Lo Stato Moderno - anno III - n.7 - 5 aprile 1946

L' U.N.O. e le potenze Il senso di nervosismo suscitato nel mondo Internazionale dal recenti dissi~ di che hanno caratterdz:zato le sedute del Consiglio di sicurezza, trovano una eco nello Spectator del 15 febbraio. Il fatto è che: • Nè Il problema persiano, nè quell-0 greco, nè quell-0 indonesiano sono la cau– sa di tyll antag0111isml:essi S-Ono puramen– te dei sin tomi e si può c0111 ragione te– mere che nelle .sue l'ecent.! discussioni il Oonsigld-0 cli sicurezza abbia soltanto ina_ spnto ed irritato le piaghe del mondo senza In ogni cas-0 alleV'iame o almeno ten11are una diagnosi della malattia da cui esse hanno origine •· Non -si può attendere certo che la U.N.O. abbia una vita faciJe e tranquil– la, se Incombe sulle sue spalle li peso della fame, delle malattie, delle deva– stazioni e delie dlstruzloru, conseguen– za di tutte le passioni che hanno dUa– nlato Il mondo in questi cinque sangui– nosi anni. Ma proprio la miseria del mondo richiede insistentemente che tutte le nazioni amanti della pace si unl-scano per affrontarla. « Le dispute del Consiglio di sicurezza appaiiono In– significanti se paT,agonate con la cata– strofe l,ncombente su un mondo affran– to dalla ~me e dalla miseria •· Nella situazione presente bisogna spe– ral'e che in seno aill'Organizzazione del– le Nazioni Unite ottengano la preva– lenza le altre istituzioni, che, o già nel– la defunta Società delle Nazioni ebbero vita ~ttlva, o nella nuava U.N.O. si sorio ia~ati a risultati più ,positivi del Consiglio di sicurezza. Tali sono il Con– siglio economico e sociale, la Corte in– ternazionale dd giustizia, e lo stesso Se– gretariato. . La palese differenza dell'atteggia– mento assunto da'll'Unione Sovietica e dalle altre .grandi potenze ha spinto molti osservatori a riguardare la Rus– sia come · un ostacolo sulla via della· com,pNnSlone internazionale; l'atteggia– mento enel'gico assunto da Bevin ha ot– tenuto il sostegno dei suol concittadini e di milioni di altri uomini I quali te– mono che la tattica spiegata dall'Unio– ne Sovietica possa ,portare alla rovina dell'U.N.O. o di un oualsiasl ·attro ten– tativo dd cooperazione Internazionale. « Sarebbe tuttavlia un profondo errore credere che quest-0 ooste~-0 s,i estende– rebbe !!no ad una politka che c0111s!de– rasse l'Unione Sovletk:11 comè un nemico e non un aindco ed un a1'1eato. Sarebbe Inoltre opportun-0 ricordare al governc di ood U signor Bev-!n è membro che ess-0 vdnse La lotta elettora1e C0ll1 un program-. ma di pdl,1-t.lca estera Ll cui elanento ca– ratte1'1&tlicoera la oònserviaz!one àl stretti ed amkheV'Oll legam:1· con l'Unione So– weUca e che liino.ra tale Intento non è stato .raggi.unto•· E' Interesse tanto della Gran Breta– gna come dell'Unione Sovietica dissi– pare il mallnte-so sorto nella prima ses– Bione deil'U.N.O.; ed è anche Interesse comune delle Nazioni Unite. LO STATO MODERNO E' risultato chiaramente da questa 1rlma sessione che senza unità fra le tre grandi potenze non è possibile rea– lizzare alcunchè di fattivo in seno alla organizzazione. A d:spetto delle appa– renze rimane il fatto ohe la chiave del– l'unità delle tre grandi potenze sta nel– la cooperazione anglo-russa. « La presente posizione nella quale cl troviamo, di antagonismo ~!llo-ruSS-O, con 01·1 Start.I Uniti investiti di una funzione mediatrice e moderatrice, è flalsa e ir– reale e non corrisponde in alcun modo alle nostre responsabild.tà ed alle nostre risorse. In ultima anali5'! essa ci offre l'alt.ernat!va fra una assoluta dipendenza degli Stati Uniti e fra una intesa russo– americana nella quale i nostri interessi verrebbero considerati come terzi. Al di .6uot11 di quesU cailcoM di interesse per– sonale, Jl perdurare dell'esistente antago– nismo an!