Lo Stato Moderno - anno III - n.7 - 5 aprile 1946

LO STATO MODERNO 183 RASSEGNA DELLA STAMPA ESTERA Politica vaticana • The Wor!d Today », prendendo Je mosse dalla recente nomina di 32 car– dinali, delinea l'importanza politica della nomina stessa, avvenuta con cri– teri ed intenti che, rispetto alla tradi– zione della Chiesa cattolica, l'articoli– sta non esita a definire • rivoluzio– nari•· Psrimo punto notevole, cui del resto la stampa politica diede il rilievo do– vuto, è il fatto che tra i nuovi cardi– nali soltanto 4 sono italiani, ciò che permette ai cardinali stranieri di su– pera.re numeriC3(Jlen te gli Italiani e pone esplicitamente la possibilità della futura nomina di un Pontefice non italiano, fatto non più verificatosi dal 1522. La conseguenza più rilevante non appare tuttavia questa. Come radio– trasmetteva Il commentatore vaticano il 12 gennaio, « la nomina dei nuovi cardinali, quantunque non rappre§en– ti una svolta nella storia della Chie– sa, segna il portentoso Inizio di un nuo– vo capitolo ... Ciò che è rivoluzionario, comunque, è il fatto che ci si può a– spettare che la Cor,te papale diventi sempre più sqpranazionale, e che i membri della Congregazione romana non possono più contare su una loro consuetudinaria elevazione al cardina– lato». E' questa l'interpretazione delle parole dello stesso Pontefice nella sua allocuzione: • La Chiesa deve essere sempre più sopranazionale. Questo spirito deve oc– cupare ed Ispirare il suo Capo vi&ibile, il Sacro Collegio, e tutte le •attività del– la Santa Sede •. Senza dubbio la proclamazione di questo principio espone il Vaticano al– l'accusa di opportunismo. Seguendo tale pùnto di vista, l'Italia non può più garantire alla Chiesa la pfotezione d'un tempq, e cosi il Vaticano vuole •de-Italianizzarsi•· Segue un esame delle posizioni del vari prelati recente– mente elevati alla porpora cardinali– zia, con riferimento diretto alJa posi– zione internazionale del paesi cui ap– partengono. Naturale è il numero elevato dei nuovi cardinali statunitensi, sia per considerazioni politiche, cioè in omag– gio allo spostamento del centro di gra– vità della politica internazionale, sia per l'importante contributo offerto dal cattolici amerLca.ni alla Santa Sede, sia infine per l'identità di principi, sin– tetizzati dalla dottrina del diritti del– l'uomo, affermata tanto dal Pontefici' come dagli anglosassoni. Lnteressante è la nomina dei tre nuovi cardinali tedeschi: la Chiesa è stata assai discussa nei suol rapporti recenti con la Germania. Per compren- dere tuttavia il suo atteggiamento bi– sogna dar rilievo ad un fatto: il Vati– cano è il centro di una istituzione e le istituzioni non si esprimono con la Immediatezza degli individui. Tale isti– tuzione è mol\diale e questo suo carat– tesre esige che esso rimanga « al di sopra ed a-1 di fuori dei conflitti nazionali•· La Chiesa osservò cosi nella sua poli– tica tedesca tre principi fondamentali: essere il rifugio ed il sostegno dei ca t– tolici in ogni paese, evitare ogni azio– ne che possa render più difficile la po– sizione dei cattolici in ogni paese, e ,non porre mai i tedeschi di fronte ad ooa scelta fra religione e patriottismo, dato che il patriottismo è considerato un dovere. Una politica basata su siffatti argo– menti non poteva evidentemente por– tare ad un linguaggio esplicito, ed in– vero le allocuzioni papali durante Il confilitto ebbero · tono ,genera.le e si prestarono ad Interpretazioni differenti dalle opposte parti. li concordato fra la Santa Sede e la Germania nazista del 1933 venqe spie– gato Il 2 giugno 1945 dall'attuale Pon– tefice, allora segretario di stato di Pio XI. Tale concordato fu firrna,to per proposta del governo nazista e per de– siderio de1la grande maggioranza dei vescovi e dei fedeli tedeschi e perehè un rifiuto avJ"ebbe pregiudicato la po– sizione dei cattolici tedeschi. Inoltre • il concordato dava al cattolici tede– schi una base giuridica per la loro di– fesa e per l'opposizione •· Di fronte al– le violazioni del concordato da parte del governo tedesco, Pio XI non esitò ad emanare la famosa enciclica: • Mit brennender Sorge • che condannava apertamente il nazismo. L'esame dell'atteggiamento del Vati– cano di fronte alla gueITa comporta la chiarificazione delle sue vedute sulla Russia.