Lo Stato Moderno - anno IV - n.1 - 5 gennaio 1947

LO· STATO MODERNO LA FRANCIA I doganieri francesi sono tornati nella Saar per presi• diarne ,il confine orientale, venendo in tal modo a staccare di fatto l'economia del bacino della Saar da que:Ja della Germania, primo passo verso quella unione economica, o « annexion déguisée », che la Francia notoriamente perse– gue nei confronti del conteso territorio. I precedenti sono noti e, comunque, brevemente riassu– mibili. Marca di confine, la ·Saar è abitata quasi esclusiva– mente da tedeschi. Ma le infiltrazioni po!-itiche e culturali francesi furono anche in passato attive. Già -sotto Luigi XIV il dominio territoriale de:Ja F-rancia si estere fino alla Saar. Quindi, durante la Rivoluzione e ,!e guerre napoleoniche, la zona passò tutta, insieme alle altre terre renane, sotto am• m_inistrazionefrancese, e anche il primo trattato di Parigi del 1814 ne r-iconobbe il possesso al:a F1-ancia.Il successi,vo trat– tato del 1815 la attribuì invece a:Ja Prussia, e sotto ammi– noistrazionetedesca essa .rimase ininterrottamente per un se– co!o, fino alla prima guerra mondia!!e. A Versailles venne in– sistentemente chiesta dalla Francia, sia per motivi di coper– tura strategica, sia per esigenze economiche (a titolo di par– ziale riparazione e quale naturale -comp:emento, con le sue risorse carbonifere, dei bacini ferriferi della Francia de: nord– est); ma a questa richiesta, così come alle altre richieste ,re– nane de}:a Francia, si opposero sia ing!esi che americani, sicchè dopo un complesso negoziato la Francia ottenne solo lo sfruttamento economico temporaneo del bacino, mentre dal lato politico-amministrativo il territorio venne affidato per 15 anni a una gestione internazionale. A:la fine del quin– dicesimo anno, -il 13 gennaio 1935, là popolazione del terri– torio venne chiamata a pronunciarsi .fra tre so!uzioni pos– sibi'.i: a) annessione alla Francia; b) continuazione dell'am– ministrazione internazionale; e) ritorno alla Germania. A fa– vore de:Je prime due soluzioni avrebbero potuto giocare con– crete considerazioni di interesse economico, oltre che, even– tua:mente, il desiderio di difendere la v.ita democratica del paese dal soffocante amplesso del Terzo Reich. Ma ta!i ele– menti non ·giocarono. La cosiddetta « voce del sangue·», e ben più l'abile propaganda, i',attrazione deJ:'avventura di po– tenza e il miraggio del benessere materiale che Hitler sem– brava promettere ai suoi sudditi, ebbero il sopravvento. La popolazione saarese sce!se, a gran maggioranza, il rìtomo a!la Germania; e le autorità amministrative e ie truppe interna– zionali, così come le autorità economiche e i doganieri fran– cesi, lasciarono il territorio. Ora, quasi esattamente a 11 anni di distanza, i doganie– ri francesi sono tornati. L'avventura di potenza promessa da Hitler ha esa.urito il suo tragico ciclo. Le divisioni « Pan– zer » hanno passato e ,ripassato Reno, Saar e Morella. Anche -le colonne-fantasma di Patton e di Bradley sono pas.sate: hanno vinto e hanno deposto le armi. L'ora deg:i eroi è fini– ta, ed è iniziata la guerriglia dei cordoni doganali, delle tariffe, dei raggruppamenti industriali, dei trasporti. La com– battono i doganieri, i tecnici e, più su, i diplomatici, dura– mente, da diversi mesi, e con ogni probabilità per molti me- ~i. ancora, come nell' « altro » dopoguerra. , Il prob:ema tedesco è un nodo di vipere, nelle cui con– torsioni. si ripercuote tutto il . disordine europeo. Prob:erna _annoso e comp!esso se mai .ve ne furono, di fronte al ql18!le .la F~ancia si presenta con interessi precìsi, con una tradi– zione e, cosa tipicamente francese, con una « dottrina ». Ancor. oggi, come nell'altro dopoguerra, qu~ta dottrina fran– Cjlse-si trova ad urtare contro g}i alle11ti di ieri. Rigore di deduzione giuridico-diplomatica e unilateralità di