Studi Sociali - anno V - n. 31 - 23 giugno 1934

:'Ili :-.ù111hra d11nc1ne che il meglio c:hc si !)Olrebbe fare i,er h1 sua momoriu ed allretii per la storia delle nostre idee, sarebbe di riunire la. ~ma C()rri spondenza, la sua e anche una parte ùi quella a lui diretta, per quanto d6 sia ancora perme:;20 dalle •distruzioni e J>enlite avvenute e prima. che s-ia trop– po più tardi. lo ho messo insieme cleg·li ''estr'1tt1' cli lettere sue dal 1876 al 1914 (prima metil), p1ì!J– blicate etl llledile, ch9 mi furono acces:;ibili, ndl.1 raccolta (in russo) di cui ho gill parlato; e [ui ;;ol– pitp dalnnteresse che presentano molte cli es:>e 1 ,..,r f~.r meglio t'.:omprendere la ~jua vita e le sue ~•l~~. lll:1 anche dalla gra11:le mancanza di lettere pe~· Lrn· ghi periodi. Resta dm1quc molto da fare, e se t1.•w dire il mio parere, questo sarebbe die non si a;1>e11i a rare 1.111a centralizzazione cli que~te letLere in ~1-.1n 111,rnrnroper una edizione .monumentale. nrn che cia– sc-m10 faccia il 1>os;:;ibile. ;;ia per raccoglierle e {'.J· piarle, sia per pubblicarle e commentarle. Malate:;ta ci da va un huon con:;iglio, che po~ia– m<? applicare al caso nostro, in un suo articolo Ì1.el S'l'UHl SOCIALI Réveil cli Ginevra del P novembre: " .E per non perder tempo in discussioni che :;i ripetono çonti– nuamente ·senza fornire falli e argomenti nuovi, io vonci che chi ha 1111 progetto cercasse cli realiz– zarlo subito, appena riunito il numero minimo di aderenti giudicali necessari, ~enza aspsttare, qua:;i sempre inutilmente. l'a.desione cli tutti o di molti. L'esperienza ùimostrera poi quali cli questi progetti sono realizzabili, e lascer.ù vivere e prosperare quel– li che sono vitali ... ·· Agiamo cosi nelle grandi coi-ne nelle pi ~eole cose, non trascuriamo le piccole in attesa di fare le gran– di che torse non fa.remo m~i. Insieme alle grandi cose da fare, di cui questo povero globo oggi cosi squilibrato in tutti i suoi continenti non ci o[fre che l'imbarazzo della scelta, pensiamo qualche volta al passato, alla storia ed ai. ratti e pen:3ieri degli uomini ecçellenti come i Kropotkit) ed i Malat.e:Ha, che ci hanno lasciati. .MAX N E_TTLI.\U. DOCUMENTI STORICI dell' Programma e OrganizzaziG>ne Associazione lnternaziona1e dei Lavoratori (Continuazione; vedi num. precederite) PROGRAMMA Bsclusa ogui concezione metnt'ic;ica, ogni meta e– stra-ter.rena, ogni missione imposta ull'1101110 <la un Dio .chimerico; richiamato su1ia ter ra l o scopo della vita umana, questo non ·é e non p.uù essere- altro ;per noi che la felicita, la quale •c on~i HLe nello svi– !uppo integrale e mas6imo delle nostre tacoltti, nel conseguimento del più grande benessere coll~ minor somma di dolore possioile: e la soclct{1 (lo ·quale, .é essa stessa la conseguenza llolla ricerca e della neces-sitll ùel beuessere) non puU a.vere altro fine che quello ùi soddisfare agl'is tinti arre u ivi svilup– patisi nel noslro cervello e di .aumenta.re o garcntire la nostra felicità, di cui anzi essa e -oramai lt1.con– dizione 1nelutta·bile. Basta osservare an<.:he su.perf icialmeu te le condi– zioni attuali ùell'uman~, per vede.re come la so– cietà, quale é ogpi cwtituita, ri sponda male al_ suo scopo. L'umanita é divisa in clnc