Studi Sociali - anno II - n. 13 - 16 agosto 1931

e L,otta aperta Cospirazione , (ContiI~uazione e fine; vedi numeri preceqenti.) I iettori non s'immagineranno ce·rto che noi ·,qui si voglia tracciare un "manuale del C'OSpira– tore", ,sarebbe ridicolo! Come in -0gni :forma d'at. tivita umana, ,non s'imp?,rera a GOspirare che ·CO-' spirando, sotto l'acu-leo della necessità, pro,y,mdo e riprovand•o e, naturalmente, a•nche sbagliand-0, L'importante é di cominciare, ,essendo persuasi che il ,farlo é possibile e doveroso. Inoltre non bisogna d. imen ticare che, anche sot. to i regimi più tirannici, sa.ra impossibil<'! allo Stato imprigionare comp!ètament.e ogni farina d'attivi– ti, individuale e collettiva. Si 'JlU6 dunque fa,r sempre qualche; cosa, se si vuole, an<:he à,perta. 1nE:mte,sia pure ne,i campi apparentemente pit'i in– r,-ocui e lontani dalla· politic.a, a patto ·di non -sco. rag•giars,i ·né dina,nzi alle ditficoltà ,né ,dinanzi a·11a pochezza dei risultati. ,dertè attività di carattere , 1 econo1ni1co, -0 cultur8 .le, o artisti~o ·voss6'"'nosem- pre restare indipendenti sipiritualmente ed anca .111aterialmente. Vi sono infiniti 1nezzi di tener ·desto lo spirito <l'hldipendenzsi in tutti i ·campi; mezzi che possono sembrare piccini o puerili quan. do ,se ne hanno gi{t di .pift gra111di, ma chEt in ,STUDI SOCIALI doveTe. Di qui la necessita, cui s'é già ,accenna. to, di formarsi una ahitudine al lavoro cospirati– vo,' di prendere delle pr·ecauzioni anche per 1e ptu 1 picco1Go cose, di I imparare a tacere, .ai non cl,ire se non quello ohe .é necessario e solo a c•h:i é ,i1ecessario, ·e cqs[ via.. Tutta. ci6 va,le per qualsiasi sistema di cospi– razione, a qualun,que scopo essa. sia diretta, Pe– T6 una fortna liibertaria tli cospirazi,one\ cioé con mezzi oltre' che •COnfine di libertà, non so)o é la più adatta a preparare e .raggitmgere questo fi– ·ne, la piu in a,rmonia col sentimento di libertà, ma praticamente iPUf> essere la pili efficace a 111a•n– tenere segreta la éospirazione ed 1 a preservar'la dalle insidie ,del nemico e dal tradiment-0 di.qual. cl1e rettile insinuàtosi nelle sue file. N€lle cospi– razioni a,utoritarie, COJl le loro gerar,chie e capi, é fa.cile a qualche intrigante o traditore un po' abile, ·che sappia ben fingere •per un .po' di tem– po, arrivare a ,conqui-stare la fiducia dei cospira. 1 tori. e salire molti gradini della scal& gèrarnhica. 1 mancanza di questi 'J)ossÒno 1dive1,tare utili e pe,r– fino gra1)di a loro volta. Quelli elle non hanno forza interiore :bastante j)ler mettersi .per · 1a via' ~rdua e pericolosa delle cospirazioni, possono svL lu;ppare un lavoro minutd e poco visi·bile in ta,J ;s,enso. Ne risulterfa. una div.isidne di lavoro e cli Il ricord-~ della faµ,osa spia Azeff, diventata il capo dell'organizzazione_terrorista. -in Russ,ia, sco– perta verso il 1910, liasti per tutti. Il pericolo é eliminato col metodo libertario che si pu6 ·sinte·: tizzare nel motto,: "La testa I do•vunque, il cen– tro in ne~sun luogÒ,.'' L' uni.ca condizione percihé il •.lavo1:o non riesca disordinat-0 ·e contradd'itoriò é che tutti saippian-o e