Lo Stato Moderno - anno IV - n.1 - 5 gennaio 1947

LO S~ATO MODERNO 21 NOTE QUINDICINALI IL PROBLEMA DELLA GERMANIA La decisione dei qua ltro miJnistrii degli Esteri delle g,randi potenze di convo– care a Mosca il 14 m= 1947 u.na conferenza per l'esame del problema tedesco. al.la preparnzione dei oui iav-011i deve provvedere una ClOIIUnissione di so– stituti che incomincerà i propri lavori a Londra alla metà del corrente mese, rende quanto mai attuale la disamina dei principa:i prob1emi che si intrec– ciano inestricabilmente nella grande questone della Germani,!, Primo di tut– ti i problemi possiamo considerare quelllo delle ripa1raaon.i, che consiste an– cora una vo~ta nel cercare di stabilire sino a che punto possa e debba il po– polo tedesco indennizzare gU enormi danni ~n!litti con le aggressioni condotte da1lregime nazista. Il r~cordo del faJlli– menito del tentativo dellla.litirb dopo– guerra cli far pagare alla Germania la totaliità deli danari provocat;i dalla guer– ra, vale certamente a frenare ec– cess:ve richieste che potrebbero con– durre ad un nuovo e più grave insuc– cesso. Questa volta iJJifatti l'accordo di Potsdam ha sanzionato il dÌ!ritto delle potenze ocoupanti di :rivalersi in na.tu – ra, sug,li impianti e sullle scorte esistenti net ter:ri txmi da esse rispettrivam(ìn1e oc– cupa ti. Come è noto, mentre la Russia ha in larga misura ~rofittato del QÌ!ritto accordatole e non si è poi peritata di far lavorare a ,pieno regime gli imp:an– lJ rimasti, di qu.abli!asi Ill8. 1 Lura essi fos– sero, assai più incerta è stata la poli– tica de~le potenze occidentali, e in par– tioolare degil.i anglosassoni. Questi ulti– mi iilifatti pe-r mo:to tempo non hanno seguito nessuna politica, né quella della smobi,Jlitarzd.one in'tegrale, nè quella de:Ia piena riattivaz:one. Si è verificato così quello che doveva naturalmente avveni~e: Je condizioni di vita sono pre– sto diventate assai più giravi, sia dal punto di vista alìmentare, sia da quello economico, che non nella zona d'in– f:Uenza sovietica, iprovocando èon ciò stesso un a,rresto ed anzi ùn deflusso della !forte immigrazione vetj_ficatasi nel primissimi mesi da tutta la Germa.– niam.a o:rienitalle. Solo dopo mollti mesi oi si è acoonn, ohe bisognlava decidersi a seguire una politica coerente, qualunque essa fosse, iper non incorirere nel perl– co:o di alienarsi per sem;pre lo spirito della popolazione. Si è così senz'altro passati ad runa politica d'incremento della produzione, non badando tanto per il sottile a1 passato più o meno or– toqosso di mo:tl capi d'ift\Presa e di molti dirigenti. suo. piano poli toro s.i è cercato di manov,rare in senso antico– munistico i partiti cristiano-sociale e socialdemocratico, ,particolarmente que– st'ultimo, come l' invito a Londra di Schumacher nei ,prìmi giorni di dicem– bre attesta in maniera anohe troppo palese. SI profila cosi un ,contrasto sempre più netto fra la IPOlitica sovietica e quella delle potenze -anglosassoni; guanto alla Francia, che si è rifiutata di accedei-e all'unificazione economica della propria zona con quelle anglo- sassoni, essa sembra perseguire una politica indLpendente in vista dell'an– nessione larvata p ,palese della Sarre e deH'internazìona:izzazione - ove di più non sia possibile - del'la Renania e della Ruhr. Con questo noi entriamo in un altro dei grandi temi òel contrasto fra le grandi potenze: ,come per la de– nazificazione e per rasportazione degli impianti industriali, cosi anche sui con– fini territoriali della nuova Germania è ormai aperta un'appa'SSionart8 ed incer– ta contesa. Per i oonfi.ni oni.en ~ è noto come !'accordo di Potsdam concedesse l'amministrazione provvisoria dei terri– tori tedeschi ad est de:.l"Oder e della Neisse a1 governo ,polacco; quest'ultimo, agendo come se il ,possesso potesse con– siderarsi definitivo, -vi iniziò immedia– tamente quell'espuJsione in massa dei tedeschi ohe rappresenta una delle più grandi tragedie di questo dopoguern. Si calco:a intatti che ,circa 3 milioni di tedeschi abbiano dovuto abbandonare abitazione ed aver~ per sistemarsi in qualche modo entro i comini della nuo– va Germania, e particolarmente nelle zone occupate dagli anglosassoni, di cui hanno contribuito ad accrescere in non piccola misura Je già diJMicill condizio– ni. Basti pensare che molte 'loca-lità han– no -visto improvvisamente raddoppiare e talora triplicare Ja Joco popolazione, senza che ,per auro -vi fossero abitazioni e viveri sufficienti per la <POPOlazione residente. L'azione del govemo polac– co, che non era che la logica anche se crudele rappresaglia per le atroci