grandi parli, la più numerosa. delle quali sembra destinata a. lavo– rare, ubbidire e sopportare i ·più grandi dolori, per dare all'altra il modo di vivere oziando e mano– mettendo la volouta. e la dignità altrui. .Miseria, i– gnoranza, ,corruzione, prostitmdone, malattie, delit– ti, incertezza del. domani, morte prematura., gmerre. stragi, adii - ecc·o q11;1ku110 dei tratti che carat– terizzano la tisonomia attuale del consorzio um:1110. ~ "Quali sono l e ragioni di ç osi orribile_stato'! liliali i rimeclii che- l 'lnterna:t.ionalc vuole applkarvi'! Non v'é nulla ftw1·i della n atura, nulla che non sia sottopoato alle leggi naturali. L•uop.10 é la pili. alta organizzazione finora raggiunta. dalla materia, l'e:•· sere pili. elevato nella scala de.gli animali, ma uon cessa ,per iquesto tli es-sere \1111 aggregato cli atomi materiali, 11011 cessa. di essere nu animale {' come tale é sottoposto a tutte le leggi della chimica o de-lla biologia. Formatosi per lenta evoluzione sotto il dominio delle leggi nattii'ali, in mezzo alle mille peripezie della lotta. ,per l'esistenza combattuta con– tro il mondo. a mbiente in generale ed in ispe~io contro gli altri anima.ii , é colla f?Corta 'tlellC I leggi naturali ·che noi possiam o ·spiegarci il suo passato ed il .sno pT'èS"entè; é colla stese a·· scorta che · po:;– siamo gittare uno sguardo· s,rl ·sno-·:avvenil'o e s,co– i>rl1;e· le uondizioni nelle ~n,ali e.gli possa raggiun– gere un grado· s,up~ri.i;>JT .di civiltà c..conquistare. il lJeneooere a·1 qual~, aspira. . .. · Appena venuto··al h10nclo, f'uomo dové combattere per la sua esi-slenzà':···combattè contro gli a 1 ltri uo– mini come ,contro il rf'sto della. natura, e tu lotta hrutale nella quale· si uecideva o s~ yimaneva ·uc– tisi lPiù tardi l'uomo comprese che il -con<:;onm del- 1'.al~·o uomo gli crq ,,111ille yolt~ hh1 uti(é della S_ua morte, e scÒpo deTia 1o.tta ·1·1on· 1!1r pili td1Ho ii :mp~ p,dmere l'nvve!'sario .-:~1nanto. il sottòmettert'-ielo: - ri~ dnrìo schiavo e ht .tia da lavoro.·. Queato nuovo ca– rattere più sapieute, JJ'iù umano ùella lolla <1ell'uo- 1'uo c.ontro rnornd é stata la •causa determinante del– l'alto grado di civill.i raggiunto dall'uomo,. ma é pur la causa per cui questa ci\rilt,i ~i l1asa sulla sogigezione e sulla mii:ieria <klla m,1···:.:,ioranza degli 'l\omini, ed é condannata a pa:;ce•r::;-i di ::mngue e Jarrrime umane - fino a quando, ,ce.ssata affatto la O lotta .fra gli uomini, essa civiltà non si fondi sulla vera e completa ~"'Qlidn:rietà del .genere umano 11ella lotta per sottom.e!ter.~ la natura ni suoi bi– iiOgni. La lotta dell'uomo ,per soltomettere l'uomo ha prodotto dne conseguenze capitali: la proprieta e l'autorilit .. La. proprieta é surta quando cia::;cun uo– mo lottando con gli altri, si é impossessato dì q.uplla parte di beni sn cui ha. potuto metter le mani; ha fatto lavorare per pr'oprio conto coloro che non erano stati· abbastanza forti o fortunati per pren– dere una parte del bottino, o mancando })erci6 della materia e degli strumenti da lavoro, dovevano stt· bire le condizioni cli -chi ·possedeva queeta materia e questi strumenti; ha trasmesso a.i suoi figli o ai Ruoi amici i diritti che &i era arrogati, c<l ha con– corso