Lo Stato Moderno - anno V - n.15-16 - 5-20 agosto 1948

LO STATO MODERNO 357 chiamc, all'eccesso di imposizione. Abbiamo letto elle nel 1946, per la pubblica finanza, solo una persona in Itatn aveva un reddito annuo superiore ai cinque milioni; e solo se5santa persone un reddito superiore ad un milione. Da allora le cose saranno certo mutate, e - speriamo -– di assai; ma l'assurdità di questi « accertamenti > è vera– mente impressionante. Non è di questo però che voglia– mo parlare. Il fatto è che il peggioramento del tenor di vita costringe lo 1 Staio a ,esentare i redditi inferiori, o ;i ridurne l'imposizione, e quindi lo costringe necessaria– mente a gravare maggiormente sui redditi superiori. Di fallo, questo maggior gravame o non sussiste, come ri– sulta da quanto ora si è detto, o sussiste in misura ina– deguata. E quindi si è avuto un largo ricorso a mezzi sostanzialmente inflazionistici, col risultato di rigettare indirettamente, attraverso il rialzo dei prezzi, su larghe masse di non abbienti quei sacrifici dai quali le si vo– levano esentare; e di risucchiare fondi bancari. Ma, in realtà, qualora lo Stato pervenisse a quella più grave percussione dei redditi elevati che è una ne– cessità della nostra impoverita economia, non ;, da illu– dersi chè l'afflusso dei depositi bancari perdurerebbe im– mutato. Le fonti 'delle ipotetiche - e auspicabili - mag– giori entrate tributarie coinciderebbero in gran parte con le fonti da cui le banche traggono le loro disponibili!:\. La situazione tecnica della pubblica finanza migliorereb– be; ma la situazione « del mercato» monetarìo rimarreb– be sostanzialmente la medesima quale è ora, tenuto conto del risucchio di depositi da parte dello Stato. Le pubbli- che entrate e i mezzi bancari possono crescere insieme solo se aumenta il ritmo produttivo e il flusso del red– dito; altrimenti sono in gran parte alternativi. La coper– tura delle pubbliche spese, in altre parole, deve necessa– riamente gravare sulle possibilità di risparmio - dei sin– goli - o di aumento del capjtale d'esercizio - delle im– prese - in misura assai maggiore che anteguerra. Che significa colpire maggiormente i redditi più elevati se non assorbire fondi che dai titolari -di tali redditi sareh– b,ero stati destinati a risparmi e a investi men ti? Perciò: o i mezzi bancari si alimentano in misura lusinghiera, ma cospicua parte di essi viene assorbita da!– lo Stato; o lo Stato riesce ad ali men.tare ,con mezzi più appropriati le proprie entrate, ma allora l'alimentazione dei mezzi bancari diviene manchevole. La questione non è tecnica, ma econom'ica; è legata al flusso del reddito (reale) e al suo aumento. Dire, oggi,. che il costo del denaro bancario è ecces– sivo « anche > perchè lo Stato male avvedutamente suc– chia ·depositi bancari, riducendone le disponibilità per l'economia privata, è confondere la sostanza con la for– ma; la sostanza è che oggi economia pubblica ed econo– mi&. privata debbono necessariamente farsi una concor– renza più pressante che in passato, e che i mezzi che pos– son.o essere posti dalle banche a disposizione del merca– to sono relativamente scarsi. Un incremento sostanziale di attività produttiva metterebbe prontamente in evidenza la relativa scarsità dei mezzi bancari. ALDO DE TOMA Sulla via della ricostruzione Le presenti note potrebbero sembrare troppo otti– mistiche al lettore che, dimentico delle recenti traversie del nostro Paese, consideri le ragioni sociali che si op– pongono ai dolorosi licenziamenti di mano d'opera, e gli ostacoli per suscitare una ripresa d'affari sempre più stagnanti, e per mobilitare il risparmio nelle ban– che e combattere la depressione borsistica. Ma se ap, pena egli vorrà ripensare al cammino percorso dal gior– no della liberazione ad oggi, potrà trarre maggiore con– forto e meglio valutare il progresso assicurato in tutti i campi, da