Lo Stato Moderno - anno VI - n.3 - 5 febbraio 1949

LO STATO MODERNO 57 cora scrivono, è di .predicare l'odio contro il fanatismo. Ecrasez l'infame! il motto di Voltaire è di grande at– tualità. Poco m'importa che ,colui .che uccide sia rosso o nero; è il malvezzo di uccidere, che voglio estirpare. E, statene pur sicuri, il sicario è un ignorante (o un matto) nella cui mente primitiva lampeggia una fede (non vo– glio saper quale) che Io trae al delitto. S_oltanto l'i'stru– zione sospinge verso le beate rive dello scetticismo e della tolleranza, a cui approdano coloro che hanno fatto il giro delle idee politiche, rkono9Cendone la precarietà e lo scar– so peso. Qualcuno mi ha divertito raffigurando un mondo dell'anno 2500 in cui i comunisti saranno preti, ·e come tali in stola e cotta offici'eranno; un mondo dopo una se– rie di atomiche 'con effetti d'inibizione se'ssuale dei mam– miferi, nel quale prolifereranno mosche. zanzare. e insetli ovipari, e l'uomo si isp·egnerà a sezioni. Fantasie ricreative a cui consiglio di abbandonarsi coloro che pigliassero trop– po sul serio i tempi attuali. « Non collaboriamo» dunque alla diffusione della stoltezza e del fanatiS'mo. Questa sarebbe la « non colla– borazione» da intensificare, in luogo di quella che r.al – fenta la produzione (e ,castra ,i salari, com'è giusto). Ma sul fanatismo sindacale e politico prospera troppa gente interessata a coltivarlo, pen:hè si risolva a smetterla. I giornali sono puri ·S'trumenti pubblicitari: « Montatemi be– ne le beatitudini russe», « fotomontatemi l'inferno sovie– -ti•co >; un cartellone contro gli affamatori, una vignetta contro i prol 1 etari col mitra ... Venite signori, iavanti com– pagni, confrontate le merci esposte. Riduzione di prezzi, sconti eccezionali, premi a chi compera... Balle su tutta la linea, e ballon.s d' essc,ì ·del compagno Stalin. Intanto, chi ha qualche lettura, e per es. s'inoltra nel citato saggio dello Zini, Dei criteri, ecc., trova in una no– terella che nel 1865 il ministro Lanza teneva I segre– tario particolare e 2 copisti, e R,Uindici anni dopo, nel 188o, il ministro Depreti1> contava un gabinetto con .r8 uffiziali. (Sarei curioso di sapere, oggi, il coefficiente di atJmento dei 18). Che ne dite? La moltiplicazione degli addetti alla .«greppia » dello Stato non è cosa nuova, ma anche qui si esagera. I nostri amici socialisti, tripartiti nel partito saraga– tiàno, si ,sono riuniti a congresso. La sola cosa interes– ·sante era la decisione s·e alzarsi o no dalle poltrone mini– steriali, e il risultato era dato a 100 contro r. Facile vit– toria: la si ,può condi're di parol'e, si può magari spolve– rare l'etichetta dell'operaismo, la verité est en nwrche, il socialismo diventa borghese, o ·scompare nella scia comu– nTsta. I delfini saragatiani bi'sogna che si mettano a ca– prioleggiare al seguito della nave capitahsta, se vogliono che qualcuno li contempli, e un bel mattino si sveglino radico-scx:ialisti, rosei di pelle e mondi « d'operaismo ». Senza questa metamorfosi, i voti della piccola e media borghesia andranno ai clericali o ai fascisti. Ci siamo in– tesi? Noi quindi abbiamo fiducia nel tt quotidiano di Sa– ragat, nella sua cultura marxista, e nel saggio realismo degli on. Lombardo e Tremelloni. che la pratica del po– tere· conduce ,al liberismo economico, e alla fraternità di pensiero con Merzagora. Sarà più difficile persuadere Cripps a cambiar siste– ma; e una curiosa spiegazione dell'isolazionismo britanni– co come reazione al neoliberismo e neoliberalismo fran– cese ic italiano, .onde colti~re in serra e in pace la trop– po fragile pianticella del socialismo pianificatore, ci viene prospettata. Purtroppo, non ne possiamo escludere la ve– rosimiglianza : il laburismo è frutto di una mentalità reli– giosa, come è provato d'all'ascetit:a rinuncia a tanti beni della vita; e quando un fenomeno politico passa nella fase religiosa, non ci