Lo Stato Moderno - anno III - n.7 - 5 aprile 1946

LO STA~O .MOùERNO i RASSEGNA DELLA STAMPA_,JTALJANA Due fronti, e un terzo Piaccia o non piaccia, la stampa, cioè Infine in buona misura J'opinione degli i tali ani, non può sobtral'Si alla considerazione del valore politico delle elezioni amministrative in corso. De– plorano alcuni che il criterio e l'animo politico prevalgano in esse su quello tecnico--amministrativ.o, e di questo richiamano con ragione il più circo– scritto, scabro, ma costruttivo impe– gno - con piena ra'.gione, diremmo, se non sentissimo, in loro (si legga ad es. li pur assennato articolo di P. Serini, • R,costruzione comun,ale •, nell' Opi– nione del 23 marzo) un acido spregio del risveglio politico popolare, che -non è fatto semplicemente di paesani abi– ti da festa (come se anche questo par– ticolare non avesse J'irr\por1anza · di uno di quegli elementi di fantasia e di costume che sono d\t tant~ peso nello stabilirsi delle tradizioni) e di • rutHanti razzi propagandistici •· Es– so è nutrito anche di un interesse non inconsapevole e ardimentoso, che si manifesta nell'imponente atnuenza de– ~li elettori, e dimostra varie cose, e– ,:ualmente rilevate da altre vOCi della stampa: che nel popolo italiano è tut– t'altro che spenta l'esigenza politica dell'autogoverno; che la vera iniziati- · va politica permane nei pa11titi del c. L. N. (• dove sono le favoleggiate mas– se di coloro che stavano .liuori dei par– titi de!! C.L.N.? Dove sono le masse degli uomini qualunque che per mi– racolo non si sono trasfo11mati in mas– se di elettori qualunque? •· Aldo Ga– rosci, « Ripresa politica •• nell'Italia Li– bero. del 22 marzo): e questo non già perché l'unità di C.L.N. possa costl– tui11C tuttora, come desidererebbe To– g!latti, una sintetica forza elettoril,le, ma perché l'antilascismo é l'unica ef– fettiva !orza politica italiana (una con– ferma confortante si avverte nel di– sprezzo dichiaratamente « antifascista » di Brosio nei riguardi del qualunqui– smo: v. « 1'! qualunquismo nel pensie– ro di Brosio •, nell,'Opinione del 17 marzo); che gli elettori Italiani sanno dirigersi con leale tolleranza di avver– san nel gioco democratico, H quale, dopo tanti anni di dissuetudine, poteva otfrire guelle incognite di incompo– stezza che il Presidente del Consiglio ~enomina «balcaniche•· Di più, é da ~er presente che alle elezioni ammi– nistratLve si mescola la campagna elet– !0raJe ,per le politiche: il che rende lll!M.tabi!e il tono politico che le pri– me hanno assunto, e che verranno certo riducendo, ma mai sppprimendo, nella prassi dell'ammlnisfrazione. Il Quadro dei risultati dà a tutt'oggi una Prevalenza non assolutamente decisi– va delle si~istre, dli fronte alla so- litudine imponente della Democrazia Cristiana; un fran turnarsi di forze de– mocratiche di vario accento; un risul– tato modesto delle destre e un mise– rabile resto di fprze antidemocratiche (U._ Q., Dem. Ital.): segno che. queste u.J,time, che si vantavano numerica– mente grandiose, quando si è trattato di problemi amministrativi cioè eeo– nomici per eccellenza, hann~ abbando– nato la i:enericità del loro agnostici- - smo, per orienta11Si concretamente fra le tendenze che vogliono politicamente qualche cosa. Non sappiamo se non po– lemicamente sforzata l'opinione di Ma– rio Montagnana (• La cortina di fu– mo•, nell'Unitd del 27 marzo) che at– tribuisce alla Democrazia Cristiana la prerogativa di saper attirare a sè i voti delle destre reazionarie: senza voler passare per ingenuamente otti– misti insinuiamo, di questa volatiliz– zazione delle forze para.fasciste, un'in– terpretazione positiva: . che esse, cioè, non hanno nessun peso decisivo, non solo, ma che· sono educabili solamente dalle esperienze politiche di decentra– mento, com'è per eccellenza quella che si realizza nella concreta responsabili– tà delle elezioni amministrative. La conclusione politi<:a più importante di ~uesto primo periodo elettorale é però li rinsaldarsi, nel fervore deLla lotta ?el due .f.ronti, di sinistra e di centro: il socialcomunista e il democristlano. Due fronti dei quali conviene