Lo Stato Moderno - anno II - n.21 - 5 dicembre 1945

\ 336 a) conservazione della inte'gritd aziendale, denunciando agli organi re– sponsabili sociali e, ,in difetto di prov– vedimenti, alle autorità economiche competenti, tutte le distr;3zlonl di ca– pitale, dl materie prime e di mezzi tecnici che. incidono sulla pertinenza ed efficienza dell'azienda oltre gli at– ti ed omissioni, da chiunque commessi, che della consistenza aziendale costi– tuiscono un sabotaggio anche Indiretto. b) razionale sviluppo della capacltd produttiva dell' impresa, allacciando suggerimenti, proposte e soluzioni per l'incremento produttivo dell'azienda. c) assunzione, licenziamento, desti– na,zione e miglior impiego del peho• nale, qualora il movimento del perso– nale non abbia portata individuale (rientrando in tal caso nella competen– za delle Commissioni inter11e), sugge– rendo anche qui le soluzioni ritenute p!ù opportune dalle maestranze nel– l'interesse aziendale. 3) Gli unici poteri di vera e propria amministrazione che, a mio parere, le– gittimàmente ed opportunamente si dovrebbero dare al Consiglio di con– trollo -sono quelli inerenti alla gestio– ne del fondi, di qualsiasi provenienza, destinati a servizi sociali ed assisten– ziali per I dipendenti dell'azienda. 4) Giustamente si è osservato dai compagni torinesi •che è poco conve– niente irrigidire il sistema in un un!co schema obbligatorio. Conviene pertan– tci dare adito ad una maggiore libertà di movimento che consenta al Consi– glio di controllo l'esercizio di tutti que– gli alti'! e diversi poteri o la diversa modalità di esercizio o altro genere di orgl;lnlzzazione, compreso quello di veri e propri Consigli di gestione o quello dl rstltuzionl di. azionariato operaio, derivanti da diretti accordi c.:m tito– lari e Consigli di amministrazione e da consacrarsi, per ogni impresa, nello statuto o in· modifiche statutarie. 5) Salvo questi speciali accordi con– sentano l'immissione nel Consiglio di amministrazione di una rappresentan– za 11,elConsiglio di controllo, a parità di diritti con gli amministratori, una rappreszntanza del Consigtio di control– lo dovrà sempre presenziare, ma sehza funzion! deliberative e senza alcun po– tere di voto, alle sedute del Consiglio d~· amministrazione o tenersi in continua– tivo contatto con il titolare 'dell'im– presa individuale. Questa rappresen– tanza avrà facoltà di esprimere per iscritto il proprio parere, le proprie richieste e le proprie osservazioni. Que– sta rappresentanza avrà tacoltà di esprimere per iscritto Il proprio pare– re, le proprie richieste e le proprie os– servazioni. Questa rappresentanza avrà altresl facoltà. di presentare all'assem– blea ordinaria o a quelle straordinarie della società una propria relazione, a pari titolo di quella dei sindaci, e dl prendere in tale assemblea la parola, per Illustrare agli azionistl li proprio punto di vista, I propri reclami ed li L O S r--A T O MO D E R N O proprio dissenso dall'amministrazione o dalla direzione tecnica. 6) Il Consiglio d'amministrazione, I titolari o comunque la direzione azien– dale debbono rendere edotto il Consl– gllo di controllo, o, per esso, la sud– detta sua rappresentanza, di tuttp quanto può concernere l problemi azlel}dall agli effetti del punto 2, e for– nire gli elementi documentali che ven– gono richiesti. Per le più gravi deci– sioni sulla vita aziendale potrà im– porsi di sentire li parere preventivo, ma non vlncolante, del Consiglio di. controllo. 