Lo Stato Moderno - anno III - n.9 - 5 maggio 1946

214 generare una mitigante iJl.lus_ionel'in– dirizzo moderatamente repubblicanoas– sunto dal Congresso della Democrazia Oristian>a. I democristiani dioh'iarano che non si appa,gheranno di una tolle– ranza, tattica e ,generica dello Stato ri– spetto al cattolicesimo; chiedono delle dilchianzioni di ,principii e di fede, per poter non diffidare del marxjsmo; non creidono ad un • materiaUismo storjco spiritua·lizzato » (v. l'artico1o di questo titolo di A. C>antono, sull'Osservatore del 12 a,prile) che qualche abilissimo propagandista marxista, ·come i.il . socia– lista Calosso (« E' meglio dare che ri– cevere », neJ Sempre avanti! del 26 aprne ribadisce una tesi di ,precl!denti articoli che abbiamo, qui già segnalati), tenta di presentare, in una ·curiosa po– si2lione che ideniti{ioa con antistorica immediatezza la predicazione . evange– "ica con il marxismo, e chiede perciò l'allontanamento .dei dissidi religiosi dalla polòtica (« l'abolizione del proble– ma religioso dal campo delta polemica politica è utite al paese, qualunque cosa ne pensvno i nostri amici demo– cristiani»). LI democristiano non può non essere fermo a.l,la idenmtà, se non .110mp]ice,dogmatica, di cristianesimo e oa ttolicesimo, d'i cattolicesimo e Chi e– .a; e vedrà sempre, nellle posizioni .:h:iaramente ma.xriste (com'è senza ~,qwvoci la comunista), una ideologia la combattere: • I! materia,lismo storico iignifica che la storia è determinata :n modo prevale:n;t;e dalle condizioni economiche, dalla distribuzione della ricchezza, dal grado ·deila itecnida. Ta– le pa,re l'interpretazione anche di An– tonio Labriola, forse l'unico autentico marxista del socialismo italiano. La cOMeguenza chiara e facile è che Ù materialismo ·storico non può essere spi– ritualizzato, cristianizzato •. Da:t!l'altra parte, dei comunisti, sta Ja • recisa 11ichiesta che il Vaticano non si .interessi di politica italiana. Oosl Ma– rio Montagnana, di :lironte ali un be- . nevolo commento dell'Osservatore ro– mano a proposito della costituzione del cosiddetto « Blocco nazionaile della li– bertà•, scrwe {« Quo vadòs? •• Unitd ded 17 apri>Je): « Fino a ieTi abbiamo creduto, un po' tutti, che il Vaticano wppoggiasse in Italia un solo paTtito: il Partito Demo– CT<m<:oCristiwno. E abbiamo criticato questo appoggio, perchè riteniamo sia un er.rore per la Chiesa, ed . un male per •l'Italia, i! fatto che la Chiesa, come• tale, faac:ia del!a politica, e per di più della politica di paTtito, mentre 1(1 sua attivitd dovrebbe limitarsi, secondo noi, purament>e al ,ter-reno ispirituale, cioè p:d un terTeno al di sapra della politica e al .disopra, in modo particolare, dei sin– goli ip_a,rtiti. Ed ecco iche U Vaticano modifica, in una certa ,mi.,u-ra, il suo atteggiamento, Ma esso non lo modifica, pu,-troppo, nel senso da noi deside– rato, ecc.•· LO STATO MODERNO Non occorre di più pe,r essere d'ac– cordo con De Gasperi (fUando avverte che ]'accordo tra comunisti e democri– stiani sarebbe su questa ,base illusoriio e puramente tattico. Que},Jo.che i co– m'Unisti chiedez,elbbero ai cz,istiani in quanto cristiani, alla Ohiesa in quanto Chiesa, sarebbe la custodia e l'incre– mento della !fetie, lasciando impregiu– dicato il terreno delle opere. Ma que– sto protestantesimo sepa.atista appa– rkà sempre ai democristiani una re1i– giosi,tà da bU'rla: come non ,può non apparire tale, ai democristiani, la po– sizione del Calosso. E' naturale, per– ciò, che i democ_riistiani di vivo sentire politico abbiano salutato con soddisfa– zione i risultati liberali del Congresso sociahsta di Firenze: « Per quanto riig.uarda noi cattolici dobbiamo onestamente prendere atto che l'attuale posizione del sociaiismo d<taliano, rispetto alla Chiesa, pur ri– manendo anx:orata alla formula nebu– dosa de!Jo Stato laico, è ben lontana !dall'iniziale nega2Jione religiosa del marxismo materialista ed ateo e che, data la repu0sa energica, dichiarata al Congresso di Firenze, dello Stato eti– ico, cioè di uno stato spiritualmente autocrate e creantesi una sua propr>ia moraJe, rimane aperta ila porta alla con– icezione · di uno stato nè laico nè con– !l'essiona'le ma so[,amente inteso a crea– re un'atmosfera di Hbera collaborazio– ne - ne1le diverse s!ere d'attività - itra il Potere spirituale relig,ioso e il iPotere temporale civico, che è il libero Stato che auspichiamo noi cattolici•· (E. Pisoni, « Il Congresso del'le paure •, Osservatore del 19 aprile). !I>a un simiJe testo, sebbene il con– icetto di uno stato nè laico nè confes– sionale sia concEi1ttuatlmente ,una nebu– dosa, si ricava: 1) che i democristiani, come politiJCi, sono disposti sostanzial– mente al concetto liberale generico del– fo Stato; 2) ohe vedono nei socialisti una capaci,tà liberale, in seno sia pure ad un partito ohe in molti suoi aderen- LOSTATO MODERNO edito dalla CASA EDITRICE GENTILE MILANO - Foro Buonapar&e n. ,e Telefono 84.613 Direttori: Mario Paggi e Gaetano Baidaccl Vice Direttore: Antonio Basso Redattori: V. Albaslnl Scrosatl, Ma– rio Boneschi, Enrico Bonomi, Li– bero Lenti, Giuliano Plschel, Um– berto Segre, Sergio Solml, Cesare Spellanzon. I manoscritti non si restituiscono it,ipur non rinun2Jia a,\ programma pra_ ~ico del ma,rxismo: capacità liberale in cui i cattoli'ci ripongono più di qua>lche •.;,i,eranza per la fonnazione di un etti– oiente terreno di conlflluenza. costrutti– ,va delle valontà polHiche. Il secondo Risorgimento Tema di prammatica, ,in questi gior– ni di rievocazione dell'insurrezione de,! 25 aprilJe; ~li scrittori più raccolti, ba– dano a stendere .btlanci ideali, che sono insieme dei programmi a lunga portata. Così Frnppo Burzio (« Il se– condo Risorgimento•, La Nuova Stam– pa, 25 ·aprile 1946), al di Jà delle de- 1usioni che suscita inevitablimente un anno di faticosa ripresa politica, fissa in questi due PUl)ti la missione d'ItaUa: « 1) l'Italia può oggi attivamente lot– tare per ;una qualdhe forma. di :ricostru– zione e idi unitd europea, impregnan– dosi di ,un nobile « pallriottismo ,euro– peo• ohe ~ostituilsca: ~!' ynortifern,· na– zionalismo di tprima; 2) t'It~lia deve sentirsi, è 'in diritto di ,sentirsi, mem– b'ro non solo legittimo, ma privilegw– to, deUa comunitd « cristiana » .dei po– poli; fdeve e può ,batter,si, con armi ci– vili e U)OIC'ifiche,per ,!<i salvezza :e i! rinnovamento della civittd cristiana. I due ;ut,eali isi tengono, e i,l secondo ~ più vasto e (Più « attualmente conc,:e– to » -del primo ». Non sawiamo se più ammirare la concretezza di questo programma, o la profonda ,sensibilità, che dimostra 11 BuIVJio, del travaglio· ,ciei movimenti storici. Il Burzio ignora certo che il mortid'.ero nazionallilmo di prima si. sta traducendo, malgrado le buone inten– zioni, in più vasti l>loccbi di ambizioni di potenm; e cm? il passaggio a,l • pa– triottismo eu.rQPOO » deve essere pensa– to ~rciò in termini di poMtica e non in blandi sogni di anime belle. Quanto allJa « comunità crdstiana •, l'articolo di Burzio, quando precisa le -autentiche possibiUtà dell'Italia, deve riporle non già nell'ltaHa, ma nella Ohiésa, e non già, ancora una volta, nelll'Italia, ma nel partito ohe si chiama esplicitam<eo– te della Democrazia Cristiana. Con il che, come è evi,den~e, non è delineato veramente in qual modo lo Stato ita– liano debba contribuire a1-l:aformazio· ne dellla ·« comuni,tà oristiana •· Credia– mo che il 25 aprile Filippo Burzio si sentisse portato, per sincerità di com– .mozione, ad e'lucubrazioni mezzo appas– sionate -e mez.zo aipoca·littiche. Natural– mente, sul ter-reno de'lle buone inten– zioni, siamo (occorre clirlb ?) d'accordo con lui. u. •.

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