Lo Stato Moderno - anno V - n.15-16 - 5-20 agosto 1948

LO S T,A T O M OD ERNO 339 LETTERE S11VDA CALl SM O L'interesse nei circoli politici romani è stato - du– rante quest'ultimo periodo - per il cataclisma che si <! verificato nella C.G.T. e per ra scissione sindacale, Ma per capire quello che succede diamo uno sguardo anche fuori di casa, e consideriamo un po' le cose alla luce delle esperienze altrui: l'orizzonte più ampio consentir:\ di scorgere indirizzi e mète che sfuggono a una limitata osservazione. Sulla opportunità di un regime sindacale unico, op– pure plurimo, i pareri all'estero, come è noto, sono dif– formi e contrastanti. Persino in Francia, dove la tradi– zione di un sindacalismo indipendente dai partiti ha più salde radici, i punti di vista e la realtà delle cose sem– brano evolvere in questi ultimi tempi verso conclusioni assolutamente originali nei confronti di ciò che si pen– sava soltanto pochi anni or sono. Invero la direttrice di marcia della Confédéralion Générale du Travail era stata sempre orientata nel senso che l'efficacia e la bontà dell'azione sindacale dovevano esser falle risiedere nella lihertà e nell'autonomia del sin– dacato dinanzi a qualsiasi ideologia o partito politico. La carta costitutiva della C.G.T. approvata e Limoges sta– biliva infatti che: < Gli elementi che costituiscono la C. G.T. dovranno tenersi al di fuori di ogni scuola politi– ca. La C.G.T. ha esclusivamente come scopo di unire sul terreno economico, e coi vincoli di una stretta solidarietù, i lavoratori in lolla per la loro emancipazione integrale,.; e lo statuto di Montpellier (1902) ribadiva esplicitamente quel principio: « Nessuno può servirsi della sua quali– fica di affigliato alla Confederazione in un atto elettorale qualsiasi >. In questo stesso ordine di idee il documento che fa testo ed a cui vanno i continui riferimenti, la Carta di Amiens del 1906, precisava che: « Per quel che riguarda gli individui, il Congresso afferma l'intiera li– bert:'tper l'inscritto al sindacato di partecipare, al di fuo– ri del raggruppamento corporativo, a quelle forme di lot• la che corrispondono alla sua concezione filosofica o po– litica, limitandosi a chiedergli in con.traccambio di non introdurre nel sindacato le idee che egli professa al di fuori. Per quel che riguarda le organizzazioni, il Congres– so dichiara che allo scopo di far sì che il sindacalismo raggiunga la sua maggiore efficacia, l'azione economica deve essere esercitata direttamente contro il padronato, dato che le organizzazioni confederate non debbono, in quanto gruppi sindacali, preoccuparsi dei partiti e delle sette, che, al di fuori o a lato, possono adoperarsi, in pie– na libertà, per la trasformazione sociale >. Nella loro condotta i dirigenti della C.G.T. non per– devano mai di vista quei principi generali. Allorchè Mo– sca dopo la Rivoluzione del 1917 fondò l'Internazionale Sindacale Rossa e lanciò un appello a tutti i lavoratori acciocchè aderissero alla nuova organizzazione, espelles– sero dai sindacati i c. riformisti > e passassero ad una decisa azione rivoluzionaria, la C,G.T. cercò di opporsi in tutti i modi a questa manovra che introduceva la poli– tica nel campo del lavoro e che in particolare si risol– veva in un. infeudamento delle associazioni dei lavoratori al partito comunista. Di qui, nel Congi;esso di Lilla del 1921 la scissione che si operò tra C.G.T. e C.G.T.U. (Con– (édéralion Générale du Truvail Unilaire) sotto il dichia– rato motivo che da parte di quest'ultima erano compro– messi i tradizionali principi in Francia della autonomia sindacale; di qui la necessità, al momento della riunifi– cazione delle due organizzazioni nel Congresso di Tolosa del marzo 1936, di