Lo Stato Moderno - anno III - n.9 - 5 maggio 1946

I I 216 -------- LOSTATO MODERNO fatta ,a Mosca alla delegazione. Un allo funzionario sovietico ha anche dichia– rato durante le trattative, che la Fin– landia è queUa che meglio si è condot– ta tra tutti i paesi coi quali la Russia .ha firmalo un armistizio. Il ministro .:.egli esteri Sventx, e quello del com– /lercio Takki sono rimasti a Mosca per completare le conversazioni. Perciò so– no da attendersi ulteriori notizie. LA CONFERENZA IMPERIALE Il 23 di aprile ha avuto inizio a Lon– dra la preannunziata conferenza dei primi ministri dei Dominions britanni– ci. L'ultima formale • Impeciai Confe– rence •• che normalmente dovrebbe riu– nlrsl ogni quattro o cinque anni, aveva avuto luogo nel 1937, l'anno della inco– rcnazione. La guen-a ne ha impedito da allora da riconvocazione, per quan– to 4 primi ministri dei Domini siano venuti ripetutamente a Londra singo– larmente, e l'anno scorso, 1Prima della Conferenza di S. Francisco furono pre– eentl tutti contemporaneamente. In ve– c!tà anche le conversazioni imperiali ora cominciate non possono più venire considerale Con.ferenze nella loro vec– chia accezione, chè si è rivelato impos– sibile di trattenere tutti quei « Pre– miers • a Londra per un periodo di tenwo di due o tre settimane. Ed in ef– fetti ad alcuni, come al « Times •, sem– bra oramai dubbio se si potrà mai tor– nare al slstema rtradizionale. La prati– ca dei contatti continui' tra gli Alti CommiS61ll'idei Domini si è dimostrata durante il corso della guerra come un sistema eU!ciente; ma tali relazioni, sia pure quotidil\lle, noo possono permet– ter certo la elaborazione di una linea di condotta politica comune. Se riunio– rti come quella che si è iniziata possa– no realmente s~lre al rafforzamento di <Una 'llllità imJ)EII'iale ed alla fissazio– ·ne di una 1pdlitica comune, e quanto ciò sia in iondo desiderabile è questio– ne sulla quale non tutti i partecipanti sono del medesimo avviso. Il suggeri– mento di costituire un organo consul– tivo permanente per il Commonwealth britannico, con un apposito .segretaria– to, è s\:alo più volte proposto, anche dagli inglesi stessi. Se si arriverà a ri– sultati positivi questa volta resta an– cora da vedere. Il ,:iesiderlo di un migliore coordina– mento delle misure difensive nella zo– na del Pacifico è stato chiaramente ma– ni!estato da11'Austra!ia e daUa Nuova Zelanda. Il « Premier • australiano Chifley ed il ministro degli esteri Evall non hanno •lasciato dubbi sul falio che proprio questo sia il problema che sta a loro 11>iù a cuore. Il successivo trion– !o sul Giappone non ha cancellato nel– la loro memoria it ricordo di quel tetro periodo del 1941 nel quale, caduta Sin– eapore senza quasi combattere nelle mani del nemico, i due Domini corsero un Immediato ed eguale pericolo. I Do– mini del Pacifico desiderano una più stretta coordinazione del dispositivo di difesa britannico, con una maggiore lo– ro partecipazione: d'altra parte si ren– dono bene conto della necessità che an– che l'America ne entri a far parte, se si V\lole arrivare ad un sistema difen– sivo regionale efficiente. Gli america– ni ,desiderano però valersi ancora di determinale basi militari sul territorio dei Domini; per cui rimane da studiare il problema dei'a isbl1>u:,,ionc di basi co– muni. I Domini atlantici, l!)er parte loro, si mantengono mollo più riservati. Il Ca– nadà si trova ora in Ùna situazione che gli impone di intratl'enere rapporti al– trettanto stretti cogli Stati Uniti che colla Madrepatria e il resto dell1mpe– ro. L'Unione Sudatricana, a sua volta, deve tenere conto delle · prevenzioni della propria popolazione di origine olandese verso una sua identificazione troppo spinta colla comunità impefliale. Non si può celare inoltTe che sussista– no alcuni contrasti ideologici e deUa tensione tra il Sud Africa ed i governi laburisti in Inghilterra, in Australia e nella Nuova Zelanda. La \POiitica discri– minalrice suda1ric~na verso la immi– grazione e la colonizzazione indiana - già una volta vi abbiamo accennato - è ormai una vecchia questione, nella quale le simpatie della Gran Bretagna vanno verso gli indiani, pur