Lo Stato Moderno - anno II - n.22 - 20 dicembre 1945

L_O STATO MODERNO , 355 UN PROGRESSISMO DI MENO Quando leggemmo « Le .ragioni dei lìbfr~ » esposte dal prof. Oassandro, a dire il vero; compr~demmo che i liberali volevano risolutamente, aSsolutamente, la cris, go– vtm;1ativa,ma non le :ragioni di essa. E m verità le ragioni addotte erano teoricamente valide per combatter; e far ca– dere un Ministero, ma• nessuna era concretamente tale da attagliarsi al Ministero' Parri, e, specialmente, da detenni-· nare la crisi in vista di un altro Ministero che avesse so-· 'stanziali possibilità, di ovviare a quegli errori e a quelle carenze, contro i quali non si può combattere se non si hanno .i mezzi, e se si rumno dei limiti. · Le vere ragioni dei liberali sono ~tate invece chiarite da Benedetto Croce, co;n la precisione e l'onestà dello sto– ril)O, precisione è ònestà cllj:l questa volta, forse, qualche liberale avrà in cuor suo 'tacciato di ingenuità. E poicbè una delle due ragioni precisate dal Croce, sebbene indicata come la maggiore (l'accenno del Parri ad una sorta di investitura della. sua persona), è venuta fuori qu~do li! crisi era già .decisa, nè quindi può averla determinata, non rimane che una sola ragione, e precisamente: « LI Parri errò... quando , djsse p seguì un « orientamento » come fu chiamato, « verso sinistra », o una « ventata del Nord ». Questo è, dunque, l'errore, questa è la ragionè della crisi, a detta del Presidente del partito liberale. Il discorso del Croce si attaràa sulle preferenze che egli crede di ac– cordare a[ Governo Badoglio, anche in confronto c;iel Go– verno Bonomi, e in questa sosta compiaciuta indica Wfa pre– ferenza dei libera:1i per un ritorno a quello che se fece a meno del plaaet . a)leato non fu -certo per un omaggio al Maresciallo, ma, al contrario, perchè era egli stesso, ed egli solo, la personificazione del pl.acet, rappresentando, oltre a! resto, la non recalcitrante continuità storica da<ll' armisti– zio, mentre il Bonomi era (sia pure retoricamente) l'uomo del C. L,. N., ossia dell'ltalia che aveva combattuto per la sua libertà. Si atta~da. sulla maggiore esperienza di libertà degli uomini del Sud, in oonfronto di quelli che a Roma usci-. vano dalle TIOnimestri catacombe, e non si affiatarono con i primi, che non avevano avuto catacombe. Per a1tro, i,l Croce dice ciò senza rilevare che chi per la libertà ha sof– ferto nove mesi di più (e quali mesi!) deve essere conside– rato non come persona che ne ha minore esperienza, ma come persçna che ne ha una più profonda, una più umana, una più pensierosa (e non solo esteriore, politica, p1estidi– gitatoria) esperienza; e che la -differenza tra il Nord e il Sud (metaforici) è proprio e soltanto. questa diversa espe– rienza. E questa solo è la ragione della crisi, e delle discre– panze dei liberali con altri p,utiti della coal;ziooe, e dei liberali con loro stessi: il diverso concetto di !i.bertà di chi ha meno e di chi ha più sofferto. Perciò può dirsi · che bene è colto il momento in cui ci si avvide che nella politica v'erano divergenze (!l v'erano quasi tra un'J talia prefascista e uij'ltalia postfascista) ma non così bene è stato individuato· il perchè delle divergenze, cosi che vince, per il Croce,· non chi ha più ragione ~trinseca, ma chi ba più anzianità di governo. Nella nostra attuale, provvisoria vita politica, fatta di ricercJ:ie e di incertezze, non è tanto l'atteggiamento che verso un determiI1ato governo ha il partito liberale ad in– teressare, quanto la _precisaziene che ,_egli fa di se stesso, quanto l'accertamento della sua intimità. politica, della sua . volontà. E per uscire dalle ricerche e daYe incertezze, oc– corr~, p!lr dir èosì, la precisazione del linguaggio, la cono– scenza della lingua (o del oi,frario),di ogni partito, la quale sola