tener ben presenti gli elementi di inconcilia– bilità, ma anche i tentativi tattici e le esigenze sincere di coovergenza quali sono, ad es., da parte della Democra– zia Cristiana, la_ ferma volontà, or ora ener,gicamente riaffermata da De Ga– speri, di ridurre le forme monopolisti– che e la4ifondistiche della proprietà e di allargare in un senso vastamente democratico il liberalismo moderno· da parte degli awersari, 1a cura di serbare programmaticamente la fun– zione della picco;a e media proprietà, e quella di medicare ~ontamente le le– sioni an-ecate, nell'ardore del dibatti– ti, a~lo spirito cattolico (Qiscorso To– gliatti a'Como, dopo le polemiche su– s~tate dal discorso di Terni), o addi– rittura di accaparrare a proti tto di una abile propaganda elettorale il sociali– smo ·evangelico, sia pure nei termini di una facile e grossa oratoria che si rilev11 ad es. nella prosa sempre chia– ra ed esplicita del Calosso: • La grande vlittoria elettore.le della .si– nl$tra è tanto più Importante In quanto essa è stata ottenuta Ìnalgrado il tatto che (, pulpiti e d confessionali, che noo osiamo chiamare cristi.ani, benchè la loro fede In Allah, In• Dio, Sita Indubitabile abbiamo parteggiato per un - pa,rt!to po~ 111Lco, cont"8vvenendo noo •solo ad una lezze SCJ'!ltta, ma anooe a quella che per i cristiani, positivi o no, non 'è un• legge, ma QUalche cosa di più, la parola di un Falegname eoclali&ta che la slnl– str-a onor.a tra• i suol maest.rl •· (« Vittoria de11' uomo comune» . nel Sempre avanti/ di Torino, 19 marzo). I termini del distacco appaiono non . meno chiaxi nell'.imbito dellà lotta I>O– litica che in quello della cultura po– litica. Nel primo si palesa in uno scam– bio di aspri rilievi critici: la Democra– zia cristiana taccia Il blocco avversa– rio di non voler preclsa11e un program– ma di vita statale e costituzionale; I socia1comunisti a loro volta ribadiscono non senza buoni motivi li rimprovero di agnosticismo istituzionale a!Ja Demo– crazia cristiana, e giungono d'altra pa-r– te ad accusar questa di aprire, per in– sensibilità politico-religiosa, una ferita nella coscienza religiosa de&li italiani: d'onde .il ritorno ai termini brutali del– la polemica alericalismo-anticlericaa.I– smo. Del primo atteggiamento, Ll testo Più probativo é li discorso di De Ga– speri a Torino: • E' possibile che non abbiamo una te– si, e che ogni partito non abbia una tesi propria circa la libertà politica, ci.-ca I r.apporU t.r.a Stato e Ohlesa, ola-e-a la scuo– la e l'insegnamento, circa il diiritto ta– mlglda,re e m:aitrùmoniale, che non abbia• un concetto proprio della propnietà? E' l>OSSibile ohe i pa.rtiiti non abbiano q,nest! COIM:ettl non salo derivali da elementi e– sperimentali, ma derivati anche dalle loro Ideologie, cioè dalle loro dottrine cui &i lspi.rano7 E' possib'.lle ])EtlS&re clic un paaitito p()S6a astenersi da tutto ciò, · u– mJtarsi a un prog,,arnma minimo, .parla– re solo di « democrazia prog;ressiv,a •, Ja– sclando ritenere e interpretaxe a ciascu– no che cosa in quell'aege,ttivo di. • pro– g,ressivo• sia cOllltenuto?•· ·tv. Popolo del 21 marzo). Questa é indubbiamente una energi– ca rivendicazione della funzione peren– toriamen t,e orientative dei par.tlti: dif– ficile tuttavia da accoroare con l'inter– pretazione che l'oretÒre dà della situa– zione dell'elettore nel referendum, chia– mato a dare un'opinione sua, « i-ndipen– ·dentemente dai partiti, indipendente– mente dalle liste èlettorali •· E' vero che qui De Gasper.i parla appunto in sede di problema istltuzion le, ove il suo discorso é, come s~, reticen– te: ma ciò che distingue ora ti suo a– gnosticismo é un diritto tutto personale che egli vi si é acquisito col ~opugna– re la tesi, che non é stata accéttata, del referendum: a metà della Costit,uent.e, che avrebbe permesso di pronunziarsi per una determinata e jià foodata pro– posta di monarchia. o di repubblica. Da parte socialista é curi068 e- qua9i. paradossale l'accusa di un lnconsa»e– voilè ateismo della Democrazia cristia– na; citiamo ancora il ca:!osso (« Atei-

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