Studi Sociali - anno V - n. 35 - 10 novembre 1934

.c<l}>.tcc di spezzarne ra.stiallo. I!a una parte spera che, dall'alto degli innumere– ~·ull Pt~lpiti di cui dispone, il prete fara. intendere .1_ consigli cl 'aggioruamen.to e cli pusillanimità che lrcu ano I-e impazienze e calmauo le collei·e; <lall'al– t.ra. si a f[i:la alla soldates,ca, perché abbia a isoffo. ~ar e con la [orza e ad annegare nel sangue le rivolte 111<:oerciUili. Coiuc _se.rEsercilo e la Cllie;;a avessero cOticieuzn. <l?lla m1ss1one a sse~nata loro dalla borghesia trc- 11:ct3:nte, eome se comprelli:le.ss· ero che il compimento ~li s1ffat~a co_nseg na fa loro u n dovere di restringere 1_ l_e~an~1reciproci, Chiesa ed Esercito si ~ssociano 1J111 111l11namcnte che mai. Ne•! corso dell'aiffare Dreyfus che. suporando di ~wllo la causa d"nn innocente, metleva runo contro 1~llro _Esercito e Paese, Verita e Stato :!\1aggiorB L1h•,.·:ta ~. MilitariSmo, Giustizia e Consigli -di Guer~ ra, s1 vHle la Chiesa lanciare il mondo cattolico 11 t"lla. battaglia., dalla parte dei falsari dello Stato ~ 1 lagg_1o_rc.elci dirensori dei Con•sigli cli Guerra e de} Janat1c:1 del 1Militari,smo !Dur~n~e la g uerra , si vide •la Chie-sa, nella per– .s?na de1 suoi ca.pi più autorevoli, gridare frene– ll_c·amente ,evviv a in onore del MilitaTismo assas- 81110. ac~la.mar~ con entn·siasmo il macei!o e non moslrar;jl rnfenore a nes'Sclllo nel culto danguinoso dC'lla Patria. Oggi. é con lo t:ilesso fervore che la Ch!esa chia– ma é1 raccolta tutte le truppe intorno alla cassaforte <·d al_I'A:utorit,t che la pl'otegge. E' e,on eguale ardoTe eh? 1ntnrn.~ a· suoi f.edeli l'ordine cli stare d. guardia {~~1. palaiz1. delle -banche. dei magazzini e delle of- 11c-1no -d~i profittt~tori della guena e della pace. . La spinta l'eaz1onaria che é il ratto del gior110 ri~_nlla cln una stretta congiura {l'a. i rapprBsentanti p111 autorevoli della Religioni: i cardinali ed i ve•• ~cov! cl~ Francia. coi portavoce più qualificali d~l P~lll'lott1smo: j Castelnan, i !Saint-.Tust. i Dandet. i TI111ctValmcr. i Milleran{I, i Maginot ecl i Billiet .r~· cosi che. ogni qualvolta. ~e circostanze s~no eh natura _da sca~enare l'indignazione popoiare, ogni crna.lvolla 1 Potcn pubblici sono in cattiva posizione. tt"n~ qualvolta l'ordine· capitalista é i:ieriamente in 11encolo, si ,,edono la Chiesa e l'·E}sercito . os-sia rim– ])Ostura sistenw tica e la violenza. orga nizzu.ta, ac– ~l~iar~i mostruosamente al~o scopo cl i paralizz are l ll'l'1_l~z_1one-. della moltilurline, cli protegge,·(' i poteri stah11Jt1 e cli salvare il regime capitaHsta m:nacciato ,::· ci6 c!1 nel _sno Tucle ma veritiero linA"naggio: 1 1:l folla chiama: l Allonnza <lelln Spada e dc-ll'Asper• 'SOl'ÌO. SEBASTIEN FAURE. Il Mutuo APPOSSiO rivoluzionario ~el numero :;cor8o alJbiamo eletto il nostro sce.:..– ticismo e- le nostre critiche- al "fronte uuico·· rea– lizzato in fi'rancia cd altrove fra i partiti ~ocialistc.t e comunista. Qualche numero addietro respingev,amo l'idea. cli un -compagno, che parla.va adcliritlura. di ~n11a soppress-ione di partili e di prograonnni, per :umrsi tutti attorno uu so.lo programma. generico cli avanzata. rivoluzionaria. Con tutto ci6 noi .abbia·mo dollo •C pensato a ,111ello che non .ci piace e che nou vogliamo perché ,c:i aembra· orroneo. A ,ques,to punto que• 'quattro gatti d1e- han la pazienza di legger.ci con un p6 d'atten– zione hanno tutto il diritto di reclamaire che di· •C'iaimo anche che co.