permetterà domani ai vari partiti di comprendersi, di allearsi, di unirsi; o di .distaccarsi e di guerreggiare. Da prin– cipio tutti i linguaggi sembrano eguali: democrazia, ,libertà, progressirno, ed altre parole usate genericamente. A poco a poco, le parole acquistano il'•loro vero, il loro concreto, iJ loro individuante significato. . Questa crisi ci ha, da quesJo punto di vista, dato in mano buona parte del cifrario I liiberale, ed ha quindi cap- · presentato un notevole chiaripiento della nostra vita pou– tica. Albbiamo, ad es., potuto capire che una parola va tolta, o va annullata nel suo significato polit;ico dia! vocabolario dell'attuale partito liberale: il progressìsmo. Fii.nera, almeno ufficialmente, ,il liberalismo si era presentato non come il continuatore del liberalismo di destra· che andava, l)O!liamo, d:ù' Salandra al Gentile, e aveva avuto il suo logico ed ioe– vita~iJe s~pp<Ì nel ~ascismo, ma, J>iù o meno, come il continuatore della corrente .gobettiana. Ricordo in proposito discorsi di ,autorevoli rappresentanti del P. L., ed anche ar– ticoli del suo organo uffiqiale, alcuni dei quali prospettanti addirittura alleanze tra liberali e socialisti, forse per "la sco– perta (ii.nveroun po' tardiva) del liberalsocialismo, sia pure ad. usum delphini. • Potrei citare Ferrara, Pepe, Antoni, e lo stesso Croce; ma ognuno ch,!l abbia seguito la politica di questi mes.i è a,l corrente. 06bene, tutto ciò (non rispetto agli individui, ma rispetto alla linea del partito, che più in– teressa), tutto ciò .ha perso ogni significato, se non adesca– torio, di fronte alla precisa parola che il P. L. ha pronun– ziato nel momento in cui doveva agire, e con' l'azione ca– ratterizzarsi. Ora sappian_io che nella vita pol,itica italiana v· è un progressismo di meno, e che . il partito liberale 5i è uHicialmente chiartto come il vero partito conserv,atore, che teme il « vento del Nord », invece di esserne, ·come sem– brava, e come diceva, uno degli autori e degli animatori. · Il partito si è chiarito io un liberalismo di destra, e sorge allora la domanda se esso· pq~sa evitare le conseguenze sto– riche dell'eredità che tale Liberalismo porta con sè, e delle responsabilità, oltre che stòriche, attuali, per le forze• che inevitabilmente attira· e som,muove, e che rutti già vediamo anche troppo ch\aramente all'opera. · l1na domanda che altri partiti possono fure è se, per- manendo l'attua-le iodirizzo ufficiale det:j'. L., debba esso essere considerato lo stesso col quale hanno unitariamente lottato pe~ la libertà e per la deQJocrazia, ,ragionevolmente fidando su di un linguaggio che solo ora si rivela astratto. E se non è 'più lo stesso, è evitabile. la reV!isionedell'atteg-, giamento di altri partiti fedeli alla coalizione nei suof con- . fomti, tanto piÒ che. già da parte sua tale ~evisione è avve– ·nuta, come è ehiaro anche per l'atteggiamento assunto ve.i;i;o, o contro, il C. L. N.? .. -Se esistono dei liberali progressisti (se; esistono coine forza politica) sta a loro a pronunziarsi dissenzienti con l'in– dirizzo ufficiale e a trarre le conchmioni, e a dividere le re– sponsabilità, distinguendosi dalla destr~ non solo re~ingendo le indhdduate tradizioni di quella, • ma anche facendo ;va– lere la loro tradizione ciellennista. Cosa ha iruat:ti a ,che fare un partito conservatore con lo spirito' e la struttura e gli.scopi del C. i. N.? 'Non è _come fur partecipare il vecchio Stàto monarchico a quel– !' organo che deve, invece, controbilanciarne il potere poli– tico finchè la CostiÌ:uept:e non av.à detto la s.ua . parola, e perc}lè la Costituente possa dire la sua parola? Avviene cosi che la monarchia, presente anche ne1 campo avversario, ne i;com_paginale -{orze e tende visibilmente a risalire. ' ALBERTO APPONI

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