Lo Stato Moderno - anno IV - n.1 - 5 gennaio 1947

6 LO STATO MODERNO direzioni dei partiti; e le discussioni, le dichiarazioru, le vo– tazioni non aggiungono o tolgono un bel nulla. In tutto ciò, s'intende, gioca un esagerato partito preso e la prevenzione: basti pensare che iµ lnghiltena dove vige il co1legio uruno– minale, ne.:a Camera dei Comuni ci troviamo di fronte a maggioranze altrettanto rispettose per le decisioni de.le di– rez1oru dei partiti, e la possibilità di una maggioranza tory o laburista che metta in iscacco il proprio ,governo è oggi assai remota. A:lorché al di là del Canale ci si lamenta di una tale situazione in confronto ai bei tempi di una vo!ta, si fa os– servare in risposta che lo scontro del:e opposte tasi, tutt'altro che essere eliminato, ha mutato di luogo, avviene altrove: i deputati si affrontano nell'interno dei partiti, nelle riunioni di gruppo, e quella che appare una volontà uniforme è il risu.tato invece di una questione già de:iberata in ogni suo aspetto in a.:tra sede, è un compromesso faticosamente rag– giunto tra g:i opposti punti di vista. La verità è che anche con il collegio uninominale i partiti fanno sentire la propria volontà attraverso la scC:ta di questo o di quel candidato in questo o in quet:'a.:tro collegio, e le cose, quale sia il sistema elettora:e, finisoono con l'essere presso a poco pari e patte. li fatto nuovo in tutto ciò è costituito piuttosto dalla comparsa sulla scena politica dei partiti come organizzazioni potentemente inquadrate; e neila stessa Jnghilterra, cui cosi spesso va l'attenzione dei nostri nostalgici, è considerata come una data decisiva quella in cui i wrie& ,sono stati costretti a mode:larsi, per sostenere l'urto, .su.1:ostesso schema dei laburisti, ed hanno dovuto costituirsi in partito. Il sistema urunorninale, insomma, permetteva l'ingresso nell' As6emblea a persona:ità indipendenti, decise a seguire soltanto la pro– pria ispirazione, a rispondere unicamente di fronte a •Sestesse, ~orché la vita po:itica non era organizzata secondo la lotta dei partiti; e la causa quindi del mutamento va ricercata qui, e non altrove. Ma giunti a questo punto tanto vale discendere da un terreno meramente accademico, teorico, da manuale, e va– lutare i due sistemi - ed è quello che conta - in riferi– mento alle concrete situazioni politiche in cui debbono essere introdotti ed applicati. Ebbene, ne:la presente partico:are situazione ita:iana gioca a favore del:a proporziona:e il prin– cipio di rigorosa giustizia distributiva cui quel sistema è in· formato: tanti eletti, quanti sono gli elettori, nè uno di più, nè uno di meno; ed a ciascuno secon<lo le sue forze, la quan– tità ossia di•suffragi che è riuscito ad avere dalla wa parte. Lo .crupo1060 rispetto e tute:a dei diritti de:le minoranze - nel .istema maggioritario, com'è noto, i « partiti minori » ne ,iescono sempre malconci, finiscono con il rlSU:tare addirit– .ura iracassati - è sl un idea:e permanente, valido sotto ogni .:ie:o ed in qualsiasi epoca, ma risponde oggi ad una con– creta esigenza. Accanto ad una democrazia di tipo, diciamo cos', occidentale in cui ia maggioranza governa, ma le mino– ranze hanno pieno diritto di circolazione, di far sentire la loro voce e la ioro critica ( « la paro:a democrazia è usata in ta:uni paesi in modo assai strano. Essa significa tol:eranza dell'opinione del:'avversario. Ove l'opinione de:Ja minoranza è soppressa, ivi non è democrazia»: Att:ee), si vengono af– fermando qua e là del]e concezioni, diciamo cos', orienta:i di democrazia. Presso queste ultime l'obbligo di chi è al potere -sembra non vada più in là del fatto di aver conqui– stata la maggioranza dei voti; una voiia, infatti, assicuratasi la metà più uno dei suffragi, i diversi capi di governo di quei paesi appaiono disposti a procedere con il più asso:uto di– sprezzo per i diritti de:Je minoranze. La concezione occiden– tale deia democrazia è assai diversa: le altissime percentuali d.! voti che un partito ha riscosso attraverso la consultazione elettorale non