Lo Stato Moderno - anno II - n.21 - 5 dicembre 1945

, 324 LO STATO MODERNO da quella delle Potenze anglosassoni, è il caso di riassumere qui le principali divergepze in atto: I. - Politica generale. - Molotov (discorso 'del 6 novembre al Soviet Supremo) sostiene che « gli accordi di Potsdam non sono stati osservati scrupolosamente da tutte le Fotenze fir– matarie • e accusa le Potenze occidentali di condurre una po– litica di blocchi, politica ch'egli ritiene « nè utile nè le9le ». Bevin a ~ua volta afferma (discorso del 7 novembre ai Co– muni) che Francia, Olanda, Belgio, Scandina,.,ia e altri paesi non costituiscono alcun blocco, ma sono legati da rapporti di amicizia alla Gran Bretagna, e rimprovera all'U.R.S.S. le sue continue richieste di territori, « che noi dobbiamo accingerci a fermare •• mentre l'Inghilterra non ha preso e neppur,i ri– chiesto un sol pollice di terreno. Inglesi e Americani rimpro– verano oll'U.R.S.S. il mistero che circonda quel paese ed i territori da esso contrdllati. II. - Energia atomica. - L'U.R.S.S. sostiene non essere ammissibile che un segreto tecnico di tanta importanza sia coruervato da una sola o da poche nazioni, e· vede ne:l"osti– lità degli .Alleati a farnela partecipe una prova di sfiducia. se non addirittura una minaccia, nei suoi confronti. Churchill, parlando ai Comuni come capo dell'opposizione, afbrmò il 7 novembre, in risposta n Molotòv, che il Governo sovietico. avrebbe mantenuto il segreto se esso solo ne fosse stato in po~sesso, e ricordò che durante la guerra le -autorità britanni– che avevano messo i Russi a conoscenza di parecchi ritrova - ti segreti, ma no!J si erano mai accorti che altrettanto si fa– cesse con loro da parte russa. A Washington i tre a~~lo– sassoni dichiararono (15 novembre) che « tutti i dati scienti– fici basilari indispensabili ali'app_licazionee allo sviluppo delh energia atomica per scopi pacifici » erano già stati resi noti, ma essi non credevano che la divulgazione di informazioni spe– cifiche relative ali'applicazione pratica dell'energia atomica fosse conveniente prima di aver trovato reali, reciproche ga– ranzie accettabili per tutte le nit2:ioni e dotate di forza coat– tiva, e ritenevano invece opportuna la fonnazione di una Com– missione dipendente dalle Nazioni Unite, la quale formuli prr,– poste tendenti allo scopo di realizzare i metodi più effk:aci pe~ eliminare l'impiego dell'energia atomica a fini di distruzione. III. - Internazionalizzazione delle vie fluviali europee inte– ressanti più Stati. - La delegazione americana aveva pre– sentato un progetto in questo senso al convegno d: Londra èei ministri degli Esteri. Bevin ha dichiarato il 26 cttohre ni Comuni che « nulla potrebbe servire alla ricostruzione del– l'Europa quanto la creazione di una Commissione di contro~lo p~r ro~er, fElba, il Reno e il Danubio ». La Russia non è d accoroo. IV. - Trattato di pace con l'Italia. - Gli scogli sm quali è naufragato questo trattato, che avrebbe dovuto esseré pre– paràto alla conferenza dì Londra del settembre, s,,no essen– zialmente tre: problema italo-jugoslavo, colonie italiane d'Afri !.'a,riparazioni. Su tutte e tre le questioni i punti di vista degli Anglosassoni differiscono da quelli dell'U.R.S.S., che appog– gia le tesi di Tito, insiste per il pagamento delle riparaL>oni, c!omanda la Tripolitania e pare anche qualche cosa in Eritrea. Qtù qualche divergenza sussiste anche tra Inghilterra ed Ame– rica, quest'ultima essendo generalmente a noi più favorevole. V. - Germania. - I tre Grandi ~eguuno in Cem1ani3 una oolitica diversa, più affine tra loro Inglesi e Americani, men– tre quella sovil!tica si distingue per la sua du•ezza. Nel suo discor~o del 26 ottobre ai Comuni Bevin, aei denunciare il pericolo immanente all'Europa di tremende epidemie contro cui non offrirebbero