Studi Sociali - anno I - n. 3 - 16 maggio 1930

lizzazione che si fa nell'economia russa, ma. piut• tosto l'americanizzazione, o più chiaramente la ca– pitalizzaz1one. Non si capirebbe altrin1enti perché, mentre le statistiche ruslk parlano cosi abbondan– t€mente di tutto, non dicono una paroJa soJa sui s'.-llari degli operai agrario-industriali nelle aziende agricole soviettiste. Quel'te aziende 'Ilon sono in realtà. che grand'i aziende capitaliste di Stato. Il proletariato russo avrerte che a poco a poco H cammino non va verso il socialismo, bensi verso un capitalismo di Stato sotto il quale i l'avoratori debbono sopportare il piu raffinato sfruttamento. Né pu6 essere cli versa men– te dove in realta manca ogni spirito fhcialista ed ·ogni orientazione libertaiia. L'esperimento marxista dello Stato soviettista ci di1nostra che il sistema marxista non é vero soc'ia– lismo. Ci6 si vedra, in. quanto i.J problema agrario sara. quello in cui il partito comunista rivelera. la massima i.Ua impotenza. Allora saranno i mil'ioni di contadi'ni nrssi che con una nuova rivoluzione si libereranno cte1la tirannia della dittatura, e finalmen– te annienteranno ogni forma di dominazione e ~l'l sfruttamento. Rosendo Arias: IL SECOLO DELLA PSIUHIA– TRIA. - ("lntuici6n" di New York.-n. 9-10 di Feb– braio e Marzo 1930). I secoli pTecedenti al nostro furono battezzati con varii nomi (che !'A. enumera); ma il secolo XX po– trebbe essere chiamato il secolo della ps·.i.clliatria, cioé l'epoca. delle menti avariate, cl~i neryi rotti, dei disordini cerebrali, il dominio delle rnoroollltà psi– chiche, dei tipi neuropatici, delle anormalità isteri• che. La civiltà attuale, decadendo, determina le p1u varie perturbazioni, e si hanno cosi gll iUusi, i vi– sionfl,rii, gli -alluc'inati, gli ipocondriaci. t nevrasteni– ci, gli impulsivi, i maniaci. Fohk !'A. generalizza troppo; ma egli detrae la sua esposizione da studi serii, fra gli altri da w1a in– vestigazione atlJai caratteristica ilei neurologo Ros– sanoff fatta in un ospedale da lui duetto, in cui eb– be a. notare- ohe la grande maggioranza degJ'i infer– mi erano attaccati dalla mania di grandezz-a, di go– verno, di ricchezza. I pazienti sono quasi sempre nel– l'immagi-naztone o immensamente ricchi, o ministri, o d!ttator'i, o decorati, 0 generali in capo, o gover– natori assoluti, ecc. Ma la tragedia di queste alienazioni nota l'A. é che se alcuni di questi pazzi sono rinchiusi nei ma– nicomi, non pochi sono fuori, liberi e turbano il mondo con le loro !Jtravaganze, e spesso lo sfrut• tano,lo derubano e lo dominano. L'A. non intende di scb.erzare. La verita elle per sfruttare e dominare non é affatto necessario essere normale o saggio. Al contrario. Il psicoanalista Freud dimostra elle tutti quelli che dan l'assalto al potere, i dittatori ecc. sono p'iii. o meno in uno stato di alienazione mentale. Un alienato é un irresponsabile; ewo si getta all'avventura, e se non riesce viene fucilato; ma ·se riesce é lui che fucila gli altri. Del resto la storia non ci narra di popol'i oppressi a lungo da im– peratoti imbecilli, da mon,archi acefali, da princL– pi stupidi elle si sono mantenuti al potere con la soperchieria, la forza e il terrore? Che dei veri pazzi siano capacisAaimi a dirigere imprese d'i ca,attere capitalistico lo dimostrano al– cuni fatti: un finanziere di•_New Yonv dopo essere stato dichiarato pazzo dai ~edici, co1:i.tinu6 i suoi af– fari e guadagn.6 plu di prima; un altro pazzo 11meri– cano, un indusfiJiàle, proprìo durante la sua pazzia die'l}i arata, condusse ·cosi bene g.Ji affari dll guada– gna.re, f4no a trè 0 milioni di dollari. La• v_erita é elle in mezzo a tanto splendore di in– venzioni meccaniche, navigazione, ferrovie, accade· mie, biiblioteche, ecc. ci6 che veramente domina· il mondo é la demelfZa, di cmi sopratutto é