Lo Stato Moderno - anno IV - n.24 - 20 dicembre 1947

LO STATO MObERNO 179 l comunisti e gli uasini, per colpa loro del resto, che al mo– mento buono non hanno voluto entrarci, si vede che i: G.M.A. per attenersi a que::a po:itica i: più possib:le imparzia:e che ha, cercato di attuare, non può che appoggiarsi a:Ie imponenti forze mKitarj e di polizia di cui d:spone, che g:i rendono possibile di governare senza eccessive difficoltà. J.1 nuov9 capo del G.M.A. gen. Gaither sostiene che la vita di Trieste' ed in zona A è pari o mig:iore a que]a di qua:unque altra c:ttà occi<lenta:e. Forse mig:iore dato che i c,ttadini non hanno bisogno di farsi :a po:itica da sè, ma se '.a t-rovano già be::•e pronta senza le discussioni e le intemperanze parlamentari! Gli anglo-ame1 icani intanto preparano il palazzo del futuro Governatore, ammesso che ne verrà mai uno, lo ri– dipingono di fuori e lo abbe:.:iscono di dentro. Sarà una be!– lissima ·sede che non compemerà dei fastidi che !a carica comporterà. AMOS CHIABOV MUTANO I TEMPI, .MA ... « Morte al ifascismo, Uibertàai popd)i! •· Mi è capitato i giorni scorsi di leggere queste parole, scritte, a :guisa di sa~1.1to, a chiusa di una lettera burocratica d@l.preside di un ginnll'8io ita{iano deEa « Repubb;ica Popo– m.re di Croazia ». Esprimevano, queste parole, l'idea:e per ,il quale noi abbiamo durante vent'anni combattuto e sofferto, per il qume •abbiamo sacrificato nel silenzio e nella rinuncia vent'anni della nostra vita: eppure non ci hanno commosso, non ci hanno fadto P.ensare a un ,;;entimento vicino al nosl1'o, al nostro dfa/ilora, di quando-avevamo vent'anni, e poi trenta e •poi quaranta, che è ancora Il nostro di oggi che ne abbiamo quarantacinque o gitì di lì. Ci hanno, piuttosto, fatto pensare a un'altra scritta, con cui pure si chiudevano, qualche (Umo fa, le lettere burocra– tiche, con cui 1forse le avrà chiuse qu@l.lastesso preside dal nome ita:iano di quel ginnasio deJl'Istria: «Vinceremo»; e a que/,tO:,traformula con cui in queZ:o stesso Jarno di tempo o poco prima, si aprivano o si chiudevano le riunioni più o meno ufficiali, persino que:le di un modesto Consitio dei pro-, fessori di una scuo!a media: « Saluto al Duce fondatore del- ' l'Impero/ ». Questo e non a!tro ci richiamavano e sembravano signifl-– care, di,là d{]J] loro significato letter,ùe, que:le parole di chiusa. E 1wi le consideravamo con tristezza, pensando come pocp muti lo spirito umano pur col mutar deg'.li,eventi che travol– gono uomini ·e cose, e come poco insegnino a.g:i uomini gli eventi e le esperienze. E per noi che ,avremmo dovuto bene- dir:e qua:e parole, esse avevano tutt' a;tro S1gnificato e sapore do quel che pretendevano avere: il sapore degli entusiasmi comandati, che mal si conci:iano con la libertà vera, che sim– bo:eggia110 ~ contrario l'asservimento di tutto un popo?o. E ci nichiamava,no un ultra episodio accaduto un anno prima in altre scuole de!Ja regione giu.,'iana:il conflitto determinatosi a Trieste fra le autorità militari U:leate e quelle sco:astiche jugo– s!ave che avevano introdotto nel:e aule delle scuo:e pubbliche di lingua s:Ovena il ritratto di Tito. In quel:e stesse aule che avevano ospitato fino al 5 lug:io 1948 il ritratto di Mussolini. Ancora form11:e,ancora ritratti. A. B. E~NE'SJMO FALLl!HE!