Lo Stato Moderno - anno III - n.3 - 5 febbraio 1946

è invece risorto ooi suai cax,abinieiii e prefetti e questori di carriera... Ma gli errori di previsione e di caJcolo sl'"tcon– tano e si pagano duramente ne1la vita politica, specie in periodi cosi agitati e fluidi qua<leè qu~lo che noi stiamo at- tra veTsando. , 3) L'avere po! vo1uto mantenere, a liberazione -a~eiiuta e per reazione pu– ra pienamente giustificabHe, un atteg– giamento intransigente che agli occhi di chi non aveva partecipato come noi aHa lotta di resistenza.apparve efu,gi\l_ dicato fazioso, ebbe conseguenze gra– vissime. Fu errore im,perdonabHe, stra– na mancanza d1 sensibi1Ji,tà pdl!Ltica di alcullli dei nostri dirigenti il non aver avvertito che ili Paese usciva djill'im– mane con;JU,ittodevastato e scODVolto, ma soprabtutto stanco e non desideroso di nuo~ avventure. Nacque - e da · parte interessata venne propagato co– me un ba!Jeno - la definizione per il nostr-o Partito di • fasci=o I'95SO •· De– finizione che ci ri,usd esiziale mentre alcuni amici più benevdl:i ci tacciavano, e non a torto, di atteggiamenti donchi– sciotteschi. Saprà ili ,primo Congresso NazionàJ.e esprimere una dkezion:e efliciente che non ripeta, g'l:l errori fatali dJ quella tut– tora in crarloa?E' l'augunio. che qui in Piemonte molti si tanno: anche tra ~i estranei a'1 nostro Partito che consci della gx,a'Vàtàdel,J,a sLt,uazione itaàiana, cosi carica di Incognite, avvertono la necessità de!lla forrrtazlione di un forte Ila11titodemocratico e repubblicano, non legato a interessi stranieri. Credi, caro Direttore, alla mia sin– cera amici.zia. GIANDOMENICO COSMO Dovere di chiarezza Caro Baldacci, cari amici; Oso chiedere qualche momento della vostra attenzione. So bene che non è pretender poco coi tempi che corrono, e del resto può- darsi che quanto avrò a dirvi vi sembri scarsamente impor– tante; c~to io non rappresento e non voglio ad.esso rappresentare nessuno, ma mi lusingo di essere in qualche ac– cordo coi pnin~ipi della logica e coi fatti, quali si sono venuti ultimamente svolgendo, e che rri! sforzeTÒ di inter– pretare con ·1a più completa franchezza'. I! prob1ema che oggi mi pongo, e chiedere! tutti si ponessero con ·1a do– vuta serietà, soffocando ogni se'ntimèn– to che possa far velo aUa fredda con– siderazione delle cose, si riassume in questi termini: quali ragioni od oppor– tunità sussistono ancora per consiglia– re a spender ulteriori energie nel ten– tativo di raddrizzare e mantenere in v~ta il partit'O d'azione? Che la crisi che li partito attraversa sia gravissima - probabilmente, io Penso, per le sue possibilità di partito P0litico vero e proprio, in ogni modo decisiva e mortale - non è cosa che' LO STATO MODERNO necessiti di dimostrazione alcuna: è questo .il solo· punto su cui anche ieri le tre mozioni presentate all'assemblea milanese - pur cosi diverse nello spi– rito - pienamente concordassero, de– plorando unanimi il negativo orienta– mento sin qui accolto, e il conseguente sbandamento organizzativo e politico. Ma è chiaro che, a loro modo, tutti i prei:entatqri delle tre mozioni ritengo– no ancora di poter :fare qualcosii - forse di • dover » fare qualcosa - p,;r il partito, nell'opinione, evidentemente, che questi a sua volta abbia tu\Jtavia qualche .funzione da asso!veTe nel paese. Ora a me parre sia necessario render– si ragione del fatto che le posizioni del> partito stesso, uscito infranto dall'ul- • tima crisi, (dalla presidenza e dagli in– terni a qualche ministero tecnico, o di pura l'ustra), sono oggi definitivamente consumate. La funzione che gli era pro– pria e possibile,,.probabilmente, di in– chiodare cioè larghe forze politiche di sinislT~ e talune correnti illuminate di destra o del centro sul terreno della repubblica, a raccoglierle e stimolarle tutte nel!o sJorzo comune della lotta antifascista, è stata svolta, come le circostanze consentivano. ,Ora chi pre– tenda, e si sforzi ancora di sosten<:!re le strutture, in realt'à, senza rende~ene conto esattamente, Vlllole un nuovo partito, perchè il vecchio è g;ià morto fol'Se da più tempo che non appaia. E ciò opportuno? Ne dubito. E la ragione essE:nziale, ,0me la sento, sarebbe 4.ue – stfl, che nnn c'è posto, non è opportu– no volere che