Lo Stato Moderno - anno III - n.3 - 5 febbraio 1946

IS2 Lo STATO MODERNO La nazionalizz.azione del credito in Francfa. L'Assemblea Costituente Francese, la ser~ del 2 di– èeoibre, ha approvato a stragrande· maggioranza il proget– to di legge sulla • <11azionalizzazione » del credito. I capisaldi della riforma si riassumono in: a) ,statizzazione della Banca di F,ancia; b) istitu2lione di un- Consiglio Nazionale per' il Credi– to, con poteri di stiprema direzione in materia bancaria sot– to la vigilanza del ministro dell'EconoÌhia Nazionale; e) <11azionalizzaz<ione del capitaie delle grandi bànche di depositi;° · d) istfruz.ion!J,nelle grandi « oanche d'affari », , di com– missari governativi con diritto di veto; _ · e) adozione di specmli misure d'ordine tecnico, nel senso di impedl're alle banche di credito a breve termine la partecipazione - anche per -interposta persona ·- nel capi– tale soci:rle delle imprese; la .non corresponsione d'interessi sui conti correnti creditori e cosi via. Dal primo schema, presentato l'estate scorsa dal gruppo socialista dell'Assemhlea consultiva, a quello definitivo, la legge ha subito parocclue modificazioni, vorremmo dire, « at– tenuazioni », ma lo spirito informatore è, in sostanza, rima– sto lo stesso. Le proposte di emendamooto depositate ali'As– semblea Costituente hanno sup&ato il centinaio e, ad un certo. punto, la discussione avr~bbe comportato una • se– conda lettura » del progetto, se .non fosse •stato per l'inter– vento del geo. De Gaulle, che ha sottolineato l'opportunità di pervenire presto a una decisione tanto per ragioni d'or– dine internazionale che interno. Pertanto la leggé venne sol: lecitamente varata, lasciando impregiudicata, per le grandi banche d'affari, la questione della nazionalizzamene, che la Commissione parlamentare intendeva comunque proporre. Anche gl~ azionisti delle ·banche nazionalizzate - anzichè una specie éli rendita vitalizia come raccomandava il gruppo comunista - furono attribuite speciali cartelle nominative fruttanti un interesse annuo non superiore al 2,50 per cento, cartelle riscattabili dallo Stato in cinquant'anni. · Qual è il valore di questa legge che viene a sostanzial– mente modificare la struttura del sistema bancario francese, già lievemente in questo senso affrettato da-Ila riforma della Banca di Francia nel 1936? A nostro avviso. il punto più notevole è quello della devoluzione dei tipici vateri dei consigli d'amministrazione delle grandi banche di depositi ad ,un unico Consiglio Nazio– nale del Credito, nel quale anche lo stesso governatore del- 1':istituto d'emissione adempie ad .un ruolo sostanzialmente esecutivo. Assistiamo, in altri termini, ad un fenomeno di • pubblicazione » nella direzione del credito, in quanto, nel– !' organo centrale, è preponderante il numero degli elementi di diretta emanazione governativa, mentre, anche i &rettori delle banche nazionalizzate, saranno d'ora innanzi nominati (ed eventualmente revocati) dallo stesso Consiglio. _ Tuttavia, mentre in altri Paesi (tra cui il nostro) si è ritenuto più importante nazionalizzare o COIIJunquesottoporre a più rigoroso controllo - per il fatto della commistione con l'attività industriale, borsistica e speculativa in genere - la azione delle banche d'investimento, in Francia si è stati rela– tivamente "più lenienti con le « banche d'affari» che, per l'appunto; si dedicano al credito finanziario a medio e lungo termine. Tutto questo assomiglia un po' al raso di quell'usciere che, nel pignorare i mobili d'un appartamento, si dimentica di entrare nella sala dei quadri d'autore. E' troppo presto· poter dire quali saranno le reazioni alla legge da parte del pubblico dei risparmiatori francesi e del mondo degli affari. Rimanendo la Francia un paese es– senzialmente capitaJ.i:sl!ico (e, a nostro avvJso, il punto è tutto qui, nel senso che il sistema bancario segue, non precede la evoluzione strutturale del mercato) non è da escludere che i grossi clienti - specie se nèlla f~zione di direzione ban– caria tanto al centro che alla periferia giocheranno troppo .le ingerenze politiche - si polarizzino di preferenza sulle ban– che d'affari e su quelle commerciali non naz,ionalizzate, con il risultato di tentare le une e le altre sulla strada delle ven– ture speculative o comunque, se il controllo generico con– templato dalla legge sarà contro ciò effettivo, di awnentare la loro relativ,a importanza. Nel frattempo, nel "campo <lelle banche naziom;:iiz~te; si potrebbe correre il pericolo di veder le medesime graduala mente trasformarsi in e!lormi casse di risparmio, nelle quali l'investimooto in titoli di Stato potrebbe finir col diventa.re una preponderante forma d'impiego .• Non a caso il deputato comunista Duclos ebbe ad espri'.– mere il commento che non si potev-a pretendere di più con detta légge, in quanto non bisogna dimenticare che la Fran– cia- è essenzialme~te un paese .capitalistico. Ed è appuntò per questo che la riforma, può, a tutt~ prima, lasciaT per– plessi, non tanto sulla sua efficacia immediata, quanto per le « traslazioni ». indirette, che potrebbero, alla fin finè, por– tare in fatto a conseguenze di spirito contrario a quello in, formatore della riforma stessa. . - C'è però un'altra cosa da· considerate. E cioè che la Francia si appresta a nazionalizzare certi rami d'indusbia, come•l'elettrica, quella del gas, le 1!5Sicurazioniecç. Con que– sto, si verrebbe da un lato, a restringere il campo d'azione delle banche d'affari in detti rami, mentre, dall'altro, si ver– rebbe a dare agli stessi la sicurezza di poter contare sull' ap– poggio delle grandi banche parimenti nazionalizzate. In altri .termini, la n~ionalizzazione del credito potreboe far tenere aperte alle industrie sottratte al controllo privato · quelle casseforti bancarie che, altrimenti, avrebbero potuto tro..,arsi chiuse, vuoi per · ragioni di principio, vuoi per una diffidenza magari giustificata 'dai fatto che non si sa cpsa potranno valere i nuovi dirigenti di dette industrie o su qu(ll base di:costo queste potranno funzionare- \ Tuttavia c'è ancora da no~are che, essendo le banche nazionalizzate di tipo « commerciale », cioè a ·breve termine, potrebbe accadere che 'le stesse - sotto !'1nfluenza di cri– teri pubblicistici - finissero con l'immobilizzarsi, concedendo e rinnovando· crediti alle industrie socializzate per ocqorr-«mze che - com'è facile accada in detti tipi d'industria e per l'urgenza della ricostruzione - « debordassero • il fabbiso– gno normale d'esercizio. E' qui · che la nuova politica bancaria francese suhi!rà nei prossimi anni la prova del fuoco: e interessante per tutti sarà di vedere come e quanto una riforma, anticipatrice di una modifica delle condizioni « obbiettive » dell'~onomia so– ciale, possa in pratica afferma.rsi e tel)er · testa ai poteri di istintiva reazione del sistema, nel cui ingranaggio si è tro- vata, da un momento all'altro, ad esser gettata. -, ALBERTO FERRABI

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