Lo Stato Moderno - anno III - n.12 - 20 giugno 1946

284 tica.mrnte più matuTa. del iavora.tO?"i de! ceto medio. E '801"genon come Tepub– blica. di tma. c!a.sse, ma come Tepubblica. di u.n popolo, anche ,se 1è ida. una clll$se che .ha ,-ica.vato Ile .sue ,orgini. I.A pro– fonda. affermazione di C-a.rtc,Marx, gJeT cui ,i La.voratO?"i non possono emanci– pa.re .se .st~si iche ema.ncipa.ndo tutti gli uomini, Ticeve da.Ila pagin,a di sto– na. che è ,scritta sui boUettini di voto de! du.e giugno Ila. più Juminosa confer– ma.•· Come molte delle virtù che h~.n no retto la gloriosa grandezza t.le -lla borghesia (e prime fra tulle l'Jniziativa e l'organizzazione del lavoro) sono pas– sate come eredità inalienabile al pro– letal'iato, cosi il senso ombroso e la tu– tela solida1e deùJa !libertà dndividuale stanno diffondendosi negli strati del po– polo la cui vita è ,legata aJ lavoro; e, mentre ,n JiberaJsmo si dissolve e in- 1;ieme si rinnova estendendosi, cosi le sue formule politiche valide 11ino al 1915 perdono credito, e non possono essere valide, come dicevamo, ~ non a fon– dare un pur necessario movimento se– riamente c0111servat.ore. AJ.l'esito :nega– tivo del Jiberalismo storico, e aJ carat– tere demoorat.ko Ut>,,a politica attuale, giunge, senza contrasto qui con le con– clusioni del Saragat, il più maturo pen– siero demo-cristiano: ad es., Gonella (« li.l passato è sepolto•, Popolo, 9 giu– gno): • Quel libera.lismo che ha fatto La u.nità d'Ita.lia con la monarchia non po– trà più a.ve ,-e domani (a qua1tto dice il responso delle <U1'ne)La. .stessa funzio– ne direttiva di ieri. Questa è l'oro della. democrazia, cioè del secondo Risorgi– mento d'Italia, -r,ealizzato -non più da. élites inteUettu.a.Li, ma da.Ua ma.ssa la– voratrice, che peT la prima volt-a viene immessa nella funzione direttiva deUo Stato•· O si confronti ,la domanda di Mazzali e Togliatti (Lettera e Tog!1at-– ti •, nell'Avanti! del 9 giugno): « O non ti pare che a repubblica appena deli– neata a nOi spetti il compito di fare i re– pubblicani perchè nel wvO?"atore possa pronunziMsi il cittadino e manifestar– si l'uomo restiwito alta. sua integrità umana?), con la esigenza di una espan– sione approfondita dell'educa.mom poli- 1.ica aU-eocfata da Lui~ Sturzo(« La ld– bertà na-lle mani del popolo•, Popolo dell'B giugno): • Da oggi in poi l'educa– zione politi.ca deve e=e generalizzata, penetrando in tutti gli stTa.U sociali, e per destlaN? queU,e vocazi<mi (la vita pubblica è u.na. vocazione) che manca– no dopo un sì <Lungoperiodo di assolu– tismo e di assenza..... Il popolo è dive– nuto maggiorenne e deve assumere la. resporw.abllità deUa vita nazionale •· Mia è troru><> chia1'o (e tuttavia non è inutile osser\l'Br'lo, in un'Italia ancora infettata dal vlil'lio :tlascistico di risol– vere a problemi polilioi con m'antfe– stazti0111I di ipiazza) che il poJY.ilonon può asswnere la responsabilità della vita na:monale se non creandosene organi rappresentativi ed eoocutivi nei quali deve essere riposta -ogni .fiducia: altri– menti la democrazia popolare porterei>- Lo STATO MODERNO be facilmente alle critiche e all'azione dei movimenti qualunquisti. Quest:a concordia di base nel consta– tare i risultati della Jotta politica, tra gli elementi più maturi del Partito so– cia:iista e della Democrazia Cristiana, si riiletterà conclusivam;:inte, scoperta– mente, nella composizione del Gover– no? Niente senza i democr.istiani, am– monisce ancora di GoneJla, in base ai rdlevantissimi dati ele1it.orali; ma non tutto possono i demo-crsiiiani da soli Mette conto qui di segnalare le osser– vazioni di Fi:ippo Burzio (« Primo sguardo d'insieme•, Nuova Stampa., 9 giugno): • Il socialismo non può trion– fare da solo (come aveva orgogliosa– mente, e, dal suo punto di vista, .legit– tima.mente, 3peTato); ma, se vorrà rap– presenta.re u.iia parte di primo piano nel prossimo futuro d'Europa, dovrà inseriTsi doppiamente neLla grande tra– dizione eu.ropea., che è cristiana, libe– rale, umanistica, abbandonando il suo materialismo classista e marxista .... Sa– prà it Partito Socialista rompere il fa– moso patt.o di u.nità d'azione col Pa.rtito Comunista e anteporre a questo rn ne– cessità, assai più impellente, di strin– gere una. sa,Ldissima, organica, duratu– ra. a,l.Leanro coi demo-cristiani, costi– tuendo con questi un omogeneo b!occo di goveTno? •· Il perno della situaLione politica è per il Burzio dunque nell'at– teggiamento