Studi Sociali - anno V - n. 36 - 10 dicembre 1934

2 Nelle Asturie. dove gli anarchici e i sin– dacati della "Confederaci6n Nacional del 'l'rabajo" erano entrati nella "Alianza Obre– ra", l'adesione loro all'insurrezione fu uua– JLime e decisiva (1). Centinaia (v'é chi dice migliaia) di compagni vi dettero la vita combattendo: fra gli altri, più noti, la va– lorosa andalusa Libertaria, cui a Casas Vie– jas l'anno prima era stata sterminata tutta Ja famiglia, uno dei Durruti e José Maria Martinez, fra i migligri nostri di Spagna, un amico di Riccardo Mella, segretario re– gionale della C. N. T. Ebbene quest'ultimo, pur in piena battaglia, si vide rifiutato dai socialisti il concorso e l'aiuto di armi per la difesa di Gijon (dove predominavano gli anarchici e che era un punto strategico importantissimo) contro le navi da guerra r!he stavano per bombardarla. J n Barcellona e tutta la Calalog1ta, senza di cui una rivoluzione spagnuola é presso che inconcepibile, la situazione era addi– rittura paradossale. Il governo locale di "sinistra" in rotta con Madrid, appoggiato dai socialisti ce l'aveva a morte con gli anarchici che sono la forza rivoluzionaria più nume;·osa di Barcellona e dintorni.. Gli anarchici e aderenti aJla C. N. T. vi, erano ancor più perseguitati che in tutto il 1:es~o della .Spagna: chiusi i loro sindacati, 11 quotidiano, gli atenei; pro~es~ati _ ~ ~r~·e– stati di continuo i redatton d1 per10d1c1 e riviste; zeppe le carceri e i ponto:li _di-~on~– pagni, fra cui alcuni profu_gh1 1taham. Mentre é imminente il conflitto con Ma– drid vi sono gia liste di proscrizione con– tro :,.li anarchici che saranno I primi col– piti:"' lo dicono tutti. In un ambiente siffatto scoppia il conflitto con la metropoli! Gli anarchici della C. N. T., com'era na– turale profittano del momento per ria– prire 'i loro sindacati e il quotidiano "So– lidaridad Obrera". Ma la polizia... rivo– luzionaria autonomista accorre, invade i locali e spara pazzamente per le vie cir-. •os.tanti ' ostante la ma ioranza degli anarchici si unisce ad uno sc10pero gene– rale non proclamato da loro (2). Il go_verno si dichiara Repubblica autonoma; e dll'am,a subito un telegramma, assicur~ndo che_ d!– fendera l'ordine. . . contro gh est~·em1st1. La truppa madrilena invade la c1tta; ,e mentre i corpi armati del piccolo goveri:10 si squagliano, fuggono o si ~rren_dono,. cit– tadini e operai si battono disordinatamen– te. Gli organismi anarchici si astengono; pure non pochi com~ag_ni_ si b.~tton~- ~– ch'essi per impulso md1v1duale'. anzi, m due O tre piccoli centri dell~ reg1one 1 pren– dono loro l'iniziativa dell'azione. Pero, _dopo ,circa otto ore di effimero governo, gli au~ tonomisti si arrendono alle truppe regola;~ gia occupanti la citta. Sol_t~nto allora c_e chi fa appello agli anarch1c1 ed__ offre 1010 armi in quantita ... Troppo tardi! * * * Come spiegazione dei fatti e d_ella posi– ,done nel loro quadro dell'anarchismo spa– gnuolo, ci pare d~ avei: d_~tto ab~ast~nza. Ma dal punto di vista d1 c10 che s1 s~1ebb~ dovuto fare perché i fatti fossero .d1ver~1, 0 per deviarne il cors?, o per agire 101 ~ malgrado. sorge per noi_un altro yrobl~m:1·. quello del compito spe?1flco degli ana1ch1c1 che é la conquista, difesa e lotta per la liberta. . · l Alla luce di questa esigenza, che_ e a ragion d'essere dell'anarchismo, a 1101sem– bra che si possa dire in certo modo della ~ Un telegramma clell'Agenzia IIawas ùel 23 ottobre rh OviPdo diceva in proposito: "Se é vero che furono t L socialisti a dare l'ordine di sciopero il 5 ottobre, sem-: bra che essi siano stati subtto oltrepass~ti dagli oper.at di altre Ideologie. specialmente anarchici, anarco-s lnd,t– listi e comunisti". (2) Una situazione cast inrernale spiega con~ quesl"a– <l •~lone non sia stata unanune e senza c-onltast1. Essa ~~ieg. 1 a1lresf, 1n::i. non ~~usli_fica per6 in al~un modo~ l'atto arbitrario e rnquallhcab1le cli un n1emb1o del Co milnto regionale della c. N. T. cl~e, a no_me di ctu~~to, due O tre giorni dopo, la sera dell ottob1 e, annunziava per mezzo di un microrono militare la. cessazione dello HCiOJJero generale in Barcellona. E' un caso !solato, e SJ)crlamo che si tratti di un atto lnesponsttb1le e non ~utorlzzato; ma in ogni modo esso vn., cl,eplorato _en~r– glc-n.rnente, come ha. gi{t fatto col:'.l. Ullft 1 I\ l_stn.H,IH\Ich1ca_ aderent<" alle idee della C. N. 