sono speranze di rinsavimento. Curzio Malaparte ha un bel mettere Marx sulle scene parigi– ne su cui già contaminò Proust (e un giorno o l'al– tro, sarebbe bello collocassimo lui in vedetta, col pigiama mattutino, lustro e incerottato, il fonografo sul tavolino da notte e un Voltaire spaiato ·e -sempre aperto alla stessa pagina sul cassettone); non s'accorge che lo scorso secolo ha veduto l'apparizione d'i un altro « prqfeta :t ebraico la cui sètta andrà lontano. I nostri bravi clericali, o almeno chi s'incarica di pensar per loro, l'hanno capito: qui c'è La vera e propria rivalità teologica, la concorrenza fra la chiesa nera e la rossa. Carbonari contro sanfedisti, il duel– lo ricomincia. E poi-chè siamo in pieno centenario alfie– riano, ci stupisce che nessuno abbia ancora invitato i mi– liti dell'Azione Cattolica, e quelli della schiera di Gronchi, a manifestarsi intrepidi E degni entrambi del sublime Alcide. (Alce~te seconda - atto V - se. I). ARRIGO CAJUMI Non riguardà solo la D. C. Ci riferiamo all'articolo del prof. Carlo Carretto, «Azione cattolica e a::icme politica>, apparso alnmi giorni fa e che, 11ei s11oiconcetti fo,adamentali, Pare abbia avuto un certo Peso nella votazione che ha portato, alla testa del gruppo Parlamentare D. C., l'on. SfJataro, n.on senza che si costituisse una vivacissima e ,iu– merosissima minoranza per /'on. Moro. Questa minora11za si dà pe11siero,per rispettabilissimi motivi di fede, del fatto che l' Azio– n~ Cattolica possa compromettere nel temporale i superiori fini della Chiesa e della Grazia. Ebbene, il prof. Carretto la rassicura: bm vuota, dice il professore, sarebbe un'azione religiosa che non scendesse in mezzo agli uoniini, e 11on operasse a rimuovere gli e ostacoli indiretti> al trionfo della Grazia e della Verità di Cristo. Ed ecco il professore ad elencare gli osthcoli i,adiretti: culturali (i11seg11amento laico, profano, non ispirato al ,ristianesi1no); sociali (miseria, i,,gi1<.rtizie sociali, che acuiscono, gli odi della classe po– polare contro la Chiesa ritenuta responsabile delle oppressio,11); politici (legislazione dannosa agli i11teressi cattolici, debolezze sulla stampa pornografica); ecc. Il prof. CarreIlo rivendica dunq14e,nè possiamo dar torlo al suo si11ceroattivismo, 1111a i11iziativa che va ben al di là dell'apo– stolato religioso puro e semplice. Egli teme evide,1temente che le cate,ie libera/democratiche entro cui deve pur muoversi un gover– no di partito se 110nvuol cadere nella malagloria del e regime>, trattengano la Democrazia Cristiana dall'attuare quella e società cattolica> cui egli pensa evidmt'!tnente che tutti gli ital(mr.iaspi– rino. Conseguenze? Non sono molto difficili da prefigurare: una nobile gara tra A zione Cattolica e Democrazia Cristiana nel com– battere la cultura laica, nel vitalizzat'e la scuola privata cattolica con tutti i mezzi (a quatado l'impiego di determinati e ben preci– sati contributi personali degl'italiani?), nel rimuovere quella legi– slazione dannosa agli it,teressi cattolici, che non sappiamo pi,,, do– po /'i11seri111e11to del Concordato ne/la Costituzi0t1e, dove sussi– stano, ma che potrebbero però essere scorti ad es. 11elfatto clie non esistono attualmente fori ecclesiastici privilegiati o simili. La cosa, dicevamo, non riguarda più solo la Democrazia Cri– stiana: per la Democrazia Cri.rtiana, f articolo del prof. Carrelto è solo un monito a fare di più e meglio; per noi è un avviso utile e leale, ad atteiaderci finalmente davvero uno Stata cattolico, una cultura esclusivamente cattolica, calloliclie unrversità e cattoliche ispe;ioni e cattoliche delibere dn Consigli c0t11u11ali, e via eseffl-' plificando. Tutti soddisfatti gli elettori del 18 aprile. Lo Stato che vegli alla salvezza dell'anima. Era d1mqu1 ~sto che, in odio all'inv~ denza spirituale del soldatesco çomvni.Jmo di Gottwald, volrvMN gli elettori del 18 aprile? u. s.

RkJQdWJsaXNoZXIy