~;a vogliamo di positivo P di pratico, che cosa secondo noi si dovr,ebbe fare al posto di ci6 che 11011 ci garba. Altrimenti tutte le nostre si ridurrebbero a chiacchiere inutili, come se fossimo degli eterni brontoloni inconcludenti che perdono anni ed anni a criticare, non sempre cott ragione. que-l chP fa:nno gli altri. s-enza far nulla. ,1oi stessi e ~enza sapere neppur noi, nel!'assenza d'ogni pPnRiPro pro1>rio. quell-o che 1·ea.lmente vo– gliamo. Vediamo cli non seguire un tal cattivo andazzo, ma di cercare invece quale sarebbe il moclo cli uscire claH'ecces·so di •discordia rivoluzionaria che anclrn noi lamentiamo. Come dic.evan.10 di recente, anche noi sentin mo ll danno del soverchio frazionamento e litigio de11c varie forze rivoluzionarie e di progre-sso; anche noi sentia.mo, come lo sentono cosciemt&mente o jncoscientemente_ un p6 tutti, il bisogno cli una <'Cl'la unità degli sforzi neNa difesa e nel contrat• tacco contro le [orze coa,lizzate della Teazione, oggi '<·ulminanti nel fascismo; anche noi sentiamo l'urgen– ·za cli un minor distanziamento e cli un ,maggiore avvi– cinamento di quanti hanno nella triste ora attuale ·gli stessi f.eroci nemici, che -sono i nemici tlel pro– letariato e della 1iberta. i .secolari nemici clell'uma– -i1ita. STUDI SOCIALI * Dicevamo gi.I, - ed illH:he allon:1 era una ripe– tizione. pnl'ch(i corlc cose le abbia,m dette sempre, e bisogna eonlinuarc a rì-pcterle fiinché 11011 entl'ino nella testa della gente, -- che la via buona ci sem– bra. ancora quella di una volontaria. conYergeuza, coi fatti e non solo a lltll'Ole. sul teneno dell'azione diretta e rivohrnionaria, cli tutte le fol'ze indipen– denti di rinnovazione e liberazione, piccole e gran• cli. individuali e collettive, senza patteggiamenti o riuuncie e senza pretese cli condizioni o compensi, ma per l.1 propria convinzione cli compi~re- un do• Ycre, libere tulle di conservare e sperimentar.e ora e poi i loro speciali programmi di lotta e cli rea– lizzazimie al cimento della realta. Spieghiamoci meg~io. A noi pare che la questione sia in g-rau parte d'indole morale, non nel -senso dottrinario -delrac– cet tazione- o meno cli una -qualsiasi teoria, bemd nel se·nso pratico cli una predis.posizi-one ~;piritua:le, men– tale e psicologica insieme, cl-ella quale s'Lmpone sempre più un mutamento ,di indirizzo. Vogliam dire muta1nento della tendenza che hanno g,l"i elementi più attivi e rappresentativi dei partiti e movimenli di progresso sociale nel Oo;:)tinarsi ad esagerare ed esasperare i motivi cli dissenso e cli discordia fra loro ed a subordinare a questi i motivi di consenso e di concordia creati cla:lle più impellenti necessit~l. Ci6 era naturale e comprenBibile, magari neces– sario, in passato, sia perché nel periodo cli forma– zione •le i-dee ed i partiti han bisogno cli accentuare i caratteri cli di[[,erenziazione per dife,nclersi dalle confusioni e inquinazioni, sia perché la relativa li– berta acquisita clalle ,passale rivol.uzi-0ni, che a torto si crecleHe intangibHe e solo a.mpJiabile. evitava i danni del frazionamento delle forze o li diminni'Va cli molto. Ma i tempi sono cambiali. Da un lato le idee e programmi dei vari partiti e movimenti, attra• verso tante divisioni e suddivisioni, han raggiunto tutta la •precisione e cl1iar.ezza possibili; e se si hanno sempre deviazioni e degenerazioni, non si debbono più a co11fusio11i o equivoci involontari, bensi a errori intrinseci dei programmi -e a.!le debo· lezze e difetti degli u6mjui. Dall'altro lato la libertU. di una volta, per quanto