Lo Stato Moderno - anno III - n.4 - 20 febbraio 1946

76 LO STAXO MODERNO po' di biglietti da mille svalutati, ma pronti, com• la volon– tà e l'amore alla terra, per quest'opera di ricostruzione • di rinnovamento. E benediremo allora questi eroi del lavoro che hanno di– ,feso 111 loro virtù operosa e rispanniatrioe dalle insidie corrut– trici della fortuna che per breve ora, ha compensato ,più largamente il loro sforzo e la loro fedeltà. I Il Chi si è mai accorto della tragedla contadina prima che la guerra - stupidamente combattuta con le premesse del– l'autarchia - avesse affamato il paese dando valore al pro– dotto,più povero della umana fatica? Chi si è mai occupato della vita dei contadini, del loro li– ve::o sociale, del loro tenore di vita, delle loro scuo!e, del!e loro abitazioni? Nessuno. Non i governi, più sensibili alla pressione delle masse operaie, non i partiti che sentivano il problema rurale soltanto ne:le vigi!ie e!ettorali e col sottinteso di un inganno politico. · Perchè i partiti di sinistra, più vicini alle masse popolari, non potevano consentire in fondo neppure ad una proprietà ridotta nei limiti,_appena sufficienti a sfamare una famigna di lavoratori. La prima formula marxista: « La proprietà è un furto» non perdonava hemmeno al piccolo contadino che non aveva creato il suo diritto sullo sfruttamento, •ma sul lavoro duro e tragico, nello, sforzo di numerose generaziolliÌ che non riu– scirono mai ad allargare il confine del loro possesso, so– vente oberato di debiti e assillato dall'usura. La casetta ereditaria della letteratura romantica del tipo piccolo borghese, era una eccezione derivata da particolare fortuna o da dolorose peregrinazioni oltre oceano o da uno sforzo che soltanto certe famiglie contadine sanno compiere, se per mo!ti anni non sono perco'sse dalla grandine, dalla siccità o da altro flagello. Andate ancora oggi neJ:e qse rurali e vedete come esse siano - per le atl'rezzature domestiche ed igieniche, per il decoro e la comodità - assai al disotto di ogni pretesa - se pur modesta - di 'vita civile. Tuttif questo è ignorato anche dalle masse operaie che, in fondo, hanno --sempre visto nel contadino un essere poli– ticamente arretrato, prima perchè difendeva tenacemente il principio della proprietà, poi perchè, nel momento delle de– ficienze alimentari, aveva il priv!:egio di non morire di fame o di non avere il pane scuro e tesserato. In questo solco che divide la città dalla campagna, tra una destra che fa dei contadini la massa d'urto d'ogni rea– zione e la carne da cannone per ogni guerra, e le sinistre che riconoscono; sia pure a denti stretti, la proprietà ma non sanno ancora smentire l'ingiustizia della affermazione .dem'a– gogica, noi riteniamo che si debba finalmente animare una politica contàdina comincjando intanto con la difesa di una proprietà, che non deve essere insidiata nè dalle oscure mi– naocie di capovolgimenti sociali, nè dalle esosità fiscali mo– bilitate con la valutazione di una fortuna eccezionale e con– tingente, Proprietà e lavoro contadini rappresentano una forza so– ciale inscindibile, che deve essere. protetta nella sua struttura e aiutata nella sua ascensione. Non solo; ma è proprio la conquista di questa pro– prietà - non con la illusione di un rovesciamento sociale che farebbe del proprietario uno spossessato ·e del brac– ciante o del mezzadro un usurpatore proprietario, ma con la giustizia del lavoro - che rappresenta la formula della redenzione sociale per le masse contadine. Posto il problema in questi termini, i contadini valu– teranno la consistenza di un programma di partito che è, a nostro avviso, il più idoneo a creare gli elementi essen– z:iali di una « politica contadina •· La libertà economica che è alla base del « liberalsocia– lismo •• il nostro riconoscimento della personalità e della dignità umana che supera ogni concetto classista; la nostri\ concezione etica che garantisce i valori spirituali della libertà di pensiero, di religione e di culto e infine la autonomia dei nostri principi sociali che mobilitano tutte le energie ai fini della giustizia, possono assicurare i contadini di una interpretazione realistica ed efficJente dei loro problemi. In questo quadro, la nostra battaglia contro l'accentra– mento unitario, che è alle radici del totalitarismo monar– chico o statolatrico, redime il contadino dalla soffocazione dei troppi enti creati per la inutilità di un controllo buro– cratico che ha generato soltanto i benefici della... borsa nera. Eliminare le S.E.P.RA.L., disarmare i Consorzi Agrari di tutte le funzioni monopolistiche esercitate con una eso– sità fastidiosa e inconcludente, sopprimere i vari « enti » (della zootecnia, cerealicoltura, etc.) le troppe « federazio– ni »; gli innumerevoli « istituti •, è una esigenza fondamen– tale della economia contadina ed è una mèta del nostro programma dece~rativo e autonomistico della iniziativa privata. Ma non basta liberare il contadino dalle innumerevo1i pastoie adottate per le mire del funzionario fascista, che <ba esagerato tutti i difetti della burocrazia statale. Bisogna fare qualche cosa di più, se la forza dei con– tadini deve rappresentare un elemento della ricostruzione nazionale e della redenzione sociale. Il problema della socialità deve essere prospettato come il mezzo di salvezza di una collettività minacciata a breve scadenza da una crisi, forse più grave di quella industriale. La scuola adatta ai comuni rurali, a carattere tecnico– professionale, deve creare dal basso· una nuova classe diri– gente capace di approntare i nuovi problemi tecnici deHa produzione. E' qui che si devono rivelare i competenti del partito di materia agrari~, non giù nell'arzigogolare su teorie fisio– cratiche o sulla misura della proprietà che può essere rico– nosciuta legittima. Si tratta di indirizzare le opere per le nuove strutture della eèonomia contadina, di difendere il lavoro d,ille pro– duzioni antieconomiche, di orientare i programmi di trasfor– mazione per le nuove esigenze che si profilano ali'orizzonte, in rapporto agli scambi internazionali e alla normalizzazione dei prezzi. E infine è compito dei nostri organizzatori competenti di proporre quelle provv)denze associate che in varia forma possono portare valido ausilio I a_tutta la economia rurale. Dalle-cooperative di produzione alle cantine sociali) dall'uso collettivo delle 'macchine agricole ali' acquisto in comune dei fertilizzanti e degli anticrittogamici, ~ai trasporti alla conservazione dei prodotti (magazzini generali, frigo– riferi etc-), dal credito agrario alle assicurazioni, sono infi– niti i problemi che possono essere proficuamente affrontati '"'dal partito con un programma realis!(co id'oneo alla strut– tura politica e sociale del ceto contadil"\ct. , • 11 1 quale· deve sentite, nella nostra consapevolezza di una riconosciuta importanza nazionafe, la nostra presenza e il nostro affiancamento per redimerlo dalla miseria di ieri, per difenderlo dalle minaccie del domani e per elevare la sua educazione e il suo grado di civiltà. (continua) LIVIO PIV~NO

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