Lo Stato Moderno - anno III - n.3 - 5 febbraio 1946

e) fa tesi 'intermedia che ri9ene conveniente mano– vrare le economie di un gruppo di paesi ai fini del benes– seie individuale e collettivo purchè questo gruppo abbia pos– sibilità di vita autonoma. In questo_momento l'esempio pre– ciso e tipico è· dato dalla Russia, che ha ora notificato di n6n aderire a Bretton WPods (Corriere d'Informazione del 6 gennaio) come éra da aspettarsi proprio ptlrchè l'indirizzo da essa profe~ato -è -proprit> quello da grande spazio auto– nomo. Da tempo per i legami ,politici stabiliti entro l'area im· periale, ma chiarissimamente dal 1931, gli -inglesi erano sod– disfatti del loro granc;le spazio, ed è con trepidazione che ora vedono « la propria economia lanciata nelle acque mal– fide del commercio multilaterale e della libera convertibi– lità» (Economist, 10 dicembre 1945). Si capisce che se accet– tano le prospettive tèOticamente più soddisfacenti del libero commercio mondiale è soltanto perchè vi sono costretti daile circostanze o meglio dallo scadimento della loro posizione in conseguenm .della guerra. Essi chia_ramente'dicono che Bretton Woods è l'organizzazione internazionale del com– mercio in' concreto significano abbandonarsi alla guida e alle possibilità degli Stati Uniti. Ed è qui che si pongono gli interrogativi più imbarazzanti. In sostanm, dopo •aver accettato gli invadenti salesmen americani sui loro merca:ti, sono anche disposti ad ammettere che un sistema gtl.idato dagli Stati Uniti può andar bene ~ risultare di gèneraie convenienza. Ma :1'. una 'condizione, quelJa del funzionamento della macchina produttiva ame• ricana a pieno regime. Ed è qui che insorgono i dubbi, senza poi parlare di' quelli riguardanti_ una involuzione isolazionista delJa p6litica americana. Il Times (7 dicembre) ha scritto che « tutto dipende da-Ila possibilità di una politica ameri– cana di piena occ·upazione e di equilibrio della bilancia commerciale mediante l'accettazione di maggiori importa– zioni». L'Economi.n partendo da uno stesso assunto ha scritto che « chiunque crede che I' America sta cresce~ndoin stltbilità merita un dipfoma di ottimismo ». · • Veramente that is the question. ·La guerra ha dimo– strato che gli .Stati Uniti sono veramente il paese delle illi-, mitate possibilità. L' aumelltO intervenuto nelle produzioni - 'anche in queÌla agricola che si era soliti"considerare più rigida - ha avuto come recentemente si esprimeva l'Eco– nomist, d~l miracoloso. E' chi~ro, ora, eh~ può esservi full ~mplogment agli Stati Uniti soltanto se vi potrà essere una forte quota di esportazioni industriali normali; e per il mo– mento daté"le. necessità della ricostruzione la cosa pare non solo po sibile ma necessa-ria. M~ è altrettanto chiaro che as– sieme ali'aumento delle esportazioni deve esservi per gli t\l I\JOSTRI JIDBO~J\TI Stati Uniti anche quello delle importazioni, perchè -...-e-.., non possono continuare a realizmrsi in debito. Gli americani, o più precisamente una parte dell' opi· nione pubblica -americana, considerano le prospettive con ottimismo perchè pensano, prima di tutto, alla necessità di migliòra-r~ del 50 per cento il loro livello di _vita media e, poi, di sviluppare la si~azione economica di zone finora neglette (America Latina; Cina, Levante). Ma forse le cose non sono così semplici e forse non basterà limitarsi a una considerazione purlllllente economica dei problemi del momento. E' evidente che vi è un grande processo di riaggiustameoto da attuare nel mondo e èhe ta:lune posizioni tradizionali cristallizzate vanno totalmente rivedute. Ma è anche certo che se pensiamo a ql.iesto svol– gimento 'delle cose ne riceviamo un senso ·di sg9mento, in quanto si intravede quanto rimane da fare per dare effetti· vamente agli uomini - a~i stessi,americapi - le quattro lib_ertà. · · . • Quella ~ontrapposizione cui dianzi accennammo tra la Gran Bretagna socialista e r America capitalista ci aiuta a capire un importante fenomeno attuale, purchè lo si svuo.ti della limitazione geografica. La contrapposizione reale allora riguarda le economie regolate di molti paesi (e sono quasi tutti, Stati Uniti compresi) e una ipote~ ricostruzione del– l'economia mondiale. In altri termini la «libertà» del com– mercio internazionale potrebbe annullltre, a non ,lungo an– dare, l'azione della direzione po1itica delle ~onomie, In par– ticolare, per riferirci a una ricetta di moda, come può con– temporaneamente attuarsi presso un paèse il full employment e la libertà degli scambi, quando libertà di scambio potrebbe anche voler.dire interruzione nella costruzione di certi im– pianti oppuie fimpiego nell'acquisto di manufatti esteri di capitali necessari a lavori rientranti nel piano di occupazi9De totale? L'obbiezione è importante, ed è appunto di essa che tengono conto più o meno consciamente i progetti di regola- . mento dell'economia internazionale, quali altri I non sono qyelli di Bretton Woods e la stessa organizzazione mondiale del commercio. Per il momento i promototi di queste isti• tuzioni si richiamano a principi tradizionali, ma non si forza l'immaginazione quando si dice che dovranno assumete in avvenire più pronunciato carattere di guida e 'di orienta- tori delle ~tesse attività nazionali. E siccome sono gli Stati Uniti al centro delle istituzioni stesse, sarà ad esse che in concreto spetterà rl compito delJ'avvianrento dell'ec1>nomia .dei paesi aderenti, e ciò mediante crediti, aiuti ed indirizzi per la divisione d~l lavoro e fors'·anche l'or_ganizmzione e la destinazione di grandi migrazioni internazionali. .E' éhiaro cbe questa prospettiva è, stata, ànche se non l'hanno detto, intesa dagli inglesi ed è altrettanto chiaro che non è tale da garbar loro troppo, giacchè in un modo o nel– ~!' altro vuol dire -la fine della funzione imperiale (anunesso che le cose vadano nel migliore _dei moqi la funzione pas• serebbe in compartecipazione). · Giudicate così le cose, le prospettive offerte dall' ac'cordo di Washington sonn ben maggiori e diverse da quelle deri• vanti da un normale trattato finanziario. Vanno perciò con- offriamo l'abbonamento ' siderate anche da I\oi, sia quelle positive; sia quelle com- .portanti incognitt!, o· che richiedono la revisione di alcune impostazioni tradizionali, o che sono tali .da determinare automaticamen!;a attriti e sacrifici. « L'epoca è slogata, diceva Amleto, sta 'a noi rimetterla in sesto •· L'accbrdo- di Washing– ton è un tentativo di riassestamento. La sua riuscita dipende da molte circostanze (è stato un giornale inglese a scrivere che la parte politica degli accordi di, Washington farà la.fine del trattato.Kellogg_!l)er il ,mantellimento della~) ne& no– stra posizione, comunqu~, abbiamo intéressè ché esso riesca ' ai suoi fini. e u~m u I a t_i v o con • L'ACR()POLl a lire 700 SILVIO POZZANI ..,.

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