limitata, .aleatoria e in• sut'ficiente, che permetteva per6 senza troppi inco11- venie11l i divi-sioni e suddivisioni senza Umile e il lusso del 1·eciproco accapigliarsi oltre il necessario. viene oggi man mano a ma·ncare dov11nr1u-e; e in molti paesi non esiste più affatto. Di c1.ui 1a neces– sità di 1111 certo raccoglimento, cli un risparmio cli ene-i·gie, cli un approfondimento e allargamento in– sieme del senso di soliclarieta fra tutti gli s[ruttatì e gli oppressi, fra tutti gli avversari dei regimi o movimenti atluali di conservazione e di 1·eazione. Dopo tutLo, si tratta di applicare alla lotta poli– tica e sociale quel principio della lotta per la vit.i illusti·alo cosi bene ùa I<ropolkin, se-condo cui in questo iotta 1ris11ltauo vincitrici o l)iù fortunato lù s.pecie e le razze in mezzo a cni sono più svilnp· pali lo spirito e la pratica dell'appoggio mutuo. So nelle classi popolari e proletarie un -senso cli soli– darieUt superiore alle divis,ioui cli programmi e par• titi riuscirA. a prevalere su11e loro discordie e, lotte intestine. ,sarà loro più facile resistere all'assalto delle caste para-asitarie che oggi tendono a prolun• garne e renderne- più dura la schiavitti: ess,e. a• vr-anno maggior forza. o probabilitll cli 1·aggiungere nna propria liberazione. -Ci6 che nel mondo animale avviene quasi mec– canica.mente in forza. del solo istinto incosciente. nelle sociel'i"1umane 1rn6 prodursi col concorso della volont.ù e dello spirito d'iniziativa. Fra. g-li uomini, appunto a causa della loro superiorita. organica e del loro sviluppo intellettuale ed emotivo 1 sono a'\. trettanto forti le tendenze alla differenziazione ed al contrasto che quelle a1la solidarietà ed al mutuo aiuto. ma non più ubbidienti cieca1nente alla s-ola spinta rlell'islinto. hen8i soggette all'intervento re– golatol'e. modPratore o accelerator~ cl~lla coscienza. Cosi, noi possiamo dire che le lotte umane sl fanno coscienti col proporsi degli scopi determinati e con l'essere proporzionate ed in rapporto con gli scopi voluti; e sono tanto più cosdenti quanto piti si elevano snlle meschine preoccupazioni egoistiche verso una visio-ne superiore dei 'Più va:sti interes:;i collettivi. Quanto più questa visione si allarga, tanto più si al1arga il campo della solidarieta u– mano.. e la lotta ei precisa e restringe, per motivi oiù giusti, su cli u11 fronte pi(i limitato e cleter· 7 minato. ll che non avviene automaticamente, ma p~ l'impulso -della crescente coi:;cieuza della. lotta . (.lues·ta coscienza -ci dice che l'obiettivo della. lotta. sociale_ é l'abbattimento cli tutte le tirannidi poli– tiche, economiche e religiose e più precisamente, in 11ue:;lo momento, la -difesa cle'l-la liùertU. e del 1m11e delle classi la vora.trici e cli tutti gli oppressi e vittime delle odierne ingiu-stizie, che la triplice I irannia dello Stato, ciel Capitale e della Cbies<.t. tentano cli legare con più llesanti catene al loro giogo. L'i11teres:rn predomina11le. in quest'ora, et-elle ma.8se JH'Oletnrie più coscirnti, di tutti gli amanti cli li– hena, cli lutti i ribelli contro lo sfrullamento paidru- 11ale e ton-lro l'oppressione governativa, di tutti gli ..1nclanti :1 un Tinnovameuto sociale nel senso cli una maggiore giustizia umana, é cli concenlrarsi sul fron1e nemico, contro la reazione fasc:h~ta che a– van1.a. r rif.:rrhare .a ques.ta lutto il proprio ardore. fii lotta. lutti i propri colpj, senza. clfatl'aroe le enrrg·ie pc1· ali111e·uta1·p i propri contrasti interni, per .quanto inevitabili e