Studi Sociali - anno V - n. 36 - 10 dicembre 1934

pre - e spesso anche nelle idee di molti anarchici che individualisti non soglion chiamarsi. La prima di <1ueste idee consiste nol considera.re la societ..i come un aggregalo d'individui autonomi, comJ)leti in sé sles.si e capaci cli bastare a sé :;tes':ii, che non han ragione di stare insieme se non vi trovano il pro-prio torna·conto, e che potrebbero se– pararsene qnaudo tr0\'aasero che i vantaggi che la società ofl're loro non compensano i sacrifizii ùi libertà individuale che e6Sa esige. Insomma cous-i– ù-erano la societa 11mana come una specie di com– paguia commercjale Ofte las-cia o dovrebbe Iasdar libero ogni socio di entrarvi o sortirne 'becondo la sua convenienza. Oggi, essi dicono, siceome pochi in– dividui hanno accaparrato tutt~ le ric9.hezzo naturali o prndolte, tutti gli a.Jlri si lrnviino obbligali a subire per forza le regole i,mpm;te dalla socie.tu o da quelli che nella societ.'1 hanno l'imperio. Ma se la terra, se i mezzi cH lavoro fos•r,;ero liberi a tutti. e t3C la forza organizzata cli una classe non eostringesse il popolo in ischia vitù, nessnno avrebbe ragione cli restare in società quanilo il suo intere:;se g-li consig.liasse altrimenti. l~ siccome, nna. volta hOddisfatti i bisogni maleriali, il supremo bLmgno dell'uomo é la liberta, ogni forma cli convivenza. cho esigesse un qualsiasi anche minimo saerifizio della volont:l individuale é da Ti1rncliarsi. Fa quel che vuoi, preso nel senso più stretto ed assoluto della frase, é il Jll'incipio snpr01110 1 la regola unica della condolta. Ma d'altra parte, aimmesso l'individuo autonomo (!. la >'Ua assoluta. illimitata libertù, ne, deriva eh& non appena gl'interessi ~i trovano in antagonismo e le volouta ùivariano sorge la lotta, o nella lolta gli uni restano vincitori e gli altri vinti, e quindi si torna all'oppres-sione ecl allo sfruttamento cui si vuol porre riparo. PereiU oceorreva agli anarchici individualisti. elle non sono secondi a nessuno ucll'ardente desiderio del be11c di tutti. nn modo per potere, più o meno log:i,cameiite, conciliare cou il bene ])ermanenle cli tutti, il princi·pio dell'as·soluta libertU. indi·viduale. J~ questo modo lo trovarono adottando un altro priu• cipio: quello dell'armonia per legge naturale. Fa quel che vuoi; ma é cerlo, essi dis::;ero, ch'3 sponta,wame-nte, naturalmente tu non vorrai che quello che non pu6 nuocere a.ll' e.gual dil'itto dogli nltri a fure quello che vogliono. 1 ·La ucBtra libertti., ci scrive un amico, esp.Iicall· ,. dosi in tutta l'ampiezza delle facoltU. umane, non ,. lederà mai ln.· li berta altrui. Come gli nstri grarvi• M tnndo intorno al pro1>rio •centro per'corrono traiel• ·· torie speciali, cosi gli uomini potran percorrere la ·· propria linea di libertrl. senza confondersi mai e •·senza degenera1·e nel caos". J<~dallri alrastronomia sostituendo la fisiologia 1 parla di una "sinl'patica ag• •· glomerazioue di cellnie nei vegetali e negli ani– ,. ma.li' '; ed altl'i parla della formazione dei cristalli, o cosi di seguito pa-ss{mclo in rivista tutte quante le scienze naturali. Dei cristalli contorti o mancati, llelln. lotta per l'esistenza, de11e catastrofi ·cosmicbo, llollo malattie, degli aborti, di tutta la irnfinila som– ma <li stragi e di dolori che 1rnre esir;tono nella nnt 111·n 1 non si ricorda nessuno. La. ùisnnnonia, l'antagoni.