Lo Stato Moderno - anno IV - n.8 - 20 aprile 1947

1158 LO STATO MODERNO Sera del 15 aprile - che lo sciopero ha colto di so.ripresail Ministero de]a Flubb:ica Istruzione, non è che una prova u:teriore deRa scarsa sensibilità di que; Ministero. E più slu• pefacente ancora appare la notizia (stesso giorna:e, 17 apri!e) secondo cui fon. Gonella ha dichiarato ai rappresentanti della Souola « che i provvedimenti richiem saranno messi all'o.d.g. de:Ia prossima riunione de: Consig:io- dei Ministri •. O al!ora - ci si domanda - ministro e burocra21iasi erano in prece– denzà impegnati ignorondo ohe doveva· intervenire i1 Consi– g:io dei Ministri? E se lo sapevano, perdhè si emno impe– gnati, e perchè hanno atteso lo sciopero per investire il Con– siglio dei Ministri della questione? Si deve conc:udere che questo Miwstero, che ha aperto ufificialmente le scuole medie (anche le 6Cuole medie infe– riori, che avevano finito i ·loro esami da un mese) il 26 otto– bre, ma pmticamente - oon le disposizioni e controdisposi– zioni sul!'assegnazione degli incarichi e con la ritardata effet– tuazione deì trasferimenti - ha messo mo:te di esse ne:le condizioni di apri-1'9isolo a fine di novembre o ai primi di dicembre (qualche settimana dopo in Alta Itaiia 5i dovevano chiudere per il freddo, tanto più che in mo!ti casi i Comuni non si erano preoccupati Òi sistemare tempestivamente i ser– ramenti), ha fatto il possibile per spingere la categoria al!'esa. ·sperazione e provocare uno sciopero che viene necessariamen– te ad aumentare il disordine di questa nostra povera scuola. Ma, stabilita cosl la responsabilità inequivocabi:e de!le autorità superiori e de! _regi.met-nipartito, specia!izzato nel– l'arte di procrastinare i •problemi. anche i più urgenti, senza curarsi di riso!verH, Testa ancoro da domandarsi se questo ~ciopero era veramente indispensabile e tempestivo. E qui è d'uopo un altro lungo discorso. · Senza dubbio anche i professori hanno diritto di scio– perare, in base a[ più breve deg:i amoo:i del progetto di Co– stituzione, il 36, secondo cui « tutti i lavoratori hanno di.ritto di sciopero»; senza dubbio la richiesta de: bando dei con– corsi, dopo due anni dalla, liberazione, è più che legittima, e le au~revdli promesse così leggermente mancate sono tal.i da offendere la dignità della classe e da esasperar:a; e più legittima aricora è la richiesta della concessione del premio di presenza, che sdlc i ,professori ancora non percepiscono, men– tre a tutte le di.tre cakgorie di stata/,i è stato concesso dal l' aprile 1946. T11ttavia, non si può non rilevare che lo sciopero, se è grave sempre, è gravissimo specialmente in un settore così de:icato come quello deUa scuo:a dove, scioperando, g!i edu– catori non procurano un danno economico al foro datore di lavoro su cui si vuol ,premere, come avviene per gli operai di una fabbrica o gli jmpiegati di una· banca, ma abbando– nano i giovani· loro affidati da'.·!efamig!ie, rinunciano; sia pur temporant:,amente, al loro ministero educativo, provocano un turbamento in -tutta la vita de:Ja Nazione. Onde non man– cano insegnanti che apertamente dichiarano la loro riluttanza a va'.erst mai di quest'arma; ed anche coloro che non la escludono a priori, riconoscono la necessità di valersene solo in casi estrerw. Ora, pur esistendo la provocazione grave da parte del– )'autorità superiore, non pare che proprio fosse questo il caso di ricorrere allo sciopero, sia ,per la limitata portata di alcune domande, sia per essere stata l'esigenza - giustissima - dei concorsi guastata dalla contemporanea anormale richiesta di concorsi senza esarw, formulata prima per tutti i fuori~ruolo e poi, dopo molto tergiversare, almeno per gli abilitati. Sarebbe stata certo opportuna una clamorosa manifesta– ?.ione degli organismi rappresentativi deg:i insegnanti medi, che denunciasse sen:z.a,ritegno tutti i responsabili de:la S')t'ua-· zi.one che siamo venuti delineando. Ma si sa,rebbe dovuto innanzi