Lo Stato Moderno - anno III - n.7 - 5 aprile 1946

LO STATO MODERNO 151 RAPPORTIECONOMICITALO-FRANCESI Con la Liberazione si sono diffuse 'dn Italia grandi i:lusioni ,n tutti i settori della vita nazionale: si è sperato particolar– mente in una rapida ripresa deg,i scambi e dei rapporti com– merciali con'l'estero; per una reazione ine'vitabile nelle meati dei ceti produttivi si è subito pensato a delle possibilità di espansioni extra-continentali dei nostni traffici in contrasto con la po:rnca commerciale fascista, che sia per i legami coll'Asse, sia perchè legata ai vari accordi di compensaziooe degli stati conliinanti, aveva - anche per ragioni di sicurezza d'approv– vigionamenti in caso di guerra - mirato a sW:uppare i rap– porti coi paesi ,de:l'Europa Continenta!e. Si pensava inoltre, per mancanza di informazioni precise, ad un gravissimo de– cadimento della potenzialità economica europea sia per lo tfacelo politico della Germania, sia per le distruzioni irrepara– brtd cagionate all'apparato produttivo dalla guerra. Sintomo di questa convinzione diffusa è la creazione in d,jversi centri della penisola da parte spesso di uomini d'affari, improvvi– sati, di Società d'importazione-esportazione d'oltre mare dai oomp!,jcati nomi anglosassoni. Nella pratica di questi ultimi mesi si è però dovuto con– statare che i tanto -attesi rifornimenti d'oltre-oceano sono giunti sl, ma in misura limitata e con notevoli ritardi, che le diffico'.tà valutarie e dei trasporti pongono dei limiti talora insormontabili alle più sane energie esportatrici. Ripetendo un vecchio errore mussoliniano si è anche pensato che il centro di gravità economico italiano potesse spo$tarsi verso l'estremo sud. « Perchè oiò fosse vero - è stato autorevolmenfè osservato - bisognerebbe che si veri– ficassero due altri grandi fenomeni storici: da una parte un rifornimento del baoino mediterraneo, dal!' altra la decadenza dell'Europa centro-occidentale». « Nulla fa credere che questi due fatti siano probabrlà e prossimi, mentre moltii indizi stanno a provare che l'unità europea sul terreno ecooomico e delle relazioni commerciali vada rapidamente ricostruendosi sulle grandi direttrici stori– che del passato •· Considerando il marasma in cui per il momento versano i mercati ,deU'Europa cenh"o-occidentale, l'unico .paese im– portante europeo - prescindendo dalla vicina Svizzera - con cui pare possibile un rifiorire dei nostri traffici è la Fran– cia. Il recente accordo commerciale stipulato dalla stessa ha, e giustamente, incontrato grandi aporovazioni: deve però es– sere considerato come un punto di partenza, non d'arrivo. E' chiaro che, per quanto concerne il nostro paese. il pas– sa)!itio da un rel!ime di commercio statale. o control!ato mi– nuziosamente dallo stato. all'auspi<:ata libertà deitli scambi diretti fra privati non può avvenire tutto di 111D colpo. La meta nostra deve essere il massimo potenziamento dei rapporti con la F,rancia: commerciali, d'emiirrazione· e tu– ristici. L'analisi della nostra storia economica dell'unificazione del Re)!no d'Italia, la situazione )!enerale europea l'!<l anche le condizioni politiche militano tutte a favore della nostra affermazione. Non si dimentichi come da alcuni mesi in circoli politici autorevoH si è addirittura prospettata l'motesi di una Unione doganale italo-francese, per quanto forse i tempi non sono ancora maturi ,per questa realizzazione. Ne$!:liormai !ontani tempi del liberismo reciprocp, fra il 1860 ed il 1880, Francia ed Italia formavano quasi un mer– cato solo: fenomeno che fu di ,grande vantaggio per Torino in quel periodo, sviluppatasi appunto in ~raz!a di nuesto fio– rire dei traffici nonostante l'avvenuto trasporto della capitale a Firenze prima, a Roma poi. La nota rottura doganale con ia Francia del 1887, rite– nuta però -nonostante le gravi conseguenze economiche oon- nesse, il punto di partenza del vero snuppo industriale del– l'Italia, ebbe conseguenze rovinose per l'attività commerciale di Torino. Col 1899 tornarono normali le re'.azioni con la Francia mediante il trattato di commercio del 12 febbraio di quell'anno, che riattivò fra le due nazioni gli scamm, seb– bene questi non abbiano più recuperato l'intensità del pas– sato. Nel 1887 gli scambi con la Fmncia erano di 684 mi– lioni di lire oro, dei quali 307,5 milioni per la so!a esporta– zione; nel 1897 invece non toccavano che 126,9 milioni di lire. La perdita per i due paesi venne calcolata dai più mo– derati competenti in tre miliardi di lire oro prebe'.liche: e naturalmente non si accenna che alle perdite dirette. Il com– mercio ita:o-francese precipitò, per non più riprendere che solo parzialmente se non dopo lunghi anni, così: Anno Esportazione francese Esportazione Italiana in Italia in Francia (milioni di fnanchi francesi) 1886 192,5 445,7 1887 191,1 405,7 1888 159,4 170,4 1894 98,1 143,6 1901 125,3 168,3 Ormai il commercio italiano aveva preso altr; direzione e ],aFrancia dal canto suo aveva trovato a-!tri clienti. Da quel– !' epoca i prodotti ita!iani hanno guadagnato terreno per ogni dove, non so!o nei principali Stati Europei, ma anche nei mi– nori, ed oltre l'Oceano. Gli scambi fra Italia e Francia furono singo!arrnente in– fervorati dalla prima guer.ra mondia!e. Ma successivamente ogni stato europeo tendette a clriudersi più o meno rigida– mente entro forti barriere doganali per diminuire, se possi– bile, in alcuni generi almeno, il costo eccessivo de:Ja vita, per ridare irnptLso a>'.le industrie e tra queste, purtroppo, anche a quel:e parassitarie, con scarso vantaggio, anzi a danno dei consumatori. Anche l'Ita.Jia, pur rinnovando oon la Francia I trattati di commercio, con decreto catenaccio del 9 giugno 1921 inaspriva il suo già notevo!e protezionismo, stretta dai bisogni impellenti dell'erario. In sintesi, ed in percento de!l'intercambio totale, ecco i dati per alcuni periodi caratteristici delle importazioni ed esportazioni verso la Francia: Periodo Importazione 1909-1913 1919-1921 1922-1924 % totale 9,5 6,2 7,5 Esporta:dcne % totale 8,7 15,6 18,8 Nei •rapporti fra Italia e Francia, il regime fascista .instaurò una tensione politica ricorrente nei rapporti fra i due stati: venne poi l'autarchia con tutte le sue conseguenze. L'inari– dimento dei rapporti di scambio è sintetizzato da queste po– che cifre: INTERCAMBIO ITALO-FRANCESE Anno Importazione Esportazione milioni di % totale miHoni di % totale lire lire • 1932 481,9 5,8 517,2 7,6 1933 413,4 5,6 458,7 7,7 1934 436,6 5,7 352,2 6,7 1935 470,8 6,0 305,0 5,8 1936 127,5 2,1 190,0 8 1 4 1937 490,5 3,5 442,0 4,2 1938 254,2 2,3 827,6 3,1 1939 153,6 · 1,5 242,6 2,2

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