feconda la ignominia dello flfrutiame'ntto e della tirannia poli– tica e. Sociale. Bisogna estirpare questi agenti ulce– rosi perché l'umanita possa realmente guarire. Ages~lao Ruvin Fer,·els: GUALTIERO MARlNEL LI ("Olar,idad" di Buenos Aires. - n. 203 del 22 Marzo 1930). · E' noto il fatto del feroce ad;assinio di Gualtiero ·Marinelli, barbaramente finito a revolverate dal.Ja polizia argentina il 24 dicembre u. s. perché oospet– tato, niuno pu6 sapere con certezza se a torto o ra– gione,. ,di aver voluto attentare al presidente della re– p'ublilica. L' A. propende per l'ipotesi che egli fosse innocen– te. llfa, indipendentemente da ci6 fa una presenta– izone ;;unpatica_ della personalita di Marinem, elle ,merita di essere rilevata. L'artico]" comincia cç,n una citazione di l)'arole di Mar1ne"ili - "é sempre tempo per 1ngrandire le file di quelli che lottano per il bene comune! Il - e prende occasione di ri– ,parlare déJ.l'assasAainato da- un numero unico di omag– .gio a1la sua memoria pubblicato dalla Corporazione Professionale di Protesici Dentisti d'i Buenos Aires, ·di cui il Marinelli facera parte. ..L'A. nota.. che mentre molto si é scritto sul sup– posto attentato si é detto poco sulla peroonalita di Mariùelli, e la illustra mettendone in luce le quali· ta di• padre amoroso e uomo da bene. e la bonta. L'as– ·sass!nio di quest'uomo é_ stata una grande ingiusti– zia della attuale organizzazione deJ.Ja socleta.. Gli uo– mini· di sàno e glu$to criterio debbono rivendicarne 'la memoria. Giustamente '11A, &i scQ.gl!a contr~ eoloro -che non BibliotecaGino Bianco SÌÌ'UDI · SOCIAti volendo ammeltere né la rivolta cosciente né la in– nocenza, trincerano la loro prudenza riservata e pa– cifica dietro l'ipotesi dell'alienazione mentale che é la più illogica e improbabile. Sulla personalità di Marinelli molto piu si potreb- 1,e dire; ma sop1•a un fatto l'A. ferma la sua atten– zione in modo parlicolare. sui nomi che esso impose 'ai suoi tre figli: Gloria, 'remis, e Ariel... Un'ica~ mente un ammiratore dell'Umanità, che ama i suoi !J,mili come se stesso poteva pensare a tali nomi. Che significano questi nomi? Gloria, l'anelo umano ad un'a sempre magg'jore perfezione. Temis 1 la giu– stizia che non conosce distinzioni. Ariel, il titolo rl'un'opera dello scrittore uruguayo Rod6, il subli– me personaggio di Shakespeare. Alcuni per6, si sono scandaiizzati dinanzi a que– !lti nomi come se fossero di significato diabolico. (<Ah, conclude l' A. sappiamo che gli interessati a mantenere nell'ignoranza la povera gente, odiano e abom'inano ogni indizio di avanzamento, di libertA e di emancipazione clell'indi riduo; ma noi speriamo che gli spiriti averti dell'Argentina onoreranno co- 1ne si merita la memoria d'i Marinelli''. H1t(Jo Treni: LA RIVOLUZIONE NELLA LE7'TE– RATURA RUSSA. -. ("La. Revista Blanca" di B~r– cellona. - N.o 164 del 15 Marzo 1930). Questo al'ticolo é la fine di tutt.o un lungo studio del nostro compagno cli idee e di" lavoro. Egli ile. analizzato ne'i numeri precedenti la produzione let– tel"aria russa; e qui viene alla conclusione che é di carattere politico sociale e quindi c'interessa di piu. Egli esamina qui un libro di Trotzky, "II mio E– silio'1 e p'lll a h1ngo aucora un altro di Valentino Kataeff: "Quelli che hanno ingoiato il rospo". Dei libri qui non diciamo, ché sarebbe troppo lungo, e ci contentiamo di ri'assumere le conclusioni che ne trae l'A. Secondo questi, la rivoluzione avvolta da una atmosfera soffocante, tra 1 continui ritorni al capi– talismo e la ·reazione contro gli elementi piu vitali della rivoluzione, é arrivata Il.I suo declino totale a causa di certi elementi sedicenti rivoluzionari. Ci6 · é confermato da Trotzky medesimo; e gli anarchici l'avevano prev·i.sto da un pezzo. Or•a lo vedono .anche i ciechi. Tutto un mondo equivoco ila sa1)uto sfruttare