a divillel'e l'umanita in due caste: l'una di possidenti che pei- diritto di nascita vivono tieuza lavorare; l'altra di l)l'Oletal"ii cui l'in dalla nascita é retaggio la miseria, la soggeziont!, il lavoro e,;;te– tNU\.Jlte o non ricompensato, e dei quali sola.mente qualcuno, in rarissimi cas•i e per circ~ltauze affatto eccezionali, pu6 ascendere 8'Cl una vita più uma.nu. e qualche volta alla propriet{1. L'autoritù é .comin– ciata colla oppres6ione b]:utale dell'uomo sulla don– na, snl, [anciullo e sull"..i.ltro uomo~ più debole cd é ~ arrivata fino alla costituzione- dei governi, coi qua.li , re.golamentimandoli, si consacr ano e difendono i pri– vilegi e le ingLustizie socia.li , tra cni la proprietà che sta. a. capo ùi tutte. La proprietà e l'autoritU., uuite alle credenze reli– giose le quali, originate dall'ignoranza e· dalla pau– rosa immaginazione dell'uomo pri mitivo q uando s'af– facciava per la prima volta sull 'cri:t.zonte <lel pen– siero cosciente, hanno t1'0\·ato 1 1ell'interees e dei pri– vilegiati e •nell'abbrutimento causato dalla miseria la ragione · della loro cturata.; unite al sentimento <l'oùio e di rivalita. cli razza, di nazionalita, di ireli– gione, di mestieri, di famiglia, ecc. che gl'interes::;i antngonisti e le suggestioni dei preti e dei tiranni hanno ratto nas-cere - si riscontrano in tutte quant~ le funzioni della vita soc iale, e B ono la cniusa. ,di tutti i mali che abbiarno deplora.ti . Per distrug·gere questi mali bi !l:iogna. lo abbiam g;ià {letto. ca1n-biare il principio cho r:•gola attual– mente i •rappòrti nmani: al principio di lotta biso– ~na sostituire il principio di solidarietà. Si é tentato e si tenta ancora da molti. e ~empre invano .. di distruggere o lenire quei mali mediaute trasformazioni politiche e dettati morali; ma il soc-ialismo é venuto a dar la ragione cli questi in– i3uccessi e ad additare la via per trovare rimedi eCficaci. · · Si_cc'on)e ·}1èlla palura le [orme organiche trovan~ !a loro .-ç>rigine e la loro base fontJimentale nella 11Jate_r.in inorganic~. cosi nel mondo sociale (.che non é poi· al.tro che la continuaziçme dello svolgersi delle forme· natnraJi), le i:-:;tituzioni politiche ed i f$0ntimenti rnor8.1i t1:ovano la loro r:i'_g,ioue di ·e'3s~1:e nelle condizioni .economiche. L',uomo pel· esistetre ha anzitnlto bisogno di nn– trirs•i. Jl moclo come egli Tiesce a conquistare il nutrimento, la maggiore o minore a,sprezza clelfa lotta ch'egli é costretto a combattere, la vittoria più o meno facJle, più o meno completa, il nutrimento più o me·no adatto. e tutte· ·Ie altl'e condiz.ioni mate– riali detresistenza dominano tutta la vita fisiologica dell'.uomo e per essa tutta quanta 1a. vita morale e {lociale .. , I! siefcome_ .il mezzo necessario per 'procitrarsi il nutrimento é .il lavoro, e per lavorare v·é bisogno cli materia e cli, strumen.ti. per trasforn1are t1na so– qietù. hj,.;ogpa anz itutto 1. ra~ ronùnre le cÙJi.cli~ionf.del lavoro. i! modo di distri buzio ne della materia pl'ima e degli strumenti d-a lavoro. Tn una società in cui i me-zzi di produzione sono flccnparral:i da pochj, coloro che ne sono privi deb– bono necessarlamente, suhire le conclizioni clL quei pochi. i quali potendo dare •O iiegm· loro ·il lavoa:o, possono dare o togliere loro la vita. Che cosa vale scrivere negli statuti ltt libertll., l'e.gnaglianza. la sovranitft. popolare, quando una ca– tena ben più dura di quella dei galeotti - la fa– m e - tien legato il J)Opolo libero .