Lo Stato Moderno - anno III - n.12 - 20 giugno 1946

286 pletare il quadro dei sentimenti unghe– N!si verso la Russia, che quest'ultima esige il pagamento di una indennità di guerra e che, forse 1111 Vlista di ciò, essa ha iniziato H ,prelevamento del macchinario di molte az.ien:de indu– striali di primo ordi111e. Il fatto è che non solo lo spirito dirigente dei comunisti è impopolare, ma anche i comunisti stessi: l'ostilità della popo1azione è rivolta soprattutto contro la polizia sia ord.naria che po– litica, in cui appunto i comunisti hanno funzioni direttive: E' curioso 'riscontra– re come venga qui a riporsi sul tappeto la questione ebraica, che è stata ele– mento importante della vita politica ungherese degli anni passati. Quando nel 1944 i tedeschi commisero degli ec– cessi contro gli ebrei insieme con una piccola minoranza di ungheresi, la grande maggioN.nza della popolazione reagi prestando tutto il suo appoggio ai perseguitati. Ora un gran numero di capi comunisti è ebreo, così come ebrei sono numerosi capi della polizia politica: gli eccessi perpetrati èia que– sti contro quellà gra111parte dii unghe– resi che si era mantenuta contraria alle persecuzioni, ha dato luogo a sentimen– ti di sdegno e di antisemitismo assai diffusi. Altro elemento importante che spie– ga la diffidenza popolare verso la • de– mocrazi,a orientale • è rappresentato dalla politica estera patrocinata dal partito comunista ungherese. Tale po– litica • insiste assai vio!.entemente sul fatto che l'Ungheria deve rinunciare al massimo, mentre mette in rilievo le colpe del paese, ed esalta !.e virtù dei suoi vicini e denuncia come « reazione • ogni manifestazione del sentimento - ancora generale in Ungheria - per cui le frontiere sanzionate dal trattato del Trianon v.e111gono considerate ingiuste•· Tutti questi elementi, ed altri ancora che la mancanza di spazio ci impedis•ce di riportare, sono testimonianza di una situazione politica contraddistin~ da una minoran:1Ja attiva e poco scrupolo– sa e da una maggioranza eterogenea e disunita, che non riceve, come la mi– noranza, le ponderate direttive di un f.entro politico come Mosca, fatto esperto da decenni di esperimenti e di tentati– vi. E' una situazione comune, grosso modo, -anche ad altri paesi che si tro– vano in una fase più avanzata del pro– cesso di assorbimento «moscovita•• si– tuazione che può ottenere una soluzio– ne non locale, ma generale. La nuova politica britannica nel Medio Oriente In una precedento rassegna abbia– mo riportato un commento di J. Gar– vin alla nuova situazione verificatasi n-el Mediio Oriente, con 1l'annuncio, dato dal primo mùnistro Attlee, che le truppe britanniche saranno ritirate dal– l'Egitto e dalla zona del canale di Suez. Ecco ora un esame della situazione, vi– sto da differente punto di vista, espo– sto dl John Bradstreet su la « Plcture Post•· Qualsiasi politica che abbia per og– getto il Medio Oriente deve tener con- LO STATO MODER~O to di un nuovo elemento fondamen– tale della vita politica di quelle re– gioni: il nazionalismo, che assume a– spetti generali arabi, imposti della co– munanza molto spesso di razza e sem– pre di religione, ma anche aspetti par– ticolari, propri delle singole nazioni in cui è ddvu1;al'ampia regione che riuni– sce tre continenti del mondo antico. li nazionalismo di questi territori non è, naturalmente fenomeno di oggi o di ieri: nella lotta dntrapresa dalla Gran Bretagna contro l'Impero Ottomano es– so aveva una parte assai importante. Ma esso è giunto ora a completo svi– lurppo mentre d'altra parte le singole nazioni ,arabe od arabizzate hanno nel complesso raggiunto un grado di ma– turità che garantisce loro la possibilità di un autogoverno. Non tener conto di queste nuove circostanze vorrebbe dire commettere un errore fa tale ... In particolare, per quel che riguarda l'Egitto, attualmente la nazione più imporbante del Medio Oriente, • se il governo '(britannico) non avesse con– sentito al principio di ritirare le trup– pe, non solo sarebbero state interrotti i negoziati per il trattato, ma la Gran Bretagna si sarebbe trovata di fronte a dei torbidi quasi certi, e ad una pos– sibile rivoluzione. E, come rilevò Mr. Attlee, il solo modo con il quale noi possiamo far fronte a tutte le responsoa bilità connesse con la difesa del Ca~ale di Suez e di altre posizioni strategiche « deve ottenere il cordiale consentimen– to del popolo epiziano •· Non v'è que– stione di sacrificare i nostri interessi imperiali per vqnbaggi politici locali; gli interessi strategiei imperiali non po– trebbero esser salvaguardati