mol– to bene Ja nuov'a situazione e farla serv'ire ai propri interessi. E il piu terribile 1io11é elle tutto ci6 possa esistere, ma anche estendersi Jiberamente e infettare tutta la vita; che possa convertirsi in una necessita del nuovo regime, d'iventato un vero inferno per gli operai e un'orgia continua per gli altri che vivono cle1 lavoro altrui. Nel romanzo del Kat\teff é descrit– ta appunto questa vita; e vi si pone fra l'altro allo scoperto la vita occulta di Mosca e Leningrado, ca– pitali delle orgie notturne e della prostituzione del la nuoVll Russia. "Quelli che hannO ingoiato ti roSpo" sono nume– rosissimi in Russia, e fra essi anche qualche attua– le dirigente del regime. E il rospo che hanno in– goiato é dei ph'i terribili perché ha costato illitsioni, sacrifici e sangue a tutto un popolo generoso. Né ci6 é finito aPcora. Il .giogo é duro attualmente per gli uomini liber'i; ma era. pili terribile ieri e fu an– nientato. El-un popo1o. che come il rmho ha saputo nel suo entusiasmo _ ribellarsi tredici anni fa, sapra molto presto ritornare in forze e continuare la sua marcia in avanti, verso la nuova vita: la v'ita rige– nerata del lavoro e del benessere, quale la volevano quanti son caduti nella· lotta di ieri, e quale la vo– gliamo noi e tutti quanti anelano. 31 benessere ed alla libertà per tutti. CATILINA Avvertimenti amministrativi Per non ingom_brare il testò di STUDI SO· CJALI che vogliamo completamente dedicato alla collaborazione, la. lista delle somme ricevu te per la Rivista la pubblic'hiamò ne ''La Pa gfaa in lingua italiana" quindicinale del quoti· diano anarchico LA PROTESTA di Buenos Ai· res. Gli interessati che desiderano prenderne-vi– ·sione non hanno che a farcene richiesta, e sara loro inviato il numero del giornale che li ri- guarda. - * * * Per la rivendite. nella R. O. .dell'Uruguaty il prezzo di ogni copia é di cent. 5 di pesos (oro) urug·uayo. Facciamo ricerca di un piccolo opuscolo, for· mato da busta da lettere, pubblicato a Londra nel 100 intitolato all'esterno "Aritmetica ele– mentale" e all'intemo "Contro la Monarchia", Lo chiediamo solo per ricopiarlo, e lo restitui– remo subito. Dirigirsi a: Luigi Fabbri, easilla de correo 141 1 Montevideo (Uruguay.) 7 BIBLIOGRAflA Emilio.Lussu: LA CATENA Eclit. "Respublica", Parigi 1930: - Un volurrle i{Pagg. 99) - Fr. 10. Anche questo é un libro che deve esser letto e rae: comandato alla lettura di tutti quanti s'interessand della s'itnazione italiana, ed anche degli altri per in– vogliarli ad interessarsene. · Non é il libro d'un anarchico. Al contrario,· esso· esso il libro d'uno di quegli uomini, pol'itici di provin– cia, patriotti e regionalisti inUieme, che hanno Cre– duto a1 mito della guerra liberatrice, vi banno ade– rito anche con la partecipazione personale, e ne han· no sperato tutti i risultati presi· per programma dai governi dell'Intesa e rinnegati poi cosi cinicamente. L'A. ne sperava in p·i(1 una benefica rinascita della sua regione, Ja Sardegna, in cui fu appunto nel do~ po-guerra l'organizzatore piu attivo e sincero del "Partito Sardo d'Azione", una associazione a tenden– ze autonomiste e repubblicane, molto battagliera ma. non uLl~ente dall'orbita borghese dei sistem1 sociali. attuali. Il Fascismo, se é riuscito a sciogliere e di– sperdere l'organizzazione sarda, .a corrompere alcu– ni capi c ad a1nmutolirne altri, ha anche spinto. qual– cuno,. fra cui il Lussu, molto. più avanti, ·a,prendogll gli ocelli su problemi piu vasti e spingendoJo· ad una lotta piu \ntram!igente anche contro_ altre forze di conservazione sociale. Pure, ripetiamo, egli non é un anarchico; _e questo :rende piti sintomatico e pro– batorio il fatto _che le conclusioni dei suo· libro si avv·icinino Jo stesso a quelle che gli anarchici pro– spettano da,tanto tempo come risolntive del fe1;1-ome• no fasciO~a. . Prima di. tutto, per6, parliamo del libro.