riparo frontiere nè tr'iacee, ha d<'plorato ohe gli abitanti della Germania occupata dai Rus.i si. trovino di fronte ad una cmestia che con l'inverno minaccia di divenir disperata, e che un gran numero di lavoratori tedeschi sia stato deportato nell'U.R.S.S. La stampa anglosassone si fa spesso portavoce di queste accuse, mentre da parte ~ovietica si ac– cusano gli avversari di eccessiva indulgenza verso i nazisti. in particolare a proposito della ricostruzione della zòna indu– dustriale della Ruhr. li problema tuttora è complicato dalla particolare posizione della Francia in proposito. ,. VI. - Regione balcano-danubiana. - Londra e Washington sostengono che Cina e Francia, nella loro qualità di Grandi Potenze, debbano intervenire nella discussione dei problemi balcanici, anche se poi non dovranno · firmare i trattati di pace con la Bulgaria, la Romania e l'Ungheria,· con le quali non erano in guerra. Affi11iziodel Convegno di Londra si era deciso in questo senso. Mosca si oppone appoggiandosi a una decisione di Potsdam. Già a Potsdam, Inghilterra e America propugnarono il con– trollo comune da parte degli Alleati nelle elezioni che do– vranno svolgersi in tali paesi, per verificarne .Ja regolarità e quindi la validità o meno. Mosca si oppone, come inutile in– terferenza nella sovranità di Stati esteri, e ha conseguente– mente rifiutato di partecipare al controllo delle elezioni gre– che, a cui hanno accettato di prender parte con l'Inghilterra ocèupante, Stati U11iti e Francia. Frattanto Londra e Washington rifiutano di riconoscere gli attuali governi filosovietici di Romania e Bulgaria, esponenti di « fronti nazionali ~ di spirito e di metodi totalitari, composti essenzialmente dal partito comunista e da frazioni filocomu– niste di altri partiti, mentre grnndi partiti democratici e cospi– cue personalità antifasciste e antitedesche rimangono al han• do o sono addirittura in carcere. In queste condizioni esse prevengono che non riconosceranno i risultati delle elezioni indette da simili governi, specie sulla base di liste uniche. Al contrario in Ungl;ieria, ·dove la coalizione di governo è più varia e le elezioni del 4 novembre hanno segnato il trionfo del partito dei piccoli proprietari, esse, dopo qualche esita– zione, si sono indotte a riconoscerlo. VII. - Ungheria e Romania. - Londra e Washington so– stengono che gli accordi conclusi àa Mosca con l'Ungheria e la Romania, che assoggettano per gran parte all'.U. R. S. S. l'economia dei due paesi, senza un prè0entivo accordo con gli Alleati, sono inammissibili, trattandosi di paesi nemici con cui non è stata ancora stipulata la pace. Mosca risponde (31 ot– tobre) che procurando di intensificare gli scambi con i paesi confinanti, come quelli di cui si tratta, essa non lede i diritti di alcuno. , VIII. - Grecia. - L'U. R. S. S. sostiene J'E.L.A.S., forma– zioni partigiane di estrema sinistra contro cui gl'Inglesi hanno combattuto nello scorso dicembre, osteggia .il governo esule e i governi borghesi succedutisi in Atene dopo la liberazione. e rifiuta di partecipare al controllo delle future eleziWJi. La Inghilterra preferirebbe verosimilmente il ritorno del Re, ma tende soprattutto a promuovere la convocazione di libere ele– z;oni attraverso cui si manifesti la volontà nazionale. Es,a non ha affatto soppresso il movimento di estrema sinistra dopo aver– ne militarmente schiacciata l'insurrezione e non ha imposto il suo crisma al governo greco, che ha potuto successivamente passare per una gamma di colori da Papandreu .a Plastiras a Vulgàris a Kanellòpulos a Sophùlis. Quest'ultima, recentissima (21 novembre) soluzione della crisi ellenica, che trova con– senziente anche l'E.A.M., migliora però sensibilmente la si– tuazione. (Continua) ,ANTONIO BASSO

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