Lo Stato Moderno - anno IV - n.5 - 5 marzo 1947

/ LO STATO MODEnNo 95 L'ORGANIZZAZIONE DEL POTEREESECUTIVO II Nel corso della vita politica ·ecostituzionale italiana i due opposti principi che abbiamo illustrato si sono spesso urtati, prendendo a vo:ta a volta or l'uno or faltro il sopravvento e segnando il prevalere di diversi indrrizzi nella coscienza giu– ridica pubblica. Nel Piemonte, prima della promulgazione dello Statuto, non sussistevano - come non erano mai sussistiti nelle Mo– narchie assolute - veri ministeri: oltre a<IPrimo ministro, che era in realtà il so:o ministro pòliticamente responsabile di fronte al Sovrano, erano preposti ai vari rami dell'amministra– zione semp:ici segretari di Stato, agenti della regia volontà, in numero variabile. Ma il 16 marzo 1848, vi-gente ormai lo Statuto, il Sovrano inca-rica Cesare Baibo di formare il primo Ministero co.stituzionale: in tale occasione viene soppresso il Ministero dei Lavori Pubb:ici e i portafogli sono ridotti a sei. Gli eventi fatali si susseguono, e i Ministeri cadono e si ri– costituiscono. li 26 luglio il Balbo si dimette; e g:i succede il Casati: e con lui ecco ricompa·rire il Ministero soppresso. La steHa della libertà 6i oscura sui campi di battaglia, e il 22 agosto il Casati si dimette per cedere il posto al Pine:li: sempre per d~reto reale (e d'altronde il Governo del Re era stato ritualmente investito dei pieni poteri ai fini della condotta della guerra) si costituiva al!ora il Ministero di Agricoltura e Commercio, al quale più tardi, con decreto 11 ottobre 1850, era aggregato que:lo del:a Marina (o come allora dicevasi, della Marineria). In quel momento si era ormai fuori del regime dei pieni ,poteri: pera:ltro già nella tornata della Camera dei Deputati del 4 giugno 1850 l'on. Valerio, lamentando l'eccessivo numero dei Ministeri, aveva invitato il Governo a ridurli a cinque, sopprimendo i meno importanti, a cominciare da que:Jo dell'Agricoltura. li· Go– verno, per bocca del ministro Galvagno, annunziò allora essere oggetto d'esame, in seno al Governo stesso, la que– stione della competenza in proposito del potere esecutivo, e annunziò che sarebbe stato presentato a,J Parlamento un di– segno di legge sulle attribuzioni dei Ministeri. Nella di– scussione sorta sulle dichiarazioni -del Governo, il proposito da questo manifestato era vigorosamente appoggiato dal Pe– scatore, il quale dichiarava d'essere d'avviso che secondo il regime costituziona:e moderno la divisione delle ammini– strazioni dello Stato in dipartimenti, come la divisione delle amministrazioni dello Stato ,per ragione di luogo, .rientrasse nella competenza del potere legislativo anzichè in quella del potere esecutivo. L'opinione manifestata dal Governo e aP' poggiata con incomparabile autorità dal Pescatore non sol– levava opposizione; tuttavia, con scarsa coerenza, si proseguì ne!la pratica continuata di creare e sopprimere i ministeri con semplici d~reti reali. Infatti, nella tornata del 27 feb– braio 1852 lo stesso ministro Galvagno, dopo avere annun– ziato alla Camera a-lcune modificazioni nella composizione del Gabinetto, informava che con d~reto del giorno •prece– dente erano stati soppressi il Ministero dell'Agricoltura e Commercio e quello, ad esso aggregato, della Marineria, ripartendosi fra g:i altri• ministeri le attribuzioni ad essi spet– tanti: lo stesso annunzio era dato contemporaneamente al Senato, senza che voce alcuna di dissenso si ievasse a cen– surare l' <>peradel Governo. Ma intanto le istituzioni rappresentative andavano con– solidandosi e il pensiem liberale operando ne:le menti e negli animi; il Paese e il Parlamento cominciavano ad intendere esser foro diritto e ,loro dovere cooperare nell'organizzazione delle pubbliche amministrazioni, nel riordina_mento dei pub- blici