Lo Stato Moderno - anno V - n.15-16 - 5-20 agosto 1948

(, 336 LO STATO MODERNO Il_ nodo da sciogliere Durante la fase più critica di quelle giornate di mez– zo luglio, quando le manifestazioni popolari di prote– sta contro l'attentato alla vita dell'on. Togliatti sem– brarono poter degenerare in pericolosi conati insurre– zionali, il ·governo si mostrò ben fermo nel suo intendi– mento .di difendere le prerogative parlamentari e, con queste, la sicurezza politica del Paese. Si ebbe l'impres– sione che ~n quelle circostanze il governo fosse risoluto a far ricorso a tutti i mezzi in suo potere, senza esclu– dere alcuna eventualità. Nelle due lunghe sedute del Consiglio dei Ministri, mentre al Viminale affluivano dalle provincie i rappor– ti sullo sviluppo delle agitazioni; mentre nei sindacati tendeva a prevalere il proposito di sostenere lo sciope– ro gef!erale ad oltranza con la pretesa di forzare la cit– tadella governativa; mentre i più impulsivi mascherava– no con le loro manifestazioni diversive il vero stato d'a– nimo di p~rplessa attesa dei capi piì1 responsabili del– l'estrema sinistra, il governo deve avere considerato, nel quadro dei provvedimenti da adottare per il ri– stabilimento dell'ordine, anche l'eventualità di mette– re i comunisti fuori legge. Per la. prima volta. proba– bilmente, dopo l'abba.ndono della politica ciellenista di :u;nità.antifascista, il governo deve aver preso in esame le condizioni e le conseguenze per il verificarsi di que– sta estrema necessità. Le dichiarazioni ufficiali di quei due giorni lascia– no intravedere un tale divisamento. Già nel comuni– cato governativo emesso subito dopo la dichiarazione dello sciopero generale. si attribuisce apertamente al– la Confeaerazione del Lavoro la volontà di provocare un tentativo sedizioso. Nel colloquio del' mattino dopo tra il Presidente del Consiglio e l'on. Di Vittorio, il pri– :,mo avrebbe usato termini aspramente minacc:osi: di– chiarando che « se la C.LG.L. fosse ,andata contro il governo, il governo sareb•be andato contro la Confe– derazione». Così almeno, secondo· una versione uffi– ciosa che fu diffusa dalla R.A.I. e confermata poi dalla stampa governativa (mentre, com'è noto, il segretario generale della C.G.I.L. ne ha data una sensibilmente diversa: « Se la Confederazione andrà incontro al. Go– verno - avrebbe assicurato l'on. De Gasperi -, il Go– verno andrà a sua volta. incontro alle esigenze ( ?) della Confederazione»). Inoltre, nel pomeriggio dello stesso giorno, l'on. Scelba fece delle dichiarazioni alla Ca– mera in términi estremamente risoluti: « Nessuno si il– luda, chè se la Repubblica fosse compromessa, il go– verno userà di tutte le forze per, stabilire l'ordine». Poco prima, fra le interruzioni dell'estrema siniswa, se ne era anzi uscito in un'affermazione piuttosto equivo– ca, a doppio senso: « Se un regime democratico - ave– va detto - non sàpesse mantenere l'ordine, non ci sa– rebbe nel Paese che dittatura». O a motivo di questo vigoroso atteggimnento del governo, o perchè effettivamente non· era stato messo in atto il tentativo per un'azione insurrezionale, alla fi– ne del secondo giorno sono comunque prevalsi criteri di maggior ragionevolezz1. Ma, poichè nè il P.C.I. nè la C.G.I.L. seppero dare ai loro attivisti una giustifi– cazione di questo « revirement », è rimasta diffusa l'im– pressione che siano stati proprio quei minacciosi pro– positi dèl governo a ridurre anche i. Pajetta e i Bitossi a più sennati consigli. Del resto non è neppure da, escludere che il go. verno, in questi tempi, si-a venuto ordinando un intero archivio sull'attività sotterranea del P.C.I. Sotto l'ab. bondante vegetazione di « menzogne, di calunnie, di de. viazioni » (come scrive l'on. Longo sul!'« Unità» del 24 luglio) sviluppatasi su questo terreno propizio agli scandali ed alle speculazioni politiche, pure è rintrac. eiabile un filo di verità che collega e salda in una catena numerosi episodi di nera cronaca politicà in cui sono apparsi, negli ultimi anni, più o meno diret– tamente implicati dei militanti comunisti: dalla repub– blica. rossa di Caulonia del mar7.o '45; dalla soppressio– ne di certi testimoni del trafugamento dei valori rin. venuti sull'autocolonna di Dongo; giù giù lungo la sanguinosa collana dei fatti dell'Emilia, dell'orrendo e– pisodio di Andria, della tragica manifestazione davanti al Viminale del marzo '45, del misterioso affare della « troika », dell'attivo contrabbando di cereali e di armi fra le due sponde dell'Adriatico, prima della scomunica di Tito, del fosco retroscena dell'assassinio del giovane attivista di Cremona, fino ai recenti episodi insurrezio– nali di Genova e di Monte Amiata; per tacere di que– sto quotidiano ritrovamento di armi. Cessato lo sciopero generale, composte le :.igita– zioni di protesta, ristab,ilita nel Paese l'autorità della legge e nel Parlamento l'autorità del governo, in un'in– tervista ad una agenzia giornalistica straniera il mini– stro Scelba ha affermato che « i fatti hanno confermato l'esistenza di piani a carattere insurrezionale da tem– po elaborati». Pe'r questa ammissione del ministro del– l'Interno era stata presentata al governo un'interpel– lanza da parte di un senatore dell'estrema sinistra, il quale aveva chiesto l'esibizione al Parlamento di « tut– to il materiale d'informazione e di documentazione» che il governo ritenesse di poter addurre a difesa della te– si sostenuta pubblicamente dall'on. Scelba. Non è stato difficile per il governo trarsi dall'im– barazzo in cui ha cercato di metterlo il sen. Terracini. Comunque, non sembra azzardato ritenere ·che, se in quelle giornale di disordini il governo avesse deciso di mettere sotto accusa i capi responsabili del P.C.L non gli sarebbe mancata la possibilità d'impiantare uno di quei processi spettacolari di complotto contro lo Sta– to, di cui frequenti esempi si sono avuti negli ultimi anni in altri Paesi. Ma fu buona ventura per noi, per queste nostre li– bere istituzioni repubblicane, che il governo non si sia considerato costretto ad attuare il suo piano di di– fesa per la sicurezza del Paese fin'o alle estreme con– seguenze. Se pur fosse divenuto inevitabile, in un cer– to momento, mettere fuori legge i comunisti, imprigio– nare i loro capi, apporre f sigilli alle sedi delle loro org,anizzazioni, disperdere le loro formazioni più o ~e– no clandestine : se pur questo fosse stato necessarw, nondimeno sarebbe stato un grosso errore. Perchè in po– litica,· altrimenti che sul piano morale o su quello giu– ridico, la condizione di necessità non assqlve dalla re– sponsabilità delle perniciose conseguenze che ne pos: sono seguire. Un atto politico, anche se necessario, puo essere nondimento riprovevole: perchè la valutazion~ politica importa sempre una previsione sulle condi~io~J dell'azione futura, e l'avvedutezza politica sta prrnci-

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