-esovrano al carro di colo.ro che eoli tengon.o i mezzi cli fare 1a loro vo lontà: al ,carro dei proprietarii? La .libertà vera non é il diritto. ma. 1a possibillta, la forza di fare qnel che si vuole - e libert[L senza mezzi per eser– citarla é atroce ironia. Che cosa vale 11 predicare la fratellanza e l'amore del prossimo, quando il proletariato lottit pèr un tozzo di pane ed ,é cootretto tutti i giornj. à corn- peterlo a.I suo stoo~o J:O·ntp·agno? . · . Che cosa v~le p1·edicar,e la scienza, quando la mitieria abbrutisce le menti e h1 chimerica speranza del paradiso é l'unica cosu che renda :-mpportabilc quest'i1rferno te1T-estre'? Perché tutti possano esser liberi e felici, perohé la solidarieté.L possa sottontrare alla lotta. é nece-s– sario anzitutto <:he la proprieti indivitlua1e ,sia n.. bo– lita.; e d é quer;to il compito <.."-~•n;enzia le che si pro- 110110 l 'lnl.el 'nazionale. Quando Lutto ci6 che esis,te in naltiru f-anl. rii tutti e ciascuno a vré.Lcliiritto e mezzi nor esereitare la s11a attivita sulla. materia. bruta, allora la solida– l"ietii potrri. trionfare ne·l mondo, e l'uomo sari't · li– bero dai tre terribili incubi .che gli pesa.110 addoos~: la so.ggezione economica., l'aulorit~ e la religiono. L'autorit::\, cioé il poter.e politico diventera. inutile P.cl im1>ossi1Jile, poi.ché. la forza puramente mnteriale esse ndo im1>otente oramai a<l imporsi in modo tlura- 1.uro, 11011 vi sarà pili modo col q;Hl'le pochi uomini possano sottomettere _la massa alla loro dominazione. J.At religione sço111P:..l_rll"ù, poiché la scionia. ha o- 1·amai_ di-asipato p_er sempl'e i fnntasmi metafisici e la religione non 1rovera più 11ell'ignoranza e nei dolori ùelle ma8se g'li clementi per cohtimrnl'e ;id esistP.re. Ma so la J)l'Opl'iet~·1 é il cardine del problema so– cittlo e basta. abolirla per aprir In, vlil a tutti i progressi umani, d'altra pnrte jJ potere politico sta a guardia delhL 1>ropriet.i - e per ginngern al p~,– priet.a.rio bisogna passare s,iT co.rpo elci ~enclu,rnw che lo diten<lc,. R. necessario dunqu.~ che il potere politico e la 1>roprietà sieno simullirncament.e combattuti e di– strutti. .Abolire la proprie-ta senza ~hbattere il go– verno 11011 ;i potrehbe.; e. se si ahh:1ttes:-.o i1 goveruo senza to,·care la proprieta, .quello ~,:,rebbf'- tosto ric:o– stituito con lo stesso o con altro nome. · l~ qncsta S•imnltanea abolizione de-ve e sser 'fatta repentina.mente, per via rli rivoluzione. L, 'aboli:t.ioue ;-;radunle é impossibile, poiché la proJ>rict à, pe.r il Jlrin.ciJlio che il più forte diventa scm1»·e piU l'orte, tende, in conseguenza della. concònenza. e aeconda.ta. dallo sviluppo •del macchinismo, a concen trarsi in un numero ,sempre pili ristretto di persone ed· a. diventare sempre più opprcssiTa; ed il potere ])oti– tico, costituito ctai e pei prop,rietarii. comunque tra– sformato, non Timtnzia mai alla. sua missioae e.a– senz!ale che é di rtlfendere la p!'Oprieta (1). .. ~ Abbattuto il governo ed espropda.ti i proprietari.i pe.r mezzo della rivo luzione, come e per mezzo di chi si organizzerà la nuo.va s ocie-t4'!