Lo Stato Moderno - anno IV - n.1 - 5 gennaio 1947

LO STAT-0 MODERNO ,NELLABIRINTODELLEASSICURAZIONI SOCIALI Vo'.gendosi a riguardare quello che avviene d'attorno, ,ien fatto di osservare come la vita odierna sia inutilmente complicata e appesantita da un vero e proprio labirinto di norme, mentre potrebbe faci'.mente essere resa più semplice con un po' di buona volontà da tutte le parti: cittadini, orga– .' nizzazioni di categoria e governo .. G~' ·un esempio tipico e clamoroso è dato dal vigente si- l!i · 1 . sterna degli oneri contrattuali e legis'.ativi posti a carico delle · ,. ,•\iziende, ove, invece, sarebbe augurabile i-'.ritorno al sistema _',\1! '..' di un'unica percentua 1 '.e di aumento su'lla retribuzione, posta ''1 1 , ad esclusivo carico del dature di lavoro, per ciascuna de:le · ) ~re grandi categorie dei prestatori d'opera: operai,-, impie– gati, dirigenti, Oggi, di contro, sussiste un dedalo di voci che si ·commi-surano su differenti limiti, detti comunemente mas– simali.. A mo' di esempio riassumiamo qui di seguito quanto 1 è stabhito per gli operai. Per le quattro assicurazioni sociali fondamentali (invali– dità e vecchiaia, disoccupazione, nuzialità e natalità, tuber– colosi) il contributo viene corrisposto con l'antiquato e ima– zionale sistema del-lemarche settimanali di lire 25; ma subito si precisa una scala di 9 classi per i sa'.ari inferiori, ad un ··limite ta:mente basso che praticamente rende superflua ogni distinzione. Tariffe differenti riguardano lavoratori che per casi specifici non sarebbero soggetti ad alcune assicurazioni, 1 ~ome gli operai stranieri. Dato però che il contributo base di L, 25 è veramente esiguo, ecco che sono stati istituiti con- ·J ! tributi integrativi del 7,50%, del 4% e del 3% che si calco- , l !ano fino al massimale, compresa la contingenza, di L. 1.562,50, !l' ,settimanali. Segue, poi, un'altra serie di contributi da versare 1 1 .l.t· ,-àd altrettanti enti distinti: Cassa assegni familiari 27% (per _ ,iji~ ·il Sud 30,50%), Cassa richiamati 0,50%, sempre fino all'an– . {,j r," zidetto massimale. Anche il premio della repubblica - a ·~i,' t parte la considerazione che non dovrebbe essere immischiata F' 1• · f la politica con questioni meramente economiche - doveva 1~ ' essere corrisposto, fino al 31 dicembre 1946, con questo ,j 1 • ·- . Jslema, Invece il premio di 3,50% per la Cassa integrazioni ··.. Ji', ~ ,guadagni non ha limiti di applicazione e quindi grava sul- , ,l'intero sa:ario più contingenza; ciò però al Nord, in quanto ' •'. per l'Italia Centro-Meridionale vale tutto.ra il sistema dei mas– . · simali. La Cassa Malattie neJ.la misura del 3% {per la pro– ,l . vincia di Milano, 5%) grava sull'ammontare delle retribuzioni · '\,,llordé più contingenza. La Cassa previdenza non sussiste per gli_operai {vige per gl.i impiegati nella misura de} 2% o del I , 8t'fo a seco~da se soggetti o meno alle -assicurazioni sociali e • -,1, '·:} massimale di L. 5.000 mensili, di cui n % o -il 2% a i '., i 'carico, per trattenuta, degli intere~sati); ma di contro è prtr t • t scritta l'assicurazione obbligatoria per gli infortuni. , ', Naturalmente per gli -impiegati vi sono le relative per- j ) 'l:<i.1tualie cifre, non sempre corrispondenti -a quelle degli . l,l operai; e COSÌ' dicasi per i dirigenti, per i quali non staremo ~ a-dettagliare onde evitare un discorso troppo lungo. E' forse un po' difficile che il -lettore, se non pratico della 1 questione, abbia potuto seguire e svolgere l'intricata matassa, se11z-aauspicare la semplificazione della percentuale riassun– tiva, 9a calcolarsi su di un unico massimale; mentre gli im- 1porti, così ottenuti, potrebbero facilmente affluire con un contributo mensi(e ad un unico ente, il quale dovrebbe poi pròvvedere alla •ripartizione