Lo Stato Moderno - anno III - n.18 - 20 settembre 1946

L O S T A T O M OD E.R N O 429 l'lASSEGNA DELLA S1 1 AMPA E~TERA LA SITUAZIONE INTERNAZIONA– LE DELLA STERLINA. Il dopoguerra ha fatto luce sulla situazione f:nan.ziaria internazionale, assai più dei periodi passati forse perchè il conflitto ha t a 1m e n te modi,fi(:ato i rapporti economi-co-finan– zi,ari tra le grandi potenze che alcuni fatti principa.i - come ad esempio il passaggio della Gran Bretagna dalla posizione di creditore a quella di de– bitore - hanno favorito il diMonder.;: di informazioni finanziarie di carattere Più particolare. Un compiuto esame della situazione deltl.a cosiddetta « area della sterlina• si tro-va in 'fhe World Today dell'a– gosto. Punto di partenza è appunto la con:11atazione generale~ fo sforzo bellico del Regno Uni~ ha rivoluzio– nato la situazione finanziat"ia del.a Gran Bretagna- assai più di quella di qual– siasi altro paese, in quanto l'Inghilter– ra era, alla fine del conflitto, debitri– ce verso il resto del mondo di 3400 mi– lioni di sterline con·un aumento di 2900 milioni 'rispetto alla situazione del settembre 1939. Questa tuttavia non è che una parte dei debiti cui l'a Gran Bretagna deve andare incontro a cau– sa dehla guena, chè questi non cessa– rono di aumentare il giorno della vit– toria, ed il comP:esso dehle spese rese necessarie da'1 confhlrt.to continuerà, se pure con ritmo decrescente1 ad accresce– re questi debiti, sì che « potremo rite– nerci fortu,nati se nel 1950 non ci ci-o– ver.emo più poveri di capitali aWestero di circa 6.000 milioni di sterline di quel che non fossimo nel 1939 ». La Gran Breta®na fu iPèr tradizione iJ. paese prestaitore ~ denaro; durante la guerra e n&l'imm<-diato dopog>ue!'ra essa è diventata il paese maggiormente indebitato. Assai più tardi di quando i paesi sconfitti aVTanno cessato di cor– rispondere le riparazioni, essa .continue– rà a corrispondere pagamenti al resto del mondo, per la restituzione dei pre– stiti in merci ed in valuta che il suo sforzo belilico totale rese necessari. Le cause di questii posiz:one parti– colare della Gran Bretagna sono di due ordini. Il primo è rappresentaito dal– l'alto ,grado di specializzazione deU-a e– conomia britannica e dallia <COnsidere– vole misura in cui Ja vLta degli arbitanti delile isole ,bri<tarntiche di;pende dalle importazioni, e di conseguenza, dalle fonti di reddito con cui ile importazioni possono essere pagate. I! secondo biso– gna trovarlo nella vastità del campo di operazioni delle forze armate britan– niche. Quanto al primo ordine di cause bi– sogna osservare che tla guerra -totale instaurata dal Regno Unito esigeva un grado di mobilitazione millitare ed in- dustriale inconciliabile con iJ manteni– mento di un ind.\.1$tria di esportazione atta ad equilibrare le importazioni nor– mali e comunque assai inferiore 'in ca– pacità produttiva aiJle importazioni ec– c~ionali richieste dail:La,guerra tot.a1e. Le operazioni ITÙJi.taridel Regno Uni– to ~ennero inoltre in grqpdissima par– te fuori del territorio metrQPOlitano e furono fi<nanziate non aaLa madrepa– tria ma dai territori nei quali le trup– pe Yenivano dislocate. 11 sorl(ere aell area della sterlina ne– gli anni precedenti al conflito non fu la conseguenza di W1a (POlitica finan– ziaria pr~eordinata: « Uin certo numero di paesi, fra cui la maggior parte dei dom1ni e deUe colonie, avevano occasio– ne di trattare nei loro rapporti commer– ciali soprattutto con la Gran Bretagna a mezzo di banche con uffici centrali o 6'UCcu1'Sali a L<mdra. Era ,a,ltrettanto conveniente quanto ,naturale iier -questi paesi di tenere parte delle l·oro riserve va,lutarie in sterline. Prima della guer– ra la maggior parte dei membri del Commonwealth e un certo numero di paesi esteri contrassero così l'abitudine di regolare la ,propria bilancia dei pa– gamenti a Londra. Poicne essi regota– vano quasi tutto il loro commercio e– stero in sterline, erano automaticamen– te indotti a convertire in sterline tutta la valuta estera di cui venivano