siano concor-di nei -mezzi e nei fini; e che nella iniziazione degli a,derenti si te1iga conto delle loro qualità, senza curarsi di far numero, badando ,più a,lle qualit;i. speciali ne- cessario alla cospirazi-0ne che alle altre. Uno dei sis.temi cos·piratori già s·perimentato co– me buono é quello chiamato '' a catena": ogni i– niziato ,é come •i•anello di una catena•, che cono– sce J'anell-0 precedente e quello susseguente, e 11011 altri. Per lo meno .nel lavoro -preparatorio, questo sistema, risp•onde assai be.ne alla necessità di sal– ·varsi dall\'l ~pie; ed esso 1pu6 venire aP1plicato an– che· a,lle relazioni da 'J)aese\·a •paese. Ma non ci compiti non formalmente prestaibilità, per6 sem- 1}l'e .assai prOficua. Sotto la tirannide non é ,possibile alcuna prn– paganda su vasta scala, estensi,va. Per6 v'é una, forma -cli ,propa,ganda, ,quella individuale, eia per– .sona a persona, che nessuna polizia pu6 controlle.– re o impedire, che sfugge a qual,siasi sorveglian– za. Nei rs'gimi p'iù liberi essa é trascurata, anche troppo, per la propaganda teatTale, clamorosa, a grande eUetto esteriore: comizi, conferenze, ma. ni-festi, giornali, ecc. Essi hanno una efficacia ,e– stensiva innegabile. Ma dove non sono ,possibili, biso.g,ia ricercare degli, ·effetti intensi-vi, guad-à- .gnare in prnfondità quel che non si pu6 o'ctenere in esten'sione. L& prorpaganda·• individuale é ~f tal fine un mezzo efificacissimo, pur ,essendo il meno >difficile e pericoloso. L nori· -00.s,piratori pos– sono con esso creare dei futuri -0ospiratori. Cia- dilunghiamo sui particolari ,delle modalità .Prati– che, le .quali debbon-0 essere stu,diate, a parte <'> non pu,bblicamente, ,dagli interessati. Qui ci limi– tiamo ad accennare a certe possi'bilità, per mo– strare che, volendo, si ,pu6 fare. E ,piff é possibi– le ,fare, qua,nto •più .si •badh alla sostanza nella maggiore semp'1icità e parsimonia· delle forme e. steriori: niente teatralismo, niente simbolismo, 1~iente giuramenti, niente tesse-re . .. ....-- .Il lavoro cli 11rop..1.gand:1, non é difficile farlo, in sE>gret,o. · Di .quello da persona a JJersona, più 'semplice e sicuro, aibùiam detto. Piu ,di-tficHe, quasi impossi1bile, ci sembra ,quello delle, {:Qnfe– renze: .solo un ambiente già formato, di assoluta fiducia Teciproca e di fiducfa an•che negli estra- · nei, 'potrebbe permetterlo. Non é ,per6 impossibile in mod,o .assolut-0: Kro,potkin raccon'ta come •fa– ceva intorno al 1874 delle conferenze di pr~pa. · ganda cla,ndestina nei sobborghi di •Pietroburgo, Ma la diffico,Jta é n1olto min01'e per la propaganda con la stampa, nei .paesi ,dove gli an_alfabeti n-0n sono mag,gioranza. Risolto il problema, pre,v-alentemen– tE- finanzia,rio, di produne o pr-0curars-i materia– le stampato, la propagaµda si pu6 fare su va– ,stissima scala, senzre la necessità che chi riceve lo stampato ne,asaP!pia la provenienza. V'é poi quel– la• ..forma di ,pr,opaganda indfretta: di corrosione, che consiste nel fomentare il malc·ontento. E que– sto· pu6 esser ,fatto .in mille niodi diverni, quasi senza parere, dovunque: nelle famiglie, ritrnvi