dei socialisti. Ma si po– t.rebbe osservare che esso è altrettanto nelle mani dei demo-cristiani. Che il Partito Socialista abbia assun– to o sia capace di assumere una suf!i– ciente libertà d·a2Jione che gli 1COnsen- ta di scuotere ognn rigido classismo e di promuovere ,Ja democrazia non come semplice mezzo (secondo la tattica c:i– munista) ma come fine, sembra assai probabile. Ma lo scontro, o il punto sul quale J'intesa dov.rà essere espli– cita, è que!Jo del concetto laico dello Stato. Qui non sembra che i demo-cri– !tiani disarmeranno: democrabici, sì., in .ragione del Jievito cristiano che sin– ceramente anima i suoi dirigenti (ed è perciò erronea la grossolana considera– zione polemica di un partito democri– stiano che costituisce un centro iper– trofico incapace di Iedeltà e dll'ittura ideologica, ,e pertanto di I\.IJla coru;a– pevole dirittura politica); ma entro un binario assai difficile da mantenere e– se111teda contaminazioni confessionali– sUche. L'ideologia demo-aistiana è una idec,logia polibica ,e non un semplice movime111to de propaganda. fide, pro– prio perchè si assume il promov:m~nto in sede giuridico-sociale dei 'beilli ter– renn. Molto chiaramente, Orio Gracchi (« I beni terreni•, Popolo, 15 giugno) riba– disce di diritto dei cattolici Jn quanto cattolici all'intervento sul terreno po– litico: « I beni te1'Teni, i modesti beni che l'individuo, La. famiglia, le minori comunitd riescono a. realizzare con la a.ssidu.a. fatica. che Dio chiede aU'uomo peT ogni sua cosa a.ssicu.randolo in compenso deL ,suo aiuto, debbono ora risorgere di fronte agli uomini di stato come fini essenzioii della loro missio– ne. Lo Stato deve • servire •• ha detto Pio XII con una grande e cruda parola; servire, appunto, le modeste a.spirazio– ni d,egli uom.ini, tendere n q,eatizza1'1.e, far sì che l.a. vita terrena si ,svwga in un'ambiente di IP(10e, (Cli, be111e1Ssere i – conomico, di egu.aglianza mO?"ale e giu– ridica. La. filosofia mode·rna, messo a parte Iddio, il Tra.scendente vero, vi ha sostituito U posticcio t,rascendente datò dallo Sta.to; essenzialmente totalitaria perchè monistica ,ha così compiuto, ac– compagnandolo con la forza da.tale dal– Lo stato moderno, vero suo braccio se– colare, il suo aspro invito a.Ll'ascetica temporale. La democrazia che anche peT questo non può non essere essenzial– mente cristiana., postt,la il contrario: esige che ai beni terreni degli uo– mini lo Stato provveda con la sua stessa esistenza e con tutta la sua. azio– ne. Questo non vuol dire che lo Stato non si debba occupa.re se non dei beni materiali e provvede,-e soltanto ad un benessere del tutto esteriO?"e. Esso è indubbiamente il rappresentante della società teTrena. a.nche in ciò che essa ha di più elevato, l.a. sua cu.ltura, la sua civiltà, la sua tra.dizione. Ed è per questo che noi chiediamo aJ.lo Stato di essere cristiano, e respingiamo uno Sta– to agnostico o laico; ma anche questi beni più alti, che del resto hanno bi– sogno, per esistere, di quelli più mode– sti, costituiscono i beni terreni che la democrazia cristiana. vuwe che sialJlo difesi e rinvigoriti così come essi sono dati da.Ila concreta. realtà storica del Paese•· Linuguaggio assai chiaro. Nel quale non condiividercmo il vezzo malaugu– ratamente diffuso di giudicare politica– mente le concezioni mosofiche, che non ammettono la misura degli slogans po– litici: come contesteremo sempre che sia gi'llSto classificare « borghese • l'i– d'eal.ismo, o « proletario •, p. e., i1 111.eo – empitismo, cosi !non ci Jasceremo con– fondere dalla taccia di tot:alit:arismo da– ta alle concezioni monisticha Ma in secondo luogo ci domandiamo: non fa parte della situazione storica del Pae– se una cultura otitica, che non può più a 'Cettare ad es. che gli a.Itri oulti, ol– trè al cattoliro, siano semplicemente • tollerati•· Come ,t,gnorare che l'idea di tolleranza !non è che Ja timida an– ticipazione e Ja formu~a.zione negativa dell'idea di libertà? E come deternùna– re, in uno Stato cattolico, la J.inea di de– marcazione tra i compiti e Ile preroga– tive dello Stato e rreesigenze deL!a Chie– sa? E' chiaro chè di compromesso poli– Eco, per la formazione di un gov=o stabile di coalizione socialista-democri– stiano (che soprnttutto, poi, 111.0il può non fare la dovuta parte al successo eletto– rale dei Comunisti) deve av.ven.ire su questo terreno. u, s,

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