Lo Stato Moderno - anno III - n.18 - 20 settembre 1946

/ 418 LO STATO, MODERNO Il Congresso Socialista Francese Occorre anzitutto tener ben presente la capacità di auto– critica socialista - che d' a1tronde costituisce una delle mag– giori prave di democrazia in atto - se si vogliono intendere nella loro reale portata i risultati del Congresso socialista 1 francese, svoltpsi a Pllfigi dal 30 agosto al 2 settembre. Di– versamente, bisognerebbe dar credito a tutte le interpreta– zioni di irrimediabile- c;risi, di interna disgregazione, di irrepa– rabile incoerenza di linguaggio e di azione, e insomma di fatale crepuscolo della S. F. I. O. - cioè del partito socialista francese - .che sono state avanzate tanto dalla stampa di destra che da quella comunista e che tanto volentieri sono state riecheggiate da quella nostrana. Diversamente, reste– r-ebbe un mistero - non eSIS'ellÒO intervenuta la manovra di far bfooco al centro, taglra'!ldo le ali estreme, manovra ormai tradizionale ne:le tenzoni congressuali dei partiti di sinistra - come mai un Congresso, iniziatosi con un voto di sfiducia alla direzione con il 70 per cento dei mandati, si sia chiuso votando alla unanimità una niozione che non rappresenta un esteriore compromesso tattico o, come erasi temuto, un accozzamento meccanico di concetti antitetici. Autocritica in atto, dunque, condotta con cruda spieta– tezza, sino a condannare -!a direzione per il suo passato operato, senza consentirle neppure la discussione s1,11le pro– spettive future, ed animata da una spregiudicata insofferenza di ogni autorità tiraillziooarre, si che .se quaiouno è sl'ato realmente battuto in questo congresso è il « mito », è l' « ido– lo » Léon Blum, con il suo prediletto discepolo, Daniel Mayer, segretario <lei partito sin dal periodo clandestino. li Congresso si trovò immediatamente in presenza della ,vasta ID'an'Ovra, jniziatasi già in fase ,precongressuale, dcl!la. coalizione dei V\Jti di sfiducia alla relazione della direzione, presentata da Mayer. Frutto deJ:a strategia del giovane leader dell'ala sinistra, Guy Mollet, tale coalizione - <:he poneva la sua battagliera tesi rivoluzionaria e classista come nucleo ~ catalizzatore degli svariati e poco coerenti elementi di sini– stra, tr!l i quali motivi di politica attuale s'asrociavano a tradizionali !fermenti operaistici, soreliani e persino blan– iquisti -, .finì col convoglÌ'are tuttJi i ana•lcontenti, id.i qua~iasi, tendenza e per qualsiasi ragione, come invano fece obbiettare M~yer. Quan<lo poi il ~ngresso decise di scindere la discus– sione della .relazione morale dalla discussione sulla politica generale e deliberò di riconoscere carattere imperativo ai mandati, le sorti della direzione e del segretario appar– vero decise irreparabilmente. Nè; anche fosse stata più felice la sua difesa, poteva rimediarvi l'autorità di Léon Blum. Il Congresso parve preso da un iniziale furore iconoclasta. Non so!o fu respinta, con imponente maggioranza, la rela– zione morale sull'operato deJ:a direzione, ma furono pure disapprovate la relazione sulla organizzazione fommini-le e soprattutto quella sull'attività del Populai-re, l'organo ufficiale del partito, voto di sfi<lucia personale a Blum che lo dirigeva (malgrado, non senza ragione, eg:i mettesse in luce .la diffi. coltà di concretare una formula .giornalistica capace di fon– dere le contrastanti efilgenze <li giomaie d'infÒnnazione, di strumenro di educazione socialista, e di bollettind dell' atti– vità del partito). La posizione critica, se non addirittura negativa, carat– terizzò ,pas5ionalmente ae prime 5edute; e improntò oon doglianze di S1Variatissimoordine, commiste quelle org8l)iz– zative alle politiche, le particolari alle generali, le locali alle nazionali, le occasionali alle