puJb,blici, uflfici, Jaborato.ri, ecc. Tutti sànno come, ··scuno, c-he -sente il ;bis-ogno ,di far 1>roseliti, stu– dia l'a1nbiente in -cui viv.e, - f8,n1iliare, o I nel qtta1:tiefe, nell'officina, nell'ufficio, nella ·SGUOla, ecc. - si mescola ai giovani, ne studia de ten– denze, i te-mpera-menti e ·Je capacità, e -sceglie fra' essi quello che promette di più, ne divien~ ami– •co1 .e a poco o poco ne guadagna la fiducia; in– coraggia in lui i sentimenti (più nobili, vi. eccita lo spirito critic-0, ne consiglia le letture, richiama' In sua attenzione sui fatti 1più· significativi. Sen– .za co,mmettere l'e1:rore pedago.gico di ,fa,rgli sen– tire l'intenzione di spinger.Jo per una via detenni– ·nata e di farne, un a:éiepto di una determinata teo– ria, ve lo fa anivare eia S•e s.tes•so. Avrà cosi alf,i– ne for-mata una coscienza, una forza nu-0va, un .altro fubco .vivo ,che :a sua •volta incendier,à altrè fian11ne, e, se capa·ce d'azione, ·si lancerà ,da se ·stesso nella lotta e comincera a cospira-re. . · Non si ilirÌ1entichi c9e i più adatti alfa lott,a" per mezzo ,delJa cospirazione .non sono i vecchi militanti, sia pel'Cihé più resti.i a contrarre nuo– ve rubitudini, sia, •perché l'esser tr~p,po conosciuti ed é inuti.Je parlarne qui. ' Più diffici.Je per6 diventa il cospirare, :1uando la cos,pirazione si ca1nibia in CongiuTa, cioé in pre– pa,razione concreta di fatti concreti rivoluzionari.. Non parliamo ·dei fatti di rivolta individnale, di ,più facile attuazione in ,quanto la loro sfera si li– mita all'in,dividuo agente, e tutt'al ,più a qualche suo intimo ami<!o; quando abbia-mo· detto che la condizione della .sua efficacia é •che l'azione sia razionale, .ben premedi'tata e colpisca giusto, in nwclo da riséuotere Ja sim!l)atia degli OPJPressi, avremo detto tutto. Ma ben ,piu · a,rdua sarà la preparazione di insurrezioni collettive o ,colpi di mano, che tentino di •dare al regime tiranni:co la spallàta clecisiva. Che ti fat·to s'incunei in movi– menti gene1.-ali e s,pontanei pi·ù vasti, o che sia la risultante rdi una va,sta preparazione s,pi•ituale dell' ambi·ente, certo é che desso corre mille rischi ,d'essere scoperto nel breve periodo preced~nte · di ·,preparazione segreta mat eriale. Allora bisogna m,oHip]icare le relazioni, v.eder.si in maggior nu– mero ecc. •ed il segreto é più difficÙe ad esse: e sal– vato. Ma non c'é da spaventa,rsi. Bisogna .persua– dersi che niun tentativo 1nateriale del genere rie– sce, per solito, ,senza esser precedut-0 da. un 1111. mero ,più o meno ,grande d'insuccessi; e ,talv-01ta un successo é ,pro1prio un~ risultante degli insùc– cessi precedenti. 1Ci6 non toglie' che bisogna pren.• dere sem'J)re le necessari·e .precatrzioni, a patto •Che non si esa,~e•ri con ,q11este fin-O a rendere impossi– bi!B quals,iasi ,cosa •concreta. Arriv·a il momento in cui bisogna uscire da,H'tgnoto e rischiare il tutto ,per il tutto ... li. c ostri nge all'impotenza, Il cÒnipito nuovo s•pet– t~- a.id uo1nini · nuovi, ai giovani, ai non ancora conosciuti dal nemico. Chi é già coi1osciuto ,pu6 diventare senza volerlo, ifo indi{:atore ,per la ..po. li2.ia chet sorv:e.g 0 liandolo, ne