Lo Stato Moderno - anno IV - n.1 - 5 gennaio 1947

LO STATO MODERNO DUE • • Risulta oramai evidente che a voler considerare la que– stione su di un piano unicamente teorico ed astiratto senza nessun addenteJ.:ato quindi cob la realtà che abbi~o di fronte, tutte le probabilità sono di rimanere allo stesso punto di prima, di non venirne mai a capo. E' da più di un secolo, infatti, che s~tenitori de) sistema maggioritario da un lato e so.stenitori- de:Ja rappresentanza proporzionale dall'altro si vengono affrontando ad arani pressochè pari, combattono una strenua lotta in favore delle ìoro tesi, con la conseguenza però che la grande quere:a è ben lungi dall'essere .risoìta. Già nel 1789 di fronte ag:i Stati di Provenza Mirabeau impo– stava il problema nel modo che presso a poco tutti i pro– porzionalisti a venire avxebbero ,seguito: « Le assemblee rap– presentative possOJ10 essere paragonate a delle carte geo– grafiche che debbono riprodurre tutti gli e!ementi del paese con le loro proporzioni, senza che gli elementi più conside– revoli facciano sparire i minori ». Quando tanto anni più tardi Louis Blanc nel 1848 sosteneva: « Là dove non c'è egua– glianza di rappresentanza, si può stabilire che non v'è demo– crazia. L'es,senza de:Ja democrazia è l'eguaglianza, e dovun– que ·le minoranze rischiano di essere soffocate che dico ovunque esse non hanno la loro inf.uenza propo~ionale sull~ direzione degii affari pubblici, il governo non è in fondo che un governo di privilegio a profitto del più gran nume– ro»; - e successivamente Stuart Mili faceva osservare che: « In una democrazia che applichi rea:mente il principio de:- 1' eguaglianza, ogni tendenza deve essere rappresentata in maniera proporzionale. Una maggioranza di elettori deve ,sempre avere una maggioranza di rappresentanti; ma una minoranza di elettori deve sempre avere una minoranza di rappresentanti: uomo per uomo, essi devono essere rappre– sentati in maniera altrettanto comp:eta che la maggioranza; se questa condizione non è at~uata, non c'è governo legale, ma governo di privi:egio ed ineguaglianza »; - ed i moderni proporziona:isti affermano: be11ademocrazia quella del siste– ma maggioritario! La m,età dei ooti più urw è tutto e la metà dei veti meno uno è nuNa, - tutti costoro non fanno a:tro che ripetere, sia pure con un linguaggio più scelto ed appro-– priato, gli argomenti messi avanti dal grande tribuno della Rivoluzione francese. Ma per conto loro i fautori del sjste– ma maggioritario, si sa, ritengono con altrettanta sicurezza di essere dalla parte del buon diritto; e, secondo che ha avuto occasione di sorivere Hegel, la matassa si fa veramen– te imbrogliata quando sono a \contrastarsi il passo non il torto e la ragione, ma due ragioni a'ltrettanto valide e corpose. AI'.orché poi il principio maggiorit.ario \si -determina nel col]egio uninominale, gli inconvenienti 'Che ne derivano sono ben noti: e consisterebbero, secondo le precise accuse del resto fommlate dai proporziona listi, ne]' avvilire, nel far de– cadere un contrasto di idee e di concezioni politiche ad una poco ·edificante lotta di uomini, ,di candidati in gara intesi a sopraffarsi vicendevo!mente, a conquistarsi l'appoggio delle loro clientele.• Ino:tre il collegio uninominale si ,risolverebbe i.n un deciso incentivo aJ:a corruzione: anzitutto il deputato si preoccuperebbe unicamente dei suoi elettori, volto com'è a ,soddisfare le loro richieste presso i vari ministeri - -dal!