'l'. <.~a Rev1sta Bianca cli B:u·cellonn, n. 299 clel 12 ottohrc 19v4). STUDI SOCIALI collettivita anarchica organizzata spagnuo– la, quello che Bakunin disse ,dei proletari parigini che nel 18·51 non cooperarono quanto avrebbero potuto a impedire il rea– zionario colpo di Stato del Bonaparte. Egli si spiegava perfettamente la cosa: i re– pubblicani borghesi, che tentarono di sol– levare i sobl>orgl!i e alzare le barricate nel dicembre 1851, erano i responsabili delle stragi proletarie del giugno 1848. Se gli o– perai restarono freddi e per lo più assenti, tutta la colpa ne risaliva alla borghesia re– pubblicana. Pure, Bakuuiu pensava che se il prole– tariato avesse saputo superare il suo giusto risentimento per non vedere che la bonta della causa, indipendentemente dalle per– sone che la propugnavano, ed avesse im– pedito con uno slancio insurrezion~le il colpo cli Stato, avrebbe -salv~t3: la llbert~ della Francia anche nel propno mteresse d1 classe, e forse si sarebbe posto in condi– zione cli strappare ai repubblicani borghesi la palma della vittoria sulla reazione. La Comune poteva essere anticipata di 20 anni e con maggiori probabilita di success~. . In Spagna le cose sono andate un po d1_– versamente, ad onore dei nostri compagni: poiché questi si sono battuti a fianco degli altri su vasta scala: in massa, nel folto della mischia, nelle Asturie e in alcuni co– muni isolati qua e la; individualmente o a gruppi un p6 dovunq~e. Ma é mancat_a la scesa in campo unamme, come colletti– vita autonoma, con propositi .propri e ~otto la propria bandiera, che avrebbe trascmato alla lotta più vasta parte del proletariato. Avrebbe bastato questo a schiacciare il fa– scismo clerico-militare e a sbarrare il pas– so al fascismo rosso insidiante alle spalle? Non possiamo dirlo; ma ci p3:r dif~icile che avesse potuto risultarne una situazione peg– rriore deHa presente. Il fatto sta che gli :narchici che han combattuto, benché nu– merosissimi, han subita in pura perdita 'iniziativa altrui, ed oggi giacciono insieme agli altri sotto il tallone nerro deJlo .Stato capitalista vincitore. In ci6 consiste in realta la sconfitta: P?; liticamente, cioé ·rispetto ai principii, p1~1 grave sotto il primo aspetto che sotto 11 secondo. Troppo lungo sarebbe farne un esame ora; ma esso s'impone, e con una certa urgenza. E bisogna ricercare le cause più dentro sé stessi che fuori, perch~ le esterne si vedono bene, ma non cosi le interne. Un tale esame, ne siamo certi, non tar– derebbe a mettere in luce errori piu o meno remoti d'indirizzo e cli condotta, nonché difetti di tattica, di organizzazione e di o– rientazione molti dei quali ci sembran do– vuti a un ~edere troppo alla tentazione di ao-ire in pratica, - credendo di essere più "pratici", ma mettendosi invece fuori della realta rivoluzionarra, - in contradizione con lo. spirito libertario dell'anarchismo, e cioé in contrasto con gli scopi piu impor– tanti che gli anarchici si propongono, pri– mo fra tutti di salvare la liberta, quanta più liberti é possibile. E' un esame retrospettivo e introspettivo che riguarda solo noi stessi, e non gli altri. Né i nemici cui non dobbiamo certo ren– der conto del modo da impiegare per vin– cerli; né gli avversari, che pur volendo essere rivoluzionari con intenzioni di e– mancipazione sociale, restano autoritari e sacrificano ciecamente al loro autoritari– smo la rivoluzione, il proletariato e la li– berti, e per ci6 han sempre torto cli fronte a noi. Ecco perché noi restiamo moralmente disciplinai i sopratutto con gli anarchi-ci che restano anarchici. Possono ess-i, possiamo noi, cadere nei più numerosi e gravi er– rori; ma finché restiamo anarchici, abbia– mo sempre la possibilita di correggerli, e le vie dell'avvenire ci restano aperte di– nanzi. Mentre non appena uno qualsiasi di noi si mette per le vie dell'autorita e cessa dall'essere anarchico, malgrado ogni sua .buona intenzione e con tutta la scienza e sapienza del mondo, commette errori mille volle peggiori dei nostri, li aumenta e ag- grava sempre più, e ritorna senza accor– gersene verso il passato. Per