quello morale all'economico. L'esame dell'andamento dell'economia del dopoguerra, se da un lato rileva le conseguenze dell'immane tragedia, dall'altro manifesta quanto latenti e vive sian.o le forze spontanee di recupero e di conservazione. L'opera di ricostruzione sotto la spinta del tornaconto individua– le ha dato luogo ad un notevole fervore di attività, di cui Possiamo essere soddisfatti malgrado la stasi inquietante del momento, se appena si consideri che altri paesi han– no sofferto del conflitto assai meno di noi e versano ugualmente in una situazione di crisi. Ricostruita è la compagine unitaria dello Stato e la efficienza dei suoi organi; e perduto ogni vigore ha la spinta pericolosa delle indipendenze regionali, facendo forse eccezione l'Alto Adige, ove in effetti sussiste una Profonda differen.ziazione di popolazione, di 1 esigenze, di cultura, di aspirazioni. Notevoli sono i risultati nel setto– re dei trasporti: quelli terrestri sono stati riportati ad una efficienza non molto lontana da quella del periodo prebel– lico, con Km. 15.762 di linee in esercizio alla fine del 194 7 percorse da 103.269 carri merce, mentre nel 1946 Questi erano soltanto 87.983. Anche i trasporti marittimi, Pur non potendo registrare un recupero altrettanto ra– pido, hanno avuto un notevole progresso, essendo le mi– gliaia di tonnellate di· merce sbarcata e imbarcata da na– vi di bandiera italiana, passate da 7.200 nel 1946 a 16.200 nel 1948. Nel campo dei rapporti commerciali internazionali si sono pure ottenuti risultati apprezzabili a mano a ma– no che si è attuato il riallacciamento dei contatti con le n,azioni libere: per il 1947 le importazioni sono valutate a 1.432 milion~ di dollari e le esportazioni a 672 milioni, per cui la nostra bilancia commerciale presenterebbe un de– ficit apparente di 760 milioni di dollari. Di contro il sipario si è calato al limite della cosidet– ta < cortina di ferro :o; e con la Germania occidentale le correnti si infrangono davanti agli ostacoli di contingen– za, la cui rimozione non potrà tardare quando questa na– zione; posta nel cuore dell'Europa, tornerà ad avere una sufficiente libertà nel campo civile e del lavoro. Gli aiuti nell'ambito dell'E.R.P. dovranno assicurare, se convenientemente impiegati, la ripresa delle attività industriali, la costituzione di scorte sufficienti, la ricon– versione, il rinnovo, l'adattamento tecnico produttivo di molti stabilimenti alle esigenze dei consumi di pace. Del resto gli indici della produttività già affermano l'ascesa: dal 1946 al 1947, prendendo come b9se 100 prima della\ guerra, l'industria dei metalli è passata da 60 a 74,8, l'in– dustria chimica da 58,1 a fì4,5, l'industria elettrica da 81,4 a 104,2. La produzione agraria, dal canto suo, registra sensi– bili graduali II\iglioramenti quantitativi e qualitativi: in migliaia di quintali, il granoturco è salilo, sempre dal 194f> al 1947, da 19.000 a 20.400; l'olio di oliva da 1.300 a 2.500. Ed è assodato che tali progressi non sono esclusivamente in rapporto all'andamento stagionale, ma soprattutto alla ripresa di una migliore lavorazione delle colture e di con– cimazione della terra (consumo per ettaro coltivato di perfosfato minerale: nel 1946, kg. 5,6;. nel 1947, kg. 9,1), mentre le fattorie si sono riempite dl bestiame (nel 'J 946 migliaia di capi 16.800; nel 1947, 23.800) e si sono accre– sciute le dotazioni· di macchine agricole. Analoghi progressi non registrano le pubbliche finan• ze, dove, sotto il gioco di multiformi interferenze, sono aumentate in misura imprevista le spese, e conseguente– mente è cresciuto il deficit di bilancio, il debito pubblico e la circolazione monetaria, con le noie ripercussioni sul valore intrinseco della moneta tanto nei rapporti esterni che in quelli interni. II periodo più triste fu certamente

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