Studi Sociali - anno III - n. 19 - 10 giugno 1932

quotidiano. Questa sara 1a vera e più efficace bat• taglia conti o il millenario nemico che ha saputo costruire coll'Impalpabile una base cosi solida alla sua potenza materiale. LUCIA FERRAR!. La Hedenzione ddle Prostitute nell' u: R. S S. ~ei primi anni della rivoluzione russa, la campa– gna contro la prostituzione iu molto intensa. Non solo se ne occupava la stampa, ma anche nelle ma– nifestazioni di piazza la questione veniva agitata. A Mosca delle operaie portavano in giro delle ban diere con la scritta: "Le donne, le equiparate cit.:.: cline della Repubblica Sovietlista, non debbono es sere oggetti di mercato!". In seguito, la campagna ru abbandonata. Ma furo– no fondati degli istituti speciali per la rigenerazio• ne morale delle prostitute. Uno di questi i~tituti é quello Baliansvoska, a M0sca. Esso é riservato al– le prostitute malate. L3 pens:onarie ricevono un'i– struz!one eknrnntare. se analfabete, e nello stessa tempo si insegna loro un mestiere. Vi sono quattro !Sezioni di "apprendissage": una agricob., un labor· torio di sartoria, uno di lavori a magìia e 11110 d' te;:;sitnra. Le pcnsionarie ricevono un saiario eh~ ammonta, agli inizi, da 20 a 40 rubli al mes2 I quaclr; e dei grafici illustrano i danni delle malntt· veneree, e si tengono alle pensionarie delle confe renza educative. Vi sono clel1e sale da giuoco e 1ettm a. e ogni giorno é data una rappresentazio:,n cinematografica, o teatrale o di varieta. L2 p?ns•o n~rie hanno il loro giornalP murale e sono or~., nizzate clell~ riun,. ·ni ;,1 questioni economiche politiche. Dal 1925, 600 11 01rne sono st:1t9, ospitate a11'is1itl~tc Baliansvoska: e 250 lavorano attualmente nelle •i· ficine di :\1o~c:a, altre si sono sposate o r:ono an !:.ltè a laYcrare in prodncia e 120 S')l10 attualm~nt. d– l'istituto; la percentuale di quelle che sono ritorna– te sul marciapiede é di 4 % circa. La clirzzionc •li QUl.:!sto istituto é nominata dai comitati d'officm."'. del luogo, e dei delegati operai controllano la g .... sCona. Questo istituto fu fondato nel 1925, clai comit·, i cl'offirina di tre imprese. aiut::.tti dai sindacati. e dal 1>art:to comunista. Gli operai di queste officina ver– s:nono 1 2 % dei propri salari. In seguito il governo organizzava altri cinT'" istituti analoghi nella re– gione di Mosca e 1-t ne:10 diverse regioni dell'r. R. s. s. rn nnovo istituto é qur.llo Zagorst. a?1t•h'esso a Mosea. che alberga 800 pensionate. Esso é 1nalogo a quello sopra descritto. Le pensionate, cha impa– Tano il "tricotage'' a macchina, sono pagate 70 ru– hli al mese, dei qnali ne versano 25 per la pensio1rn. Numerose sono le prostitute che si recano sponta– neamente a c1ues10 istituto. Alt.re sono convinte ad entrarvi da agrnti specializzati. Questo istituto 6 pl'ù di prevenzione che di rieducazione. Esso ac-::o– glie princi1>almente le prostitute pill giovani, che so· no quasi tutte contadine venute a Mosca in cerca di lavoro. Le Camere del Lavoro hanno istruzioni per pro– curare lavoro immediatamente alle pensionate di questi istituti, alla loro trncita. ~elle officine, quan<lo un operaio risulta a'Vere rapporti con una prostitut:1 si affissa il suo 110111-:>. Questa misura, non so quan– to diffusa. e in quali :-asi applicata, avrebbe, secon– do alcune testimonian .... una notevole efficacia. , Mentre i visitatori dell'U. R. S. S. vanno in csta~i di fronte a queste istituzioni, noi rimaniamo alqu'ln– to scettici. Ma bisogna riconoscere che i criteri sui quali si ba.::;a quest'opera di rieduca_zione sono gin sti, e che essa pu6 <lare buo.ni risultati. CAMILLO BERNERI. Xota di R,c(lnzionc. - Quest'utile articolo in– ronnativo deJ compa-gno Berneri dovrebbe essere completato da una informazione in più sul nume– ro approssimativo delle prostitute in Russia, o al– meno nelle più grandi città, e quale percentuale di esse viene a beneficiare