riaffermare solennemente, a giustifi- ROMANE POLITICO E NO cazione dell'embrassons-nous, della recuperata unità, i noti s/ogans di indipendenza delle organizzazioni del la– voro- da qualsiasi influsso dei partiti. Sarà bene avvertire però, fin da questo momento, che lu tradizione sindacale unitaria francese riceveva una so– lenne smentita dalla presenza, fin. dal 1919, della Confé– dt!raliq11 Française des 1'ravai/leurs Chréliens, che dimo– strava una irreducibile avversione, nonostante i reiterati tentativi della C.G.T. in proposito, a effettuare la fusione. La C.F.T.C. ha riconosciuto la necessità di un'azione co– mune, attraverso speciali accordi, comitati di coordina– mento, ecc.; ma non ha mai inteso procedere più oltre. Ehbene, è nel quadro sopra traccialo che si sono co– minciati in questi ultimi tempi anche in Francia a ma– nifestare alcuni punti di vista discordi, ad opera poi ùi eminenti sindacalisti. li motivo - e il Yantaggio - del sindacato unico, si sa, è quello in definitiva della vecchia canzone popolare: « divisi soccomberemo, uniti riusciremo vittoriosi >. Sol– tanto che se il sindacato è unico, la sua azione deve arre– starsi ad un dato punto, non andare oltre a un certo li– mite, al di là del quale non sono più in gioco interessi economici, ma ideologie politiche; ed allora ciascuno - io socialista, tu comunista, egli democristiano - si tro– va con le proprie particolari convinzioni e preferenze, e dove prima, per quel che riguardava, cioè, gli interessi economici, era viribus unilis, filava il più perfetto accor– do, è succeduto adesso il campo di Al;lramante, ogni cosa è a soqquadro. Una siffatta concezione del sindacato risulterebbe, se– condo quegli scrittori cui si è fatto accenno, oltremodo angusta e circoscritta. Al contrario: il sindacato, se in altra epoca si limitava soltanto alla difesa degli intere~si dei lavoratori, oggi tenderebbe sempre più ad evolversi, a trasferirsi, cioè, sul piano politico - sia all'interno del– la nazione, sia all'esterno per quello che riguarda, ossia, i rapporti fra Stati -, a rappresentare il lavoratore, ol– tre che per i suoi interessi materiali, in tutta la pienezza delle sue aspirazioni e convinzio1Ù politiche, morali, ideo– logiche. Tale « pretesa all'universalismo> sarebhe un mo– vimento irresistibile, il quale ha le sue origini in un fatto ad ogn.uno evidente: la economia appare sempre più con– nessa alla politica, e quest'ultima a sua volta alle con~e– zioni morali e ideologiche, differenti per ogni individuo, e che lo inducono a battersi per una particolare conce– zione della vita a lui cara a preferenza di qualsiasi altra ed a cui non può rinunciare, anche quando tutto sembri limitarsi ad interessi unicamente professionali. La formula invece del sindacato unico si regge sul principio che il lavoratore, quando varca la soglia della casa comune, se vuol coabitare con gli altri suoi compa– gni dovrebbe appendere fuori dell'uscio una parte di sè stesso, dimentirare, respingere molti suoi sentimenti cd aspirazioni per divenire un individuo che ha preoccupa– zioni soltanto salariali. Ma l'operazione è oltremodo ardua e di difficile riu– scita. Per lo più la polemica politica, a proposito degli scontri e contrasti che si veriflc:rno tra le diverse corren– ti nell'organismo_ unico sindac,ale, denuncia I~ presenza di indebite ingerenze dall'esterno; o mette su addirittu– ra accuse di doppio gioco ad opera di chi a parole iti– chiarerebbe di comportarsi in un modo, e poi in realtà agirebbe affatto diversamente. Per la verità. non è ne– cessario giungere a tanto, dal momento che le cose si svolgono in maniera molto più semplice e dopo tutto < re-

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