di lei e si rir:;olverehbe in una peggiore oppressiono <lelìa grande mas:;.;a del proletariato. anello se esercituta n nome suo'? '~L'Avn11~uarclia'' crede perfino inutile dimostrar(-\ che "il metodo nnarchico non cond·uce a realizza~ zioni ,::;tabili"'. Cambierà parere se capirà cllo il socialismo é rabolizioiH' delle clivjsioni di classe o non la sostituzione del dominio cl'!111aclasse a. lJUC'l· lo dell'alt 1·a. per cui fl primo alto della ri,·oluzione dev'esr;<•;·<' l'espropriazione dei proprietari; e che non r'•;·• socialismo Genza libertù. cd os-so non si concilh con la libertà che con l'abolizione d'ogni dominio 1>olitico, ragione per cni la libertà o il f-:Oeialismo non potrebbero aver mai peggiore nr•• mico che quel "saldo potere" che ''I/Avanguardia·· si augura. * SI CHIEDE L·A &PARIZIO,NE 1DEL MOVIMEN– TO AN,AR•CHICO! -· Ohi chiedo ci6 non é più solo il fascismo o qualche governo ]l:òeudo-democrn.tico che ne prcirnri l'avvento, bcnsi il periodico massi– mali::;ta. Avanti! di Parigi, n. 18 dol .J novembre 11. s., il quale, parlando degli ultimi fatti cli Spa– g1:n, giungeva a dire che colà ''il trionfo della. ri– voluzione é subordinato alla stlariziono del movi– mento anarchico" e s·ua sostituzione "graduale·• col socialismo dittatoriale. Tutto ci6. perché parte delle maGse spagnuole più iufluonzato dagli anarchici non avrebbero fatto tul t<, quello che, secondo !ui, dovevano pel trionfo dei moti elci primi cli ottob1·e. Siamo ben 1ungi dall'e– scludere che gli organismi anarchici o di tendenza. libertaria siano caduti in errori anche gravi. Per eRcmpio, quel caporalesco "nessuno si muova senza nostro ol'dine" della C. N. T. locale <li Barcello-ua del 2 ottobre, citato dalr":Avanti!'', é inconcepibile dal pi(l elementare punto cli vista anarohico, oltre che rivoluzionario. Ma l"'A,•anti!" parla -di corda in casa dell'appic– cato! Chi non ricorda il ritornello "niuno si muo– va, a13pettate gli ordini!" con cui i socialisti ita– liani fi11irono con lo stancare le masse del loro paese nel 19·20'? E che cosa fecero i socialisti spa– gnuoli in occasione del tentativo rivoluzionario a– narchico della fine -dell'anno scorso? Gli errori degli uni non scusano quelli degli altri, lo sappiamo. Ma i tSocialisti non han diritto cli fare la voce grossa, perché se gli anarchici han commesso degli errori (ed é ancora pr~maturo volerli stabiliro da lon– tano, poiché 11011si conoscono ancora bene molte cose), si sa. fi11 <la ora che e8si no11 possono essere 8lati altro che la. conseguenza logica della politica r0a.zìonaria e sang·uinosa contro gli anarchici del ~overuo re-pubblicano-socialista spagnuolo fino a pochi mesi addietro e di quello locale catalano ap– poggiato dai socialisti fino alla sua rccentissinrn <-adula. Avremo tempo cli parlarne. Cli anarchici, abituati anche tropno nll"autLcritica ccl alla critira l'eciprocu. non mancheranno al lOro dovere di dire la. verita. anche se dolorosa per essi. Ma intanto, comunq11P– si possa giudicare l'operato ùei loro organismi, sta cli fatto che gli anarchici spagnuoli, inclividualment::>, a grupJ)-i o per comuni, si sono battuti con ·valore in cento punli; e nelle As-turie, in blocco unanime a fianco degli altri rivoluzionari, sono caduti in gran numero con l'arme in pugno, e coslituirono un coef– ficiente incalcolabile- di quell~ lotl;:;1 eroica del pro· letariato. Non sappiamo. né i10sso11 -rlirlo i sociali– sti, ae quell'epica pagina rivoluzionaria. sarebbe sta• ta possibile senza il concorso dell'ànarchiS'mo nu• meroso di ,quella regione. Non sarel}be cli certo stata augura.bile la sua "sparir.ione·• dal 'movimento pre– cedente, c11e ha dato un cosf magnifico per quanto tragico risultato ... Ma infine, se !'"Avanti!,. non crede posr:dbile il trionfo della rivoluzione in S-pagna senza la scom– parsa clel movimento anarchico e la sua sostituzione "graduale" col socialismo autoritario, in quale se· colo crede che quel trionfo si avra? E' proprio il caso di dire "aspetta caYallo!". se da circa 60 anni in qua tutti gli aforzi socialisti, da Pablo Jgle8ias a. Largo Caballero. non sono riusciti a eliminar,J l'anarchismo e a sostituirlo nella simpatia dellP grandi Jnasse operaie e contncline spagnuole. Non ci si riuscirfl. neppurr- in seguito, e sani la Galvezza deliri rivoluzione pcl vero socialismo e per la libertà.

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