- Non pèr mezzo del suffrag i-a nniversa.le, per.ché la maggioranza nnmerica del po polo, ancora ignorante, ancora 60tto l'influenza morale •del prete e del pro– prietario, non sapre.bbe e non potrebbe concopirn una societa cli liberi ed ugua·li. e perché il suffra·gio universale, mentre in diritto é la .sottomissione della. mfooranza alla maggioranza, in fatto clà poi, pe-r la natura del suo meccanismo, dei risultati che, an– che quando non sono alterati, non rappresentano nè gl'interessi né la volonta di alcuno tra i votanti. ·Non 1>er mezzo della dittatura. di 11110 -0 di p·iU, perChé uno o pochi individui posad1lo bem;f organiz– zare una nuova ·dominazione. ma non ~ià una so– cieta che risponda agl'interessi ed alle pa.~;sioni della. multiforme natura nmana; perch6 il potere privile– giato é essenzialmente corruttore e sciiuperebbe g'li nomi-ni migliori; perché per Tivoluzionare un p·opolo l:iChiavo non é mezza ·opportunb il cominciare cOl– l'imporgli ubbidienza a nuovi dominatori; a perché infine la parte· mi,glio1·e del popolo non vorrebbe e non sopporterebbe dittatm·a. di ~orta.· Non resta dunque che· .Ja, liber a ilz ione: di tutti quèllk che p.ensano, in· :m·ez·zo alle ,m.as -se,. l'iniziativa spontanea cli' tutti gli uomini di buona volont:i. f~n– te1'vento attivo• dei ·i1artiti che han .fatto la.. rivo1u– zione: - e q,ueJ>to é il 1Eezzo ·preconizzato clall'ln 4 ternazionale. . «' ~~ Colla scort1 di questi· princi.pii èSan1 .inia.mo ·breve– mente i Principali problE-mi cne tleve a ffronlaro ·l'ln– ternazionale nella sna op.era ,rLformatrice e- 'cpntrap– poniamo · le sue· soluzio1l1 allo stato attuale cli cose. RELIGIONE:_;_ •La religione, iu quanto é fede, in un essei e immateriale, creatore e dominatore d.i tutte le cose, deve sparire insieme a tutti i -culti coi1 cui l'ignoranza de.ili· 110mini e l'impos'tnra~ cle·i sacerdoti l'hanno rnaniféstata. L'lnter.1-1azionale aL spQtla questa ·c1isparizibne da'lla scienza non pili osta– colata nella sua dif-fnsi6nf' dall~ mis.eria delle masso e clagl'inte,ressi dei gon,n1i. Es•sa rir;petterà nel modo più assoLuto la lilwl'tù dì coscienza, ma farci ogni sforzo perché il veleuo religioso non 13ia inocu– lato nelle menti dei .fanciulli; provochera la distru– zione di tutto ci6 che potrebùe mantenere nel po– polo l'abitudine del culto; far.i guerra a morte alla. Chiesa ed ai preti che tenteranno colle loro impo– sture di mantenere il popolo sotto il giugo religioso; e sopratutto metterà in rilievo l'autagonismo tra i veri interessi de!J.,popolo e .quelli dei propagatori di religione. MORALE. - La morale umana, la morule d"ll'\n- (1) Si t:.-ente qui eri in qualche altro punto di questo laxoro l'influenza delle teorie m~rxiste, di cui l\T:1.latesta si libar6 dal 18!!0 in noi. Sulla teoria della conc-entra.– zione della ricchezza, anche qui accennata.. vedere la. nota appos.ta . da B. ì\'f. nel 191,3 ad un pasi:;o analogo del suo · ".F'ra •C ontadini'' scritto nel 1883. (Edizione di "l?e– cle!" di Rom~ del 1925, riveduia ·aall"autore, p_ag. 51),

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