dei pochi istituti fonda– ti a loro favore. Ci6, perché da a-ltre numerose pubblicazioni sulla Russia, anche di origine bolsce~ vica, si rileva che la piaga della prostituzione· é diffusa in RÙssia in modo davvero spaventevole. Poi bisognerebbe studiare un e,ltro problema: qua– li ratti determinano un cosi gran sviluppo della ri:ostituzione in un paese in cui, almeno si dice, nt>n ci sono differenze socialt [ra maschi e femmina ecl in cui mancherebbero gli incentivi alla prostitu– zione che vi sono nei paesi del capitalismo privato. S'l'UJIJ SOf'L\.LI 81Btl06RAf IA JUichel Bnkounine: ('OX FESSIOX Traduzione dal ru&so di Paulette Britpbacher, con una introduzione di Fritz Brupbacher e note di :\'Iax Nettlan. - Ed\t. Les éclitions· Rieder, "Collectio'1 Europe", 7, Piace Sa1nt-Sulpice, Paris (VI). 1932. Un volume (pagg. 335). · - Prezzo: Fr. 16,50. ~inalm~nt.e abbiamo potuto leggere qu-isto Ceìe– bre scrit.t.o di Bakunin, che ha fatto spargere tanto inchiostro quando ancora quasi nessuno lo conosce– va! Siccome si tratta d'una specie cli memoriale chò Bakunin aveva compilato per lo Czar nel 1851, nella fortezza-prigione Pietro e Paolo di Petroburgo, esso, dopo esser passato per le mani dello Czar era rimasto sepolto negli archivi segreti del go\·erno russo fino a dopo il 19l7. quando i bolsc2vich: ne lo diEsotterrarono. Per6 se n'era parlato anche pri– ma, perehé Bakunin stesso ne aveva scritto ad Her– zen dalla Siberia nel 1860; e ·µiù 1ardi, nel 1872 nc aveva messo al con ente il suo amico e compagno M. P. Sajine, conosciuto in seno alrlnternazionale sotto il n·ome di Armand Ross. Anche James Guil– laume vi accenn6, nel 1907, in una biografia clrn fece precedere al li." volume delle opere di Baku– nin: biografia che fu pubblicata in itaJ'ano nel "Pensiero" di Roma (1908) e più reeent2m2nte a Buenos Aires dalla "JiJditorial La Protesta" in o~u- '"·~·olo. · (}uando i bolsceYichi lo· scovarono vi fecero g-ran chlasso ·nt.orno, senza deci[lersi se parlarne bene o male. Da un Iato Ii lusingava di servir:.,.,n~ per srre– ditare un nome tanto caro agli anarchici, cosi o.!iat da loro; ma d'altra parte er:.111tentati cli s~rvin,e11c per sfruttare certi brani del memorial:? in cui Haku– nin si mo tra favorevole a:l una ~litt3tura. Per un pezzo se ne scrisse a dritta e ro,•·•!:H!io,solo su quei che ne rHerivano i bolscevichi. )fa poi la "Confes– sione·• si stamp6 in russo; e Max ):ettlau allora ~e ne occup6 a lungo, con cogniz.ione di causa in vari pel'iodici. Ma pochi di noi conoscono il russo. Ora per6 che il libro é uscito, oltre che in tedesco, an– che in franc-ese, finalmente e.i é stato possibile far– cene una idea tutta nostra, senza tema di dare un giudizio non corrispondente alla realui del testo integrale. Per6 dobbiamo dire che que!o:it'idea e questo giu– diz:o non sono molto diversi rla quelli cha abbiamo avuto occasione cli esporre altra volta, per intui– zione pili di 10 anni addietro, iu gfornali italiani, in base fl quel che ne avevano riferito allora i giornali bolscevichi. Considerata. in 1-r"pporto <'01 te-mpo in cui fu scTit– ta, con le tondizioni speciali in cui si trovava ;1 suo autore, e sopratutto col fatto che iu quell'e• poca Bakunin non era ancora l'anarchico e l'inter– nazionalista che div.enne 1-l o 15 anni dopo, (non era anzi legato a nessun partito ed a nessun pro– gramma definito), la "Confessione" non costituisce che un documento di più dell'onesta di chi la scris 0 se, oltre che, cb:ettivamente, un do~umento storico che g·etta una iuce più viva sulla natura ardente ed ingenua di Bakunin ed insieme sugli ~Yvcnirnen– ti storici cui egli fu mescolato. B:sogna, per questo scritto cli Bakunin tener pre– sente sopratutto che si tratta di una manovra t.en· dente ad ingannare lo czar e fargli credere al pen– timento dell'autore, perché l'autocrate di Russia al· largasse la stretta in cui lo teneva incatenato, per, una