Lo Stato Moderno - anno II - n.22 - 20 dicembre 1945

354 LO,STATO MODERNO uscire dal binario del~ sua fil~ofia, perchè già « abituato a,rironoscere che ogni aooadere era determinato dal Logos »: privandosi così di avvertire il distacco che separa, sotto -l'ap– parente somiglianza di problemi, Plotino da Agosl!ino (che il Riissel,· pour cause, ha ,pr~ente in modo goppò epi-sodico) - quel Plotino• in cui il Bergson delle Deux-souroes sentiva tenuta dallo spirito della libertà, da Dio, si è sostituita la scettica coscienza di una Chiesa tenuta dalla legge, dal capo, dalla gerarchia » (Ga8riele Pepe). « Socrate l'ener· testa a Gesù », Il Rii&seldirà che l' « indivi– dualismo del ,llinascimento .non esorbita affatto dnlla tradi– zione cristiana»; ma elide, sitltandolo, Machiavelli, che nes– suna interpretazione piagnona potrebbe, senza parZialità, fur apparire un'anima bella, fedele solo suo malgrado alla sco– perta d~lla legge ferrea .della politica. In questa concezion11r stori!>grafica, criterii ora miticamente psicologiC'i, ora finali– sticamente moraleggianti, si sostituiscono ai criterii teoretici. Pe~altro il probléµia e l'esigenza posti dal Riissel sono quanto mai 'Vivi, e non si eludono con altre sf>luzlonipreferen– 'ziali, come quelle accennate dal Rensi nel Preambolo, di un umanesimo anticristiano o di un cristlanésimo antiumani– stico: qui~on si tratta .di soegliere secondo il proprio gra– d~to, ma semmai di determinare l'ambito .e il criterio stesso dell'attualità dell'e.ntico: presçindendo, com'è giusto, dalla contingente indifferenza ·verso la classicità, che si rile– v,a in ogni epoca di prevalente interesse pratico, e si veri– ficò anche ,dopo la iprima guerra m.ndiale (si riveda la pre- fazione dei' l'abton del .Willamowitz, che è del 1919). Ora il Rii:ssel ha ragione di considerare antistorico uÌl itinerario, af– fatto extl'acmtiano verso l'antìclrità: ma il limite <lei suo punto di vista è nell'ambiguità stessa del sùo cristianesimo, che non si decide· (e ne apprezziamo pedettamente i moti– vu) ad uscire deliberatamente dall'ambito confessionale, ma vorrebbe nello stesso tem;i includere esigenze di un urna-· nesimo schiettamente lruco. E' vero che è impossibile spo– gliare la cultura moderna ,dai valori cristiani (che però per l'umanista laico non sono yalori immobili, ma storici); ma altrettanto giustificato è però. lo sforzo: di Walter Otto, di liberarsi del concetto cristiano del sacro quando VillOÌe inten– dere il contenuto, .affatto diverso, della religione , greca: ~licito .riconosci.mento che questo contenuto sf può, sl, intendere: ma non condividete. Considerare la sostanza cri– stiana dell'uomo moderno come un valore che non sia uscito dalle chiese per entrare nel pensiero moderno (e venirne poi trasformato in conoetti critici e filosofici, la cui log'ica bi– sogna discutere e non considerare per ·motivi sentimentali o moralistici, inefficiente) - questa è la mentalità cui il Russe! sembra qormato. Eppure gli accade di compren– dere -con intuito sicuiro lo spirito, la richiesta, la psicologia Afla questione, perchè il cristianesimo, nella. sua uruversa-. lità, convalidi un umanesimo prevalentemente costituito sul– l'antichità greco-romana, e, pereiò limi~ato, la risposta, di una equivocità sapiente, è che « le due cose, accadimento storico e uniyersa'lità per l'insieme del mondo da redimere, sono nel Cristianesimo indissolubilmente con~unte. Oome neY'incarnazione di Dio venne elevata all'eccelso grado della divinità non solo la natura umana universale, ma anche quella ·particolare ~ Gesù di Nazareth, così an~e. i popoli e le cjVliltàche st-avano per avere la loro .incarnazione urna– ~. ricevettero, nella vita della Chiesa, una particolare ·ele– vazione. Certamente l'Evangelo deve venire annunciato a ,tutti i popòli della terra nella loro lingua, e lo viene di fatto, ma la Chiesa, V'llOlecelebrare i sacri misteri solo nelle lingue che ebbero l'onore di esser~ strumenti dell'annunciazione apostolica, in primo luogo dunque nella lingua greca e la~- . na. Mediante il fatto che la Chiesa celebra la sua liturgia ne!Ja lingua di Omero, Sofocle e Platone, di CesaTe, Cice– ron11 e Virgilio, l'umanesimo !llltico vie_ne sYlincolato dalle sue temporali <:ircostanze storiche ed innalzato all'altezza d; un mistero che abbraccia e oltrepassa tempi e popoli; ·e la Chiesa, tanto in epoche di civiltà fiorente quanto in epoche di incombente decaden'za, s'è fatta non solo apportatrice di salvezza, ma anche depositaria della, cultura e del!'