- Esso é relativamente breve, ma si legge con vivo interesse. ,. V'é una parte, in cui racconta come il fascismo dal 1925 in poi preparo l'ambiente per le leggi ec– cezionali (pena di morte, Tribunl\le_ Speciale, domi– ci!Lo coatto, soppressione dei partiti e della stampll indipendente, ecc.) che é conosciuta ormai da_tutti. Ma iJ LuLÌ>Une fa una sintesi breve nella qu_ale nessu: no elemento é trascurato. Cosi pure si pu6 dire del– la presentazione che ci fa del funzionamento pa– lese e segreto del Tribunale Speciale, delle sue tor– ture nelle carceri delle sue condanrie mostruose, ecc. Altrettanto sull'a~1monizione. e 'il confino di polizia. Naturalmecte ci6 che interessa di pili clJito le cose ch'egli ha visto personalmente; i fatti cui é stato di persona mescolato: le persecuzioni· degli squadristi, l'assalto alla sua casà ch'egli seppe con le armi al– la mano valoros\tmente contrastare abbattendo u-no degli assalitori, l'arresto, la prigionia, l'insperata as– soluzione e, nonostante questa, l'invio a domicilio coatto. Poi la via crucis delle prigioni, malattie, e infine la vita: deportato all'·lsola: di •Lipari, con una quantita di notizie su altri sopprusi e infamie fasci-ste sui suoi compagni di pena, ecc. ecc. Note;oli sono le smentite secche e brevi, ma a b\t· se di fatti, a tutte Je menzogne wn. .~ui 11 governo fascista e il suo capo han ce~cato piu volte d'ingan nare l'e9tero sui fatti interni. E infi~e intere~~n~ tissimo assai p'iu di un capitolo di romanzo, é il racconto. della sua fuga dall'isola, condotta felicemen– te a termiue. con 9çulatezza, cosltanza e coraggio sen– za pari insieme ar .suoi due amici Rosselli e Faus~o Nitti. Ma H capitolo· emozionante che riguartla la fu– ga é stato gia · riprodotto dovunque, ailclle qui in A– merica da una quantita di giornali, ed· é inutile dif• fonder~i da queste colonne. L"accenno alle rappre– saglie, con ~ui 'il capitolo fini~ce, dove si accenna alla recente minaccia di stragi interne fatta da Mus– soiini in un discorso, fa rabbrividire: "Mai nell'eta moderna la crim'.inalita dei governanti ha raggiunto forme piu ciniche. Non •basta la legge di pubblica sicurezza, con l"amm,0nizione e il confino; non ba~ stano le leggi eccezionali, col Tribunale Speciale e la pena di morte; occorre dell'altro. Urge l'a&sasdi– nio collettivo urgono le bande prezzolate con il da– naro dello Stato, nrge il terrore riservato all'inizia· ti, a pri V'ala, urge lo sterminio. Le frontiere son_obe~ guardate, la fuga é impossibile. 'La· carneficina o sicul'à.". Ma ci6 che piu ha interesse, in· questo piccolo li– bro come abbiamo detto all'inizio, sono le conclu• · sio~i cui g'iunge l'autore, per l'avvepire. ·Egli pro– spetta con chiarezza il problema dèll'azione antifa- - scìsta; ed in ci6 s'avvicina enormemente ·ane cori• elusioni' di tanti di no'i anarchici. Qireste pagine del libro di Lussu sono state riprodotte anche da altri giornali di parte nostra· ma noi non resistiamo· a riprodurne lo stesoo qua1'c11e•bràno dei p'iu significa– tivi. Pero· pi"ima non vogliamo tacere un dissenso che pare· di forma, di lingua, ma -che ha la sua im– portanza, per la storia e la sua ver!ta da un lato, e per l'inflùenza che anche le parole esercitano sul– la psicologia delle masse. Lus,lu dice che il fasci– smo ha fatto una rivoluziOne; e noi diciamo di no, · che rivoluzione non é stata, ma é stata una contr0- rivo1u1.ione. La di.stinzione ha il suo valore, ripetiàmo senza che ci sia bi~"gno d'accapigliars'i su éi6 né d6ahdere troppo inchio·atro. Passiamo oltre!... Emilio Lussn eloqu~ntemente critica la tattica temporeggiatrice e sofistica dei "saggi" e degli "strateghi" dell'antifascismo nfficia– lè e modera10, che ~on inte!!dono l,larlàJ' di guerra.

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