tutto studiare qualche cosa che non fosse lo sciopero, anche in vi5ta de:Je molte circostanze che debbono far rmet– tere di fronte ai passi estremi quanti sono pensosi deI:'avve. nire del nostro paese: la ,gravità dci momento po:itico; il già scarso rnndimento per i giovani di quest'anno' scclastico (per le deficienze accumu-!ate neg:i rumi precedenti, la ritardata apertura, la prolungata chiusura invernale), l'imminenza della discussione a::a Costituente degli articoli sU:(a scuola che do. vrebbero sancire una « panificazione » tra scuo!a privata e scuola pubb!ica, a cui quest\ùima giustamente si ribe'.ia. Ma per sostenere questa posizione, deve la scuola 1PUbb:icapreoc. cuparsi di mantenere la sua superiorità. E come non pensare allora, ad esempio, a una vigorosa azione parlamentare, tanto più che esiste nell'Assemblea un nutrito gruppo della Scuola, e i dirigenti del Sindacato appartengono a quegli stessi par– titi, democristiano e comunista, che hanno la maggioranza alla Costituente? Inopportunamente quindi, e prematuramente, si impe– gnavano i dirigenti sindaca-À in una via che - stante il a, stume ormai'noto degli organi burocratici - doveva ponait allo sciopero per rivendicazioni che interessavano essenzial– mente la categoria dei fuori-ruolo e quando la maggioranza dei professori di ruolo, che costituisoe l'elemento stabile e più veramente rappresentativo della scuola di Stato, non pare che fosse ad esso favorevole. Ma le votazfoni che hanno convalidato la decisione del Comitato Centrale sono avvenute in generale con scarsa par– tecipazione dei professori di ruolo e larga maggioranza dei fuori-ruolo, e specialmente degli attivisti: colpa .dei professori di ruolo che intervengono in troppo scarso numero alle assem– blee; e conseguenza della situazione sopra deplorata della Scuola media, per cui i fuori-ruolo vi costituiscono la mag– gioranza, e della struttura del Sindacato che, riunendo in un organismo lpTOfessoridi ruolo e fuori-ruolo, lega praticamente i primi alla volontà dei secondi, numericamente prevalenti. Quanto agli sviluppi dello sciopero, un infelice te)~gram– ma intimidatorio dell'on. Gonella all'indomani della ,procla– mazione otteneva l'effetto contrario, rinsaldando in generale la volontà di resistenza: e certo non poteva non suscitare me– raviglia tanta improvvisa energia in chi altrettanta non aveva saputo spiegarne nei mesi di attesa a favore di Tichieste di cui doveva pur riconoscere la fondatezza e per le quali le rion mantenu~e promesse erano tra le cause prime del mo• vimento. Poi il 19 aprile, dinanzi alla Costituente, rispondendo a ben otto i_nterrogazionidi deputati di varie tendenze, il mini– stro della P.I. si scagionava dell'accusa di ritardo nel bando dei concorsi e affermava che questi erano stii'ti oramai banditi (quando?), e mantenuti (come?) gli altri impegni assunti dal Governo. Terminava ancora con una ·promessa, meno impe· gnativa di altre precedenti, ma ,più solenne per il luogo e la circostanza in cui veniva pronunciata: « Alla .prossima riu· nione del Consiglio dei Ministri saranno ulteriormente esa· minati i provvedimenti; ma io non posso anticipare le deci· siow che dovranno esser prese al riguardo d'accordo con tutti gli altri ministri •. Dopo di che l'assemblea dei delegati provinciali del Sin· dacato della Scuola media deliberava saggiamente la sospen– sione del movimento, poco saggiamente proclamato ad oltranza. Questa l'analisi di uno sciopero che ci ha rattristato co· me deve aver rattristato gli ·Italiaw tutti all'infuori di ogni schema di tendenza o di partito. E potrebbe essere l'analisi di tutta la nostra vita politica e morale, malata_ di conserva· torismo gretto e di rivoluzionarismo esteriore, minata dal generale ·disinteressamento per i problemi veramente gravi ed urgenti, e pertanto incapace, nonostante gli sfoni di mino– ranze volonterose, di costruire la democrazia. MAGISTER

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