individua gli .amici e p u6 accorgersi dell'a,ttività di. questi. I nuovi, in– -vece, possono· lavorare inosservati, a patio che es- t-i abbiano cura di 'non farsi conoscére a loro vol– ta, di lavorare senza vanità personali, anonJina-' mente. Il loro lavoro dev'essere il piu im'J)ersona,, le possibil~. ·a me,no che quakuno di e,ssi non sicelga •per sé eroicamente il 'compito tutto indivi– duale del sar.rificio ,su:premo della vita. oon qual: che fatto luminoso di_ affermazione e di, rivo'lta di ,fronte al mondo. , Certame·nte il lavoro cospirativo ha dei lati o– scuri, meno belli. 'n nasconcle\' si, il dissjmulare, il fingere noir sono fatti ·simlJ) ati.ci; 111a come fare .altrimenti? Del resto ,si pu6 i nga.nnare il nemico, deluderne la sorveglianza, !asciarlo nell'ignor,an– za di ci6 che si trama c011tro di lui, senza pe~ ,questo mentir•e, senza abbassare la propria digni, •ta, senza vigliaccherie. Anche chi dis·simula l'o– ·pera sua ,santa di liberazione pu6, se il .caso o- u– na qualche circostanza ,Io scopre, confessare ,co– Taggiosan1ente il suo H-clelitto''i a patto di non pre– giudicare altri, di fronfe ai ,giudfoi e carnefi.ci pa. gati dalla. tirannide. Quando per6 é in giuoèo non soltanto Ja .pro,p·ria vita n 1 a anche ,quella dei;-li a,J- ' tri, non .solo il p1•oprio interesse perso;rnle ma B ·, b nw~ ell,t·~~us . a lo~~e: la ,menzo– . àJ~1w, ,a,s V- s l~HD~1\t:j,1 ~G}un . Fra le tante misure .precauzionali non bisogna dimenticare quella di guardarsi dalle spie, che nei momenti risolutivi· pr-0vocano i •maggiori disa,- 7 stri. V'é tro,ppa ind.ulgenza verso di esse~. negli ambienti rivolfrzionari, forse anelli.e a causa· del fatto che si é ,troppo ,corrivi og,gi a lanciar i•ac– cusa di sp1a contro ·C 1 hiunque, per suoi difetti ed errori: -0 1nagari per isem1plice antiP,a,tia, 1'.ancori personali, dissens·i di tendenze, ecc. abbia susci– tato suo 111a1.gradodei· sosipetti o prSvenzioni in– .torno a sé. Ma quando la ,spia é seriament1> indi– vi.(l;uata, l'indulgenza sarebbe, colpevo_le, e la sua, eliminazione te111pesUva in una qualsiasi ,cospira– zionè diventa una nec-essita imprescindibil~ Non si tratta di •Jnrnizione, di vendetta,,_ di pe– nalità o d'altro, estranea allo s·pirito libertario, ma semplicemente di prevenzione difensiva. Per una spia gi8. " 1 bruciata", nota a tutti, che non. pu6 pm nuocere, ba.sta il tLisprezzo e l'allontaiiamen– to gene1·a1e. Ma ilei 111omenti precedenti l'azi-0ne la spia fino a quel momento ignota ·pu6 divent~– J'e un pericolo enorme ,per tutti 1a causa di un disastro; ed. é questo ·pericolo ,c.Ì1e occorre elimi. nare ·' teirnpestivamente", cioé prima ,c:he 1a~·sQia1 a,b,bia 'tempo di tra.dire ·o completa1'e il suo tracìi– monto. Trattandos-i di .cospirazione, ,poi, in qual– siasi momento, o fa,se ·del lav-0ro cospirativo Ìe, precauzioni più oculate contro lo spionagglo e la eliminazione _degli elementi infetti s'impongono in n;odo pere·ntorio . ' Prima di finire, t.