giustificati essi possano· li m3~8imo di energ-ia e unlone degli sforzi contro il J1emico. che sta. al di là della barri·cata: il mas– simo cli solidariel<i al di qnn. fra le- torze cli l,ibe• razirnie " 1·in11ovazione sor-inlP. * :\l.1 comr raggiunge.re questa unione degli sforzi, q1wsto 111assi1110di solida.riet:.i rivoluzionaria'( Qui :-;t.1 il problema. Non sì ti·atta cli mu-tnre idee, programmi o moto-– cl,oVogie, né di soppr.i1nere nairti,t,i e tendenze o crear,ne dc' nuovi, né cli architettare fusioni o. co111111hi lra di loro, ecc. Tutto ciò pu6 es-sere con– sigliabile o meno per altre ragioni: ma non é quello che pu6 giovare alla bisogna: potrebbe talvolta per– fino nuocere. Battono falsa strada quelli che ricor• rono a espedienti del genere; e quasi sempre fini– sco110 col non conclude-re nulla o con l'aumeutal'e la disc:ordi..1, perché anche le divisioni e clifferenzo cli l)l'Ogrammi, partiti, •tenclonr.e e metocli hanno una. loro flro[onda ragion d'essere ili rapporto con- la vurict;:'t naturale dei bisogni, convinzi011i, aspirazioni C:; capacitt't umane. Una sn[ficiente concordanza nell'azione rivoluz.io· narjn, 6 possibile, prescinclencto dalle cli[f:erenzc e divisioni lli programmi e partiti, ,se si ,riesce a far prevale-re, come abbia.mo giù. eletto, in tutti i set• tol'i ciel movimento proletario e rivoluzionario i sen– timenti cli solidarietà e cli mntuo aiuto contro H nemico esterno sui risentimenti dei contra:;ti iu– lerni. :'ion é cosa cLifficile, perché tra le masse ano– nime e gli oscuri gregari clei vari movimenti una tencleuza. in tal sen\3o gia c'é. Se mai. la tendenza contraria c'é tra i capi. esponenti e giornalisti, ,più portai i ai litigi. Ma il loro numero più ristretto e la .media della loro intelligc-nza fauno supporre pili t:acile che si persuadano e non siano ciechi al punto (li 11011 vedere .qual'é la neeessità imperiosa de-! momento. Altrimenti su d·i essi ricadrebbe, coi danoi che la loro posizione comporta, anche gran parte di responsabilità della futura sconfitta comune che avranno resa più probabile. Si potrebbe -su-pporre che per amor di concordia noi chiedessimo ai giornali, oratori ed altri organi dei diversi settori proletal'i e rivoluzionari un:t ri· nuncia alla propaganda delle loro idee e metodi. e– ad individui, gruppi e organizzazioni la rinuncia ad agire ciascuno secondo i propri criteri speciali. Ne:p– pur questo. Neppure la critica reciproca alle idee, attivit{1 e atteggia.menti rispettivi av,rebbe bisogno cl"essere taciuta, al solo patto cli s,pogliat"6i idel1'a– stiosit{1 dis-pettosa cli cui per .so.lito si 1·iveste; a patto cioé che ila discuss-ione e la critica, senza tacere aloun argomento -sos-tanziale. siano condotte con tono cli corclialita. con l'ammis,sione previa della buona fede avversaria e senza sospetti e ·pretese di processi alle supposte intenzioni dei contra,ddì• tori. A gran torto si cl;i. poca importanza a questa questione del Hnguaggio nella polem,ica e uella :pro– paganda. credendola una trascurabile questione di [or.ma . Per le conseguenze. essa diventa importante questione di sostanza., perché il ,reciproco linguaggio acre, violento e malevolo, l'atteggiamento aggre<:;– sivo e sospettoso degli uni contro gH altri, diffonde a poco a poco il malessere. lo scetticismo e la s.fiducia nelle masse a danno ,cli tutte le idee e partiti contendenti. Esso fa perdere cli vista il ne· mico comune, 1'encle sterlle o •poco effièaco la pro-

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