volta divenuto libero, tornare alla lotta per la libertA e la rivoluzione. E' necessario altresf non scandalizzarsi con un purismo fuori luogo per le forme esteriori di linguaggio, ossequiose verso lo czar. eon cui Bakunin infiora qua e IA il suo scrit– to, ma più speciàlmente al princi1):o 3 alla fine. Es– se e1ano neces~arie a varar m~;;lio la finzione; e del resto erano inevitabili. lato il personaggio cui la "Confessione·· era diretta. D1ate le circostan– ze, con le dovute proporzioni di persone, luoghi e tempi, quelle frasi non hanno maggiore ,importan– za degli "illustrissimo'', "stimatissimo''., "devotis– simo ... "rispettosissimo·•, "obbliga\issimo'', ecc. che sono di prammatica in certi dcicumenti ufficiali, e con cui qualcun'l' di noi 111 carcere' ·potrebbe co– minciare e 1 fin~re una qualsiasi ·istanv.a al Diret– tore della prigione e al Procuratore ciel Re o della Repubblica. Non possiamo con tutto ci6 dissimulare che, ap– punto per la pe1sona1tta di Bakunin. la comniod.ià del pentitnento con cui questi ,·oleva trarre i n i n– ganno Io Czar ci ha prodotto alla prima letltll'a una impressione spiacevole. Ce ne siamo sentiti urtati nel nostro senso estetico. Ma poi, a mente fredda, non abbiam potuto convenire, c1·accordo con Nettlau, Brupbacher ed altri, che Bakunin aveva tutto il diritto di cercar di salvarsi nell'unico modo che gli ra possibile, dal momento che il modo non poteva minimamente nuocere a nessun alt.re mai fuorché a lui solo. Leggendo P1er6 la "Confessione" l1el testo auten– tico ci siamo resi conto della ingenuita'. di Bakunin, appuuto pel modo come, nella. stessa sua finzione, riyeb1 da sé. 1'~,nima propria sincera ed ardente, rendendo completamente inutili le proteste di pen– timento e cli scoraggjamen to con ·cui crede di tur– lupinare lo czar. Se si tolgono alcuni periodi qua e lll, tutto il memoriale bakuniniano é lo scritto d'un rivoluzionario niente ..affq,tto pentito, pieno d'i»ge– gno, di spir.ito d'osservazione e di propositi autlaci, per quanto questi cerchino, invano, di dissimularsi 7 sotto una apparente obbiettiv1ta ecl inclifflerenza. Né lo Czar si lasci6 punto ingannare dal modo di fare del prigioniero: tanto vero che, ifelle note con cui egli ha postHlato qua e là il manoscritto (ri• prodotte tutte feàel"mente nel volume), più volle mostra, con una certa ammirazione per Bakunin, la paura che questi gli incute. Infatti lo czar NI• cola 1 9 mori tre anni dopo, e Bakunin era ancor ol1iu.so in un'orrida cella della celebre fortezza di Sçhltissel1burg (sulla_ Neva), dove e\"f'., ~tato tra• s1iortato, da quella d1 Pietro e Paolo nel 1854. 11 D'r. Brupbacher nella prefaz.ìone sostiene mol– to bene come fosse spiegabile e legittimo l'agire in tal rnodo di Bakunin in quell'occasione. D'accor– do con lui sono del resto, non solo il compagno Nettlau, ma anche degli avversari bolscevJchi co– me Polonsky, Saschin, Radek ed altri. Che, nelle intenzioni, Bakunin non fosse affatto pentito ed anzi nutrisse propositi tutt'altro che remisslvi, lo prova una lettera clandestina, che egli per mezzo della sore1la riusci a mandar [uori da1la st2ssa prigione in cui scriveva i1 memoriale. In tale le~– tera (citata nella prefazione) egli diceva fra !'al• t.ro: "Comprenderete, spero, che ogni uomo che si r ispetti un poco preferirebbe la morte p'ù crucle,e a questa lenta e disonorante agonia. ~1a voi non sapete come la speran;:8. é tenaze nel cuore dell'uo– mo. Quale speranza·:. Quella di poter ricomi1,cia– re ci6 che m'ha condotto qui dentro ... '1a prigione) non ha cambiato niente dei miei antichi sentimen– ti, ccsa li ha resi al contrario piU ardenti. piU as– soluti che mai; ed ora tutto ciù c:he mi r2sta tli vita si r!assume in una parola sola: la lihzrtll". " ..este parole son l)iù che sufficienti a spiegare il movente della fin-;· ~~. ehe serve come di ca– micia eHerna al memoriale. Ma, come s'é detto, la parte