ci sia ..posto ad ogni co– sto nella yi-ta politica italiana, per un altro partito (si badi sempre con at– tenzione al significato di quesÌJa pa– rola, che non è sinonimo di corrente, movimentò, associazione ecc.) oltre ai quattro tradizionali, riaffennatisi dal 25 aprile a questi giorni, comunista, socialista, democristiano e liberaàe, e prescindendo da:lle contingenti focma– zioni e clientele monarchiche. (Per H partito, che appunto partito non è, a mio giudiz.io - repubblicano - an– drebbe fa~to un discorsetto a pMte di cui faccio grazia). Gli sforzi verbali, scenografici, gior– nalistici e mozionistici ecc., appunto costantemente esercitati dalla direzione del p. d. a: per marcare ad ·ogni costo una distinzione sempre sfuggente, che non è dato del resto ottenere di pro– posito, perchè i fattori e gli elementi della vita politica di un dato paese, !n un. determinato momento storico, sono quello che sono, e i partiti non nascono per volere individuale nè possono im– porsi mediante la pubblicità, non han– no cosi td altro portato che ad accre– scere il disorientamento e !I fastidio non-solo, ciò che non avrebbe impor– tanza, all'interno del partil'O stesso, ma in tutto li paese. :€ molto probabile che - libero da codesta necessità, det– tata dal desiderio di conservarsi, di autogiustlficazione, il partito avrebbe accumulato meno errori; come spie&are 67 altrimenti le insistenze di taluni orien– tamenti, ad es. il comitatismo arrabbta– t:>, le intem1)eranze verbali, di cu: non è r,eppure necessario stare a cercare g!, esempi, (sia nelle colonne dei gior– nali. che nei capoversi de1le moz!on!J, le stravaganze di altre prese di posi– z:one (a proposi lo, ad es., dei consigli Ji gestionE!, come già ebbimo ocrasio– ·ne di rilevare in diversa sede) ecc. i.'he tutto questo, aggiunto all'abdicazione da cgni funzione liberale e ad una incom– rrensibile mancanza di coraggi•J po– litico, lungi dal procurare al partito al– cuna distinta fisionomia, non potesse ad altro condurre, nè' ad altro abbia effettivamenbe condotto, che al suo an– nullamento, ·secondo il mio giudizi'.>, è supErfluo ripetere. D'altra parte è certo, qualunqu<? sra il r.umcro dei partiti in..lizza' neil'a"nnr: poliliro italiano, qualunque ne sia lo schieramento, che in sede intellettuali– stica, il più modesto dei nostri profes– sori il quale desiderl 1 di averne uno proprio, troverà sempre il rhodo di di– mostrare e se stesso ed agli altri che c'è qualche Intervallo vuoto, qualche missione vacante, qualche esigenza In– soddisfatta. E cosi, pur ripetendo, tutti concordi, secondo si legge nei manuali, le !od! del congegno democratico anglosassone, fon– dato sullo schema sacramentale dei due partiti a Jargh1ssima base ecc. ecc., cia– scuno farà del suo meglio - placata la propria coscienza - per evitare all'Ita– lia la monotonia di colori che quelle grandi nazioni a!filigge, Salvo a fornir– la successivamente della sua necessaria azione di blocchi e manovre, non meno sdegnosamente stigmatizzate a parole In ogni occasione 'favorevole. Certo, le urne fanno poi giustizia, In buona parte, di queste situazioni. Ma intanto il paese ne soffre e si smarri– sce, la lotta politica si trasforma In eornevale e l6terilisce, e i partiti tra– dizionali, i partiti naturali scontano an– ch'essi con l'abbandono in cui li lascia la massa dei cittadini delusa, con la di– spersione e l'usura de11e loro forze, co– strette· alle più vacue polemiche • ed esercitazioni, con l'il'rlgiliimento delle · loro strutture e dei loro cervelli, ·i vizi dell'ambiente generale. Cosi Ja moltiplicazione dei partiti fa– vorisce lo svHuppo delle clientele, p.i– s,e a nuove suddivisioni e moltilpllra– zioni, e finisce nel disordine e nel tli- sfac!mento. , D! ordi·né inve-.:e, di compostezza, di f<~np!icità l'Italia ha oggi bisogn, piu che del pane. Ciò che non è st.~e~ta• mente necessario è superfluo. C:ò che è superfluo è equivoco, è nocivo. Jn queste condizioni, sciogliere il partito •-. come già avvenne per la sinistra crl– stiana - significa adempiere a un do– vere di chiarezza verso il paese. Ciò che non vuol dire, amici, eh~ ci dc.bbiamo lasciare, nè che abb1nào– niamo il lavord: GUIDO BERSBLI.INI

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