Lo Stato Moderno - anno V - n.15-16 - 5-20 agosto 1948

LO STATO MODERNO 335 la vita del Paese e a indebolire uno dei capisaldi neces– sari alla difesa della democrazia. Perchè non bisogna di– menticare che la O.C. al governo è soltanto limitatamen– te un partilo democratico. Essa è un corpo composito, nel quale in linea ideologica ed organizzativa gli elementi so– cialmente conservatori e politicamente autoritari e dog– matici hanno sicura prevalenza. Sin tanto che nel Paese era viva una corrente antagonista compatta, con la quale una prova di forza si prospettava pericolosa, il governo democratico di compromesso era l'unica soluzione con– \'eniente cui si potesse affidare. Ed era cosi offerta al Paese la massima chance di un lento progresso verso un più intimo e sicuro ordine di libertà. Ma venuto a man– care pei suoi stessi eccessi demagogici e per le sue con– traddizioni l'elemento equilibratore, non è difficile pre– vedere che la O.C. governerà nell'immediato avvenire in– dulgendo senza remora alcuna alle sue vere intime ten– denze.E con ciò l'ordine democratico in Italia correrà un rischio grosso. In altri termini: il 18 aprile, grazie alle intemperanze del P.C.I., la D.C. ha ricevuto pieni poteri nell'ambito par– lamentare; il 14 luglio, grazie ad un ostentato massimali– smo del P.C.I., esauritosi come un fuoco di paglia, la D.C. al governo ha suscitalo nell'opinione pubblica, la quale poco ragiona e misura e molto si lascia trascinare da sen– timenti ed impressioni superficiali, l'idea di una forza capace di farsi rispettare e di imporre al Paese discipli– na ed ordine. E sono poste così le premesse di un potere rermissimo ed incontrollabile. Oggi è chiaro che le sorti della democrazia in Italia stanno esattamente nella misura che la O.C. saprà darsi, nel limite che saprà imporsi, nel rispetto che saprà por– tare alla libertà. Ma tale misura, tale limite, tale rispetto unilateralmente affidati al partito al governo, non pos– sono essere che incerti, non possono trovare una obietti va garanzia politica, se è vera la diagnosi fatta della scarsa generale educazione alla libertà della classe politica ita– liana, del generale fanatismo che impera nei partiti. Nè sembra che i due minori partiti co.llaboranti nel Ministe– ro altro possano fare che vigilare una situazione e de– nunziarla per separare la propria responsabilità quando il governo della O.C. dovesse realmente tralignare verso il paternalismo e l'autoritarismo. Primo passo del quale sarù la messa fuori legge del P.C., che molti democristia– ni oggi desiderano, e che i comunisti par di tutto faccia– no pe1· rendere inevitabile. Ciò farà del partito vittima un più organfoo e vigoroso istrumento sia pure clandestino, in vista di una conflagrazione, scatenata la quale dovreb– be operare senz'altro a favore del blocco orientale. Ma siffatta conclusione è destinala a rimanere mera ipotesi. Nella ipotesi più probabile di una composizione della bega internazionale con un. modus vivendi in cui U.R.S.S.e U.S.A. si divideranno il mondo senza troppo di– sturbarsi reciprocamente, tulla quella efficienza combat– til'a resterà inutilizzata, e fermo resterà il fatto della Pratica scomparsa del P.C. dal primo piano della scena politica italiana. Pericolosissima situazione questa per la democrazia, data l'assenza di una corrente conservatrice illumi– nata e nutrita di spirito di libertà. La crisi comunista s!a Sià aiutando ·a farsi luce tendenze che ben sappiamo do– l'e possano sfociare. Il 14 luglio '48 ha lo stesso sapore della occupazione (,!elle fabb1·iche nell'autunno 1920. Og– gi, come allora. una incauta e maldestra prova di forza si è esaurita miseramente, e la con.seguente crisi della C.G.l.L. nè è la prova forse più drammatica. Oggi, come allora, pur tra gran chiasso di polemiche violente, il Pae– se vede aprirsi di nuovo una possibilità di sperimentare il Valoreprogressivo della prassi democratica; ma oggi co– me allora cova l'idell della < grande vendetta > in coloro che si credono vincitori. Oggi troppi grossi industriali e agrari auspicano quella definitiva « lezione > che squa– dracce e polizia allora innissero ai <bolscevichi> in. no- me della < Patria >. Oggi, come allora, al fanatismo delle masse eccitate fd riscontro il fanatismo cieco e tanto più colpevole dei ricchi reazionari. E invero bisogna conclu– dere che se gli infiniti errori delle sinistre prive di una chiara idea della libertà - in politica tutto si paga - ci hanno condotto a questo punto, la meschinità dei ceti con– servatori non ci consente la certezza che la futura politica italiana si svolga fuori della solita pendolare vicenda dell'arbitrio e della violenza or da gli uni or da gli altri usati. RICCARDO BAUER Lode- al "capo del governo" fo un editoriale del Tempo di Milano, del 7 agosto, /'onorando Moresca/chi chiamava iJ Presidente del Consiglio < capo del go-<1~r– no >. Niente di male che si co11cedo ad un vecchio di serbare quasi i,uwvertitamenle le abitudini del venle1111io. Lo stesso uso linguistico rileviamo in uno corrispondenza ro– mana della Stampa del 9 agosto. Qui la cosa c, umbra meno plau– sibile: perchè ,ma corrispo11denzaromana ha un linguaggio meno soggettivo, è più rwe/atrice dì un uso e di un costume giornalistico. Oro "°'' sara male ricordare che il nome - e l'istituto - «capo ,iel governo> è di genesi strettamente mussoliniana. De Gasperi ha avuto già l'i11cidenle,durato un'ora, della poltrono di Mussolini a Montecitorio. Perchè la stampa quotidiana vuole aggiungergli lln– che il titolo col quale Mussolini onorò sè stesso fino al punto da punire penalmente quelli che gli avessero mancalo del dovuto ri– guardo? Attenzione, anche le parole, certe parole, bruciano; e 11on sempre le parole seguono alle cose; talvolta può avvenire il con– trario. Attenzione. u. s. AGLI AMICI Chi ci ha. seguito sinora sa che non sia.mo facili agli appelli patetici. Questa. rivista. è na.~a. in tempi di ferro, e di essi conserva., e vuol conservare, il disinteresse e il pudore. ' Slegata da. ogni èonsorteria e libera ad, ogni idea, essa rappresenta forse l'ultimo idea.le ritrovo in Italia di un certo costume, di una certa civiltà. Oggi abbia.mo bisogno di essere aiuta.ti; la carta e la. • tipografia. non hanno particolari delicatezze per noi. Chìedia.mocose possibili; a.d ogni runico abbonato di perdere cinque minuti di tempo per trovarne altri due; a.d ogni amico non abbonato di abbonarsi. A chi può chiediamo l'abbona.mento sostenitore; a. chi può di più; chiediamo di più. Altrimenti anche questa voce del sogno di una. moder– na democrazia italiana dovrà malinconica.mente spe– gnersi. Sarebbe forse un segno dei tempi; ma a.nche il rim– pianto ~a.rebbe un segno dei tempi. Prof. Antonio Lucarelli - Acqua.viva delle Fonti (Bari) . L. 500 ABBONATI SOSTENITORI S. A. 0rob:.a. . Mila.no . Dott. Giacomo Zo-nchello - Milano Dott. Lionello Santi - Milano L. 3.000 » 3.000 » 3.000

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