Lo Stato Moderno - anno III - n.3 - 5 febbraio 1946

64 Lò STATO MODERNÒ tando senza speranza il fnto individuale d'una guerra non sentita e riconosciuta inutile, la loro irnmaginè rimarrà come il patetico ma sterile documento di telnpi tragici, Poichè, non si insisterà mai abbastanza, nel generico • antifascismo • dei giovani oocorre~ distinguere i motivi concreti, quelli che seppero trasformarsi in fermi atteggia– menti, dalla morta zona del disfattismo che chiamerei « fa– scistico » fatto di· facile critica e,di sostanziale disinteresse, espressione di libertà sl, ma puramente negativa e ,astratta. Indubbiamente questa corrosione interna, man mano cre– scente quanto più il fascismo, attraverso ié avventure im, perialistiche, il gonfiamento delle parate e degli assordanti discorsi, muoveva catarticamente alla crisi risolutiva della guerra, contribuì non poco àl rapidissimo sfaldamento della dittatura e al vem:i-carsi delle condizioni da cui si spri– gionarono le forze della riscossa liberatrice. Ma occorre ben sottolineare che si trattò di un contributo ~ostanzialmente passivo, riconducibile in buona parte ad ùn vecchio lato del carattere italiano, a quell'umanistico scetticismo, a quel rifiuto ad impegnarsi per interi, a quelrirreducibile e ras– segnàto • buon senso», che, se anche costituiscono segni ai antica ed alta civiltà, rappresentano in pari tempo un inquietante sintomo di stanchezza vitale. E mi ha non poco stupito vedere come <µiesto generico disfattismo giovanile, il quale si trovò di necessità incapace a suscitare reazioni in qualche modo efficienti, sia stato trasfigurato, da alcuni benevoli interpreti, come una forza positiva di opposizione al fascismo, di importanza addirittura prevalente sull'aziione, sla pur _per forza di cose •limi[ata, degli esuli e dei cospi– ratori. E non ho visto proprio ieri, su di un giornaletto di giovanissimi, esaltare· come opera di consapevole opposiz.ione al reginfe la gazzarra inscenata a Padova dagli universitari in .divisa in occasion'e della visita dell'allora segretario de1 Partito Starace, con particolari da novella fiorentina del Cin– quecento iìu cer11 SI?illoni conficcati uel posteriore dell'Ec– cellenza nel momento in cui, dopo il discorso, lo portavano a spalla, in trionfo, attraverso il cortile dell'Ateneo? Devo. confessare che, più di questi dispetti da servi malcontenti, di questi scherzi goliardici di d~bbio gusto, mi sento di assai meglio ammirare, ,.per non ,dir d'altro, l'atteggiamento di quei quattro ,poveri « repubblichini » che vidi io stesso, nei giorni dell'insurrezione, mentre intBrno si ,sfasciava. l'i– gnobile repubblica di cartapesta, e 'Ì loro ,compagni scom– .parivano nel foggi-fuggi generale, che vidi, dico, fursi coc- ciutamente ammazzare sui crocicchi delle strade, le armi alla mano? Ciechi ed ottusi indubbiamente essi furono, ma ben meritevoli del rispetto che sempre esige la fedeltà a mi; bandiera - e sia pure la men degna - quando è sug– gellata col sacrificio della vita: Nulla ha •valore, ill una situazione che impegh_a l'uomo per intero, fuori di quanto è mantenuto in piena coscienza, e corrisponde a una persuasione profonda, a un libero giu- 1 amento. Buona parte del' disfattismo dei giovani fascisti -e ·non soltanto dei giovani, perchè fu certo caratteristica lllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll!lllllllllllllllllllllllllllllllli È uscita · § 5 LA RASSEGNAD'ITALIA diretta da Francesco Flora Di vasto intere&1& italiano, di risonanza interna• zionale. Adunerà ecrit,ti dei migliori autori italiani § = § é = I § ~ = fflfflHRIRIUUIIIIIIIIIUIIIUllllllffllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllliffi .. del fascismo questa sua implicita corrosione, che, se da w1 , iato ne agevolò lo sfacelo, dall'altro ne fomentò fequivoco che lo rese per tanto