Lo Stato Moderno - anno IV - n.11 - 5 giugno 1947

238 LO STATO MODERNO sino di raccogliere l'ammonimento di un liberale russo dell'800 che consigliava alla Polonia un ordinamento politic~ interno ànalogo a quello del suo vicino del– l'~st. Crediamo che l'esempio spieghi a sufficienza perchè, sin dal primo giorno, insistemmo sulla neces– sità che le forze politiche della sinistra italiana pren– dessero atto della necessità di fare wna politica este– ra ch1:;tenesse conto della obiettiva situazione inter– nazionale, avanzando la facile· previsione che in caso contrario tale situazione avrebbe retroagito sui rap– porti interni. E} se la previsione era facile, perchè ci si è osti– nati, e in molti settori ci si ostina tuttora, a non da-re · il minimo peso a. tale aspetto del problema? Vista così, la soluzione data al quarto gabi~etto Je Gasperi ci appare ~ssai più grave e. più duratura .Ji 'quanto gen~ralmentç si prevede. I_ntanto sarebbe sommamente opportuno che si prendesse atto _della sconfitta, se ne ricercassero le cause nei propri errori senza cullarsi nella trita vol– garità della « bieoa r@'azione» e nella stupida trovata del « cancellier,e ». Se la « reazione» vinta il 25 apri– le 1945, battuta il 2 giugno 1946, ha potuto rialzare la testa nel maggio del 1947 non è senza peccato, gra– ve e decisivo, da parte delle sinistre, nè De Gasperi è- « cancelliere » se affida 'le sue sorti al voto del Par-. lamento. Sembrano •(e sono) verità banali, ma è bene impedire che dietro il contrabbando di tali parole si celi il proposito -di non conoscere le ragioni vere del– la disfatta. I problemi che OI'a si. presentano sono due: .avrà il nuovo esperimen~o· :Qe; G~peì-i la_ iniziale appro– vazione del Pari-amento? Sarà iCnuovo"gabinetto tec– ni,camente più efficieri"te "i polÙicam;nte più fuso dei precedenti? ·. Le cifre risponderebbero di sì aUa prima doman– da, anche se da questo· Parlamento distratto e svo– gliato è lecito attendersi il contrario, visto che le ·bel– le giornate potrebbero tentare qualche deputato !1 oc– cupazioni men gravi del voto parlamentare. Ma più che tentare la previsione dell'incerta sortet pare utile esaminare l'oppòrturutà di atteggiamento dei silllgoli partiti. · , I socialisti èlassici e i comunisti sembrano troppo vivamente impegnati nella polemica perchè si possa pensare non dico a un loro voto favorevole, ma per– sino ad una astensione. Eppure votare coi:itro sarebbe palesemepte UJll errore; la situazione economica del paese che non ha più bisogno di esse~ illustrata, an- .che se la euforia della crisi politica !(avete nots1to co– me da noi le cadute e i rifacimenti ministeriali ab– bi3:no preso il posto del « feste, farina e forca » di borbonica memoria? ha messo un po' la sordina agli . appelli drammatici, il grave.inverno che ci sta dinan– zi con tina situazione politica ancora incerta perchè la trista pigrizia di questa Call}era non consentirà le elezioni in autunno, la necessità di non rallentare il ritmo produttivo mentre le esportazioni si fanno sem– pre più difficili, son tutti motivi che debbono indurre alla riflçssione, e non alla ricerca di subite rivincite, che condurrebberò poi a vecchie difficoltà aggravate dai problemi· nuovi. Ma imperdonabile sarebbe l'errore se i gruppi del centro-sinistro si lasciassero attirare da una ste– rile e. aprioristica opposizione. Già non convincente è sembrato il loro rifiuto a entrare nel gabinetto; ap– parirebbe del tutto incomprensibile e-segno di scarsa a\,ltonomia politica che essi rifiutassero di giudicare il ministero all'opera. Sarebbe sommamente impoli– tico pregiudicare possib1li rimpasti che, allo stato delle cose, npn appaiono nè ·difficili, nè lontani, nè di scarsa utilità se si tiene _presente la necessità eh~ - caiarito i~ problema internazionale - la direzione della "'._ìtanazionale ritorni anche nelle mani di uo– mini non infeudati a interessi schiettamente conser– vatori. E' l'ora ultima per vedere se i socialisti lavo– ratori hanno inteso il senso storico della loro scis• sione, e se i repubblicani si ·avviano a superare la loro statica « storicità ». · Sarà tecnicamente e politicamente il nuovo ga– binetto più efficiente dei precedenti? Nonostante tut- . to, c'è da dubitarne. Un po' perchè la Democrazia Cristiana è essa stessa ,un tripartito (e la esclusione di Gronchi ne è un chiaro segno); un po· perchè, se il centro sinistro si schiererà nettamente contro, 11 go– verno sarà costretto a tener conto dei social-comunisti fuori del governo più che non se fossero ad esso par– tecipi; un po' perché quell'interim delle finanze e te: soro, se non sarà rapidamente risolto, rischia di crea– re ii provvisorio laddove sarebbe necessario il defini– tivo (o è proprio vero cJ-iein Italia di definitivo non c'è che il provvisorio? com'ebbe a dire felicemente un giorno Missiroli, mi pare); e infine molto perchè, una volta risolto l'interim, non è fa1eile vedere come il liberismo di Einaudi possa in concreto si,ntetizzare la politica tendenzialm~nte corporativa dei democri· stìani chF, presurnibìlmente, reggeranno i dicasteri del Tesoro e delle Finanze. Nè la soluzione dell'ultima · ora di affidare il piinistero del Tesoro a un altro in· dipendente nella persona del prof. Del yeçchio toglie vralore ;il-l'interrogativo, dato che ogni provvedimento di un certo ritlievq dovrà pur ·sempre ottenere il vot~ della maggioranza, che è detenuta saldamente dai democristiani. N.oi crediamo éhe_ il paese consentir!\ l'esperì· mento; ma poi il giudizio avrà tutto il diritto di es· sere severo. Non sarà inopportuno terminare invitando a fa· re un parallelo con quanto si è svolto contempera· neamente in Ungheria. A noi la so;n~a dei diue fatti pare un bruJto segno in campo internazional~- MARIO PAGGI

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