òrniamo ad avvertire eh~ queste ·riflessioni ed osse1wazicini non pretendonb affatto di risolvere in modo de.finiÙvo il pro,ble– ma ·della ~o~pirazi-0ne, che anche per gli anar– chici lai necessità attuale va ponendo sul. tap,peto della discussione. Più che altro a'bbiamo voluto precisare il pr.oblema e porlo nella sua vera luce dal p'unto di vista anarchico, .cioè de.Jla' causa de·1- Ia lilbertà, annotand-0 i .punti su ciii l'esperienza del pa,ssato ci 1h~ già illuminati e venendo a qual– che conclrn,ione generale delle più accettab- 1i Ma– lo studio della questione deve· essere proseguito e approfondito: · · iA,vvertiamo am<Jhe che, se per comodità d~ e– sp-0sizione e di argomenta·zion.e, abbiamo diviso e trattato separatamente. il lavoro, cospirat.ivo dal– l'a,tpvità della lotta a,pe,rta e alla luce del sole, come .due forme tl'atti-vità rivoluzionaria corri. spondenti a due .situazioni diverse, l'una sotto i regimi- cosldetti liberali e l'altra sotto i regimi as•s.Q!utisti e dittato,riali,. ci6 non significa che di 1fuO le due attivita siano v&ramente separate. Vi pu6 essere necessità e possibilità di una attività cospiratoria anQhe sotto i regimi democratici, co– me d'una attività .pubb,Ji,ca e palese nei regimi ahtocratic,i, e ,l'una attività coesister~ con l'altra, con prevalenza o dell'mia o dell'altra a seconda dei casi. 1 Ma questo letJ&_ri lo avran ·com.preso da sé. LUI-GI, FABBiRI, CONFESSIONE Per me il ricordo delle giornate di Giugno (1848) peserà eternamente come un ri1norso. Confesso con dolore che fino-al 29 Giugno non ho preveduto, cono– ,sciuto, inclovinito 1;ullat Eletto due settimane innan– zi rappresentapte del popolo, ero entrato all'Assem– blea 'Nazionale collà timidezza cli _un fanciullo,. l'ar– dore d'un neofita. Assiduo, dopo diciannove oi·e ·di )a– voro alle riunioni degli uffici e· delle commi,ssioni, lasciavo l'Assemblea esaurito dalla stanchezza e dal . ' . . disgusto. Messo appena il piede sul Sinai· parlameil- tare avevo cessato di ·~sere in rapporto colle masse; a forza· di assorbirmi nei miei )avori legislativi aveVo interamente perduto cH vista le cose correnti e vitali. Bisogna essere vissuti là de'ntro, sotto la campana pneumatica che si chiama assemblea nazionale per capire come gli uo·r_dn i i quali ignorano nel mo.do pi(, completo lo stato di un pa~~e: son,o per l'appunto coloro che lo rappresentano. Il deputato Senard m'ha buttato in volto un'accusa di viltà' pei moti del Giugno._ No, non sono stato vile, sòno .stato come tutti gli altri deputati, come il si– gnor Di Senard, un imbecille. Per incretinimento par– lamentare ho mancato al mio'clovere di rappresenta1ì– te; ero là per vedere e non ho visto, per dar l'allar– me ed ho taciuto, ho finito come un cane che non ab– baia in presenza, del nemico. lu, •eletto dalla plebe, giornalista del. proletariato, dovevo non abbandona– re la massa senza guida e sei1Za consigHo; centomi– la uomini meritavano pure che mi occupassi di loro invece di èbetizzarini negli 1fmci d·el Parlamento. Ho .fatto di poi quanto mi é stato possi?He per riparare l'irreparabi'le; non sono st~to sempre felice, mi .sono spesso sbagliato, ma fa cosc~enza non mi rimprovera più nulla. P. J. PROUDHON (1809 - 1865) .

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