rjvendic;a- E LA SAAR zioni 1;trategico-economiche <la un lato, contro una empm– ca ricerca di possibili equilibrii e di compromessi dat'altro. Grosso modo, questa· dottrina francese, e la linea di po~ litica pratica che ad essa si ispira, si sono precisate iIÌ una triplice sfera di problemi. _ 1) Anzitutto, l'atteggiamento francese nei confronti del– l'assetto generale delle terre tedesche. Atteggiamento che tendenzialmente oscilla fra una « politiqu·e des A:lemagnes "• rivo:ta a ,staccare la Germania renana e la Germania bava– rese daUa Prussia, e una aspirazfone di « westfalizzazione " più ,radicale de:Ja Germania, il sogno di un impossibile ritor- no al &azionamento e all'impotenza tedesca eretti a siste– ma con la pace di Westfalia del 1648. Si tratta, naturalmente, di aspirazioni tendenziali, che formano il substrato inespres~ so, o so:o cautamente accennato; del!a dottrina uffici111:e del Quai d'Oraay. Ogni possibilità di azione concreta in tale senso appare paralizzata da ostacoli di ogni genere: la vo– lontà dei tedeschi, della quale bisogna pure, in qualche mo– do, tener conto; l'atteggiamento deg'.i alleati; l'incertezza di t.r!uni settori della stessa opinione pubblica francese. « Ce n'est pas dans J'absurde mirage d'un retour de l'Allemagne , au particularisme médieval q'on trouvera la sécurité de la ( • France», ammoniva ad esempio Thorez la scorsa estate. E , ancor più esplicitamente, in tal senso, si sono pronunciati i socialisti. Sicchè, in pratica, questo atteggiamento francese, non che precisal'Si in un piano definito, non ha saputo nep– pure prender corpo, così come non lo seppe fare nel 1918- 1919; e si è esaurito in una ,presa di posizione negativa, in una sterile tattica di ostruzionismo a tutti quegli organi cen- . trali e a quel-'.emisure ài coordinamento che il Comitato di controllo interalleato di Berlino • è venuto divisando, · da Potsdam in. poi. Ostruzionismo che potrà ritardare, ma non arrestare la ricostituzione de:J'unità tedesca, ta:chè ci pare fac~e profezia il prevedere che il problema costituzionale, tedesco troverà il suo assetto in formule che, evitando gli , estremi del centralismo ò di un troppo spinto separntismo, si atterranno a soluzioni federalistiche di compromesso, un po' più lente di que:Je accettate a ·weinÌar. 2) _Nel quadro di questa generale poiitica volta ·all'.~'– debo:imento de!fa Germania, i francesi naturn!mente mira– no a obiettivi più precisi e vicini, nel settore renano. Auspi~ cando in generale soluzioni di separatismo o federal}.Sll)O, essi pensano in prim_oluogo al distaoco della Renan~ dalle rimanenti terre tedesche, o quanto taenci, se la permànema della· Renania nel quadro di un debole vincolo federam:ò germanico dovesse venire accetta~, 1111 -suo distacco costitu– zionale da:la Prussia. ·Il Reno come confine naturale della Francia è una vecchia concezione f.rancese, maturata ·dal ·se– colo XVI in poi e divenuta sist~matico .progetto a partirè da Richelieu. Le vicende dell'u!timo secòlo hanno ·sempre più rafforzato tale progetto, con l'argomento de!la « sicurez– za » francese, che può essere garantita - secondo Foch - solo mediante il controllo militare del Reno. I! potenziamen– to economico delle risorse de!la Ruhr lo ha f altro làto inte– grato, ·inducendo a includere· nella richiesta di controllo ~ Reno e sulla Renania anche questo bacino minerario della riva sinistra. La storia di questa rivendicazione francese al termine de1la prima guerra mondialè-e g!i muppi del pro– blema renano nell'intervallo fra le due guerre sono tanfo complessi, e· penrltro noti, da non poter _•quiesser riassunti. Basti ricordare comè all'uscita da!Ia seconda guerra mon- 1 diale il prob:ema s( sia ripresentato in termini non mo!to dis– simili ~ · qg!'Jii° do} )918-1919. La Jfranèia chiede, 'ma nel

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