-smo cli interessi sono la conseguenza. delle istituzioni presenti. Diatruggete lo .Stai.o; rispettate la complela Hberlft •cli commer– eio, di banca 1 di ze,cca; sia il diritto tli poss.esso della terra limitato dall'obbligo cli coltivarla o al- 1 rimenti adoperarla di persona; sia libera, completa• mente libera la. concorrenza, dicono gli anarchici indi· vidualisti della scuola di Tucker - e fa pace regner:'i nel mondo: la rendita economi.ca, vale a dire le •cliffe. renze -di valore, per •procluttivita e per posizione, delle varie parti del suolo sparira,lno naturalmente, e 1-x. concorrenza menerà naturalmente alla pi\l proficua utilizzazione delle forze naturali a vantaggio di tutti. Distruggete lo 'Stato e la proprietft individua.le , dicono gli anarchici individualisti della scuola CO· munista (la cosa esiste malgrado l'appar.ent.e con• tradizione dei _termini) - e tutto andra. bene: tntti andranno naturalmente d'accordo: Lutti .Javo• STUDI SOCIALI e::;so non avrebbe potuto tk;cii·e dalle sfere dell'a· nimalit~t bruta1e e diventare verarmente uomo, e fuori della societ,t. non pot.reb'be che ritornare più o meno rapidamente all'auimalita primitiva. li ùoll. Slokmann del Nemico del Popolo ùi lb– scn, che irritato ·dal uou essere compreso e seguito clal pubblico esclamava ''l'uomo pili forte é quello cbe é più solo" e cho é -stato preso per anarchico mentre non era che un .aristocratico, diceva un so– lenne &proposito. Se egli t,apéva più degli altl'i e piU degli a.Hri poteva, era perché più deg1i altri ave,~a vissuto in comunicazione intellettuale cogli nomini 1)1'esenli e passati. perché più degli altri a• veva profittato della società - e 'J)erci6 •pili degli altri doveva alla societa. L'uomo pn6 o8sei-e nella societa libero o schiavo. felice o intelice, ma nella societ.i deve restare, per– ché questa é la condizione del tillO essere uomo. Quindi, invece di aSt)iral'e ad un·autonomia nomi~ nale e impossibi.Je, dove C:ei-carc le condizioni della sua lilJorl,i e della stHt feliciti ncJl'accorùo cogli altri nomini, modHicand9 d'accordo cogli _altri quelle istituzioni sociali che non gli convengono. Gli Anarchici (ili avvenimenti cm1temporanei si pl'Oducono a sal- e 1 ti. Rcgressi·vi o progressivi, i più importanti avven– ~ono inaspeltati. La Rivoluzione Russa, di carattere nettamente sociale. non avrebbe potato esser pre– vista nel l 91•1; e neppure il fasc·ismo. La Spagnrt segnereùbe oggi una rottn. nuova al mondo, se i rivol11zionari avessero saputo mettersi d'accordo. La guerra. può s-coppiare domani ed aver per conse– guenza., uei paes! vinli, prohabilmerlte tutti llù rimananno schiacciati. - commozioni sociali tli granùi prospetti-ve. 1Se av,·cngono :-;alti rivoluzionari. sono gli anar• chici veramente disposti e preparati per imprimere il sPgno delle loro concezioni all'opera· creatrke che clovrù realizzarsi? Dico disposti e preparati. La prima pa1·ola implica u:ia de<:isiono sipirittiale e di volontà, la'" s-e.conda una capaeil:1. uua c:o.ltura s,pecializzata in questo -sen::SO. La. qnesliono nou é stata, a. mio pa1·ere, sufricien– temento chiarita. ln molti luoghi, la tendenza di nuclei notevoli di compagni nostri consiste nel ri• ven.cUcaro il diritto tleHe minoranze alla Ubera s.pe • rimentazionc ed alla liibera criticà conti-o l'autori– taris-nw del partito <:he esercìtera il potere. Questo concetto mi pare completamente il1usoi-io. Anzitutto, perché mai un partito autoritario domi• nante la.sceni alle frazioni dis,sidenti praticare dei modi di convivenza in contradizione con le norme generali .che gli sembrino necessarie. S,pecia.lmente ae questo partito 6 socialista o comunista, poi,ché