~ quantità der « favori» ottenuti dipende infatti il futuro successo nelle prossime elezioni -. Tra iì .governo poi che dà i; suo concorso per il mig'.iore disbrigo de:Je « pratiche » in arrivo dal collegio e l'onorevole postu'lante, si formerebbe una tacita intesa, una specie di società. Il deputato ha tutto l'in– teresse di veder sempre al potere ministri e sottosegretari compiacenti, ed è quindi largamente disposto a dire di sì a:lorchè il ministro in carica chiede un voto di fiducia. B UNA . Ma i fautori del collegio uninomi~ale hanno pronte le nsposte aUo -scopo di toglier forza ag:i argomenti -avversari. Alla, obbiezione che con quel sistema un sublime contrasto di idee -si abbassa ad una meschina gara di uomÌni e.llsi controbattono che le idee senza gli uomini. sono un n~r:senso e che una >dea politica non è una astratta quiddità, ma esi– ste in quanto è sostenuta; affermata, incarnata, si potrebbe quasi quasi dire, da questo o da quell'altro individuo. Per il secondo ar.gomento, quello relativo alla corru– zione, alcuni studiooi moderni hanno messo fuori una teoria destinata a dimostrare proprio l'incontrario. I due sistemi rappresenterebbero due manie,e affatto diverse di conce– pire la democrazia; ma mentre con il sistema maggioritario lo Stato è considerato come un'entità indipendente, che rap– presenta la Nazione, con interessi propri, cui in conseguenza occorre assicurare una maggioranza atta a governare, il fine invece che si persegue attraverso una rappresentanza pro– porzionale è di garantire ai partiti una parte proporzionale di potere e, si ponga mente, di guadagni' e di profitti. Da qualunque parte, insomma, si rigiri la questione, ad • esaminarla, secondo che abbiamo sopra scritto, unicamente su di un piano astratto e teorico, non c'è vantaggio che non sia annuI:ato da un cor-relativo svantaggio; e l'uno e r altro si~tema ha i suoi accaniti denigratori ed i isuoi ferventi esal- · tatori e persino, almeno per quel che riguarda il . sistema maggioritario, le sue vittime e i suoi martiri, non metaforici, ma rea:i. Così in Svizzera, nelle e:ezioni -del 3 marzo i899 per il rinnovo del Gran Consiglio de; Ticino, il ~istema del coJ;egio uninominale senza bal:ottaggio ,li in uso portò a questa situazione: che i conservatori con 12.783 voti si vi– dero aggiudicati 77 seggi, mentre i liberali con 12.16~ voti, con una dif.ferenza quindi di appena poche centinaia di 1,uf. fragi, ottennero soltanto 35 deputati. L'indignazione popo– lare esplose in tumu:ti e sommosse, e a Bellinzona finì per rimetterci la vita il. Consig:iere di Stato Mossy -; ne coll'Se– guiva però un diverso orientamento d'opinione che doveva condurre in prosieguo ,di tempo alla introduzione di un ' nuovo sistema elettorale. Sotto questi riguardi trovava quind~ , conferma il pensiero di Briand il quale, dopo avere a !ungo, , meditato, era venuto nell"idea che ogni modo di scrutinio presenta i suoi grossi inconvenienti; inconvènienti che diven– tano sempre più gravi col passare del tempo; ed i; rimedio può esser trovato soltanto adottando un altro diverso modo di scrutinio. Una conferma, del resto, della diffiw]tà di per- ' venire ad un preciso orientamento, ad una inequivoca scelta - o questo o quello - può essere ravvisata anche nel fatto '.I che ad esempio in Francia la rappresentanza proporziona]e fu introdotta -sotto il ministero di un deciso antiproporziona– lista (Clemenceau), e nel 1927 si ritornava a:) sistema mag– gioritario proprio quando il timone della cosa pubblica era ne:Je mani del proporziona!ista Poincaré: le maggioranze parlamentari che avevano condotto al potere i due eminenti statisti erano evidentemente d'accordo con loro su tan_tecose, ma non su questo fondamentale problema. In periodo più ,·il:ino a noi, a causa dell'ingresso sulla scena dei partiti modernamente organizzati, gli argomenti contro la proporzionale sembrano avere maggior presa. Lo swgan oggi di moda è che la proporzionale ha ucciso i par– :amenti, e dove prima, con il metodo di votazione maggio– ritario, c'erano nel:e assemblee tanti individui che pènsavano con la loro testa, adesso si sono sostituiti aggregati incolori ag:i ordini ,di un capo, e già si può dire in anticipo quale sarà l'opinione della Camera, secondo cioè il parere delle

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