non sen– tendosi con questo Londra legittimata ad interessarsene apertamenl'e. Ciò che interessa il mares<"iallo Smuts nelle conversazioni lQndinesi sono, più che altro, le questioni che attengono al Me– diterraneo in relazione ai trattali di pa– ce specie il futuro delle nostre coI.,onie, sui destino delle quali vi è forte diver– genza di vedute tra Londra e Pretoria. IL Sud Africa considera la costa afri– cana del Med!l-erraneo quale sua fron– tiera strategica, e teme che il governo inglese laburista ·non si mostri abba~ stanza !orte nel resistere ad .eventua!t soluzioni di compromesso colle aspira– zioni di altre Potenze In quella zona. LORD KEYNES John Maynard, primo barone Keynes of Tilton, è morto improvvisamente nel giorno di Pasqua, o soli 61 anni. La nazione i.ng, lese ha perso in lui uno dei suoi figli maggiori, una delle sue guide e del suol consiglieri più e– minenti nel campo della politi.ca eco– nomica e finanziaria: la sua morte vie– ne in tutta la stampa britannica, senza eccezioni, considerata comé una per– dita grave, nell'llitbual'e ed incerta fase dello sviluppo economico dehla Gran Bretagna. Già • governatore della Banca d'In– ghilt'erra , Il governo di coall,ìzione si rivolse a Lui - che era stato sino al– lora il più acuto critico deUa politica finanziaria del ,governo, ed autore di volumi rivoluzionari sui problemi fon– damentali, sociali ed eoooomici, deUa nostra generazione - per otte_nerne consiglio ed assistenza; e da quel gior– no egli non ha abbandonato un solo momento la sua estenuante attività pubblica. Fu lui senza dubbio che di– resse, tra le quinte, la efficace politica finanz.iaria britannica durante la guer– ra, e fu pur<! lui ohe ispirò i piani del– l'economia nazionale ed internamonal~ del dopogue<ril'a, li elaborò e li portò ad >lfifermarsi, come nessun aa.°tTo. A Lord Keynes non doveva venk concesso di riportare nel campo intemazionaile la stessa indiscussa vittol'lia che riportò nel proprio paese, ove la sua infiluenza non era rimasta minimamente scossa con la vittoria del govex,rio laburista. L'opera di Bretton Wood porta, sotto molli riguardi, l'impronta del grande esperto britannico. Egli era ritornato oErò disill\lSO da quella conferenza, nel– la quale aveva dovuto~·n iottire qual– che pillola amara e _- ciare ad al– cuni punti essenziali dè proprio piano. A Washington, verso la fine de1lo scor– so anno, dovette condurre ancora una dura battagl,ia contro i pregiudizi della potenza f!nan:,,iaria amei,i.cana, a favo– re del credlt,o da concedersi ail.l.'Inghil– lerra. Anche la prima riunio11le dei • Fondo internazionale monetario, nel quale Keynes rappresentava 'la Gran Bretagna, costibul per lui una esperien– za deprimlente; e le decisioni che Je Grandi Potenze ha,nno preso circa le ri– parazioni tedesche in natura e la limi– tazione del suo potenziale industriale non devono certo avere molto incon– tralo il favore dell'dJ!uslre autore di «Le conseguenze economiche dei trattali di pace•· Come la partecipazione ed il co1·do– glio siano stati grandi anche in Ameri– ca è dimostrato anche• (iQ';j, lunghi arti– coli di fondo che \2,importanti gior– nali gli h:anno òed '. Questo si spie– ga coi notcV10lein!lusso che le sue teo– rie - anche se non sempre ciò è ;i.per– tamenle riconosciuto - hanno eserci– talo suJla poLitica di riforme del Netc Dea!, e poi nel ruolo tmpOrtante che Keynes ha avuto nel creane le basi del– l'organ!zzarione monetania ed econo– mica del dopoguerra. Il suo completo dominio della mate– ria ed il suo superiorè modo di esporla si era mostrato durante Le trattative per la concessione del prestito; e il mo– do brillante col quale egli seppe soste– nere l'idea della collaborazione econo– mi.ca tra l'Inghilterora e gli Stati Uniti impressionò anche gli aVV'el'Sari.Molti di quelli che oggi .si dioh!iarano favo– revoli alla concessione del prestito, ri– masero conV'inti dolila necessità di tale aiuto non ultimo grazie alla superiore capacità di argomenta2Jione di lui. · L. M. Rt>1ponsabile: GAETANO BALDACCI Stab!limento Tipografico: Via Senato, Il Aulorlu:azlone N. 25 - P.W,I,!,

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