la univers-alizzaziono tlello stata,lismo che li informa hnpedir[1 \a minima tolleranza. A,spettarsi il con· trario s,ignifica voltar le spalle a11'ins·egna;mento litorico che smenl isce im1 placa.bilmeute si·mili as.,pira· zion·i. 1Ya .lt.ra parte, giammai noi inrluiremo profonda• mente e decisivamente sulle masse po-polari riivo– l11zionario, sn 11011 a,Temo e uon preconizzeremo conicetli totalitari. che tendano a una. riorga.nizza– nione cli tutta la vila. socirule. E' naturale. Le masse, pe-r :iderirP allo nostre idee, al nostro movimento, alle nosrn-. atli'vit:L vogliono. con ragione, sapere non ~olamente come intendiamo operare 11ella sfera limitata. della nostra intluenza, bensi anche quali metodi proponiamo e siamo disposti a praticare in– sieme con loro, per risolvere in tutti i luoghi i grandi probìemi della ri·voluzione. E di due cose l'una: o presentiamo le nostre soluzioni, sulJa base di studi sociologici documen~ tali e non di r1·eazioni immaginarie di carattero romanzef::,CO, a te,rremo cosi una probabilità di at– t.rrirrc a noi le masse e di l'ar trion[are i nostri reranno perché il lavoro é un bisogno fiaiologico; Jet , princ·ipii, :-;ia pure nll'inizio imperfettamente, - o eoutinneren10 ad esH-el'C'minoranza, e ci condanne• remo all'impotenza. alla nostra scomparsa com'é av• produzione- corrisponderà sempre e naturalmente al- le domande del consumo, e non vi sarà bisogno né rli regole né e.li 11atti perché ... facendo ognuno quel- lo che n1ole ,.;i trover[t aver fallo. senza saperlo né n1lPrlo. proprio. precisamente qnrllo che volevano !.t"li alll'i. Sic·1·1lé a11danJo in fondo all3 c·oda si trova che l';rna1·chismo individualista. non é altro c:hP una spe– rie di armonlsmo, di provvidenzialismo. Secondo noi i t)rincipii l'ondamentali ùell'indivi- llnalismo ~ono completamente enonei. L'individuo umano non é nn essere indipendente dalla soc-iPL:."!.ma ne (' il prodotlo. Se11za societcl venuto in Riff.Ria. Sil;nif.ica ciò che io pl'ecouizzi pia.tlaforme rigide cli c·arriltere autorilario'? Assolutamente no. Tali pia.ttaro·nne. legislazione astratta del futuro. souo anc1t·esse ronrnn;.d, e romanzi periicolosi. lo penso che é possibile, in tu! li i paesi, studiare la l'ealta vivente. analizzare i fattori economici favorevoli e sfavorevoli della rivoluzione. indicare le possibili soluzioni allr difficolta intravis·te. segnalare tutti !!;li organismi di appoggio mutuo es.istenti o deter· n1i-rrnre l:ino a q1rnl punlo possono essere fattori cli 3 1,: v;rna. é pure, e c,ompletamoute ~mentita dai rat– ti, la cl'cdenza in una legge naturale per 1a quale l'armonia ll'a gli uo111iui si Rtabilisce· a.utomaUca– mento se11za ueccssHU. della loro azione cosciente e voluta. Anche dk ;trut.to lo StHto e la :pl'opriet.i indivi– duale, l'armonia non nasce -spontaneamente. come se la natul'a si occupasse del bene e ùel ,male deg,li uomini, ma bis.ogna che gli uomini stessi la creino. ì\1a di ·questo, per farci comprendere, dovremmo parlare amJliamente.. ed i lettori già si sono la– meulnti che facciamo articoli troppo lunghi. A 1m·a1tra vo.lta dunque. ERRICO MALATESTA. (Da "L'Agitazione" di Ancona, - n. 6 del 19 aprile 1897.) ;',Jel periodico anconetano quc~to arlil!olo apparve :-;~nza firma, la quale [u ·posta 11er6 in riproduzioni rlUC•cfl-ssivo. L·autore -contin116 la trattazione de1l'ar– gopiento in altro articé:>lo che riprodurremo ne.I pros· :-iimo numero di ''Studi Sociali". la Rivoluzione ricostruzione, comprendere la portata dei costumi c;oeiali