Lo Stato Moderno - anno III - n.7 - 5 aprile 1946

LO STATO MODERNO 1&7 o RICATTO L'EUROPA GUERRA E 1nta.tti le dittature non danno tre– gua agli avvenimenti più che agli in– dividui. Per la loro stessa natura e~ non sono statiche ma dinamiche. 11 loro equilibrio è basato su una serie di az.ioni improvvise ed arbitrarie che tendono a diventaa-lo sempre più e a colpire sempre maggiormente gli altri paesi. 'l1aile condotta non può portare che alla guerra o al.la caduta delle de– mocrazie e la scelta .cllei dibtatori appare ovvia. Gli aumenti arrecati a,lla forza nu– merica dell'esercito tedesco, che com– prendono l'aumento dei corpi d'annata da 13 a, 20 e delle divùsioni da 32 a 62, come pure l'estensione del periodo di servizio militaa-e da due anni a due anni e mezzo, dovevano necessaria– mente verificarsi presto o tardi e non provocano quindi atlcuna sorpresa. Già da molto tempo Il frenetico processo di annamento sia In Germania che in Italia ha raggiunto proporzioni da cui I governi francese e britannico avreb– bero ragione di essere seriamente al– larmati. Di ritprno da un viaggio d'investiga– zione neJ1l'Europa centrale, Paul Rey– naud, il 1° novembre 1937, 4'6Crisse Il seguente commento: « Ancora una volta mi sono recato In Germania. Vi ho trovato un.a nazione forte di 77 milioni d'uomini che lottano anima e corpo per un solo fine: ren– <rere la GeTmanla più potente di pri– ma... LQ Gennania ha comp,letamente rinnovato i propri rifornimenti di mate– riale bellico ed è sicura di vincere la gara europeQ degli armamenti. Giorno e notte gli operai tedeschi lavorano al– le macchine che producono istrumenti c4 dis>truzione. Questo spettacolo, non meno eh.e wa~eriano nella sua solen– nl tà, tu e5ibito dal Ftihrer al Duce non molto tempo fa. Ora non è più possl– bUe distinguere fra le industrie che servono alla pace e quelle che lavorano per la guerra. L'4ntera potenza indu– striale della Germania ha unito i pro– JM"isforzi a, quest',unico scopo». IJ grado di progresso raggiunto di– mostra che li tempo lavora in favore delle dittature. Poichè es11e utilizzano il tempo non solo per accelerare il rit– mo dei loro armamenti, ma anche per minaa-e l'intero sistema politico sul quale la ~ancia e ~terra hanno stabilito la sicurezza europea. Il ricatto basato sulla minaccia della guerra e quello basato sulla minacci.a del co– munismo sono strettamente collegati ed DI IERI di GENEVlÈVE TABOUlS (Continuazione dal numero f)Tecedente) hanno provocato nell'Europa centrale ed orientale le preoccupanti conse– guenze accennate nei precedenti capi– toli. A peggiorare la situazione, il do– minio nazista in Germania si fa ara sentire per mezzo della Reichswcllr, dell'industria pesante e delJl'intero sef– v.izdo diplomatico del Reich. Dopo le dimissioni forzate del Maresciallo von B1omberg, il 4 febbraiio 1938, e le nuove nomine fatte da Hitler nello Sta>tomag– ~ore, si può dire che gli alti gradi della Reichswehr s'idenficano intera– mente con la politica estera del Fiihrer. Ciò significa ch'essi sono preparati a irrigidire la resistenza di Franco in Spagna con ogni mezzo possibiile e ad appoggiare, se necessa,rio con la forza delle armi, le rivolte previste in Au– stria ed m Cecoslovacchia. Al principio di febbraio sembrò che I tempj,fossero maturi. Francia e Inghil– terra non potevano più evitare. Sem– brò che le due democrazie fossero pronte a ricordare ali' Italia ed alla GeI11nania che d'ora in avanti non si sarebbe più fatta loro alcuna conces– sione e che se i due dittatori erano de– c.isi a raggiungere ad