§!.o-soviietico non può avere al– t.ro e!'fetto che la continuata impotenza de1J.1'U.N.O., oaÌ successo della quale noi dobbiamo invece guardare come all'og– getto fondamentale della nostra politica estera•. Dopo di oiò, esiste una base sulla quale Ja Gran Breta~na possa Ticostrul– re la sua amicizia con l'Unione Sovie– tica? Spesso si è definito ogni tentativo di risolvere le divergenze anglo-russe come un « aµpeasament • e si è ricor– dato che la stessa definizione valeva per I tentativi di migliorare i rapporti con la Germania'nazional-socia-llsta. Ma bisogna tenere presente la differenza fra una nazione: « Che non considera la guerra come uno ~rumento di po1'!tica e di sottornis&ione e una ruaz!one per la qua3e la guerra stessa era il fine supremo e non soltanto uno strumento di politica •. Rimangono tuttavia le difficoltà ap– parentemente Insuperabili derivanti daihle opposte ideologie dell'Unione So– vietica e dell'Impero britannico e del contrasto di interessi in vasti territori del mondo: nell'Europa centrale, nel Mediterraneo, nel vicino Oriente, in Indonesia. Non è t4ttavia piccolo argomento il ruevare che trent'anni fa questo stesso ~'O?lflitto di interessi non impedl aUa Gran Bretagna e a•l,la Riussia zarista di inrendersi. Anche allora, inoltre, esisteva una insanabile divergenza di ideologie fra la democrazfa britann!,ca " l'assolutismo zarista, che non impedl la convenzione angl~ussa del 1907, va– lido fattore della politica internaziona– le fino -a1 1917. I pericoli che allora si affacciavano sul campo internazionale, non possono -:ssere considerati maggiori di quelli attuali: nelle odierne condizioni d1 fat– to un prolungato dissidio, anche se non il al'rivasse ad un confiltto armaito, a– vrebbe conseguenze incal!.colabòli per milioni e milioni di uomini. De Gaulle e Gouin La tradizionale sottigliezza e scrupo– losità di glustzla della rivista londi41ese trova riscontro anche In un para-Uelo fra le due figure poste a capo del Go– verno francese in questi ultimi me-si: Il generale De GauiJle e Felix Gouin. Que– sti due uomini che d1 fronte al crollo della Francia nel 1940 ebbero la stessa reazione e mostrarono entrambi corag– gio morale ed Indipendenza di giudizio nonchè rispetto per il diritto e per la procedura costituzionale, differiscono tuttavia l'uno dali'aJ.tro per elementi ti– pici. • O g,enerale De Gaulle è un settentrfo_ naJe alto, ti! §l.io di uno studiOS-O,soldato di m-estiere, un uomo di stile personale assai notevole. Se si è mostrato buon re– pubbldcano ciò è per un cosciente rispet: to dei dirli.ti dei suoi concliitadini, piut– tosto che per entusiasmo per una f-0rma di governo che n0111c0111dUS6e alla Ube– raZ!iane del suoi antenaU ma piuttosto alla loro decadenza soc!:ale. Felix Gouin è un piccolo v,iv,ace meridionale, ti!llfo di un dnsegn,ante, e nell'esercit-0 non oltre– passò m:ad fil gi,ado di solda1>osemplice. Eg).i direbbe certamente che tanto lu,i quanto suo padre debbono ogni cosa aJlla repubblrlca. La differen:oa fra i due è pure ev-idente nella .Assemb1ea. M generale De Gaulle fu all'Assemblea solo pe.r il ITllinimoconcessog)d dalla sua coscienm e mostrava chiaramente di n0111 partecipare alla vdta parrlamentare intorno a hri. Dal– l'a)Jtra parte ben diffel'en,te è l'atteggia_ men1o di Gown, che ài S-Olit-0 si rivolge ad deputati con un sorridente • miei cari colleghi• e si affretta a dichiarare dopo la fonnulal'i!one deRa sua politica di es– sere a disposizione dell'Assemblea per k1 discussione di essa •· Abbiamo voluto trarre questo suc– cln to ritratto dei !due uomini di stato perchè esso, pur basandosi su elementi psicologici personali, getta un po' di lu– ce su quella situazione parlamentare e, più ,generalmente, interna della Fran– cia che non manca di preoccupare quan– ti rilevano il paràl,lellsmo stprico ed at– tuale fra la vicina Repubblica e l'Italia. Leggete, diffondete O. B. LO STATO M DE È il periodico· che vi terrà sempre al corrente dei più im– portanti problemi politici del giorno

RkJQdWJsaXNoZXIy