delle somme riscosse alle varie ' '<;:asse :aventi diritto. Si eviterebbero così pesanti µiono– :i:, toni conteggi privi di buon senso, e possibilità di errori per :1- le imprese; men1re, di contro, J"isulterebbero facilitate le ope– , r~zioni di controllo e l'azione punitiva per le infrazioni. Si aalcola ~be que$ti contributi pbbli~a~"! ~apprllS!l!!tino_ un buon 70% da aggiungere al costo del salario base; ma il guaio è che al lavoratore rifluisce direttamente {con gli assegni familiari) o indireMamente (con ie prestazioni me– diche) una cifra sproporzionatamente minore a quanto in effetti il datore esborsa; il che finisce a mettere in dubbio l'economicità del sistema, dato che ciò non può ovviamente rappresentare il costo di un servizio raziona:e e moderno. Si potrebbe esaminare anche l'opportunità di aumentare le retribuzioni contro una corrispondente parziale diminu– zione deg!i oneri contributivi, che altro non sono che paghe differite o, per usare un termine caro a certe correnti, salari coJ:ettivizzati. Comunque, un risparmio nel costo del 5ervizio del!e assicuraz·ioni 5i tradurrebbe in un minor costo di pro– duzione; e, nel regime di economia di mercato libero e di concorrenza, in un minor prezzo al consumo, con vantaggio per la massa dei consumatori e, quindi, di tutti: Cià che il discorso ci ha portato a parlare di retribuzioni, coglieremo l'occasione per rilevare .J' attuale tendenza di livel– lamento salariale, mentre, forse, sarebbe augurabile una ben maggiore differenzazione fra le varie categorie, per stimolare i mig:iori verso il perfezionamento tecnico, per dare un premio a co-:oro che con gli anni hanno dato tanto. Per convincersi di questa situazione, basta dare uno sguardo ai minimi sala– riali vigenti a Milano per gli operai: operaio manovale specializzato qualificato ' specializzato » comune L. 28,35 all'ora » 25,65 » » 24,20 » » 22,30 » La differenza tra l'operaio che ha raggiunto il massimo gradino e il manovale comune che ha appena 20 anni, è di sole L. 6,05 all'ora. Rapportata al salario effettivo, tale dif– ferenza si minimizza ancora di più, perchè, tra operai di 20 anni in su, la contingenza oraria di L, 3'!,875 è uguale per tutti; e così dicasi con maggior ragione quando si considerino gli assegni familiari e la quota-parte dei salario collettivizzato. Si dice che le cifre anzidette sono dei minimi e che, il datore di lavoro provvede a compensare per proprio conto i migliori in rapporto al'.e specifiche responsabilità e rendi– menti. Ciò è vero so'!o fino ad un certo punto, tanto -più che nelle presenti contingenze di grave incertezza per la stabilità monetaria e di continui aggiornamenti delle paghe, questo rimane perplesso a concedere ulteriori aumenti motu proprio e si trincera volentieri dietro la tabella che salta fuori dal:e disposizioni contrattuali di massa. Altrettanto rìlevasi per -la classe impiegatizia, ove per brevità riporteremo i dati del persona:e maschile maggiorenne: I categoria II III III A B L. 13,100 10.550 7.710 6.500 differenze che tendono a mm1m1zzarsi, dato che pure in questo caso gli altri elementi di paga sono ugua:i per tutti. A parte il fatto che non comprendiamo bene perohè si sia voluto, ad un certo momento, spezzare le retribuzioni in due ben distinte quote: -la fissa e la variabile in base al costo • della vita, quando anche la parte fissa subisce di tanto in tanto degli aumenti percentuali, rileviamo che, se rappor-· tiamo i salari con gli stipendi, si constata come questi u!timi non abbiano mantenuto, nei confronti del passato, i vecchi distacchi, operandosi quindi un ·-accostamento sensibile fra le due classi. E' un bene questa situazione scaturente _da una voluta politica livel-latrice? EMILIO TACCANI ·

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