ogni costo le loro mire in Austria, in Cecoslovacchia ed in Spa~a, avrebbero corso li rischio di una guerra generale. Secondo ogni ap– parenza nè Berlino nè Roma erano pronte ad una simile evenienza. Con– seguentemente la tensione a Parigi e a Londra si rallentò e llavvenire si pre– sentò più roseo allorchè Eden, ch'era stato il paladino de1lla maniera forte, diede le sue dimissioni che riuscirono infinitamente ~dite a Rloma ed a Berlino. Chamberlain si separò dal suo se– ~etario agli Esteri perchè pensava an– cora possibile, per mezzo di trattative dirette condotte Indipendentemente dalla Francia, d'indurre i due dittatori a mettere un limite alle loro pretese, cioè a rinunciare almeno per il mo– mento a quelle che destavano il mag– giore allarme. Chamberlain ed HalLfax sono ancora del parere di ritardare !I giorno della resa dei conti, cedendo al ricatto ita– liano e tedesco. Vogliono guadagnare tempo ad ogni costo, bencbè debbano pur rendersi conto che il tempo lavora in favore delle dittature. Ma se essi rimandano JJ1 giorno della resa dei con– ti a prezro di nuove concessioni, è cer– to che quando quel giorno verrà, sarà tanto più duro. e che, benchè cl possa essere una treeua momentanea, la si- tuazione sarà in iuturo più pericolosa che mai. EstraniandOSi dagli avvenimenti in S1>3&nae pexmettendo all'Asse Roma– Berlino di estendere la sua influenza nel!l'Europa centrale e nei BaJ.cani, 4'1n– ghiJ.teNa cede dei punti di vantaggio che la Francia considera essenziali pet" il mantenimento delh pace. Italia e Germania sfruttar01110 subito al massimo gli enormi benefici r!BUl– tanti loro dalla nuova tendenza della politica inglese che si era ancora una volta arresa· al loro r.i.catto basato sulle minacce di guerra. E' probab'i:le che questo successo di Roma e di Berlino non durerà a lungo. Ohamberladn stes– so ha già cominciato a rendersi conto che le pretese di Hibler non contem– plano alcuna concessione, ma sono al contrario il preludio a ulteriori doman– de. Cosi l'occupazione dell'Austria ef– fettuata contrariamente a-d ogni promes– sa, è la risposta del Filhrer alla manl– festazd.one di «buOlllavolontà» di Cham– be11lain. Chamberlaln sa anche che le sue trattative con Mussolini non con– durranno ad alcuna concessione su que– stioni fondamentali, perchè la Germa– nia non permetterà all'Italia <;li cedere nessuno dei suol punti di vantaggio nell'AfrLca settentrionale e nel Medi– terraneo. Quindi, entro pochi meei, l'Ingmlterra si troverà costretta a ri– prendere la politica di Eden. La Germania si rende pienamente conto che FN.ncia e Inghilterra non continueranno ad agire separatamente .per molto tempo e Roma e Berldno de– ll'Onoquindi skuttare Bi! massimo que– sta otxasione. Precisamente a causa dell'atteggiamento adottato nel suo àis<:orso ahl<1 Camera dei Comuni, Chamberlain deve in quailche modo giungere ad un accordo con l'Itàlia. Se non riesce in ciò dovrà riti1'0rsi, e le elezioni generali In t:a,li coodizloni gli sarebbero quasi certamente sfavorevoli e senza dubbl<1 ricondurrebbero Eden In carica. Hitler e MUS$ollni perciò forzano il passo. Un confronto fra le richieste te– de6Cbe fatte da Hibler e G<)ooing due o tre mesi .ta a Hali.tax e a FJandin e le pretese fonnulate .da Hitler e da Goe– ring nei loro discorsi più recenti, mo– strano la stupefacente portata raggiun– ta dalJe aspiraz.ton.l tedesche. Non ser– ve neppure che nel suo discorso al Reichstag Hitler sia arrivato a propor– re restrizioni• sulla 11:bertà di stampa

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