ci6, oggi piu che mai, ci sentiamo idealmente compagni e fratelli cli tutti gli anarchici spagnuoli, c:omc soldati volontari d'uno stesso eser– cito senza curarci degli attacchi di livore, d'ingiustizia e cli menzogna cui ·sono fatti segno da varie parti. Sopratutto ed in moclo speciale siamo so– lidali con tutta l'anima e seuza riserve con i compagni di ~pagna che hanno combat– tuto; ed in questo la nostra solidarleta si allarga a tutti quanti si batterono al loro fianco. E sentiamo una riconoscenza infi– nita fatta ~d'amore e d'ammirazione, pei nostri che con le armi in pugno sono cola caduti nella recente battaglia. Poiché, se non sono riusciti questa volta a salvare la liberta della Spagna, il sangue che l1an ver- . salo per lei ne prepara la rinascita. Col loro sangue essi hanno intanto salvato l'o– nore della nostra bandiera. u; mc v,umm. l'lndividualis mo nell'Anarchismo Noi 11011 intendiamo parlare in quest'articolo di quelli chP col chiamar·si individualisti credono di giustific:.u·e ogni pili ripugnante azione. e che banno tanto da. fare coLl'anarchismo quanto han ùa fa.re i bini coll'ordine pubblk:o di ,cui r~i vanla.n cUfen• t1ori, o i horghesi coi princiuii di morale o cli giustizia. con cui a volle coreano dl difendere i loro privilegi omicidi. :N,é intendimno parlare di quei compagni che si cbia,mano "individualisti nei mezzi" i c1uali, neLla lotta che combattiamo oggi, preferiscono, o esclu– s,ivamente ammettono, razione lnclividuale, sia per– ché la credono l)iU efficace, sia per misure cli pru– denza, sia perché temono Che una qua 1 lsiasi orga– nizzazione, una qualsiasi intesa collettiva, menome– rebbe la. loro -Ji'..bertà.Di Qtteiita, che in parte é -question di tattica ed in parte question di p1•incipii. ci occuperemo parlando dellc:'1. questione cl"organizza– zione. Ora vogliamo · parlare del•l"i,nclivi-duaiismo, come filosofia, come reo11'cezionegenerale cioé clolla natura delle soci-età umane e dei rapporti fra individui e colletlivlta, in quanto esso é professato (qualcho volta qua'Si inconsapevolmente) da una parte dei nostri compagni. V'é chi si dice indivi-dualista per intendere chf." l'individuo ha. diritto al suo completo sviluppo fisico. morale ed intelletuale e che deve trovare nella societa un aiuto, e non gi8. un ostacolo, per rag– giungere rI ma-ssimo di felicit,, po~sibile. llfa in tale senso siamo individualisti tutti e non sarebbe que– stione che di una parola cli piU; e noi non l'ado– periamo solo perché. avendo altre e varie acce– :don i, non servirebbe che a generare confusione. Né soltanto noi, anarchici o sociali'sti cli tutte le scuo– le, siamo individualisti nel senso suaccennato, ma lo sono tutti quanti gli uo111ini cli c1u::1.lunqne scuola o partito; poiché l'individuo é il solo essere se-n• zienle e cosciente, e sempre che si parla di godi– menti o di sofferenze, cli libertà o di schiavitù, di diritti, di dovere, di giustizia, ecc. non si ha. né si pu6 avere in vista che clegrindividui viventi. Qualche volta dunque si tratta di una semplice questione cli parole e non varrebbe la pena cli farnP gran caso. Ma spesso una importante differenza di idee tra quelli che professano e quelli che ripudiano l'individualismo vi é realmente; ed importa deter· minar.la , perché gravi sono le conseguenze pratiche che ne cleTivano, malgrado che gli scopi finali cleg!i uui e degli altri sieno gli stessi. Non é giU. che ci sia ragione di guardarsi in cagnesco e trattarsi da. avversarii, tanto più che, da 1 l momenlo che gli anar– chici han voluto mettersi a rare della "filosofia"', é avvenuta tale una confusione d'idee e cli parole, c·he spesso non v'é modo cli raccal)ezzarsi se si é d'accordo o no. Ma é urgente spiegarsi bene, se non per altro, per isbarazzarsi una YOlla per sempre cli queste questioni astratte che assorbono l'intora atttvitft. cli certi compagni con grave danno del la– voro di yera propaganda. Esaminando tutto ci6 che é §lato detto e scritto dagli anarchici individualisti noi ci scorgiamo la coesistenza di due idee fondamentali, contradittorie tra di lol'O, che molti non rulil'.ermauoes•!llicitamente, ma· elle in 1111a forma o nell'altra si 1·.Itrovano sem~

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