p:ù estesa ed important 1 ·•1 memorble no11 é li: é inve('e nel racconto detdgliato •Z vibrante. che Bakunin fa aflo czar di tutta la sua vita p-is– sata, dei sentimenti e pensie)·i che lo hanuo ani– mato, degli avvenimenti cui si trov6 m?s:!ohto in Germania, Francia, Polonia, Boemia, ecc. dopo che da giovanissimo aveva lasciato la Russia. Qui Ba– kunin ap11are d'una natul'alezza e chiarezza s.'ngo– Iari, ed insieme di una discrezione e nbilità in8u– perabili. Evidentcmenie Io Czar, nP.l fargl.i chiedere una sua "Confessione" cornpleta, intendeva anche e sopratutto ottenere delle rh·elazioni che potessero guidare la polizia sulle tracce degli altri nemi– ci dello czarismo in Russia, in Polonia e altrove. :;'\,la su ci6 l'imperatore-poliziotto rest6 completa– mente lleh1$0. Poiché se pure Bakunin, (almeno sr n'ha l'impressione). racconta minutamente tutto di sé stesso. né sembra nascondere nulla di tutto quan– to 1mO C'.omp1·onwttPr" lid soltanto. e parla anthP rli ratti e per~o1w innumerevoli rhe o per diversa nazionalitA o per la loro morte già a vvenut3. o per altre ragioni sono assolutamente fuori tiro per lo czar, - appena per6 sono in giuoco avvenimenti in cui entrarono in mezzo persone viventi, special– mente russi e polacchi, o cose che potrebbe-re es– sere un (jlo conduttore, diventare una indir:izione per la polizia. allora Bakunin scivola via abilmente con la prudenza del serpente. A un certo punto, anzi, quasi scherzando. dice francamente allo czar. ch'ei parla come al confessore, cui si dicono i peccati proprii, non quelli deg-li altri. poiché ci tiene a salvare l'onore e la coscienza di noti· aver mai migliorato la sua sorte col tradimento. Lo Czar a questo punto annota di suo pugno elle t~1li riserve rendevano nulla ogni confessione. 11 lettore attento pu6 perfino arguire eia qualche passaggio della "Confessione·• cha Bakunin si bur– li dello czar. Max N'ettlan, in una cle1le sue nolo allo s.critto, dice ad<lirittura che '·pm· cercando cli ammansare il despota che poteva disporre di iui come d'una cosa, Bakunin nel suo testo l'ha più d'una volta canzonato con una audacia poco co– mune". A questo punto dovremmo occuparci ·Iella parte storica del libro, sulle rivoluzioni europee del 1S48. in mezzo alle quali si mosse Bakunin come un lH?– sce nelle sue acque. Sarebbe troppo lungo. Ci sem– bra che più d'una pagina di storia di quei tempi dovrebbe essere rifatta, in base ai particohtri nuovi narrat.i cla lui. Ma questo non é compito nost:-0 Piuttosto interess~ a noi vedere la posizione menta– le di Bakunin in quel momento, per le idee· chi"' esprime. Effettivamente vi sono pagine che ci mo– strano un Bakunin diverso dall'anarchico, che 11..ii conosciamo attraverso la sua propaganda e i suùi scritti internazionalisti, libertari, avversi radical– mente ad ogni indirizzo ~tatale, sia democratico che dittatoriale. della rivolt·"'~ne, dal 1868 in poi. Si sente sempre, in fondo :.•111 "Confessione'' ranlcntf, spirito rivoluz,ionario dl Dalrnnin. la 'sua' ansia rii liberazione, il suo anelito a11a palingenesi SOf''èllc!: ma a tutto ci6 si mescola una tendenza patri0t.ti– ca e panslav.ista indiavolata (forse un po' fo rza~J, per sedurre lo czat. ma sempre sincera). ua mi– sticismo deista molto vago ma sconcertante per c:hi conosce il materialista del 1871. ed infine una p:·o– pensione innegabile per una dittatura che. pro·.rv\so– riamente, per mezzo dello Stato risolva i probl•Trni nazionali e internazionali. La "Confessione·· ~lffi– derebl)e questo ultimo compito allo czar; ma qU3l)tO particolare forse rientra nella finzione suaccann:1ta. per far passare tutto il resto. Per spiegars.i tutto .ci6 bisogna ricordare qua1i P– rano i tempi fli lJ,akunin di primq. del suo i.!llWi• gionamento, e quale era la posizione sua. Dopo !o scacco ii:t1bfto da tutte le rivoluzion.i europee del

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