Lo Stato Moderno - anno III - n.7 - 5 aprile 1946

158 Inglese e trancese, mostrandosi per la prima volta tanto impudente da rite– nersi autorizzato a intromettersi nella politica lntema delle grandi democra– zie. Il suo argomento era che gli at– tacchi del giornalisti stranieri costi– tuivano una delle ragioni del rapido riarmo della G{!rmania. Egli chiedeva quindi che l'Inghllterra ~ungesse ad un accordo con la stampa prima di i– niz.iare le conversazioni. GoerJng a sua volta minacciò rap– l)l'esaglie aeree ai paesi che non a– vrebbero garantito alle minoranze te– desche i diritti che queste minoranze a mailapena richiedono di loro spon– tanea volontà, ma che il FUhrer con– sidera essenz.iali alla sua dignità ed anche al suoi programmi. Pochi giorni dopo il FUhrer ricordò all'ambasciatore Inglese a Berlino, sir Neville Henderson, che non avrebbe tollerato alcuna Intromissione da parte dell'Inghilterra e della F1rancia in que– stioni « che riguardano solo la Ger– mania •• benchè le questioni in merito comprendessero la annessione dell'Au– stria, dellla Cecoslovacchia, Danzica, Moeniel, ~- Anche in Spagna eg.ti ioolste sulla libertà d'az.ione, perohè vi si tl'3tta della difesa della dottrina del terzo Relch nella sua lotta contro il comu– nismo. Nè si può dire che Roma sia rimasta Indietro In questo. li Duce non tardò a mostrarsi degno del suo rivale e sta rapidamente dando li tocco finale al concentramento delle truppe in Libia. EclI non fa Inoltre mistero delle sue Intenzioni di mantenere nel Mediter– raneo le posl7lionl che occupa oggi. In queste circostanze è difficile ve– dere come Chamber,laln potrà aver suc– cesso nelle trattatlvie dalle quali Mus– sollni si aspetta di ottenere un prestito ragguardevole per i:,insanguare le sue deboli tlnanze, come pure Il ricono– scimento della s\lill conquista dell'E– tiopia. Oggi si comincia a rendersi conto di . quale disastro sia stato provocato nel– l'Europa centrale dalla politica del ri– catto basato su Ue minaccia di una guerra generale. Come osservava Il Manchester Guar– diao del fl2 marzo 1938, Il Reich mi– se di tron.te alla scelta fra la pace e la guerra non soltanto l'Austria, ma an– che le potenze occldentald. Ancora una V'Ol.tala Germania si è servita della vecchia tattica, ma speriamo ohe sia l'wtlma. Chamberlain · proc.J,amò che l'Inghil– terra si sarebbe risentita di tale azio– ne da parte deLJa Germania, ma taae avvertimento, come quelilo di sir Ed– ward Gray nel 1914, giunse un giorno troppo tardi, e Vienna diede origine alla « pJù grande G«lpanla •· Mentre Il ministero tllo-.nazlsta di Goga In Romania non fu che un fuoco di paglia, grazie alle energiche prote– ne della Francia e dell'Ingbmerra, gli LO ST~TO MODERNO ulterloni sviluppi delila politica estera polacca, rumena, bulgara, jugoslava, greca ed anche ungherese, dipendono interamente dal grado in cui le gran– di clmlocrazle sono preparate ad op– porsi agli scandalosi sistemi rùcatta– tori di Roma e di Berlino. A questo riguardo il rinnovo del trattato mili– tare rumeno-polacco, cui già abbiamo accennato, assume un significato che è fonte di giustificate preoccupaz:ioni per le grandi cancellerie. Esso è diretto contro la politica sovietica, ed è consi– derato dal cruonnello Beck in grado di dare tonna tangibile al progetto da lui considerato sino dalla morte di Pil– sudskl e che comprende l'istituzione nell'Europa orienta,le di un sistema po– litico che sotto gli auspici di Roma e di Berlino, riunisca tutti i paesi del– l'Europa centrale e dei Balcani intorno alla Polonia In modo da assicurarle il predo!runlo e che rlstabi-lisca, sotto la egida polacca, il « Cordon Sanlt:ùre •, originariamente progettato da M. Mil– lerand. Se nnghilte11ra avesse continuat-0 a seguire la politica estera di Eden, la protesta franco-inglese, il cui testo era già stato suggerito dalla Francia come protesta ali' lnilliatlva de1 Fti.hlrer a Vienna, sarebbe già arrivata a Berlino. 