· I ' « Per anni O.a Santa Sede) conside– rò liJ comunlfsmo ateo come. H suo più lmpi,acab!:le nemico. Le parole dd Pilo XI nell'-eneiclica del 19 mano 1937 riassu– mono Ila sl,tuaz!one: • Tutto questo immi– nente pericolo è il comunismo bolscevico o ateo, che aspil'a a sconvolgere l'ordine soc1ail.e ed a mtnare le fondamenta della clvùltà cristiana. Quantunque il Vatica– no sapesse che Na:olsmo e Chiesa catto– lica erano termini incompatibili, nella ipotetica circostanza di un duello tra na– tisti e comunisti, il Vatdoano avrebbe po– tuto considerare una vittoria nazista i-1 malie minore, nel senso che, quantunque d!Jfif'!cilee tenue, un'intesa per l'eserci- 7liodeUe tunzioni della CJhilesaera in Ger– rnan-!a possibile, mentre, anche dopo il mutamento di indirizzo della paMtica re– !Jlglosa russa 'avvenurto durante la guerra, U Vaticano rimase scettdco sulle poss,!b.1- Lltà di sV'liuppo cristiano-religioso In. Rus– sia. Si deve ricordare che Il concordato àel 1929 con l'Ita.ila fasctsta non è stato sen7J8 successo dal punto di vdsta della Ohles,a. Negli ambienti vatioani si a~ve la speranza che il nazismo &! evolveue ln un modo più tollerabile per I crl&tia– ni, dato che le sue dot!.rlne apparivano più nebulose ed indefflnite. DI contro di re– g:me I"US60 con la ~ase di Lenin: « La religione è l'oppio del popolo • sembrava aver adottato una llnea più decisamente in opposdz!one alla Chiesa e, con Il suo comunoismo marxista chiaramente defini– to, si basa= su proposl>Jionl preci.se fa– cllmen te condannabild •· ,11 Vaticano non aveva poi lo stesso problema di plasmare la pubblica opi– nione alle alleanze del tempo di guer– r~ che i paesi belligeranti dovettero .af– frontare. Quando Hibler spinse Ja Rus– sia nella coaJizlone antltedesca, costrin– gendo gli Alleati ad una opportuna pre– parazione dell'opinione pubblica: « Il Vaticano non aveva a'lcuna rag1one vitale per dim·enticare la parte '8'Vlllta da1- la Russia in Pdlonla, le deportazioni e le esecu'Zionl. 11 suo atteggiamento rimase obbiettivo, secondo i!! punto d,i vista per cuJ condannare 1-ea-trocl1à tedesche Sffl- 7J8condannare quelle russe ,sa,rebbe stata un-a prova di paT7lialltà. Quindi esso con– dannò le at.rocltà In 11enerale e non fece i nomi del l'e"PO?lsablli. Al suoi occhi na– zisU e comundsti erano egualmiente gli esponenti di dottrine che nel!3v-ano I dl– r-lttl fondamen-taU:Idell'uomo. N011 la me– ravill'!,ia che i russi con le loro doti dram– mati-che raffiiiurnno li Papa come • un misterioso pastore che protegge I lupi dal– la pecora • e la sua ricerca delaa carità come « la traccia della jena •. 1il a-eglrne democratico ldella nuova Italia ha dato luogo ad una attiw. politi– ca da parte della Chiesa cattolica, vol– ta soprattutto ad una valutazione di q:uei partiti che • Intendono rispettare la legge di Dio e la sua Chiesa tanto nella vita pubblica come nella privata. Dalla politica italiana la Santa Sedé, in grazia di quel principi sopranazionali chiaramente affermati nelle ultime ma– nifestazioni polltic~eliglose vaticane, si volge ad un campo più vasto. Il mes– saggio di Nataile dJ Pio XII, ma spe– cialmente la lettera papale In occasio– ne del quarto centenario del· Concilio di Trento, •lasciano prevedere una ten– denza .nuova, che Il cattolicesimo am– mette solo ora: quella ad una unione di tutte le forze cristiane incluse tutte quelle che risiedono al di fuori della Chiesa cattolica. Prevale quin.di in questa tendenza li principio del valarJ complessivi di tutta la civiltà occldentale, -considerata In ordì-ne a quella f(YM1l(J, menti, che si ritrova in tutte le naz.loni che, malgra– do le susseguenti scissioni, hanno tut– tavia ricevuto almeno la prima unpron– ta della latinità e del cristianesimo.

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