« umani– tà •· Il meno che !'umanisti laico possa d'ire di questn pagina è che essa è singolarmente imbrogliata. -Al criterio dialet-. ticoÌ che il cristianesimo 11,bbiaimprontato dell,i sua forma, negandolo e assimilandolo, il contenuto classico, si sostitui– sce un criterio religioso di sublimazione e un criterio crui– ·tativo-moralistico che indica il mondo antico come il pros– simo b~neficato e salvato; e pretesto di interesse umanistico diviene il fatto che la Chiesa adopera la lingua dei classici, come se la fingua della . Chiesa non fosse se non formal– mente" quella lin·gua, che con lo spirito di essa non ha più nulla da· vedere. Altra volta i, criteri adottati per convali– dare l)l tesi sono di una '!)'Sicologiaelementare e inadeguata: e quando l'autort ·scusa il falso documento della donàzione di· Costantino, come innocente invenzione di un'età infan– tile, non si può non opporgli, per rompere questa intenzione · troppo tenerami,nte conciliativa, un giudizio di uno storico ~ al,tra parte: « •.. una .religione che' 'è sorta con tale geloso ' rispetto della verità, che il Fondatore non osa neppure defi– nire che cosa sia la verità,. pronto, però, a morire per lei, seguito da schijlre di martiri, di testimoni di una verità .non scritta in alcun libro; una religion~ che impone di non giu– rare neppure il ve;o per timore che dallo ·spergiuro possa venire oiaochiata la santità del vero, 'finisce con l'organii- 7.are un çosl complesso cumulo di falsi, col sanzionarlo e produrlo' continuamente contro gli avversari. Divenuta po– tenza mondana, la Chiesa, fondata la sua autorità temporale e· la sua natura priVlilegiata su atfr del potere secolare, dove manchi il documento a corroborare certe sue richieste, lo crea, app~nto perchè alla concezione di una Chiesa =•• • ~ di un atteggiamento umanistico at,tuale; ma non può poi giustificare che insufficientemente qnesto risultato del suo gu•sto, della IS\la cultura, del ISUO temperamento. Cosciente o no, il suo fine è quello di risolvere l'umanesimo in un modo particolare di essere cristiani, con d!termina'ti carat– teri antimistici e antiescatologici; e sia pur questo un in– tento di a'lto liberalismo conciliatore. Ma in questo senso anche la sua posizione è una posizione di preferenza, e non · di storia. E una posi2lione preferenziale non è nè nna au- tentica memoria dei classici (quale esercilla tuttora, con una tecnica prodigiosa di livello positivistico, la filologia pura), nè autentico ricordo di esso, che non può essere inteso se non nell'ambito dello storicismo; il riferire· agli antichi in-. tenti fimrlistici che sono nel nosqo gusto etico o estetico non può servire che a deformarli. Certo 1'antichità è pervasa, per qualunque osservatore moderll4), qa un ìdeale ·di spregiu– dicata contemplazione della vit'a; ma ogni schema che voglia eliminare in una posizione es~mpfar~ di classicità · le dif– furenze e ( tra,vagli di una c•iviltà, come gli schemi oel « ,gusto » o del « genio » grec0' ( e si deve per forza ricor~ rervi · per ogrn ricostn.raione finalistica), ·cadono nel gene– rico e nell' impreciso: si elimimiµo .q~ schemi, e, cì si troverà solo di n-QDtea situaziOI?i.. ~ opere parhèolan, che solo si comprendono nell'individuffiità della loro 'ispirazione artistica od etica. L'uomo come è, l'uomo antico del Riissel, ripete un po' un mito dell'uomo di natura: troppo sem– plice, troppo romantico; il suo cur deus homo -si può ap– prezzare solo come un'aggiunta del cuore, e non va con– fuso con l'umanesimo; che è, dicevamo, una forma del<ri– cordo, cioè un atteggiamento te>orétiooverso l'ru:i.tico,e 'non della, speranza e del' proposito moralistico. U. SEÙRE / j

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