11 governo sarebbe stato necessari>a– mente oolpito da!L'es,p:'icita dichiaTB– zione che Fl'3ncia e Inghilterra erano decise d'ora in poi a non tollerare ul– teriori! arbitr.n nell'Europa centrale. La nazionalsocializzazione dell'A'I.IStria, con tutti I pericoli che essa comporta– va, sarebbe stata cosi ritardata. Ora l'Europa ha dovut-0 fare buon viso al– i' ultimatum del FUhrer. Il cancelliere Schuschnigg non si è arreso alla for– za, ma alla minaccia della forza, ciò che accresce la ,gravità ~Ila sLtuazione risultata da!l'J.nschluss. Questo è di oulmloo della ;politica di ricatto basato sulle m'l-nacce di guena, che •la Germania ha seguito sin dalla firma del trattato di pace d1 Versai!Jes. Non si possono prevedere ~i effetti e– stremi dell'Arnschluss. In ogni caso esso ecciterà la kenesia pa trlottica tedesca. AUa riunione del Gran Consiglio del fascismo del l0marxo 1938 MussoUni fe– ce chiaramente capiire che l'Italia aveva acconsentito alla presenza della Ger– manta sul Brennero in cambio dell'ap– poggio tedesco all'azione militare ita– liana In Spagna, nel Mediterraneo ed In Akka. L'asse Roma-Berlino eserci– terà cosi un sempre maggior poteTe di attrazione sulle nazioni minori ed an– che sulla Polonia, mentre la Ceooslo– vacchda I! irrlmedlabi,Jmente accer- chiata. ' Le macchinazioni g,iapponesl contro gli Interessi britannici nel.l'estremo O– riente sono parallele e sincronizzate a quelile dell'Italia nel Mediterraneo e della Ge-rmania nell'Europa centrale Esse si propongono tutte- io stesso sco– po, e cioè di aggirare e di (["OVesclare la potenza democratica dell'.lalghllter– ra e della Francia. Disordini interni abilmente masche– rati e praticati sistematicamente dalle dittature, integrati da attività nascoste ma energiche, intendono m:nare fin– tluenza inglese e francese nell'Africa settentrionale e nel vicino Oriente. La ,propaganda 'tedesca ed italiana ahlarga ;instancabilmente iJ proprio campo di operazioni nell'Africa setten– triona,Je e nel vicino Oriente. Assai spesso d suoi fini sono serviti da colo– ro che sarebbero i primi a divenir pre– da del dittatori, e che non sembrano accorgersi del rpericolo dei movimenti nazionalist.i indigeni con tendenze e piani d'az.ione d'origine italiana e te– desca. All'inizio delia guerra d.n Spagna '\lil gran numero di Ingegneri e di esperti tecnici tedeschi fu mandato nel Maroc– co spagnolo, a Uni, a Rio de Oro e ti- • nanche al golfo di Guinea. Costoro Lurono destin1 ti da principio soltanto a compiti 11111illtarl, e trasfor– marono li Marocco spagnolo in un cen– tro per la loro espansione. Organizza– rono basi per idroplani, rper aerei, per sottomarini: ,prepararono Je piazzuole per le artiglierie e 4inee di difesa for– tifica te. Questa penetrazione tedesca assunse allora la forma di un potente mezzo di propaganda, che nel Marocco francese mira a distruggere l'influenza delle autorità militari francesi sulle tribù e sulle truppe indigene. Questa propaganda ha ora maggiore suc– cesso che non gli sforzi all'epoca del– la rivo1ta di Abd el Krim, perx:hè in– contra il Javore dei nazionalisti spa– gnoli di F1ranco, che hanno buone ra– gioni per desiderare che si propaghi. Ve n'è un ramo che si dedica specialmente a1la negione stra<niera francese, nella quale il quaranta per cento delle trup– pe ed iJ. clnquantia rper ,cento -degli N.C.O. sono di origioo tedesca.. U Reich ha Imparato dal suol passati errori che la via migliore è di mandare degli agenti rfidati In qualità di volon– tari nella Legione Straniera. Questi te– deschi, mentre sembrano osservare la più rigida disciplina, si réndono con– niventi delle intromissioni abusive in teNitorio francese ed Incoraggiano le ribellioni contro gli ufficiali francesi e del N. C. O. I soldati di origine francese sono sistematicamente maltrattati e ciò provoca una palese atmosfera di mal– contento, che la monotonia della vita nella Legione Straniera contribuisce ad aumentare. Le truppe sono ~zienti di combattere e la costruzione delle strade non è un Javoro che H soddisfi. Non è quindi <iifficlle Indovinare quel che può accadere quando sentono par– laTe dei compensi che (["!ceverebbero ar– ruolandosi fra i nazionalisti di Franco. Questa propaganda è svolta da una ve– ra massa di pastori protestanti, .U cuf capo si chiama Pinotto ed abita a Sidl– bel-Abbes. (Continua).

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