\'10 Cru ha letto i nostri articoli di commento preventivo o consuntivo alle va~ie conferenze intemaziona:i succedutesi dopo la guerra, sa che questo ennesimo fallimento degl'incontri fra i grandi vincitori non ci può sorprendere. Esso è ne::a logica dei fatti, così come ,:o era il fallimento più o meno . confessato -di tutte le conferenze de:♦dopoguerra, da quando g:i Ang:o-americani mostrarono di non essere più disposti a cedere alle richieste dell'U.R.S.S., e nella misura in cui non furono più disposti a cedere. Le so:e conferenze che diedero o sembrarono dare qual– che ri:sU:tato positivo furono queJe di Potooam dei tre granru ((-lug:io 1945) e di Par:gi-New York (1946) per i trattati ru pace con g:i Stati sate::iti de[a Germania. Ma a Potsdam - dove per :·u:tima volta ·s'incontrarono i tre grandi - gli An– g:o-·americani commisero l)mperdonabile errore di consentire a fissa.re , in linea di fatto se non di diritto, :e nuove frontiere orientali de::a Germania senza prendere a:cuna decis:one per quel:e occidentali, e furono stabi:iti per l'avvenire de]a Ger– mania accordi che non ebbero mai applicazione. Qua:che ,ri– sU: tato sembrò agli osservatori superficiali essersi ottenuto anche ne::·uìtima conferenza dei tre ministri deg:i Esteri (Mosca, dicembre 1945), rn quanto si rese possibi'.e i ,rico– noscimento da parte anglosassone dei governi di Bucarest e di Sofia; ma ciò non s:gnificò in definitiva, come è apparso chiarnmen-te nel corso di quest'anno, ad onta de::e i:Jusorie garanzie stabi:ite a favore del:'opposizione, che l'integrale ab– bandono dei relativi paesi a.:l'inf.uenza sovietica e a: tota:i– tarismo dei partiti comunisti aTinterno. I cinque trattati ru pace, infine, potevanQ essere firmati dopo molte tergiversa– riloni ·e incertezze, e dopo altre tergiversazioni e incertezze ratficati, ma co! risu'.tato di :asciare i quattro paesi orientali, e specialmente i tre de[a regione danubiano-balcanica, al:a comp'.eta mercè dell'U.R.S.S., che ha trovato i'. modo di man– tenere anche l'occupazione mi:itare in Romania e Ungheria: mentre [ trattato con l'Italia, oltre ad aver dato a::a questione giu:iana una so:uzione in contrasto con :a Carta Atlantica, ha creato un « Territorio Libero di Trieste •·che non si è ancora· . riusciti ad organizzare e ha lasciato in sospeso la questione . de[e co:onie. · Tutti gli altri incontri sono falliti, clamorosamente. E' fa]ita testè anche la se~on<la Assemblea genera:e deJ:'O.N.U., fa::ita nel senso che ha dimostrato (ma per noi non ce n'era bisogno) fimpossibi:ità di riso:vere, salvo in casi ecceziona:i come quel:o de:la Pa:estina (per ora risolto so'.o sulla carta: ' ma questo è certo già un buon avviamento), qualsiasi que– stione in acoordo fra U·R.S.S. e Anglosassoni, persino l'ammis– sione di Potenze quaìi Italia e Finlandia alla cui ammissibilità nessuno ha obbiezioni da muovere. Si è quindi dovuto -ricor– rere a:la creazione di un nuovo organo quale ::a Piccola As– semb:ea, con ,poteri per altro assai :imitati, che potrà agitare e discutere i prob:emi più che risolverli, e che comunque marca una grave .rottura fra il b:occo sovietico e il mondo a: di fuori, l'inizio del:a spaccatura io due de]'O.N.U., in quanto a:la Piccola Assemb:ea, che s:ederà per tutto il 1948 sino a:.la riunione del:a terza As,semb:ea Genera:e, -J'U.R.S.S. e i suoi sate:ìiti, pur facendone parte di diritto, han dichiarato che non interverranno. Era questa :a seconda grave mttura fra b:occo sovietico .e mondo non soviet:co dopo quella de:. 2 ìug:io per i-1Piano Marshal:. Il fa'.:imento de:.Ja conferenza di Londra preluda' a:la terza. Po:chè, se per C trattato con ,:'Austr:a si è :asciato uno spiraglio aperto (ma senza a:cuna seria speranza per ora, chè se ci fosse stata si sarebbe dovuta concretare ne::e di– verse sessioni già riunitasi per un trattato che è in fondo di

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