in pos– sesso, ,pensando che quando essi aves– s:?ro t>1sogno di vaLuta straniera per pa– gare eventuali importazioni o per aitri scopi, avrebbero potuto regolare la co– sa a Londra ·a mezzo dei loro fondi in sterline. L'aa-ea delila steirlina non cessò di es– sere una delle zone della geografia eoonomico-.finanziaria mondiaile nem– meno quando in mdlti paesi ad essa ap– partenenti furono inviate, in conse– guenza delle operazioni belliche, uni– ·tà ,più o meno importanti delle forze armate americane: queste pagarono naturalmente Je spese di oooupazione in dolilari, che <Venneto nella maggior parte dei casi rimessi a Londra, mentre il loro controvalore in sterline andava ad ingrossaTe i crediti dei singoli paesi. Tnscurando '!llcune constatazioni deH'articolista rSll'! forte aumento di ail– cuni crediti dopo ila !fine del conflitto, come ad esempio quello deH'India· e de!- 1'.Airgen ti~, è importante -riilevare un faitto dhe interessa assai da vi,cino, ol– tre alla Gran Bretagna, il maggior e– sportatore di beni di consumo, cioè gli Stati Uniti. Come dimostra del resto la recente politica economica del governo brLtannico, l'Inghiltet"ra ba subordinato ogni cosa al!le necessità della esporta– zione, soprattutto con l'imporre note– VQ\i irestri21ioni ai consumatori deHe madrepatria: questo allo scopo di poter rimborsare !"apidamente i ld'ebiti con- tratti àUran~ ìa guerra. L'ingente quan,.. tità di sterline che iJ Regno Urrùto d~e a1 resto deJ mondo, quantità non con– vertibile in doll.3ri, creerebbe un flusso di merci dalla Gran Bretagna a questi paesi ohe non può non preoccupare il commercio estero americano. Oooì nell'accordo di Washington il Governo americano volile che si giun~ gesse ad wia transazione riguardo ai crediti in sterline dei paesi dell'«aTea », che pontò a stabilire ,un termine oltre il quale sarebbe stata ammessa 1a con– vertibilità dei crediti in altre valute. Tuttavia, se ciò potrà rendere più ela– sti!CO il commercio estero tra il Reg.no Unito, gli Stati Uniti e i paesi dtll'area del!a sterlina, nel senso di facilitare scambi did'etti !ra questi e gli Stati U– niti sulla ,base del dollaro, non è pre– vedibile che I area della sterlina subi– rà notevoli modificazioni. ' I paesi che posseggono un conto a Londra continueranno proba;bilmente a basare il loro sistema di scambi su11a sterlina, e terranno di conseguenza molta parte del denaro iliqu.ido deyo– sita to nelle banche in questa <Valuta. Come risul t.a to finale, spetta alla indu– stria ed agi! esportatori britannici di pl'OVare al mondo che aa sterlina è una vailiuta desLderrabile perchè la Gran Bre– tagna è Wl luogo d'acquisto derSidera– bile e vantaggioso. Per raggiunge.re questo risultato la Inghilterra ha in col'SO una sede di ac– cordi finanziarj, come quello con il Por– togallo o quello negoziato a Buenos Ai– res dalla missione di Sir Wilfrid Eady. In alcuni casi le sterline accumulate possono serviire a <trasferire al credi,tore la proprietà di investimenti fatti nel passato da sudditi britannLci in quel paese. In altri la discussione di tal'i questioni puramente finanziarie non può prescindere da considerazioni di natura politica generale: ciò vale so– prattutto per l'I1,1dia e ,per l'Egitto, I due maggiori creditori del peri·odo bel– lico della Gran Bretagna. « Tutto som– mato <Si può affermare che la serie di accordi che debbono usere negoziati con i nostri creditori di ,sterline rap– presenta uno dei compiti più difficili ed indesiderabili cui .si è trovato di fronte un governo britannico». LA GERMANIA VERSO IL CAOS? E' questo un quadro assai più allar– mante di quello che rjportavamo .in un numero precedente, traendolo da~ pro– getto federalistico di Bevin commenta– to dal Daily Telegra,ph: si aegge sulle National Review dell'agosto·ed è scrit– to da Jan Co1vin: « La Germania 1 premette 1rarticolista, sta slittando ver~ ti caos economico "< amministrativo ed i tedeschi <Siavvia– no ad una di.Jillusione morale che non

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