servizi, nell'ordinamento de:Ie sfere superiori del Go– verno: e <lt tali sentimenti si rendeva elettissimo interprete il Cavour, che nella tornata del 24 dicembre 1852 così si esprimev.a - dal seggio di Primo Ministro - davanti aJ.:a Camera: « Quanto alla soppressione dei Ministeri esistenti, io non mi nascondo che è un fatto grave e che il potere ese– cutivo, se non in circostanze straoroinarie, non deve -proce– dere a questa riduzione di Ministeri. Quanto all'aumento non si può fare perchè non ha fondi in bilancio, e se i;i fece ne: 1848, ciò fu perchè allora la ,Camera non aveva ancora preso il maneggio delle finanze dello Stato. Dopo che i bi– lanci sono ad essa sottoposti non è più entrato in mente a nessuno di aumentare i Ministeri; ed io oredo certamente che non sia in f.accùà del potere esecutivo di accrescerne il numero. Io stimo pure che non si abbiano, in tesi generale, a diminuire i Ministeri esistenti, se questa diminuzione mai risu:ta da un voto preventivo del bilancio ». Agli stessi prin– cipi si atteneva il Cavour nel presentare alle Camere il di– segno di legge divenuto poi legge 23 marzo 1853, sopra l'Amministrazione centrale dello Stato e fa con\abilità de:Jo Stato, che ha per iscopo di sottoporre all'autorità del Mini– stero tutte le Amministrazioni, abo:endo le aziende, e gli dà facoltà di creare delle direzioni generali, ma solo come parte integrante dei Ministeri, 5tabiìendo l'uniformità dei titali, dei gradi e degli stipendi. Quanto ai Ministeri, durante il suo lungo governo il Cavour si astenne dal variarne il nu– mero per mezzo di regi decreti: nè ·sembra possa conside– rarsi eccezione la costituzione o ricostituzione in Ministero autonomo della Marina, che esisteva già però, come si disse, in amministrazione ~eparata e so:o nei rapporti della respon– sabilità politica dipendeva <la un ministro che era ad un tempo capo dei due dicasteri della Guerra e della cosiddetta Marineria · Risorge:intanto più--fm'gida la stella della· libertà. Venuto il 1859 con -la vittoriosa ~ipresa della guerra per l'indipen– denza, in regime di pieni poteri si emanava un decreto legge del 13 novembre 1859, col quale r1 Governo dava a sè stesso la facoltà straordinaria di provvedere alla riforma dei Mini– steri, confermando così j) principio che il Governo non po– tesse toccare l'ordinamento dell'amministrazione centrale senza una delega legislativa. E nel 1860, intendendo il Governo nuovamente ricostituire il Ministero dell'Agricoltura e Com– mercio, prima di nominare il titolare presentava aH'uopo, in data 22 maggio, un disegno di legge per essere autorizzato dalle Camere alla spesa relativa: le Camere lo approvavano e nasceva così la ,Je~ge 5 ;uglio 1860. La tendenza manife– statasi nel Parlamento di aKargare la competenza della legge restringendo quella del decreto sembrava prevalere vittorio– samente: e cosi 1, mentre gli on. Valerio e Sineo propugnavano aUa Camera (27 ,apri:e e 18 giugno 1858) una riduzione del numero dei Ministeri, ma per opera esclusiva del •potere le– gislativo, !'on. Pistoris presentava il 24 giugno 1858 una singolare proposta di legge per sopprimere il Ministero deNa Pubblica Istruzione, affidandone i servizi •relativi al Mini– nistcro di Grazia e Giustizia. Chiusa la sessione, fa prol?osta decadde: ma le proposte per sopprimere l'uno o 'l'altro Mi– nistero si moltiplicarono: l'on. Mordini proponeva la sop– pressione del Ministero dei Lave>riPubblJici (7 febbraio 1863); gli on. Petruccelli della Gattina e Boggio (9 marzo 1863) riprendevano la prope>sta del Pistoris di soppressione della Minerva: e la Giunta stessa de1 bilancio (9 giugno 1863) proponeva un'ordine del giorno auspicante la soppressione del Ministero dell'Agricoltura. L'ordine del giorno veniva

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