ntili. delimitare le regioni di piccola e gran– de proprietit agraria e lo s-pirito clei contadini per dedurre approssimativamente fin dove e in quali luoghi iJ comunismo agrario é reitlizzabile, satrnrare· gJi organismi c-ooperativisti e sinja.cali e:,istenli con Lali aspfrazioni allo sco·po di determinare il franco :lJ)poggio delle loro ma-sse e la tendenza all'auto• cHrezione l'ivoluzionaria lrnsatn Hu la coscienza eù li conos'Cimento dei ratti. J•:ssendo jn posses·so di questi dati generali e c·oncroti é molto possibile avere altiresf clei concetti ;;e-nerali cli ricostruzione, che non avrebbero da far nulla con le piattaforme autoritarie ideate fuori r1e11a realh"t. ma al contrario avrebbero una orien- 1 □ zioJ10 razionale nettamente Ji,bertaria. Poiché do– vunque si praUchi la molteplicibt funzionale orga– nizzata. -- sindacati. cooperative, comuni, rec. - ontro lo sforv.o solidale di tutti, :-iLaremo in regime d1 libe,1•1à e non di autoritù. Qneetn. r,repa.raziono O perfellamente possibile. AJcmli compagni pensano che, essendo noi una mi- 11oranza, cosi vaste aspi:rationi 11011 hanno ragion ll'essrre. Ma convcnebbe esaiminare anche se non ei siamo condannati da noi ad es.sere minoranza, se llli>n continueremo eternamente a condannarci con ClllCStn attitudine cli azione limitata fuori della qtrale l'flSta in molti paesi la maggioranza dei lavoratori l'ivoluzionari o di inclinazione rivohtzionaria. Si"amo in un circolo vizioso: non ci prepariamo per rea– lizzazion! totalitarie perché siamo minoranza, e non · cest;inmo dall'essere minoranza perché uon 3,Dbiamo concet li totalitari solidamente elaborali e fondati c:hc sodisfino. JDd intanto, i pa!'titi con programmi totalitari ai.traggono Iogi•camente le masse. lo <'l'f 'c.lo che la ragione essenzia1e di c1uesta si– lua.ziouc risiede nella formazione mentale del no• .stro movimellto durante gli ultimi clecennf. L'i•ndi– rizio (•ai-atteristico é sfato filos-0-fico, non sociolo– gico; di ragionamenti te01·i,ci alquanto astratti dalla rnall(L ambientale, non di analisi, cl-istudio costant,-! cl'clla socictU. e della sua evoluzione. E' pura veritU i.:he l'insieme -dei nostri dis,conos•ce la societa com~ or~auismo com-plesso nèl!e suo realta economiche. politiche e sociali. Questo vuoto é la ra,gione fon• da.mentale dell'assenza di senso pratico realizzatore 11egli uni, delle elucubrazioni astratte e autoritarie in tanti altri, che non sanno usci1·e dalla loro posi– zione negativa per elaborare un concetto scientifico bac;ato sullo studio delia societa. E c-o3i si continua ruminando ragioni teoriche che solo preludono ad 1111 no~~lro l'uturo annullamento storico. 8-olo potremo uscire da. questo circolo vizioso am• plianclo lti nostra vi-sione ambiefi'tale e creatrice, tendenclo a,cl essere gJi ispiratori delle norme rico• Ril'ut.tive, come. tecnici lavoratori e non come teo– ric:i Filosofici, il che ci condunebbe acl essere dit– tatori politici. [o comprendo che chi si mantiene in una posi– zione filosofica, astraendosi dal conoscimenlo pro– l'ondo clella vita sociale nella s11a immensa e inte• rPssante c-omplessita. non concepisca un intervento nostro. in senso generalizzatore. senza pericolo di autoritarismo. O siamo capaci di suggerire soluzioai per organizzare la produzione. coorclinaÌ·e le regioni P gli 0l'~anismi, vincere le clifficolt.:i.. in piena coHa• horazione con le masse e contribue·ndo poderosa– nH'lllf', grazie alla s-nperiorità clella nostra prepa.

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