sof– ferenze inflitte al popolo po:acco nei ltmghi anni di occupazione nazista, ri– posava sulla legittima ,presunzione che il carattere provvisorio del possesso do– vesse semplicemente attribuirsi allo scrupolo procedurale delle grartdi po– tenze di non ,pregiudicare in via defi– nitiva la libertà di <iecisione della Con– ferenza <iella pace alla quMe avrebbero partecipato anche le a<llre potenze. Quando però tutte le grandi ,potenze in– cominciarono a gareggiare nell'acca– parrarsi il favore del ,popolo tedesco, la questione dei ,confini orientali fu ri– messa sul tappeto, ,1epotenze anglosas– soni mirando evidentemente a mettere in di1lficoltà l'U.R.S.S., che può diffi– cilmente giocare contemporaneamente la carta polacca e quella tedesca. In– fatti, nonostante qualche esitazione preelettocale - in particolare prima delle elezioni di Berlino -, l'U.R.S.S. ha finito col ;pronunciarsi per l'immu– talxllità d'ei i<t>nfini tedesco-polacchi\ tentando invece di rifarsi 1.1napopola– rità sostenendo due tesi assai care alla maggioranza dei tedeschi: l'unità del Reich e l'integrità territoriale dei con– fini occidental. Sa1vo !orse per la Sarre e per qualche piccola rettifica ai confini con l'Olanda e il Be:gio, pare ormai as– sicurata l'adesione delle ,potenze anglo– sassoni al concetto dell'integrità tede– sca; l'internazionaJizzazlone della Re– nanfa e della Ruhr, tesi minima fran– cese, essendo infa ttl concepì ta dalle po– tenze occidentali come non lesiva della sovranità -tedesca. Ma oltre a questi ohe sono ormai già ll:1 rentro delle discl.lS.'!!oniinternaziona– h, altri p, ,,:;Jcmi di grande importanza dovranno "5SCre affr01;...,li tr:. :,rm mol– to: -la persisl<.-nza di un esercito tede– sco e l'Jnizio di un'alLLvdtà politica me– no influenza·ta dalle ,potenze occupanti. Quest',ultime in!atti sembrano andare a_ssai lontano nella loro volontà di di– rigere la vita te<iesca: che senso avreb– be infatti i-1 tentativo di inf:uenzare il futuro ~pirito deLle nuove generazioni germaniche applicando IC!iaS<,unaJUna propria politica educativa? La Russia insegna nal>uralmente la supe,r,lorità dEillla dottr.inla, llliaJl'>OÌ$tica, g'.1/i ~n:glo– S~Ilii si stonano di incubare il prln– ClPIO del.Ja supeniorutà della demoora– zia poll,i,tica di IIi,po parlamentare la F1ranioia infine, la F-rance éterne!!e,' sta msegn:asn,cto per oonto suo ai giovani tEldeschi che lia civwl.tà v:eramente unti– versa•le è la oi,viil;tà francese arrivan– do s.ino al punto di .fare ~ lingua e della letteratura francese la materia base deill'insegnamento seoondairio ... Quello ch2 invece nessuno sa vera– mente è quelllo che pensino i tedeschi· il 1947 dovrebbe f~<li senrolre per ,; prima vorta dopo la tragedia,' il loro auten1iico pensiero. LA POLITICA SIONISTICA In allbra parte deOJa rivista vengono il1ustirate le ripercussioni politiche del voto negatLvo del XXII congresso sio– ~stico di Basilea circa, la pa;rteclpa– ZJone ailla oonferenza anglo-araba di Londra per trovare una sol.u.zione all– l'm-tricatlissimo problema palestinese. In queste note oi Limitiamo aUa cro– ll'aoa, e a rHeva,re iJ w,vo interesse per i laivori de1 congresso, il pnim.l) da'l 1939, dopo una guer,ra che ha visto la bmtaJe distruzione di ben sei milioni di ebrei, ossia dii più di un ,terzo de-ila comumtà mOilidialle esistente; e ~ tre ancora, a venti mesi daJla fine del– la guerira, o'lllre mezzo mil!ione di ebrei vive in condli2li0ni di indicibile soffe– renza nell'Europa OI'ienta,Je o centrale, per buona parte raiccoltJi nei campi di profu.lghi delle zone di occupazione an– ~o-sassoni. Unia tragedia simile ha pocht precedenti nella i-toria di qual– siasi a~t:ro popct:.o; si ca-pisce quindi che il movlimento sionist!ico, nato !IO, · cinquant'anni or sono e per molto tem-' po oonsideraito utopila generosa ma ..s– surda, abbia flinito per imporsi come una neoessità assoluta per un popolo SMZJa, patria, quasi ovunque persegui– ta lo Di questo svilup,po del movimento to siomst.loo è un indioe assai eloquen– te l'aumen,to degli elettolii: per il con– gresso sionistico, parJamento di uno sta'to senza sede. votano soltanto colo– ro che vel'S3ll10 una tassa elettoro[e (sce~el) da cresmna,r,s;i a!l fondo siont– stlico. Ora i'1 numero degli elettorii che era poco più di un milione a quat– trooentomila nel 1939, prìma jella di– struzione delile comuniltà de'J!l'Europa mentale, è ora salito a ~= due ml– i-toni. Il Congresso doveva dectdere princi palmente su .tre questioni strettamente connesse: partecipazione alla Conferen-

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