permanenti, molte delle quali poi effettivamente, come potè obbiettare D. Mayer, o non concernevano la responsabilità esclusiva della direzione o, addirittura, dovevano attribuirsi alle circostanze storiche e sociali, più che a quelle -politiche. Si è naturalmente molto insistito su!l'appoggio dato a De Gaulle, sugfi errori in sede di Governo e di Costituente, sulla eccessiva remissività di fronte al M. R. P., sullo scacco elettorale del 2 giugno, ecc.; ma spesso sembra si sia cercato un capro espiatorio per un più profondo disagio, del quale la direzione del partito non è responsabi'.e. Così le giuste recriminazipni a proposito del sistema tripartitico e dell'inefficienza di l!n governo a tre, 'Vera e propria coabitazione govematioo (D~ux), hanno la– tsciato .intravvedere nostalgie ,per i bei tempi, quando <il par– tito .socia&ta, anzichè sobbarcarsi logoranti responsabilità di -governo, se ne stava aY'opposiziorte. , Grosso modo, le critiche più importanti si possono rias– sumere nei seguenti argomenti. Anzitutto si è deprecata la deficiente coscienza di una funzione autonoma da assolvere. Ma errori e deficienze rispecchiano in gran parte una più vasta situazione di disagio del partito. « Se qtlleffiJ dinamismo ha fartrto difetto » - ,poteva esclamare a ragione Blum - « è iforse perchè negU µomini che voi siete non c'erano pbbastanza convìn~, ~gaxi-One, spirito di sacrificio, fede». Co– munque a Blum va il merito di aver messo in luce una serie di paure che impediscono l'esplicarsi di un'azione autonoma: « temo abbiate paura del cosa diranno i comunisti, del gior– nol.e comunista, dJdJa \denigrazione comunista che vi disgrega r}erchè vi manaa, jp.el ' resistiere, la forza inkmore. Avete · poi paura de!Jlacongiuntura del.tarale: se vi è deviazione nd&i rwstra \doDtrina è nel modo timorat,o oon cui essa è stata sviluppata nei .programmi e~i .... Aoete inOltre la ~ Hel nuovo, la nostalgia del ,partito dell'antegue1'T'a, compr~si istituziorn e metodi sin da alwra !condannati... Aoere paura de.Ve novità wsi110 ne&3 aDeanw poliiliche. Nel momènto in cui ,J/. pa,,tito è obbligato a àeJJe jalleanze, siere 'incapaci di immaginare una OC>mbmazl.orte ch mm risalga a· prima della guerra e ia nostolgia \vi riconduce a questo passaro, an– che ,se ormdi non riposa su nulla». Questo primo ordine di critiche s'innestava su un altro, più specificatamente politico: l'accusa cioè di aver perseguito una politica passiva, a rimorchio delle circostanze o dell' a– zione politica altrui, politica per di più oscillante, pendolare, ·aa M.R.,P., a-1 quale sono state fatte troppe concessioni; e P.C.F., dal cui spirito d'iniziativa la direzione è stata troppo spesso ,parali=ata, politica intesa più ,come espletamento di una Jngrat:a mediazione ohe come costruttivo espletamento di un'azione autonoma. A rimedio di che occorreva « non atrere paura a sinistra; non cedere o destrd ,. secondo la formula del Rivet. Merito particolare del leader della sini$tra, Guy Mollet, è ·stato l'aver messo in luce rinavvertito distacco dal– le masse lavoratrici e dal!' azione di classe, non vivificando con uno specifico afflato socialista l'azione della Confede– razione del Lavoro e trascurando le conquiste nell'ambito dei Comités d' entreprise (in oerto modo intermedii tra i no– tstri consriglà. di gestion'e e Ie commissioni interne) e, in genere, gli &trwnenti di pe1retraiione .nei)le masse operire. Su tale deficienza nel sentire e nell'organizzare l' aziòne di classe s'è inserita la disputa dottrinale a proppsito dei socialismo. umanistico. Ben potè Guy Mollet far sua la frase di BJum che « il fme Ml socioUsmo è la liberaziofte int.egrale della persona umana,. e riconoscere che l'humus umanistieo • I

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