lo esimono dal dovere di rispettare e garantire i diritti delle minoranze, gli impediscono di comportarsi come se tutti la pensassero nello stesso modo che il partito rimasto vincitore. La differenza tra la democrazia di tipo occidentale e la democrazia di tipo orienta:e consiste proprio in questo, non già, ossia, nella inderogabile condizioni per il partito al potere di aver raccolto la maggioranza dei suffragi, ma nel- 1'esigenza, implicita secondo noi nel concetto stesso di demo– crazia, che fino a quando esisterà magari un solo individuo che ha idee diverse dalle nostre eg:i ha il diritto di eS<Sere ascoltato e noi abbiamo il dovere di ascoltarlo e di compren– dere il suo punto di vista. Ora la proporzionale risponde a questo concetto, toglie di mezzo ogni sospetto che si favo– risca una mentalità, la quale potrebbe in qualche modo giu– stificare simili metodi e concezioni. I demeriti de:la proporzionale consistono - e sentiamo ripetere oramai da ogni parte sempre più frequentemente questi motivi - ne: fatto che attraverso di essa non si pos– sono costituire maggioranze omogenee atte ad assicurare saldi governi. li favore crescente che oggi si riscontra per un ri– torno al sistema maggioritario ha origine nel:a manifesta impossibilità di costituire un'ampia piattaforma al partito ai governo, costretto allora a dividere il potere con altri partiti discordi sui fini e sui metodi. Tutto ciò si traduce con la presente formula tripartitica in una politica incerta ed oscil– lante, proprio quando ag:i effetti dello stabilimento della democrazia occorrerebbe un'azione sicura e decisa. Il si– stema maggioritario, insomma, anche se offende i principi della giustizia distributiva, terrebbe conto di queste altre esi– genze; e quindi sono in mo:tissimi oggi disposti a passar sopra ad un inconveniente, che giudicano dopo tutto assai re:ativo di fronte a guai maggiori. Apprezziamo questo punto di >vista; ma non dobbiamo in a':cun modo nasconderci una perico!osa conseguenza che deriverebbe, tra J':ùro, dall'introduzione oggi in Italia del sistema maggioritario applicato al col:egio nominale. E' in– fatti nella logica delle C05e che con ta:e modo di votazione comunisti e socia!isti e partiti in genera:e di sinistra blocche– rebbero insieme, in moltissimi casi presentando addirittura al primo scrutinio un unico candidato o per lo meno in sede di ba::ottaggio. Dal!'altra parte si formerebbe in contrapposto un altro blocco costituito daìla democrazia cristiana - non sappiamo sino a qual punto lieta per questa alleanza; ma sono cose che non ci ,riguardano - e daRe destre. Orbene, con i diversi orientamenti di opinione po:il!ica tra Mhano e Trapani, in definitiva perverremmo ad un'Italia tutta social– comunista, o comunque di sinistra, fino ad un dato paral– lelo geografico, e un' Ita:ia meridionale democriitiana o di de– stra. Il panorama sarebbe tutf.a:tro che confortevole proprio agli effetti del:a stessa unità nazionale. Gli inconveruenti di un'Ita:ia spaccata in due con il perico!o di acuire riva:ità e contrasti,i quali chissà dove oi porterebbero, dovrebbero far riflettere malti che ritengono di aver trovato, attraverso il sistema maggioritario e ii col:egio uninominale, la panacea per tutti i ma!aDIÙ. on è stata certo nostra fotenzione metter su carta un elogio del.:a rappresentanza proporzionale, chè anzi ne sono stati posti in evidenza accanto ai pregi gli svantaggi; ma prima di dar fiato a!:e trombe, di sciogliere inni in onore del sistema maggioritario e del co:Jegio uninominale, per mezzo dei qua:i soltanto sarebbe possibi:e la :iberazione da ogni male e l'inizio di una nuova vita, dovrebbero dirci come in– tendono rimediare a questa nuova gravissima jattura. Ap– punto: prima di dare un giudizio in assoluto, di accettaTli o rifiutarli in base a considerazioni astratte, teoriche, i sisterru elettora!'.i vanno valutati in riferimento alla .realtà che ne cir· conda, per il bene e per il maie che possono produrre. GIORGIO GRANATA

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