in altro modo•· Nessun'altra regione del mondo ri– scuote l'interesse di tante potenze co– me il Medio Oriente. « Se i Balcani so– no di <Punto focale de'll'Europa, il Me– dio Oriente è il pul'll1Jo focale del mon– do •· La Russia, la Francia, la Gran Bretagna hanno colà equilibrato le loro forze In un lungo susseguirsi di avve– nimenti politici; la Germania ha tenta– to con enITgia di fare assumere impor– tanza politica _alla propria penetrazio– ne economica: l'Italia si appoggiò an– ch'essa sutla Libia e su l'Africa Orien– ta1le; ora gli Stati Ullliti vd ,rivolgono un vivo interesse. in ordine soprattutto alle risorse petrolifere. Ogni potenza si rende conto che qual– siasi influenza nel Medio Oriente può €6sere esercitata solo quando si ottenga la simpatia dei popoli che l'oabitano e si abbia oJ?ni riguardo per'i sentimenti nazionali di essi. Vi è fra questi popoli una diffusa ripugnanza verso la conce– zione di vita • occidentale •, che tutta– via non impedisce a molti i·rakeni, si– riani, ecc. dli considerare l'atteggdamento inglesz dli fronte alla vdta più compren- , slbile, più alOCettablle di quello deg1i aL tri « occddenta'li •· Ciò soprattutto per la valutazione dell'individuo, per la ca– pacità di presc-rvare l'individualità pur servendo la causa della società. Tutte queste ragioni. ed il tatto che questi popoli hanno una decisa tenden– za a st1bilire e mantenere relazioni di qualsiasi genere sociali. culturali, commerciali - con chi apprezzano. comprendono e stimano amico, danno alla politica britannica nel Medio O– riente una posizione di primo pioano quando la Gran Bretagna si sia resa ben conto che bisogna ormai trattare sulla base di una parità, se non politica, al– meno giuridica. Sarebbe del resto suf– fle.lente, 1)"...r i motivi morali e psicolo– gici su esposti, un'intensificazione dei legami commerciali già esistenti pet-– chè il risultato potesse considerarsi rag– giunto. Del resto anche oggi la politica mi– litare britannica nel Medio Oriente è come sempre quella di garantirne. la indipendenza. L'Inghilterra non ha al– cun desiderio di dominare la regione se non, com'è avvenuto nelle due guerre mondiali, per impedire che altri lo fac– ciano. « Noi abbiamo ritirato le no– stre truppe dalla Siria e dal Libano; forze ridotte riman9ono nell'Iraq per proteggere gli aeroporti concessi per trattato; piccate guarniaioni sono ri– maste nella zona del Mar Rosso. Ortt ci oroponiamo di ritirare le truppe da1- l'Eaitto. Pure i Russi hanno affermato (nelle radiotrasmissioni da Mosca) di credere che noi desideriamo usare il Medio Oriente come ponte territoriale p~r attaccarli dal sud. Ali.e nostre orec– chie una simile idea può soltanto suo– nare assurda e sembra inverosimile che i Russi !a constderi.Ìo così seria– mente da prepararsi essi stessi ad in– vadere il Medio Oriente. La loro po– litica di oooi do1Jrebbe essere assai si– mile a quella 'de!l.o zar Nicola: patro– cinare un repime di sicurezza del "Me– dio Oriente, che comprende$Se anche il M edite,-raneo arientale e !l'!i Stlretti, re– gime parantito da t>utte le grandi Po– tenze. Russia inclUS'a, sì da rendere im– possibile a qualsiasi potenza di farne un ponte di lancio contro di essi •· Posizione caratteristica occupa in que-sto ouadro la Turchia. Il deciso o– rientamento europeo impresso da Ata– turk. con l'emancinazione femminile e l'adozione dei caratter,i da stampa euro– pe'i, •l'ha es>tra111iata 0quanto d'al mondo islamico. Questo soleva politicamente far caoo a duP stati situati ouasi ai suol -!'miti: l'Egitto e Ja Turchia. n primo ha ora acquistato Importanza po– litica e soprattutto sociale predominan– te, mentre na seconda, allontanatasi dal mondo arabo sembra destinata ad as– sumere una tranquilla e d.iimitosa fun– zione di .iruardiano degli Stretti. Nel centro di questa regione-ponte sta la ,piccola regione, fonte probabtle delle maggiori amarezze per la politica britannica: la Palestina. Il conflitto tra arabi ed ebrei potrebbe comporsi se in seno alla lega araba prevalesse la tesi autorevole dei moderati che permette– rebbero una irnmig,razione di centomila e'br~, se ques'tii si limitassero ad atti– vità economiche e non influissero sul destino politico del paese. Anche in que– sto caso però, accetterebbe il congres– so sionista la partecipazione a tali con– dizioni? Tutto prova che ogni settore del Me– dio Oriente ha i suoi propri problemi, tutti di portata indefinibile, tutti su– ;J:ettibi!i di conseguenze di vasto mo– mento per la pace monddaie. O. B,

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