7) Per potersi efficacemente esplica– re. Il potere consultivo del Consiglio, deve essere assicurato sia col dir! tto di Interpellanza, scritto o verbale, sia col diritto di proposta, scritta o ver– bale, sia infine col dir! tto di reclamo ed interpellanza pr~ i s!ndad. Un consimile potere di controllo consultivo ci sembra l'unico .:ompati– bile con la situaiione economica attua– le e coli la necessità di ripresa della produzione, lasciando intatta la respon– sabilità degli ammini~,tratori o dei ti– tolari e la loro iniziativa. Esso ha poi il pregio di essere non una soluzione statica, che si traduoo in una conquista formale, ma apparente ed annullabili', bensì una soluzione dinamica. Essa cioè potrà dare quello che 1e stesse forze del lavoro, e assai più con la serietà e la competenza che con _le pressioni, sa– pranno farle rendere (oltre l'acquisi– zione di una reale esperienza), anche come base Jjer ulteiµori conquiste, in condizioni mutate. Nè ci si obbietti che un parere che sia esr}ressione èoncorde, costruttiva · e realizzabile del mondo del lavoro del– l'azienda non Ifa valore alcuno per non essere un parere vincolante munito di sanzioni, se non accolto. La voce del la– voro ha uh suo peso. E forse tanto maggiore, quanto più, come in questo caso, è esente da artificiosi ·compro– messi e da innaturali combinazioni con le forze del capitale. CONNESSIONI E :PROSPETTIVE Realizzato con queste soluzioni, il probJema della partecipazione dei la– voratori alla v:ta aziendale, non si esaurisce qui. Questa soluzione si pre- sta .µ;sai meglio di quella della co– gestione a intrinseche connessioni coli altre rl~orme. Anzitutto, con una riforma dell'isti– tuto e della « praxis » dei sindaci nel– le società anonime. Un primo passo In tal senso, potrebbe essere fatto stabi– lendo legislativamente che un certo numero proporzionale di sind;ici deb– ba essere scelto dalle maestranze aziendali attraverso la nomina da par– te del Consiglio di contro).lo. Gli stessi azionisti dovrebbero vedere volentieri un controllo più assiduo e bene infor– mato di quello, ridottosi a formali~à, di sindaci spesso compiacenti e di fi– gura. Un ulteriore passo potrebbe essere fatto, secondo la tesi cara al nostro amico e collaboratore Boffito, con la creazione di un istituto di revisione aziendale che, sotto la responsabilità dello Stato, sottoponga a permanente revisione il bilancio e la destinazione degli utili dell'impresa, avendo di mi– ra sia la formazione di bilanci sani ed onesti, sia la protezione della forma– zione e del reimpiego, socialmente uti– le, del capi tale delle aziende. Un ~a,<11scutiblleelemento negativo di tutte lt 'soluzioni attualmente prospet– tate - ma l'appunto colpisce asssai più i Consigli di gestione che non i Consi– gli di con troll o - è che, questa demo– cratica partecipazione delle forze dei lavoro viene ad essere puntualizzata ìn ogni singola Impresa, isolatamente. Manca invero quel controllo non già su ogni singola impresa, ma su ogni ra– mo o settore produttivo che era in– dubbio pregio del vecchio progetto Giolitti-1,abriola 1 !'aver tentato di inttaurare (forse con troppo scetticismo sulla sua attività). Il cont~ollo si eser– cita In modo particolaristiéo, senza una visione d'insieme. E sorge quindi Il postulato che, quanto meno con un vincolo federativo, si determinino gli organi - ma non certo organi estrin– secamente burocratici, e tanto meno di carattere corporativo - atti a rac– cogUere· e trastondere le comuni espe– rienze e a determinare delle comuni direttive d'azione. Ma qui occorre far punto, per non lasciare! trascinare in altri campi ed In altre prospettive, , GIULIANO PISCBEL D'imminente pubblicazione presso l'Editore GENTILE IL PROBLEMA DEI CETI MEDI di G. Pischel · Biblioteca dello STATO MODERNO

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