tempo tollerabile agli italiani - si sarebbe dileguata come nebbia - così come per tante volte si era· dileguata - di fronte ad un consistente successo della politica guerriera deI regime: gli sreHièi e i diffiidenti sa– rebbero tor-nati tranquillamente an•ovile, si sarebbero messi in coda agli altri per otte9ére riconoscimenti e pbsti. E non è rultima tragica caratteristica dèlla paurosa pot:en:td e 'in– sieme fragilità dei regimi totalitari questo non compatir" posizioni intermedie tra il conformismo più supino e io"'· telligente e l'atomistica rivolta 'individuale, solitamente de– stinata ad esprimersi in nulla più che nelle malizie• dellii diceria e dellò scherzo, o a rifugiarsi nel\é tèbaidi o nelle torri d'avorio letterarie. Sicchè .noi vediamo, per una fata– lità fisica, quasi di legge naturale, formarsi la coesione diii singoli al mo,nento del successo, e il ~bto altrettantb- fatale disgregarsi a quello della sconfitta, e la storia umana ridursi tutta alla sua mecc:ln!ca 'più arida. Cosi la corrente del « disfattismo ·,,, inerente alla reto– rica e alla prass1 fascista, se in parte seppe trasformarsi in motivi validi di opposizione costruttiva, nel suo grosso finisce oggi col confluire ben rico~oscibilmente· proptio in quèl dllfoso stato d'animo di sterile malcontento, di critica mi– nuta e incomprensiva, di nauseata stanchezza, che va ormai sotto ·il nome di «qualunquismo». E non può ,che destar pena vedere tanti giovani, e tra questi molti noo ìndegni, abbandonarsi passivamente a •questa morbida scontentezza ·e irritazione, talora celante 4n sè - poichè morti del tutto non si può mai essere prima della morte fisica - segrete nostalgie imperialistiche e fascistiche, incontrollate e rispon– denti a motivi incoscienti di vecchio risentimento e senso d'inferiorità, cariche sentimentali tanto più pericolose quanto. più l'atroce esperienza sofferta ce le mostra irrazionali, e di cui più che mai oggi bocorre liberare gli itali;nj. Nessuno incolpa questi giovani d'essere. stati una· volta fascisti. Parlare di responsabilità generiche, come è stato fatto in questi anni del contraccolpo, sotto la spinta d'un furore più che ~iegabile di fronte a così lamentevole ro– vina, non ha, rigorosamente, alcun senso, e meno .che mai si potrà parlarne a proposito di chi, nato e cresciuto in atmosfera fascista, non ,potè che nutrirsene. Di responsabf– lità, ,almeno di non aver impedito, potrà meglio parlarsi a proposito di noi,· a proposito di ,chi, sapendo e avversando, nulla o poco fece quandò s'era ancora in tempo. Come sem– pre, la responsabilità ·deve commisurarsi al.la coscienza, e attribuirsi a maggior coscienza maggiore responsabilità. Si tratta ora, invece, superando i tenaci dsent;imenti e complessi, di essere vivi. Certo non si può impedire, e chi lo voglia, di restar morto. Ma poichè ci è dato di sceglie're, sarebbe da augurarsi che la gioventù Italiana iicegliesse d' e.~ sere viva, profondamente, in<liviJualt.nen,d viva, aprendo~i tutta coraggiosamente alla nuova realtà politica e sociale degli italiani, triste ma non disperata, sol ·che si vo-i~liasol– levarla a .forza di braccia. Agli uni, a quelli che più ihtenso sentono l'anelito di libertà, si potrà ricordare che la libertà diventa astratta, e distrugge sè medesima, ove non la si riempia di una pas9ione e di una volontà positiva. Agli altri, che un- istinto generoso sospinge verso scopi di profond'? rinnovamento sociale, che la più .grande idea scade a illu– sorio mito, e opera esternamente e meccanicamente, diven– tando un'ossificata forma di ~è, ove ci si limiti ad acco– glierla come '11D dogma, senza sottoporla di continuo a quella libera critica entro cui ·solo ,può dinamicamente vivere. Si tratta di fare, entro se stessi, ii processo al fascismo in tutte le sue forme. 8DGJO SOLMI

RkJQdWJsaXNoZXIy